Inchiodato li'

danny

Utente di lunga data
Ma questo presuppone nessuna debolezza! E non mi sembra sia il caso, nè in relativo nè in assoluto, altrimenti questo trasformerebbe l'umanità in un consesso di mostri. (Hehehehe, se continuiamo così ci arriviamo :)).
Nei momenti di massima debolezza è la forza dei tuoi valori che ti sostiene.
Se essi non ti corrispondono ma vi hai aderito senza troppa convinzione per convenzione, non saranno certo loro ad opporsi alla tua natura.
Ti porto come esempio @Brunetta.
Lei ha convinzioni e valori solidi e si conosce bene: quando è stata tradita non fatico ad immaginare quanto fosse devastata dalla cosa, ma non ha avuto esitazioni.
Ha seguito la sua coscienza e ha lasciato.
Lei non contempla in alcun modo il tradimento. Indebolita o forte che sia.
 
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spleen

utente ?
Nei momenti di massima debolezza è la forza dei tuoi valori che ti sostiene. Se essi non ti corrispondono ma vi hai aderito senza troppa convinzione per convenzione, non saranno certo loro ad opporsi alla tua natura. Ti porto come esempio @Brunetta. Lei ha convinzioni e valori solidi e si conosce bene: quando è stata tradita non fatico ad immaginare quanto fosse devastata dalla cosa, ma non ha avuto esitazioni. Ha seguito la sua coscienza e ha lasciato. Lei non contempla in alcun modo il tradimento. Indebolita o forte che sia.
Ma Brunetta è una, non tutti. Non cerco in questo modo di giustificare il tradimento, dico solo che differenti situazioni vissute producono differenti responsabilità nel fatto oggettivo. Perchè ragionando per assurdo allora tutti i traditori sarebbero uguali e avrebbero le stesse responsabilità ma sappiamo tutti che non è così.
 

Arcistufo

Papero Talvolta Posseduto
Si fanno gesti che la nostra coscienza contempla.
Se tradire lo considero "sbagliato" io non tradisco a mia volte e quasi sicuramente lascio il partner perché non ho più stima in lui.
Se resto e tradisco, vuol dire che il tradimento, come concetto, non lo giudico negativamente a livello assoluto, ma solo quando tocca a me.
ammettendo che la coscienza esista, ovviamente.
 

danny

Utente di lunga data
Ma Brunetta è una, non tutti. Non cerco in questo modo di giustificare il tradimento, dico solo che differenti situazioni vissute producono differenti responsabilità nel fatto oggettivo. Perchè ragionando per assurdo allora tutti i traditori sarebbero uguali e avrebbero le stesse responsabilità ma sappiamo tutti che non è così.
L'atto del tradire è comunque sempre lo stesso.
Dopo ci possono essere diverse circostanze che lo rendono più o meno accettabile per chi è tradito.
Ma in questa valutazione entra anche e soprattutto chi viene tradito.
Io non giustifico né condanno il tradimento: mi sono convinto che sia parte della natura di molte persone fare scelte o comportarsi in maniera da renderlo necessario.
Evidentemente il tradimento è una scelta obbligata per godere della libertà di accedere a relazioni che garantiscono grande appagamento, ovviamente temporaneo.
Va riconosciuto, e credo sia necessario ricordarlo, piuttosto, che un tradimento rivelato comporta dolore.
E questo vale sia per Francoff, sia, posso immaginare, per sua moglie.
 

Divì

Utente senza meta
Ma questo presuppone nessuna debolezza! E non mi sembra sia il caso, nè in relativo nè in assoluto, altrimenti questo trasformerebbe l'umanità in un consesso di mostri. (Hehehehe, se continuiamo così ci arriviamo :)).
Ma infatti, non tener conto dell'intrinseca debolezza di qualunque persona e di qualunque rapporto non è un bene. Io considero il tradimento sbagliato ma possibile. Infatti nel patto di coppia non c'era "Non mi tradire mai" ma "Se capita fallo bene, che io non lo debba mai sapere".
E trovo interessante col senno di poi che mio marito ha sempre avuto la certezza granitica che IO non l'avrei mai fatto perché "incapace". Mentre per sé ha sempre sostenuto che viveva la fedeltà come un "vincolo".
Ha dovuto fare un cammino lungo per capire qual era il baco logico. E anche io.

EDIT: .... e nel frattempo ci siamo fatti vecchi e chi si scava più :D?
 
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JON

Utente di lunga data
Ho sempre contemplato la possibilità del tradimento. Non che lo auspicassi, speravo non accadesse, poi è arrivato e sinceramente me lo aspettavo. Quello che non avrei mai potuto figurare era il modo con cui si sarebbe conclamato. Più volte mi sono chiesto come poteva essere che fossi diventato cosi tollerante, quasi comprensivo. Passati i tempi di metabolizzazione, ho scoperto che non mi interessava minimamente comprendere e tollerare fatti legati alla natura umana e quindi inevitabili. In genere per comprendere al di fuori mi basta analizzare me stesso, quindi penso di non aver commesso grossolani errori di valutazione. Naturalmente non basta, ma quello che intendo dire è che il tradimento subito non ha fatto in modo che io sdoganassi parti di me alle quali ponessi diniego, quello che negavo era scientemente e consapevolmente applicato al raggiungimento di uno scopo che poi si è rivelato non pienamente condiviso. Che questo celasse un mio errore non posso dirlo, dopotutto bisogna pur riporre fiducia nell'altro. La lealtà per me è un elemento imprescindibile, viene prima, anche se non nega le altre vicissitudini ed è una questione principalmente personale rivolta all'altro o ad uno scopo.

E' vero dell'esistenza di spazi e pensieri personali che risiedono in un nucleo remoto ed individuale di ognuno, così com'è vero che se si ha piena coscienza di questo si ha anche la padronanza di governarli. Lo vediamo qui, c'è chi agisce parallelamente, chi attua il rifiuto facendosi scudo di ideali e valori e chi, malamente, naviga alla cieca lasciando al caso l'evoluzione delle storie.

Per me il tradimento è un capitolo chiuso, può spiazzare una volta, poi basta. Dopo l'excursus sentimentale "integralista", che avevo si ipotizzato ma anche perchè richiesto, il tradimento mi ha semplicemente ricondotto a me stesso e a quello che sono sempre stato. Sentimentalmente "laico", ma pienamente fiducioso nel mio modo di amare e di rispettare.
 

Divì

Utente senza meta
Ho sempre contemplato la possibilità del tradimento. Non che lo auspicassi, speravo non accadesse, poi è arrivato e sinceramente me lo aspettavo. Quello che non avrei mai potuto figurare era il modo con cui si sarebbe conclamato. Più volte mi sono chiesto come poteva essere che fossi diventato cosi tollerante, quasi comprensivo. Passati i tempi di metabolizzazione, ho scoperto che non mi interessava minimamente comprendere e tollerare fatti legati alla natura umana e quindi inevitabili. In genere per comprendere al di fuori mi basta analizzare me stesso, quindi penso di non aver commesso grossolani errori di valutazione. Naturalmente non basta, ma quello che intendo dire è che il tradimento subito non ha fatto in modo che io sdoganassi parti di me alle quali ponessi diniego, quello che negavo era scientemente e consapevolmente applicato al raggiungimento di uno scopo che poi si è rivelato non pienamente condiviso. Che questo celasse un mio errore non posso dirlo, dopotutto bisogna pur riporre fiducia nell'altro. La lealtà per me è un elemento imprescindibile, viene prima, anche se non nega le altre vicissitudini ed è una questione principalmente personale rivolta all'altro o ad uno scopo.

E' vero dell'esistenza di spazi e pensieri personali che risiedono in un nucleo remoto ed individuale di ognuno, così com'è vero che se si ha piena coscienza di questo si ha anche la padronanza di governarli. Lo vediamo qui, c'è chi agisce parallelamente, chi attua il rifiuto facendosi scudo di ideali e valori e chi, malamente, naviga alla cieca lasciando al caso l'evoluzione delle storie.

Per me il tradimento è un capitolo chiuso, può spiazzare una volta, poi basta. Dopo l'excursus sentimentale "integralista", che avevo si ipotizzato ma anche perchè richiesto, il tradimento mi ha semplicemente ricondotto a me stesso e a quello che sono sempre stato. Sentimentalmente "laico", ma pienamente fiducioso nel mio modo di amare e di rispettare.
Standing ovation
 

spleen

utente ?
Ho sempre contemplato la possibilità del tradimento. Non che lo auspicassi, speravo non accadesse, poi è arrivato e sinceramente me lo aspettavo. Quello che non avrei mai potuto figurare era il modo con cui si sarebbe conclamato. Più volte mi sono chiesto come poteva essere che fossi diventato cosi tollerante, quasi comprensivo. Passati i tempi di metabolizzazione, ho scoperto che non mi interessava minimamente comprendere e tollerare fatti legati alla natura umana e quindi inevitabili. In genere per comprendere al di fuori mi basta analizzare me stesso, quindi penso di non aver commesso grossolani errori di valutazione. Naturalmente non basta, ma quello che intendo dire è che il tradimento subito non ha fatto in modo che io sdoganassi parti di me alle quali ponessi diniego, quello che negavo era scientemente e consapevolmente applicato al raggiungimento di uno scopo che poi si è rivelato non pienamente condiviso. Che questo celasse un mio errore non posso dirlo, dopotutto bisogna pur riporre fiducia nell'altro. La lealtà per me è un elemento imprescindibile, viene prima, anche se non nega le altre vicissitudini ed è una questione principalmente personale rivolta all'altro o ad uno scopo. E' vero dell'esistenza di spazi e pensieri personali che risiedono in un nucleo remoto ed individuale di ognuno, così com'è vero che se si ha piena coscienza di questo si ha anche la padronanza di governarli. Lo vediamo qui, c'è chi agisce parallelamente, chi attua il rifiuto facendosi scudo di ideali e valori e chi, malamente, naviga alla cieca lasciando al caso l'evoluzione delle storie. Per me il tradimento è un capitolo chiuso, può spiazzare una volta, poi basta. Dopo l'excursus sentimentale "integralista", che avevo si ipotizzato ma anche perchè richiesto, il tradimento mi ha semplicemente ricondotto a me stesso e a quello che sono sempre stato. Sentimentalmente "laico", ma pienamente fiducioso nel mio modo di amare e di rispettare.
Stai ancora insieme o il vs rapporto si è chiuso?
 

Jacaranda

Utente di lunga data
Ho sempre contemplato la possibilità del tradimento. Non che lo auspicassi, speravo non accadesse, poi è arrivato e sinceramente me lo aspettavo. Quello che non avrei mai potuto figurare era il modo con cui si sarebbe conclamato. Più volte mi sono chiesto come poteva essere che fossi diventato cosi tollerante, quasi comprensivo. Passati i tempi di metabolizzazione, ho scoperto che non mi interessava minimamente comprendere e tollerare fatti legati alla natura umana e quindi inevitabili. In genere per comprendere al di fuori mi basta analizzare me stesso, quindi penso di non aver commesso grossolani errori di valutazione. Naturalmente non basta, ma quello che intendo dire è che il tradimento subito non ha fatto in modo che io sdoganassi parti di me alle quali ponessi diniego, quello che negavo era scientemente e consapevolmente applicato al raggiungimento di uno scopo che poi si è rivelato non pienamente condiviso. Che questo celasse un mio errore non posso dirlo, dopotutto bisogna pur riporre fiducia nell'altro. La lealtà per me è un elemento imprescindibile, viene prima, anche se non nega le altre vicissitudini ed è una questione principalmente personale rivolta all'altro o ad uno scopo.

E' vero dell'esistenza di spazi e pensieri personali che risiedono in un nucleo remoto ed individuale di ognuno, così com'è vero che se si ha piena coscienza di questo si ha anche la padronanza di governarli. Lo vediamo qui, c'è chi agisce parallelamente, chi attua il rifiuto facendosi scudo di ideali e valori e chi, malamente, naviga alla cieca lasciando al caso l'evoluzione delle storie.

Per me il tradimento è un capitolo chiuso, può spiazzare una volta, poi basta. Dopo l'excursus sentimentale "integralista", che avevo si ipotizzato ma anche perchè richiesto, il tradimento mi ha semplicemente ricondotto a me stesso e a quello che sono sempre stato. Sentimentalmente "laico", ma pienamente fiducioso nel mio modo di amare e di rispettare.
Ciao Jon,
credo di capirti, in questo momento piu' che mai. Io pero' non mi sto riconducendo a me stessa... sto cambiando.
Sono nella fase in cui il tradimento mi ha lasciato una tristezza legata alla percezione che probabilmente ha mio marito della figura femminile. Il tempo passa, mi verranno le rughe e il fatto che mi abbia tradito con una molto piu' giovane di me e tanto tanto piu' giovane di lui mi fa sentire timorosa del tempo che passa...sensazione mai provata prima, dato che ho fondato sempre la mia vita e le mie relazioni su concetti piu' consistenti.
Stare con lui significa anche accettare questo. Accettare la superficialità di modi di vedere molti aspetti della vita.
In questo momento cerco conferme riguardo al mio "potere attrattivo" e le sto trovando...e questo mi rassicura..Ma mi fa capire anche che potrei trovarmi in situazioni rischiose e questo non mi piace.
Ma il concetto in se di "anatema" riguardo al tradimento si é diluito. Il mio fisico si sta adattando...come a una tossina. Anche questo pero' mi spaventa.
Sono cambiata, indubbiamente. Non so se in meglio pero'.
 

JON

Utente di lunga data
Credo che il mio invece si chiuderebbe. E non perchè io non contempli la possibilità di essere tradito ma per altri motivi, strettamente attinenti alla nostra storia di coppia.
Tutto dipende infatti dalle fondamenta su cui la storia poggia, a volte queste sono mere questioni materiali, altre volte si tratta di qualcosa di più serio e complicato.

Tuttavia non puoi dire con certezza quale direzione possa prendere un storia finchè non arrivi al punto di rottura.
Posso dirti che in quel caso oltre alla convinzione che avevo di troncare, avevo pronto anche un piano B. Principalmente si trattava di tornare ad essere autonomo, cosa semplicissima per la mia indole autonoma ed individuale in ogni questione. In secondo luogo contemplava la comparsa nella mia vita di un'altra persona, evento molto probabile per la sussistenza di determinati fatti. La mia storia però poggia sulle sue fondamenta e non avevo calcolato che le mie contromosse erano basate solo sulla mia persona.
 

spleen

utente ?
Tutto dipende infatti dalle fondamenta su cui la storia poggia, a volte queste sono mere questioni materiali, altre volte si tratta di qualcosa di più serio e complicato. Tuttavia non puoi dire con certezza quale direzione possa prendere un storia finchè non arrivi al punto di rottura. Posso dirti che in quel caso oltre alla convinzione che avevo di troncare, avevo pronto anche un piano B. Principalmente si trattava di tornare ad essere autonomo, cosa semplicissima per la mia indole autonoma ed individuale in ogni questione. In secondo luogo contemplava la comparsa nella mia vita di un'altra persona, evento molto probabile per la sussistenza di determinati fatti. La mia storia però poggia sulle sue fondamenta e non avevo calcolato che le mie contromosse erano basate solo sulla mia persona.
Io infatti "credo" la sicurezza materiale effettivamente non si può avere fino alla prova dei fatti. Lei in pratica è stata capace di riconquistarti... (lo so che è una parola orribile) è per rendere l'idea. Bisogna capire in effetti che non c'è una sola parte attiva in questi frangenti.... In effetti io non contemplo l'immobilismo, l'attesa passiva di un perdono senza presa di coscienza ed espiazione.
 

JON

Utente di lunga data
Ciao Jon,
credo di capirti, in questo momento piu' che mai. Io pero' non mi sto riconducendo a me stessa... sto cambiando.
Sono nella fase in cui il tradimento mi ha lasciato una tristezza legata alla percezione che probabilmente ha mio marito della figura femminile. Il tempo passa, mi verranno le rughe e il fatto che mi abbia tradito con una molto piu' giovane di me e tanto tanto piu' giovane di lui mi fa sentire timorosa del tempo che passa...sensazione mai provata prima, dato che ho fondato sempre la mia vita e le mie relazioni su concetti piu' consistenti.
Stare con lui significa anche accettare questo. Accettare la superficialità di modi di vedere molti aspetti della vita.
In questo momento cerco conferme riguardo al mio "potere attrattivo" e le sto trovando...e questo mi rassicura..Ma mi fa capire anche che potrei trovarmi in situazioni rischiose e questo non mi piace.
Ma il concetto in se di "anatema" riguardo al tradimento si é diluito. Il mio fisico si sta adattando...come a una tossina. Anche questo pero' mi spaventa.
Sono cambiata, indubbiamente. Non so se in meglio pero'.
Il tuo approccio è, naturalmente, prettamente femminile. Siete voi che risentite maggiormente dell'avanzare dell'età.
Stai attenta, lui ha solo portato alla luce una tua insicurezza. Altrimenti perché le azioni insulse di tuo marito dovrebbero minare le tue certezze?

Mi sono ricondotto subito a me perché in realtà non mi ero mai discostato da quello che sono. Te lo posso giurare su quello che vuoi, mai per un momento il tradimento che ho subito (più di uno per l'esattezza) ha minato la mia autostima. Non si tratta di cambiare, se le hai perse devi ritrovare le tue risorse. Se non le hai devi costruirtele per non soccombere a te stessa. Scoprirai che lui c'entra poco in tutto questo. Scoprirai che se c'è qualcuno che ci ha perso questa non sei tu. Solo cosi saprai se il tuo cambiamento è in meglio.
 

JON

Utente di lunga data
Io infatti "credo" la sicurezza materiale effettivamente non si può avere fino alla prova dei fatti. Lei in pratica è stata capace di riconquistarti... (lo so che è una parola orribile) è per rendere l'idea. Bisogna capire in effetti che non c'è una sola parte attiva in questi frangenti.... In effetti io non contemplo l'immobilismo, l'attesa passiva di un perdono senza presa di coscienza ed espiazione.
Non è stato proprio cos'ì. Mi avrebbe riconquistato lei se avesse dimostrato una lealtà che andasse oltre il comune andazzo. In tempi non sospetti, quando in me aleggiava il primo dubbio, le dissi che se mi stava tradendo bastava che lo dicesse e avrei affrontato il discorso in maniera responsabile, in realtà le dissi che l'avrei perdonata ma lo feci principalmente per favorire la sua apertura e quindi portare il dialogo ad un livello a cui da sempre aspiravo. Purtroppo, per lei, preferì non rivelarsi. Che lo avesse fatto per egoismo o per paura poco mi cambiava, il danno era stato fatto alla lealtà.

Il motivo per cui non ho troncato, che non è il solo, è perché successivamente presi in mano la situazione e la misi di fronte ai fatti sui quali mi dimostrò un minimo di buon senso e capacità di prendere i dovuti provvedimenti. Ovviamente senza un forte cambiamento non avrei potuto pensare di andare avanti.
 

Arcistufo

Papero Talvolta Posseduto
Ho sempre contemplato la possibilità del tradimento. Non che lo auspicassi, speravo non accadesse, poi è arrivato e sinceramente me lo aspettavo. Quello che non avrei mai potuto figurare era il modo con cui si sarebbe conclamato. Più volte mi sono chiesto come poteva essere che fossi diventato cosi tollerante, quasi comprensivo. Passati i tempi di metabolizzazione, ho scoperto che non mi interessava minimamente comprendere e tollerare fatti legati alla natura umana e quindi inevitabili. In genere per comprendere al di fuori mi basta analizzare me stesso, quindi penso di non aver commesso grossolani errori di valutazione. Naturalmente non basta, ma quello che intendo dire è che il tradimento subito non ha fatto in modo che io sdoganassi parti di me alle quali ponessi diniego, quello che negavo era scientemente e consapevolmente applicato al raggiungimento di uno scopo che poi si è rivelato non pienamente condiviso. Che questo celasse un mio errore non posso dirlo, dopotutto bisogna pur riporre fiducia nell'altro. La lealtà per me è un elemento imprescindibile, viene prima, anche se non nega le altre vicissitudini ed è una questione principalmente personale rivolta all'altro o ad uno scopo.

E' vero dell'esistenza di spazi e pensieri personali che risiedono in un nucleo remoto ed individuale di ognuno, così com'è vero che se si ha piena coscienza di questo si ha anche la padronanza di governarli. Lo vediamo qui, c'è chi agisce parallelamente, chi attua il rifiuto facendosi scudo di ideali e valori e chi, malamente, naviga alla cieca lasciando al caso l'evoluzione delle storie.

Per me il tradimento è un capitolo chiuso, può spiazzare una volta, poi basta. Dopo l'excursus sentimentale "integralista", che avevo si ipotizzato ma anche perchè richiesto, il tradimento mi ha semplicemente ricondotto a me stesso e a quello che sono sempre stato. Sentimentalmente "laico", ma pienamente fiducioso nel mio modo di amare e di rispettare.
Ma le corna le hai prese o le hai messe?
 
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