Sono un tradito ...

stany

Utente di lunga data
Che è sbagliato, ma è giusto.
Se mi fai investire tutto quello che neanche ho, a me e alla mia famiglia, per casa-mobili-matrimonio-ecc., poi in qualche modo devi onorare il patto. Oppure non ti sposi, si convive fino a quando ne abbiamo voglia e siamo entrambi consapevoli che tutto può finire in qualsiasi momento.
Io non voglio il controllo del tuo corpo, sei tu che nel momento in cui ti sposi me lo devi concedere ed in esclusiva. Ovviamente tale controllo deve essere reciproco. Prima di sposarmi sei consapevole del fatto che io sia un tipo che non sopporta alcuni tipi di vestiti addosso alla moglie, anche se la ritengo personalmente una sciocchezza. Non è di sicuro una sorpresa dell'ultimo minuto. Ovviamente se cambi idea, puoi farlo e recedere dal contratto quando vuoi, BASTA COMUNICARLO. E poi paghi una penale, come per qualsiasi contratto non rispettato. Ma una penale VERA e non quella comminata dalle strabiche leggi della nostra Repubblica delle Banane, secondo le quali torto o ragione l'uomo esce con le pezze al culo e la donna fresca come una rosa. Ovviamente sto parlando di brave persone che rispettano le leggi e che ci tengono ai figli. Non di lazzaroni che proseguono impuniti come se nulla fosse la loro squallida esistenza, (anche se questa considerazione apre potenzialmente una discussione ancora più dura sul come il nostro stato si accanisca su chi rispetta le leggi e sul come ignori chi invece non le rispetta).
I patti,le regole,gli accordi,son fatti per essere disattesi ( l'esempio dell'accordo molotov/ribbentropp è emblematico); in amore poi, al di fuori di promesse che non contemplano altro che non un mero affidamento sentimentale , condizionato quasi solo da emozioni,reazioni ormonali e stati d'animo, diventa per definizione impossibile circoscrivere ed assoggettare le scelte che ne discendono . Per gli accordi su questioni materiali ed economiche ,esistono le leggi nell'ambito del matrimonio,che li regolamentano. La vera discriminante sono i figli. Senza è tutto più facile ,sia economicamente che eticamente. E tu non mi sembri un padre che lascerebbe il figlio di otto anni per due ore all'autogrill ,da solo, come ho sentito ieri. La dignità e l'etica non hanno prezzo,ma di solito costano.
 

danny

Utente di lunga data
Come, ad esempio, il diritto al controllo del corpo dell’altro.
.
Approfondiamo un po' questa questione.
Mettiamo il caso che io decida di farmi un grosso ed evidente tatuaggio.
Lo dico a mia moglie e lei mi risponde che le fanno schifo le persone tatuate e che soprattuto quel tatuaggio mi sta da schifo. Io però poiché penso che il mio corpo sia mio e non suo decido di farlo lo stesso.
Mia moglie come potrebbe reagire? Sicuramente si sentirebbe esclusa dalla sfera delle persone influenti su di me, dall'altra c'è il fatto che quel grosso tatuaggio lei non riesce a vederlo e le dà fastidio.
Io ho sicuramente fatto qualcosa per me, escludendo lei.
Lei ora però potrebbe benissimo reagire escludendo me in conseguenza delle mie scelte.
La stessa cosa se lei decidesse domani di raparsi i capelli a zero e di rifarsi le labbra a canotto stile Lilli Gruber, ovvero inguardabili, andando in giro vestita da metallara.
Liberissima di farlo, ma altrettanto libero io di trovarla inadeguata ai miei gusti estetici.
Non si è padroni del corpo dell'altro, ma ci si adegua, anche in questo, alle aspettative altrui per continuare a piacere. Non si può ragionare solo in funzione di quello che si vuole per sé.
 

Allegati

Blaise53

Utente di lunga data
Uhm, sì, può essere. Però un manager che manda un investigatore a interrogare una dipendente e fa telefonate a destra e manca con la certezza di finire sulla bocca di tutti... Non so, me lo immaginerei un. po' più discreto, giusto per non perdere in autorevolezza.
In che mani siamo.
 

spleen

utente ?
Approfondiamo un po' questa questione. Mettiamo il caso che io decida di farmi un grosso ed evidente tatuaggio. Lo dico a mia moglie e lei mi risponde che le fanno schifo le persone tatuate e che soprattuto quel tatuaggio mi sta da schifo. Io però poiché penso che il mio corpo sia mio e non suo decido di farlo lo stesso. Mia moglie come potrebbe reagire? Sicuramente si sentirebbe esclusa dalla sfera delle persone influenti su di me, dall'altra c'è il fatto che quel grosso tatuaggio lei non riesce a vederlo e le dà fastidio. Io ho sicuramente fatto qualcosa per me, escludendo lei. Lei ora però potrebbe benissimo reagire escludendo me in conseguenza delle mie scelte. La stessa cosa se lei decidesse domani di raparsi i capelli a zero e di rifarsi le labbra a canotto stile Lilli Gruber, ovvero inguardabili, andando in giro vestita da metallara. Liberissima di farlo, ma altrettanto libero io di trovarla inadeguata ai miei gusti estetici. Non si è padroni del corpo dell'altro, ma ci si adegua, anche in questo, alle aspettative altrui per continuare a piacere. Non si può ragionare solo in funzione di quello che si vuole per sé.
Quello che non si vuole capire è che i rapporti sono oggetto di contrattazione continua e permanente, di mediazione tra le esigenze ed i bisogni e che la dimensione del "dono" che si fa all'altro di se stessi non contempla una proprietà, ma un vincolo etico si. Passa invece l'idea che la libertà (non intesa come adesione, accettazione, ma come svincolo) sia l'unico valore. Una libertà che non solo comprende la legittima determinazione di ciascuno, ma che contempla persino l'impossibilità di dire o fare alcunchè che in qualche modo "ostacoli" qualsiasi ghiribizzo passi per la testa altrui. A me una libertà così non interesserebbe, non mi è mai interessata, non interesserà mai. Io voglio di più, lo pretendo innanzi tutto da me stesso. Non me ne faccio niente di una persona che non mi vede, non mi ascolta, non mi giudica e non mi dice nulla per quello che si sforza di vedere in me. Stare insieme è talvolta faticoso, pesante, conflittuale. Fare una famiglia lo stesso, avere un rapporto di coppia idem. Come alleviamo questa fatica: semplice, ci deresponsabilizziamo, verso noi stessi, non riuscendo ad accettare e governare le nostre contraddizioni, e poi naturalmente verso gli altri, che ci devono garantire una libertà illimitata e indiscutibile. Ci siamo trasformati in semidei, in solitari semidei.
 

Skorpio

Utente di lunga data
Approfondiamo un po' questa questione.
Mettiamo il caso che io decida di farmi un grosso ed evidente tatuaggio.
Lo dico a mia moglie e lei mi risponde che le fanno schifo le persone tatuate e che soprattuto quel tatuaggio mi sta da schifo. Io però poiché penso che il mio corpo sia mio e non suo decido di farlo lo stesso.
Mia moglie come potrebbe reagire? Sicuramente si sentirebbe esclusa dalla sfera delle persone influenti su di me, dall'altra c'è il fatto che quel grosso tatuaggio lei non riesce a vederlo e le dà fastidio.
Io ho sicuramente fatto qualcosa per me, escludendo lei.
Lei ora però potrebbe benissimo reagire escludendo me in conseguenza delle mie scelte.
La stessa cosa se lei decidesse domani di raparsi i capelli a zero e di rifarsi le labbra a canotto stile Lilli Gruber, ovvero inguardabili, andando in giro vestita da metallara.
Liberissima di farlo, ma altrettanto libero io di trovarla inadeguata ai miei gusti estetici.
Non si è padroni del corpo dell'altro, ma ci si adegua, anche in questo, alle aspettative altrui per continuare a piacere. Non si può ragionare solo in funzione di quello che si vuole per sé.
Ma nn è questo il punto che segnala [MENTION=4739]Brunetta[/MENTION] e anche io

È il dirottare, a seguito di un tradimento subito, TUTTO il disappunto disprezzo rabbia ESCLUSIVAMENTE su fatti legati al sesso (quanti pompini? Ma quando ti trombata dicevi aaahhh oppure ooooh , ma il culo mica glielo hai dato..)

Dirottare tutta la ATTENZIONE solo a quegli aspetti li

Dirottare tutto lo schifo e il disprezzo LA ATTENZIONE solo su quel che avviene SOTTO il lenzuolo

Che si lega all'USO effettivo del corpo NEL tradimento
 

Eagle72

Utente di lunga data
Quoto tutto.
DUE anni sono tanti, chapeau se riuscirà a superare il tutto.
Io ho seriamente vacillato per cinque mesi di corna...:confused:
Per la precisione..circa 14 mesi epistolari, messaggi, incontri ''innocenti'', confidenze, e 6 mesi concreti...con una decina di incontri...per me molto dura...anche perché lei non era la tipa...ha preso una bella sbandata...ed è strano rivederla di nuovo presa da me...ma è cosi...io ho provato lo stesso...anzi dopo la sbandata l'ho amata di piu...ora non so dirti cosa provo...alti bassi...non sei più lo stesso
 
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danny

Utente di lunga data
Quello che non si vuole capire è che i rapporti sono oggetto di contrattazione continua e permanente, di mediazione tra le esigenze ed i bisogni e che la dimensione del "dono" che si fa all'altro di se stessi non contempla una proprietà, ma un vincolo etico si. Passa invece l'idea che la libertà (non intesa come adesione, accettazione, ma come svincolo) sia l'unico valore. Una libertà che non solo comprende la legittima determinazione di ciascuno, ma che contempla persino l'impossibilità di dire o fare alcunchè che in qualche modo "ostacoli" qualsiasi ghiribizzo passi per la testa altrui. A me una libertà così non interesserebbe, non mi è mai interessata, non interesserà mai. Io voglio di più, lo pretendo innanzi tutto da me stesso. Non me ne faccio niente di una persona che non mi vede, non mi ascolta, non mi giudica e non mi dice nulla per quello che si sforza di vedere in me. Stare insieme è talvolta faticoso, pesante, conflittuale. Fare una famiglia lo stesso, avere un rapporto di coppia idem. Come alleviamo questa fatica: semplice, ci deresponsabilizziamo, verso noi stessi, non riuscendo ad accettare e governare le nostre contraddizioni, e poi naturalmente verso gli altri, che ci devono garantire una libertà illimitata e indiscutibile. Ci siamo trasformati in semidei, in solitari semidei.
Sono decenni che viene imposto il mantra "pensare a sé stessi", la stessa psicologia mediatica ha supportato l'idea di un ego prevalente, a tutto questo si aggiungono battaglie per uguale dignità a matrimonio e convivenza promosse come se scegliere un impegno fosse inutile, il tutto viene contrabbandato come diritti e opposto a un passato retrogrado che, si dice, ne era privo.
Perfetto. O quasi.
E così eccoci soli, con tanti amici su Facebook, a fare le corna scaramantiche sperando di non subirle, a disquisire se è giusto restare schifati dall'immagine della propria moglie che riceve in bocca lo sperma di uno sconosciuto (per noi), a discettare se sia più esecrabile andare con una prostituta o essere adulteri per amore...
Che confusione!
Tutto diventa possibile, e tutto diventa mutevole e variabile.
Tu puoi mentirmi ma io non posso spiarti, tu puoi avere uno smartphone bloccato con l'impronta digitale ma io non posso protestare se tu passi la serata a scrivere a chissachi, tu mi puoi tradire ma io non devo pretendere, tu puoi essere stronza ma io devo lasciarti la casa e pagarti se voglio liberarmi di te...
Tutto questa relatività però fa solo male allo STARE BENE insieme.
Che è la cosa più importante che si vuole da una coppia. Perché se nessuno te lo spiega, non si può comprendere, se non quando è troppo tardi, che certi comportamenti NON fanno stare bene l'altro e che se si sta insieme è giusto ACCONTENTARSI.
Penso alla moglie di Ologramma, che quando lui prova a parlare di sesso, si allontana. Penso a quanto possa fare stare male una cosa così. Ma so anche che oggi nessuno avrebbe il coraggio di suggerire alla moglie di Ologramma di accontentarlo ogni tanto perché è suo marito, oppure di parlargli chiaro, suggerendogli di trovarsi un'altra donna per fare sesso. Perché no, non esiste il concetto di pensare all'altro. E' solo giusto limitarsi a pensare che se "io non ho voglia di fare sesso ho il diritto di dire no e se non viene accettato è violenza".
E tutti ragionano solo su questo, limitandosi a questo.
Non arrivando a pensare che la castità forzata e il desiderio castrato sono terribili da sopportare.
Ma anche qui, ognuno deve pensare al proprio corpo, non è un diritto, ma un dovere.
Per cui, a Ologramma il suo destino: quello di tradire in segreto.
 
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Ginevra65

Moderatrice del cazzo
Staff Forum
Ma nn è questo il punto che segnala [MENTION=4739]Brunetta[/MENTION] e anche io

È il dirottare, a seguito di un tradimento subito, TUTTO il disappunto disprezzo rabbia ESCLUSIVAMENTE su fatti legati al sesso (quanti pompini? Ma quando ti trombata dicevi aaahhh oppure ooooh , ma il culo mica glielo hai dato..)

Dirottare tutta la ATTENZIONE solo a quegli aspetti li

Dirottare tutto lo schifo e il disprezzo LA ATTENZIONE solo su quel che avviene SOTTO il lenzuolo

Che si lega all'USO effettivo del corpo NEL tradimento
dipende dal singolo, c'è chi concentra l'attenzione sullo schifo della parte fisica.
C'è chi concentra l'attenzione sulla scelta fatta dal partner.
Credo che questi diversi modi di affrontare il tradimento siano legati a come si è impostato si dall'inizio il rapporto col compagno. Se il matrimonio di random non si è badato sull'amore, ma su convenienze più pratiche si ferma tutto a quanto faceva lei sotto le lenzuola , magari cose negate a lui.
 

danny

Utente di lunga data
Ma nn è questo il punto che segnala @Brunetta e anche io

È il dirottare, a seguito di un tradimento subito, TUTTO il disappunto disprezzo rabbia ESCLUSIVAMENTE su fatti legati al sesso (quanti pompini? Ma quando ti trombata dicevi aaahhh oppure ooooh , ma il culo mica glielo hai dato..)

Dirottare tutta la ATTENZIONE solo a quegli aspetti li

Dirottare tutto lo schifo e il disprezzo LA ATTENZIONE solo su quel che avviene SOTTO il lenzuolo

Che si lega all'USO effettivo del corpo NEL tradimento
Ma le leggi le risposte date prima?
L'ho spiegato, credo, sotto tanti punti di vista.
 

Eagle72

Utente di lunga data
Sai perché non l’ha fatto Danny, non l’hai fatto tu e non l’ho fatto io?
Perché abbiamo agito da persone adulte che sono in grado di gestire i propri problemi senza dover coinvolgere altre persone.
Si ma qua a comportarsi da adulti coscenziosi, da persone mature, razionali e a pensare agli altri...alla fine lo si prende...scusa il francesismo...Io ho un mezzo esaurimento e non so ancora come finirà la mia famiglia, mia moglie sta piano piano uscendo dai sensi di colpa (compito più facile del mio....casomai avrebbe patito di piu se la sfancul...vo) ..il tipo non ha patito nulla in casa ..tranne aver sofferto perché si era legato....chi soffre di più? Chi ora ha il peso delle decisioni? Del salvare la coppia e le figlie?? Almeno loro se ne so visti bene...
 

stany

Utente di lunga data
Ma se è un dirigente pubblico altro che repubblica delle banane, na repubblica e’ merda 💩
Basta che nel lavoro sia irreprensibile; nel privato ha il diritto di essere ciò che è!
Emblematico il caso del famoso dermatologo di Ravenna,che ha ammazzato a bastonate la moglie da cui si stava separando. Una laurea ,la cultura e la conoscenza non sempre bastano a frenare gli impulsi primordiali che la nostra specie cerca di affinare per una convivenza civile. Pure i carabinieri sparano alle mogli fedifraghe.
Sì noti che è tutto al maschile; anche se recentemente ho letto di un nuovo caso Bobbit,con una tipa che girava per le strade coi testicoli del suo uomo in mano...
https://www.leggo.it/news/esteri/il...la_moglie_ho_pensato_al_suicidio-2105142.html
 

Blaise53

Utente di lunga data
dipende dal singolo, c'è chi concentra l'attenzione sullo schifo della parte fisica.
C'è chi concentra l'attenzione sulla scelta fatta dal partner.
Credo che questi diversi modi di affrontare il tradimento siano legati a come si è impostato si dall'inizio il rapporto col compagno. Se il matrimonio di random non si è badato sull'amore, ma su convenienze più pratiche si ferma tutto a quanto faceva lei sotto le lenzuola , magari cose negate a lui.
Bisogna dare al legittimo “anche” quello che si da all’amante. [MENTION=3188]Nocciola[/MENTION] docet 😂
 

danny

Utente di lunga data
dipende dal singolo, c'è chi concentra l'attenzione sullo schifo della parte fisica.
C'è chi concentra l'attenzione sulla scelta fatta dal partner.
Credo che questi diversi modi di affrontare il tradimento siano legati a come si è impostato si dall'inizio il rapporto col compagno. Se il matrimonio di random non si è badato sull'amore, ma su convenienze più pratiche si ferma tutto a quanto faceva lei sotto le lenzuola , magari cose negate a lui.
Se gli elementi della coppia hanno avuto pochi rapporti con altri prima del matrimonio, e quindi il sesso è sempre rimasto una componente vissuta prevalentemente e soddisfacentemente tra loro due, quasi una cosa esclusiva e soprattutto se è sempre stato associato ai sentimenti, può essere traumatico subire un tradimento.
Si spera sempre che con l'altro sia stata una cosa da poco.
In sintesi se si è sempre fatto sesso poco e solo per amore, il sesso diventa anche nella relazione adulterina fondamentale per capire il legame che c'è stato.
Viceversa, se si è abituati a vivere il sesso tranquillamente e senza associarlo necessariamente ai sentimenti, subendo il tradimento si è molto meno interessati a esplorare quanto è accaduto "sotto le lenzuola".
 

Eagle72

Utente di lunga data
Una descrizione perfetta.
Non si accetta che ci possa essere altro oltre alla vita insieme.
È tremendo il tradimento, ma ci si sente feriti per molte cose e alcune sono sbagliate.
Come, ad esempio, il diritto al controllo del corpo dell’altro.
Molti anni fa lo scrisse qui una utente che manca a tutti coloro che l’hanno virtualmente conosciuta e mi sconvolse. Poi capii.
È cosi...prima il suo corpo era mio....ora non lo sento mio....a volte provo fastidio quando si spoglia e la guardo....prima la ammiravo...
 

Brunetta

Utente di lunga data
Approfondiamo un po' questa questione.
Mettiamo il caso che io decida di farmi un grosso ed evidente tatuaggio.
Lo dico a mia moglie e lei mi risponde che le fanno schifo le persone tatuate e che soprattuto quel tatuaggio mi sta da schifo. Io però poiché penso che il mio corpo sia mio e non suo decido di farlo lo stesso.
Mia moglie come potrebbe reagire? Sicuramente si sentirebbe esclusa dalla sfera delle persone influenti su di me, dall'altra c'è il fatto che quel grosso tatuaggio lei non riesce a vederlo e le dà fastidio.
Io ho sicuramente fatto qualcosa per me, escludendo lei.
Lei ora però potrebbe benissimo reagire escludendo me in conseguenza delle mie scelte.
La stessa cosa se lei decidesse domani di raparsi i capelli a zero e di rifarsi le labbra a canotto stile Lilli Gruber, ovvero inguardabili, andando in giro vestita da metallara.
Liberissima di farlo, ma altrettanto libero io di trovarla inadeguata ai miei gusti estetici.
Non si è padroni del corpo dell'altro, ma ci si adegua, anche in questo, alle aspettative altrui per continuare a piacere. Non si può ragionare solo in funzione di quello che si vuole per sé.
Se porti tutto all’estremo è ovvio che invalidi qualunque ragionamento.

Guarda che ci sono state donne qui che hanno sostenuto che si dovesse sempre accontentare il marito.
Seguirlo nelle fantasie e pratiche sessuali, ma anche impegnarsi per essere sexy ed evitare tute in casa o di stare costantemente a dieta per essere adeguatamente stimolanti.
E non è che una donna dice una cosa del genere perché non lo fa. Lo fa eccome.
E se lo fa significa che c’è un uomo che lo richiede.

Allo stesso modo ho letto per pagine e pagine disquisizioni sulla importanza di un pompino.
Questo significa che quello che viene considerato importante è il possesso e il controllo.
Non dubito che il bisogno di controllo sia una forma di ansia, di timore di una perdita che costituisce non solo un importante punto di riferimento, ma la rassicurazione di un valore.
Non dico neppure che non sia in una certa misura naturale/istintivo, nel senso di difficile razionalizzazione. Lo è talmente che causa mediamente uno o più morti ogni tre giorni.

Io sostengo da tempo che il femminicidio va “compreso” e non semplicemente represso. E su quali pilastri si fondi l’identità maschile e femminile e quali siano quelli sbagliati perché fragili è una cosa fondamentale da capire. A me sembra evidente che se uno uccide la moglie, i figli e si suicida non è solo e semplicemente un bieco assassino, ma è soprattutto una persona che ha prima visto crollare tutti i suoi punti di riferimento.

È insomma la figura speculare alle spose indiane che, una volta vedove, si buttavano sul rogo del marito. E così come quelle non avrebbero trovato possibilità di vita senza il sostentamento del coniuge, sarebbero state respinte da tutti e sarebbero finite sotto perfino alla casta dei paria e vivere di elemosina, ugualmente ora vi è una cultura che fa pensare, fin da bambini, che se un uomo viene lasciato dalla moglie non solo perde un affetto, ma perde la stima degli altri uomini perché è come se tutti gridassero che è stato inadeguato sessualmente, sentimentalmente e magari anche lavorativamente, incapace di fornire quanto la famiglia richiedeva, e che poi si ritroverà senza sostentamento.
In queste condizioni il controllo della partner va ben oltre l’istintiva gelosia e desiderio di possesso sani compresi nel sentimento che si prova, ma diventano una necessità identitaria.

Purtroppo siamo in una società molto complessa in cui si mescolano istanze vecchie, che vorremmo credere superate (ma il delitto d’onore è stato abrogato solo nel 1981 ( https://it.m.wikipedia.org/wiki/Delitto_d'onore ) e cerca di rientrare come “confusione causata da condizioni particolari” più o meno sono queste le dizioni usate) e richieste di riconoscimento personale sociale che si mescolano e potenziano tutto come quelle della prestazionalità sessuale, del successo lavorativo, del dover avere uno stile di vita sempre più somigliante a quello delle classi alte attraverso la frequentazione di locali di un certo livello, vacanze in determinati luoghi consentire ai figli studi alti e partecipazione ad attività sportive e formative oltre la scuola e persino una vita sessuale varia e superstimolante, su modello pornografico che viene veicolato non solo nei porno, ma anche nella “cultura popolare” dei reality e delle trasmissioni e giornali di gossip.

Tutto questo aumenta il bisogno di controllo oltre lo spontaneo moto dell’animo, ma anche oltre la legislazione esplicita.
Anche qui sto leggendo pagine e pagine di commenti di uomini che partecipano emotivamente alla vicenda di Random con una veemenza che mostra come siano perfettamente inseriti in questa cultura che ho descritto e che essi stessi alimentano. Anche proiettare le proprie esperienze e paure è spontaneo, però bisognerebbe anche ragionare razionalmente, almeno quando riguarda altri. Qui pochi uomini si sono posti nel ruolo di amico che rassicura e supporta e non nel ruolo di incendiari.
Non è un caso che quasi tutte le donne stiano svolgendo un ruolo da vigili del fuoco (evito il termine pompiere per l’assonanza ambigua nel contesto) perché percepiscono, anche istintivamente, la pericolosità della mentalità che sta dietro a questa focosa partecipazione.
 

danny

Utente di lunga data
Basta che nel lavoro sia irreprensibile; nel privato ha il diritto di essere ciò che è!
Emblematico il caso del famoso dermatologo di Ravenna,che ha ammazzato a bastonate la moglie da cui si stava separando. Una laurea ,la cultura e la conoscenza non sempre bastano a frenare gli impulsi primordiali che la nostra specie cerca di affinare per una convivenza civile. Pure i carabinieri sparano alle mogli fedifraghe.
Sì noti che è tutto al maschile; anche se recentemente ho letto di un nuovo caso Bobbit,con una tipa che girava per le strade coi testicoli del suo uomo in mano...
https://www.leggo.it/news/esteri/il...la_moglie_ho_pensato_al_suicidio-2105142.html
Vengono pubblicati solo quelli articoli, sono scelte editoriali.
Anche le donne reagiscono e possono essere violente, tranquillo:D.
Non siamo così diversi e la cultura della violenza non è purtroppo limitata da barriere di genere.
 

Eagle72

Utente di lunga data
È una cosa difficile da capire.
Vediamo se ci riesco.
Quando inizi una relazione sei perfettamente consapevole che si tratta di un incontro tra due individualità che sia tu sia l’altro vi venite incontro, vi unite, ma restate due persone con tutta la vostra volontà di incontrarvi o no.
Poi procedendo nella relazione ci si sente sempre più padroni dell’altro anche del suo corpo e di molte scelte. Ci si incazza se fuma, se mangia poco o troppo ecc. Si sente di aver acquisito un diritto di controllo. E allora ci si aspetta che non si metta le scarpe che non ci piacciono e non frequenti quella amica che ci è antipatica.
Ma non si può acquisire questo potere su un’altra persona. Non si ha diritto di averlo neppure su un figlio.
E se il partner tradisce ci sentiamo feriti giustamente perché in questo modo ha rotto il patto di sincerità, di amicizia, di intimità, ma non dovremmo sentirci offesi perché ha usato il suo proprio corpo.
Sono riuscita a spiegare?
È vero...in teoria....e spesso questo ragionamento lo uso come escamotage per uscire da crisi quotidiane....però dura il tempo che dura..... anche casa nostra è di proprietà di mia moglie ma se entrano i ladri e distruggono.tutto...sento violata una mia proprietà.... c è chi soffre che il tradimento è avvenuto nel proprio letto..eppure è un letto come un altro....un materasso e delle lenzuola..come quello di un motel qualsiasi... ma per te ha un valore.... sai che io non sono geloso dell altro ma del fatto che mia moglie abbia scelto, cercato, desiderato,...lei è ''mia'' ecc....ma l altro per me è un fantoccio.
 
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stany

Utente di lunga data
Sono decenni che viene imposto il mantra "pensare a sé stessi", la stessa psicologia mediatica ha supportato l'idea di un ego prevalente, a tutto questo si aggiungono battaglie per uguale dignità a matrimonio e convivenza promosse come se scegliere un impegno fosse inutile, il tutto viene contrabbandato come diritti e opposto a un passato retrogrado che, si dice, ne era privo.
Perfetto. O quasi.
E così eccoci soli, con tanti amici su Facebook, a fare le corna scaramantiche sperando di non subirle, a disquisire se è giusto restare schifati dall'immagine della propria moglie che riceve in bocca lo sperma di uno sconosciuto (per noi), a discettare se sia più esecrabile andare con una prostituta o essere adulteri per amore...
Che confusione!
Tutto diventa possibile, e tutto diventa mutevole e variabile.
Tu puoi mentirmi ma io non posso spiarti, tu puoi avere uno smartphone bloccato con l'impronta digitale ma io non posso protestare se tu passi la serata a scrivere a chissachi, tu mi puoi tradire ma io non devo pretendere, tu puoi essere stronza ma io devo lasciarti la casa e pagarti se voglio liberarmi di te...
Tutto questa relatività però fa solo male allo STARE BENE insieme.
Che è la cosa più importante che si vuole da una coppia. Perché se nessuno te lo spiega, non si può comprendere, se non quando è troppo tardi, che certi comportamenti NON fanno stare bene l'altro e che se si sta insieme è giusto ACCONTENTARSI.
Penso alla moglie di Ologramma, che quando lui prova a parlare di sesso, si allontana. Penso a quanto possa fare stare male una cosa così. Ma so anche che oggi nessuno avrebbe il coraggio di suggerire alla moglie di Ologramma di accontentarlo ogni tanto perché è suo marito, oppure di parlargli chiaro, suggerendogli di trovarsi un'altra donna per fare sesso. Perché no, non esiste il concetto di pensare all'altro. E' solo giusto limitarsi a pensare che se "io non ho voglia di fare sesso ho il diritto di dire no e se non viene accettato è violenza".
E tutti ragionano solo su questo, limitandosi a questo.
Non arrivando a pensare che la castità forzata e il desiderio castrato sono terribili da sopportare.
Ma anche qui, ognuno deve pensare al proprio corpo, non è un diritto, ma un dovere.
Per cui, a Ologramma il suo destino: quello di tradire in segreto.
Accontentarsi.... Questo è il vero problema!
Accontentarsi significa valorizzare ciò che si ha,per ciò che valeva quando ci soddisfava .Ma vuol dire anche rischio; rischio di appiattirsi ed abbassare l'asticella dei propri obiettivi e delle soddisfazioni.
Come dice il proverbio:
Chi si accontenta gode.. ma chi non si accontenta,gode di più!
 
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