È tutto molto lineare, si..
Ti chiedo (e beninteso puoi non rispondere) tra queste vacanze nella coppia tua, sono incluse, concordate e accettate anche vacanze a livello sessuale?
Tradotto con un esempio: tu stasera vai a letto con un altro uomo e sei in vacanza, per cui NON gli parlerai di questa vacanza?
Oppure in campo sessualità (che è centrale nel vostro tipo di rapporto), non è ammessa vacanza?
Mi sono accorta, nel tempo, che uno degli equivoci delle mie relazioni riguardava il fatto che per me la sessualità era il fulcro.
Per "loro" no. Per "loro" il fulcro era l'affetto e la non solitudine.
Sembra una cosa scontata...in fondo il sesso, la sessualità c'è, nel momento in cui si è in relazione di coppia, no?
E invece no.
Avere la sessualità come fulcro significa esplorare insieme la sessualità...e esplorare insieme la sessualità significa entrare in quelle parti di sè dove la coppia passa in secondo piano rispetto all'individuo. Farlo insieme significa mettere in mezzo quelle parti.
Mettere la coppia davanti significa che certe fantasie, certe pulsioni vengono messe dietro la coppia. Ognuno se le tiene per sè.
Il fuori coppia, è condiviso fra noi.
E' considerato come possibilità concreta. E in quanto tale discutibile, in termini di condizioni, di "contratto" fra noi.
Mi spiego?
Un'altra cosa di cui mi sono resa conto è che per me il "non ammesso" non ha valore.
Non ha valore nei miei riguardi. E non ha valore neanche da parte mia verso l'altro.
Non ho mai sentito un senso di appropriazione tale per cui io sono stata nella posizione di non ammettere alcunchè. Non ammettere nel senso di "legare" l'altro al mio non ammettere.
E non ho mai accettato che fosse fatto a me.
Tradotto: io posso anche non ammettere che tu, che stai con me, non vai a scopare in giro. Per usare il solito esempio.
Ma. Io non te lo chiedo di non farlo. E neppure voglio che mi prometta di non farlo. E neanche delimito quel campo. Se lo vuoi fare, lo fai. Se non lo fai perchè non è ammesso con me, non ha valore. Per me. Anzi...ti dico di più. Mi smono. Mi passa ogni tipo di attrazione. E mi parte il vaffanculo.
Non è una motivazione attraente per me il "resisto". Per me è attraente, "vorrei questa cosa. Te che ne pensi?"
E si discute. E si indaga. E si esplorano limiti. Oggettivi e soggettivi.
Ovviamente questo non significa che di fronte a comportamenti che io ritengo non tollerabili poi non prendo posizione. E che quei comportamenti non siano dichiarati.
Quindi io ti posso dire che per me sarebbe "non ammesso" che tu non scopi in giro. Ma se vuoi farlo, vai.
Io non mi sento di poter accampare alcunchè a riguardo.
E se non lo fai perchè se no mi perdi....passi immediatamente al livello del codardo per me.
Ti stimo, e possiamo condividere e proseguire insieme se mi parli. Se ti esponi. Se mi dici e condividi. E insieme cerchiamo soluzioni. Soluzioni che hanno limiti oggettivi e limiti soggettivi.
I limiti oggettivi sono quelli contro cui si sbatte.
I limiti soggettivi possono essere discussi, superati etc etc. nella prospettiva di un percorso insieme.
Per quanto riguarda quindi la tua domanda...non è che non sono ammesse vacanze sessuali.
(è una illusione il non sono ammesse, per quanto mi riguarda...)
Semplicemente la relazione con G. ha come fulcro la condivisione e l'esplorazione delle nostre sessualità.
La condivisione delle fantasie. Consapevoli che non tutte le fantasie possono poi diventare realtà. E non per principi.
Ma perchè certe fantasie, se trasformate in realtà sono pericolose. E allora serve valutare insieme.
Esempio: se a me piace il breathe control, mi piace il breathe control. C'è poco da fare.
Ma applicare il breathe control è quanto di meno sicuro possa esistere, per la molteplicità di variabili che sono in gioco e che metterebbero a rischio la vita stessa. Ergo. E' una fantasia. E tale resta poichè mancano le condizioni di sicurezza per renderla realtà.
Poi posso trovare compromessi...niente breathe control con corde, et similia. Con le mani magari sì.
Il punto è che si esplora insieme i limiti e le condizioni e insieme si decide. Senza vincoli morali.
quindi è considerato fra noi il sesso a tre. Abbiamo diverse fantasie a riguardo. Entrambi.
Sono fantasie condivise e piacevoli per entrambi.
Essendo condivise possiamo concentrarci sull'ascolto dei limiti.
Di quelle fantasie.
Anche la vacanza sessuale è condivisa. E ha aspetti piacevoli per entrambi.
Ergo possiamo concentrarci sui limiti.
E pesare insieme sulla bilancia cosa trasformare in realtà o no.
Mi spiego?
Non è questione del "è ammesso" oppure "non è ammesso".
La questione è "è possibile, alle condizioni attuali in cui entrambi ci teniamo a tutelare l'alleanza di coppia, oppure i limiti indicano che no, non è possibile"?
Questo significa muoversi insieme a riguardo. Un crescere insieme. Che comporta anche il rischio di perdersi.
Ma è un rischio evidente e messo nello spazio comune.
Fra noi non ci sono promesse di eternità.
Siamo innanzitutto due individui indipendenti e autonomi.
Che si incontrano non perchè così hanno deciso uno, due dieci anni fa. Ma perchè lo confermiamo giorno dopo giorno. Facendo dopo giorno un bilancio sul ne vale la pena.
L'ammesso e il non ammesso, nei termini in cui lo poni, decade.
Non siamo noi ad adeguarci alle regole del patto.
Siamo noi che costruiamo quotidianamente il patto.
Non avere figli, essere autonomi e indipendenti è importante.
Ma non penso che riuscirei ad avere una relazione in cui la mia autonomia viene sacrificata in virtù di.
In quanto donna, uno dei motivi per cui non voglio figli è che dovrei rinunciare a cose a cui non voglio rinunciare.
Parlo del lavoro, dello studio, degli investimenti personali che inevitabilmente se avessi dei figli passerebbero in secondo piano.
G. per fortuna la pensa come me.
Ovviamente tutto questo vale per me e solo per me.
Mica pretendo che sia preso come le sacre scritture del grande libro della vita.
Non è una questione di giusto o sbagliato.
E' che ognuno ha la sua costruzione.
Credo ci sia da trovare chi condivide o meno.
E la cosa difficile per me è sempre stata questa...a parole mi si dicevano cose...poi nei fatti no.
Il mio ex, per esempio, ed è il motivo per cui ci sono stata così tanto, a parole sembrava essere d'accordo. E anche nei fatti. Ma quando poi i fatti si sono fatti più complessi....non ci è stato più dentro.
Per lui il fulcro era "...basta che stai con me".
Per me il fulcro era "...facciamo quel che desideriamo".
In quel " basta che stai con me" mi ha levato ogni libertà anche di proporre esplorazioni comuni. Non mi potevo più fidare di lui. Significava che lui non era parte attiva nella valutazione dei percorsi. E di conseguenza il peso racadeva su di me. Che avrei dovuto valutare per entrambi.
E allora vaffanculo. Io valuto per me.
Non mi prendo la responsabilità di un non pensante. A quel livello.
E' un limite oggettivo per me.
Mi spiego?
Il non ammesso rivolto all'altro, la limitazione dell'altro...non rientra nel mio modo di vivere le relazioni.
Nel mio modo di vivere le relazioni rientra quel che io ammetto per me. Lo dichiaro e l'altro sceglie. In sua responsabilità.