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MK

Utente di lunga data
Ho una conoscente con un figlio spastico che fa i salti mortali e spende una cifra enorme per mantenerlo (il padre s'è dato alla bella notizia).
Qui non si tratta solo di pannolini e cremine.
Infatti. Io ammiro molto le donne che hanno questa forza immensa. Io non ce la farei mai...

ps bella razza di padre questo...
 
O

Old Asudem

Guest
Infatti. Io ammiro molto le donne che hanno questa forza immensa. Io non ce la farei mai...

ps bella razza di padre questo...
anch'io ammetto che non so se ce la farei.
penso però che l'amore e l'attaccamento che nascono da un rapporto con un figlio con gravi problemi porti naturalmente a sentire una grande necessità di proteggerlo e accudirlo.
Io confesso che quando viene a trovarmi in ufficio con suo figlio mi sento quasi a disagio per la pena e la tristezza che provo.
Lei invece è di un amorevole e di un paziente incredibili
chapeau.
 

Bruja

Utente di lunga data
mah...

anch'io ammetto che non so se ce la farei.
penso però che l'amore e l'attaccamento che nascono da un rapporto con un figlio con gravi problemi porti naturalmente a sentire una grande necessità di proteggerlo e accudirlo.
Io confesso che quando viene a trovarmi in ufficio con suo figlio mi sento quasi a disagio per la pena e la tristezza che provo.
Lei invece è di un amorevole e di un paziente incredibili
chapeau.

Credo che quando ci si ritrova in certe situazione, oltre all'amore genitoriale subentra anche un senso della responsabilità che rende il peso di accudire e curare meno pesante di quanto sembri dal di fuori, o semplicemente si è di fronte a quei piccoli eroismi quotidiani che io apprezzo più dei grandi gesti una tantum...
Però sarebbe giusto che chi può prevenire questi problemi offra alle persone che se ne devono fare carico la scelta di accollarseli. Una vita è sempre sacra ma non è scontato che per esistere debba sacrificarne altre due o tre.... perchè per chi vive accanto a queste persone il NON vivere è la costante, anche se encomiabilmente si sacrifica senza dimostrarne il peso. Né possiamo colpevolizzare dei genitori se non se la sentono, sono genitori non missionari....
Bruja
 

MK

Utente di lunga data
anch'io ammetto che non so se ce la farei.
penso però che l'amore e l'attaccamento che nascono da un rapporto con un figlio con gravi problemi porti naturalmente a sentire una grande necessità di proteggerlo e accudirlo.
Io confesso che quando viene a trovarmi in ufficio con suo figlio mi sento quasi a disagio per la pena e la tristezza che provo.
Lei invece è di un amorevole e di un paziente incredibili
chapeau.

Durante la mia gravidanza ho avuto una malattia che poteva portare a gravi malformazioni del feto. Sono andata avanti facendo tutti i controlli prenatali, osteggiata da medici antiabortisti... Ero cosciente del rischio, volevo sapere, non so cosa avrei fatto davanti a un risultato positivo... Fortunatamente è andato tutto bene... Comunque ammiro davvero queste donne. Già è difficile essere madri in condizioni normali...
 
O

Old Asudem

Guest
Credo che quando ci si ritrova in certe situazione, oltre all'amore genitoriale subentra anche un senso della responsabilità che rende il peso di accudire e curare meno pesante di quanto sembri dal di fuori, o semplicemente si è di fronte a quei piccoli eroismi quotidiani che io apprezzo più dei grandi gesti una tantum...
Però sarebbe giusto che chi può prevenire questi problemi offra alle persone che se ne devono fare carico la scelta di accollarseli. Una vita è sempre sacra ma non è scontato che per esistere debba sacrificarne altre due o tre.... perchè per chi vive accanto a queste persone il NON vivere è la costante, anche se encomiabilmente si sacrifica senza dimostrarne il peso. Né possiamo colpevolizzare dei genitori se non se la sentono, sono genitori non missionari....
Bruja
verissimo. Non si può pensare che chi ha un figlio con gravi problemi viva veramente come tutti gli altri. E' una vita di sacrifici enormi, di rinunce.
Eppure sai, lei mi sembra serena, quasi contenta.
Adoro la sua fierezza e la sua allegria ma sopratutto la sua capacità di sdrammatizzare la sua situazione.
mentre in alcune donne è inevitabile leggere quasi imbarazzo, vergogna lei sembra veramente fiera comunque di suo figlio .
E perchè poi non dovrebbe esserlo?
 
giusto ieri ho visto al tg5 ne "l'indignato speciale" un bambino che ha una malattia rarissima che lo porterà alla morte, per giunta con dolori notevoli.
questa madre lamentava che non ci sia nessun tipo di cura e che, in pratica , le si dice di aspettare la morte del figlio senza poter mettere in atto miglioramenti o terapie di qualche tipo.
in questo strazio ..l'immagine di lei che gli parla, lo accarezza sorridendogli dolcemente con una forza immensa.
un pugno nello stomaco e nella coscienza di tutti.
pensiamo alla ricerca, facciamo qualcosa per chi già sta al mondo
 
O

Old Buscopann

Guest
posso dirti come la penso io.Penso che le donne debbano avere la libertà di decidere se avere o meno un figlio.c'è da dire comunque che ieri Ferrara ha detto una cosa importante.ovvero che prima di parlare di aborto occorre parlare di 'educazione' e maturità nell'affrontare la maternità
ovvero che spesso donne e uomini affrontano il sesso con leggerezza senza troppa attenzione alle precauzioni.tanto al massimo c'è l'aborto...( scelta comunque difficilissima per tutte le donne)
E in questo io trovo ci sia una enorme verità!
Se fosse stato un uomo a scrivere questa cosa avrei potuto capirla..
Ma scritto da una donna mi lascia davvero basito: come puoi pensare che una donna (anche se giovanissima e immatura) possa vivere con leggerezza un aborto?!

E' vero che c'è tanta leggerezza nel non usare (spesso tra gli adolescenti) precauzioni..Ma questo dipende dall'educazione sessuale...Non dal fatto che si può tranquillamente abortire! Non prendiamo il pretesto dell'inesistente educazione sessuale in Italia. Il fatto che si possa o meno abortire Non c'entra proprio nulla con questa cosa.

Buscopann
 

Fedifrago

Utente di lunga data
giusto ieri ho visto al tg5 ne "l'indignato speciale" un bambino che ha una malattia rarissima che lo porterà alla morte, per giunta con dolori notevoli.
questa madre lamentava che non ci sia nessun tipo di cura e che, in pratica , le si dice di aspettare la morte del figlio senza poter mettere in atto miglioramenti o terapie di qualche tipo.
in questo strazio ..l'immagine di lei che gli parla, lo accarezza sorridendogli dolcemente con una forza immensa.
un pugno nello stomaco e nella coscienza di tutti.
pensiamo alla ricerca, facciamo qualcosa per chi già sta al mondo
Un commento secondo me giustissimo che ho sentito alla radio alcune sere fa al riguardo, è stato : SE LA MORATORIA DI FERRARA PER UN CASO ANCESTRALE DOVESSE VENIR ADOTTATA DA TUTTE LE NAZIONI, COSA SUCCEDEREBBE?
NEL MINIMO CI TROVEREMMO CON UN MILIARDO DI NUOVE VITE...SIAM CERTI CHE LE RISORSE DEL PIANETA POTREBBERO REGGERNE L'URTO? SIAM CERTI CHE NON SI TRATTEREBBE DI UN ALTRO MILIARDO (O POCO MENO) DI INFELICI, REIETTI, ABBANDONATI, AFFAMATI ESSERI UMANI?
NON E' MEGLIO PREOCCUPARSI DELLO STATUS ATTUALE DEGLI ESSERI VIVENTI E DI MIGLIORARE LE LORO CONDIZIONI DI VITA PIUTTOSTO CHE DI QUALCHE CELLULA ANCORA (O POCO PIU)' CHE INDIFFERENZIATA?
 
O

Old Buscopann

Guest
Quindi non si può contenstare un legge giustissima partendo dal fatto che però poi non si prendono le precauzioni quando si fa ginnastica da camera.

Non c'entra nulla con l'aborto...Educazione sessuale e aborto sono cose diverse.

Buscopann
 

dererumnatura

Utente di lunga data
Se fosse stato un uomo a scrivere questa cosa avrei potuto capirla..
Ma scritto da una donna mi lascia davvero basito: come puoi pensare che una donna (anche se giovanissima e immatura) possa vivere con leggerezza un aborto?!

E' vero che c'è tanta leggerezza nel non usare (spesso tra gli adolescenti) precauzioni..Ma questo dipende dall'educazione sessuale...Non dal fatto che si può tranquillamente abortire! Non prendiamo il pretesto dell'inesistente educazione sessuale in Italia. Il fatto che si possa o meno abortire Non c'entra proprio nulla con questa cosa.

Buscopann

ma hai letto cosa ho scritto?Sicuro?
 

Persa/Ritrovata

Utente di lunga data
sarà il troppo grasso?

cmq, son d'accordo che è giusto e comprensibile che le generazioni che non hanno combattuto per diritti che hanno avuto...vadano a lottare di nuovo per gli stessi...
Detto da un avatar come il tuo...
 

Persa/Ritrovata

Utente di lunga data
meditate

08 aprile 2005


Intervista sul referendum del 12 e 13 giugno
Veronica Berlusconi: quel mio dramma e la scelta di andare a votare
«Non ne ho discusso con mio marito, non conosco il suo pensiero. Proibire certe tecniche favorisce la fuga all’estero»

In quattro anni di governo, Silvio Berlusconi ha citato di rado le opinioni della moglie Veronica e ancor più raramente riferendone il punto di vista su questioni di coscienza o politiche. Conosce il tipo e sa di non farle cosa gradita. Ieri invece, a sorpresa, il Cavaliere ha alluso a presunte divergenze domestiche a proposito del referendum sulla procreazione assistita, fissato per il prossimo 12 giugno. «Sulla data, non fatemi litigare con mia moglie» ha confidato a qualche interlocutore e subito Volontè, dell’Udc, ha chiarito che la data del referendum non si cambierà, giammai: né per Pannella né per Veronica. Ignara di essere (quasi) al centro di un dibattito politico, Veronica Berlusconi lo scopre per via del cronista e, questa volta, non tace. Accetta l’intervista, forse, anche per una ragione molto personale, un ricordo tra i più dolorosi della sua vita, un evento di cui non ha voluto parlare neppure nel libro a lei dedicato. Negli anni Ottanta, prima che nascesse la primogenita Barbara, Veronica si sottopose a un aborto terapeutico rinunciando al figlio che lei e Silvio Berlusconi avevano voluto. Decise di non averlo perché quel bambino non sarebbe nato sano. Di quella scelta lontana, e di molte altre cose, dal rimpianto per non poter partecipare oggi ai funerali di Giovanni Paolo II alla sconfitta delle regionali, parla in quest’intervista.
Insomma, per via del referendum lei rischia un litigio in famiglia?
«L’ultima cosa che vorrei, in queste ore dedicate al ricordo del Papa, è innescare una polemica, pubblica o domestica. In realtà, non è che mio marito ed io abbiamo molto discusso dell’argomento referendum e neppure io conosco davvero il suo pensiero. Perciò, posso parlare di me, di quel che sto facendo per formarmi un’opinione. Certo, mio marito è davvero un tipo speciale: con quella battuta su Veronica testimonial mi fa quasi sentire una in gara a "dilettanti allo sbaraglio". Sul tema delle biotecnologie e della procreazione assistita dibattono da tempo personaggi ben più illuminati di me».
Andrà a votare il 12 giugno?
«Andrò a votare. Questo referendum affronta questioni su cui è doveroso formarsi un’opinione. Mi sembra quasi di essere tornata agli anni Settanta, quando il diritto all’aborto diventò un argomento di discussione quotidiana. In questo caso, la quantità e qualità dei temi da affrontare è ancora più impegnativa, non c’è solo la negazione della vita, ma anche la vita e la malattia. Come allora, ci sentiamo tutti un po’ impreparati. Negli anni Settanta, ricordo, la discussione sull’aborto ruppe quel muro di silenzio e di vergogna che opprimeva l’animo di una donna costretta a quella scelta. Nell’aborto non c’era soltanto il rischio di morire e la morte che dolorosamente si infliggeva, ma anche il silenzio, tremendo, che accompagnava la scelta e che veniva mantenuto: non si ama parlare di qualcosa che si è perduto».
Perciò, in che modo si sta formando un’opinione?
«Se si chiede a un cittadino di esprimersi su questi argomenti, credo che la prima, istintiva, reazione, sia di guardare alle proprie personali esperienze o di immedesimarsi in quelle degli altri. Per quanto mi riguarda, c’è un’esperienza personale che mi fa riflettere. Ho avuto un aborto terapeutico, molti anni fa. Al quinto mese di gravidanza ho saputo che il bambino che aspettavo era malformato e per i due mesi successivi ho cercato di capire, con l’aiuto dei medici, che cosa potevo fare, che cosa fosse più giusto fare. Al settimo mese di gravidanza sono dolorosamente arrivata alla conclusione di dover abortire. È stato un parto prematuro e una ferita che non si è rimarginata. Ancora oggi è doloroso condividere pubblicamente quell’esperienza, ma in un momento in cui tanti di noi si sentono immaturi, impreparati, rispetto alla conoscenza della legge 40, ai contenuti del referendum, ecco, sapere come andavano le cose venti o trenta anni fa, quando la scienza non era così avanti come oggi, potrebbe essere utile».
Come sa, la Chiesa suggerisce di astenersi dal voto nel giorno del referendum.
«Se da noi, in Italia, certe tecniche fossero proibite, si andrebbe all’estero e mi spaventa l’idea che altri Paesi, meno scrupolosi, potrebbero consentire qualsiasi cosa. Non andare a votare significa non voler affrontare il problema. Essere chiamati al voto, invece, impone di informarsi, magari in linea con le proprie convinzioni religiose, filosofiche o politiche. L’importante è non fingere che il problema non esista. Penso che in certe circostanze l’umanità debba sforzarsi».
Come guarda alle biotecnologie?
«Con speranza. Questo è fuori discussione. Ma siamo chiamati a rispondere a domande che riguardano la vita e la morte, la scienza corre veloce e per stare al passo occorre lavorare su noi stessi, darsi delle risposte».
A proposito di risposte. Ha visto quanta gente è calata su Roma dopo la morte di Giovanni Paolo II. È anche questo un modo di cercare risposte?
«Mi colpisce questa partecipazione fisica, questo desiderio di vicinanza, quasi un ultimo abbraccio. È un grande atto d’amore. Anch’io avrei voluto essere lì, in queste ore: mi è rimasta impressa la sofferenza del Papa degli ultimi anni, ogni volta che lo vedevo, in tv, sembrava quasi che il dolore fisico volesse negare lo spirito, che quel suo corpo malato gli impedisse di parlare, di esserci, lui che da giovane scriveva versi, che aveva fatto teatro. Invece, ogni volta, Giovanni Paolo II era più forte dell’impedimento. Ci ha insegnato a leggere il dolore in maniera diversa, ci ha mostrato che la forza può accompagnare il dolore».
Perché non sarà a Roma oggi?
«Mi è stato spiegato che la basilica di San Pietro era già stracolma, i posti per le delegazioni ufficiali già assegnati. Perciò seguirò, con partecipazione, da lontano come tanti fedeli».
Sono giorni intensi, sotto i più diversi aspetti. Anche la politica ha offerto grandi novità. Come si giudicano, da Macherio, le regionali di domenica scorsa?
«Silvio Berlusconi non era in campo, questa volta, non c’era la nave azzurra. La domanda da porsi, forse, è: le altre volte ha vinto lui o ha vinto il partito? e stavolta ha perso lui o il partito? Non ritengo che la sua parabola politica possa dirsi conclusa. Certo, ci sarebbe da chiedersi se sia davvero giusto che ogni volta un uomo debba vincere "da solo", senza la forza di un partito dietro».
A proposito di partito: come mai Barbara ha preferito non impegnarsi in Forza Italia?
«Barbara sta ancora cercando la sua identità e la sua strada attraverso lo studio. È in una fase in cui sta maturando la futura visione di se stessa e sta frequentando la facoltà di Filosofia dell’università del San Raffaele. Considero legittimo il suo desiderio di essere vicina al padre, le figlie vogliono sempre proteggere i padri, ma la politica può affascinare, e anche travolgere, una personalità ancora in formazione. Perciò condivido la sua scelta». L’intervista finirebbe qui, ma non per Veronica Berlusconi. «Posso chiederle una cortesia?» dice mentre stiamo per salutarci.
Prego.
«Se mio marito, in futuro, dovesse chiamarmi in causa per difendere la nuova Costituzione, la prego, non mi telefoni».


Maria Latella

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Old Alex70

Utente di lunga data
non che io l'abbia molto in simpatia ,
ma la Palombelli ,in una trasmissione di ieri sera mi ha fatto riflettere su una faccenda effettivamente singolare.
in merito a questo bieco oscurantismo che si va piano piano a tessere riguardo la legge sull'aborto anche da parte di un Ferrara che si è improvvisamente scoperto paladino della vita umana e ,dopo il fatto della donna che dopo l'aborto del feto malformato è stata inopportunamente trattata come una poco di buono....
ebbene ..le reazioni delle donne sono state di grande indignazione si, ma soprattutto dalle quarantenni in poi .in pazza tante donne più vicine alla menopausa che all'età feconda che avevano già affrontato la battaglia su questa legge e mai avrebbero creduto di doverla ancora difendere.
si....ma le donne giovani, quelle dai venti ai trenta...come la pensano?
diamo per scontato che siano tutte d'accordo ?
sulla difesa della legge 194 sarei disposto a scendere in piazza anche con le spranghe. la legge andrebbe applicata sicuramente meglio dal punto di vista delle prevenzione delle gravidanze, forse l'aborto qualche volta viene considerato come l'ultimo metodo contraccettivo e questo è avvilente. niente politiche per la famiglia e poi si vuole fare una battaglia per la vita?
 
O

Old Asudem

Guest
Quindi non si può contenstare un legge giustissima partendo dal fatto che però poi non si prendono le precauzioni quando si fa ginnastica da camera.

Non c'entra nulla con l'aborto...Educazione sessuale e aborto sono cose diverse.

Buscopann

Io credo invece che educazione sessuale e aborto siano strettamente legati.
Entrambi diritti. Entrambi da difendere.
l'ignoranza data dalla mancanza di educazione sessuale può essere causa di aborti
 

Persa/Ritrovata

Utente di lunga data
settimo mese?
Il testo della legge non lo conosco con esattezza , ma mi pare tantino!
Infatti è andata in Svizzera in clinica privata (ma la signora e l'integerrimo marito, difensore della famiglia e della vita insieme a Ferrara, se lo potevano permettere...), in Italia c'è il limite del sesto anche perché ovviamente il bambino nasce e poi lo si fa morire...se no tanto varrebbe arrivare al nono e consentire l'infanticidio...
 
Stato
Discussione chiusa ad ulteriori risposte.
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