Sono nella confusione più totale

Brunetta

Utente di lunga data
A 19 anni ero una donna.
Pochi mesi dopo vivevo da sola. Lavoravo, studiavo e mi mantenevo. Rispondevo a me stessa ad ogni livello.

La saggezza che lui mi ha insegnato derivava esattamente dall'aver calpestato più terra di me. Il quadro generale, una visione di insieme che io non potevo semplicemente avere perchè di mondo ne avevo visto di meno.
La gestione dell'energia. La gestione dei sogni e dei desideri.
Lo scontro fra realtà e fantasia.
Siamo tutti maturi e immaturi sotto qualche punto di vista. L'essere completo per eccellenza non esiste.
Ma aver "visto" mondo fa la differenza.
Io ero una cucciola (non perchè piccola, ma perchè con quel modo dell'energia che caratterizza quell'età) saltellante, entusiasta, e con scarsa conoscenza di me.
E non perchè fossi scema. Ma perchè il mio tempo sulla terra era semplicemente quello.

La differenza secondo me riguarda il mettere a frutto oppure no il tempo sulla terra.

Ed è in questi termini che parlo di responsabilità.

Il mio amante mi ha insegnato a camminare sulla linea sottile che separa il sognato dalla realtà.
ED è una cosa, una consapevolezza che discende dall'aver vissuto e aver messo a frutto le proprie esperienze per leggere il mondo.

Cosa che per certi versi ho ricambiato pure io alllora.
Perchè lui da me succhiava l'energia, il mio saltellare il mio "credere" con ancora sugli occhi veli che lui aveva necessariamente perduto vivendo.

La simmetria della nostra relazione derivava dallo scambio alla pari ognuno delle sue competenze e dal riconoscimento delle rispettive peculiarità. Anche quelle legate all'età.

Ma la simmetria derivava dalla consapevolezza dell'asimettria.

Mi sto spiegando?

Se uno o una ha passato 40 anni su questa terra, e non se ne è reso conto, non è un immaturo/a. E' un/a coglione.
E lo stesso vale per chi di anni ne 15 o 19 o 11.

A 11 anni se mi vieni a fare il piccolo adulto, ti riporto a quello che sei, un bambino. Perchè quello sei.
Potrai essere un bambino molto maturo. Ma resti un bambino coi bisogni di un bambino che sono legati al tuo percorso evolutivo.
Lo stesso vale se di anni ne hai 15 oppure 19.

Ogni età ha le sue caratteristiche, che sono legate anche al percorso evolutivo. Non individuale, ma di specie.


Fra l'altro, ci sono persone di 40, 50 anni e anche oltre che ancora sognano il matrimonio, l'uomo la donna perfetta.
Queste sono questioni legate alla cultura personale. Al contesto in cui si è vissuto.

Io al matrimonio perfetto non ci credevo neppure a 6 anni.



Io non parlo di maternità e neppure di paternità.

Parlo di differenze.

Seguendo il tuo discorso io 40enne mi potrei scopare un 18enne, così non incorro nei casini della legge, perchè è molto maturo.
Ma se un 18enne mi sembra molto maturo, e questo significa con bisogni, letture del mondo, evoluzione interiore simmetrici ai miei, se mi sembra tanto maturo da poter stare con me 40enne, sono io 40enne che non ho svolto i compiti evolutivi che necessariamente separano un 18enne da un 40enne.
Se non vedo l'asimmetria, non sono immatura. Sono cogliona.
E non per questo l'asimmetria diventa un veto, anzi. Ma non riconoscerla, non metterla sul piatto è da coglioni.

Essere responsabili significa avere consapevolezza dei compiti evolutivi che contraddistinguono le età della vita.

E ogni età ne ha di specifici.

Io in questa storia vedo due persone che invece di essere concentrate ognuna sulla propria vita e sul proprio presente, vivono una voltata all'indietro alla ricerca di un qualcosa che non avrà perchè il suo tempo è passato e l'altra altrettanto voltata all'indietro.

Non è questione di maturità. Che di per sè non significa nulla.

E' questione di sapere in che presente si sta vivendo. Quale è la propria età.

Credo sia una questione molto sottovalutata questa.

Una delle conseguenze di questa percezione generale è che si trattano i bambini come piccoli adulti ed al contempo come piccoli budda dorati da tenere sul piedistallo.
Ma sono tutti problemi degli adulti che non hanno collocato se stessi nel loro tempo e nel mondo.
E quindi ti ritrovi genitori che ti dicono che il loro bambino è moooolto maturo.
Ma quel bambino ha l'età che ha. E siccome siamo esseri anche biologici il tempo trascorso non è semplicemente tempo, è percorso evolutivo individuale e di specie.

Un bambino di 11 anni, per tornare lì, potrà anche essere essere "maturo", ma di fatto non ha ancora completato lo sviluppo del pensiero astratto.

Un 20enne ha da poco completato l'evoluzione del pensiero astratto, ma rispetto ad un 30enne ha avuto meno tempo per allenarlo.
E via dicendo. Età per età.

Siamo essere biologici, anche.
Dimenticarcelo è un grosso danno di cui si vedono gli effetti.



Come ti ha detto @Skorpio, tu mi stracceresti ad altri livelli.
Nono solo perchè hai sviluppato maggiori competenze di me in quel determinato campo.
Ma anche perchè i tuoi 10 anni di più si concretizzano in bisogni diversi. Fisicamente. Per esempio.

Un 60enne a letto con me, per dire. Io ho 40 anni. Sono al picco evolutivo di questo tempo. (100 anni fa sarei già stata vecchia). Un 60enne mi potrà dare esperienza, gestione dell'energia, calma e visione del mondo.
Io a lui potrò dare energia, spinta, curiosità.

Affettivamente avremo bisogni diversi.

dimenticarsi che i corpi seguono anche una linea di sviluppo fisico (di cui fa parte anche il mentale) crea i casini che si vedono a giro.

Ma poi, quello che sto sottolineando è esattamente quel "stracceresti".
E' una visione competitiva che non condivido.

Che mi apparteneva per esempio un 5/10 anni fa.
Visione che è cambiata non solo per esperienza, ma anche per posizionamento nel tempo.

Adesso come adesso sono molto più interessata a cosa ci si può scambiare. Anche nella disparità. In particolare nella disparità.

Come 40enne so che posso scambiare determinate cose che a 30 semplicemente non avevo.
A 50 ne potrò scambiare altre ancora.

Siamo esseri ciclici. Apparteniamo ai cicli di Vita/Morte/Vita.
Dimenticarselo, appiattire tutto ad una eterna giovinezza, è perdere la ricchezza del vivere. E la meraviglia dell'incontro fra diversità. E perdere quella ricchezza significa perdere in struttura sociale.

Una società che non vede differenze fra i diversi tempi che la compongono, è una società che ha dimenticato il presente. Il qui e ora dei suoi componenti. Per forza poi si cerca in maniera compulsiva l'eternalizzazione, delle emozioni, delle esperienze.
E una società che ha dimenticato il presente è una società morta.

Non a caso santifica i bambini, la perfezione e tutto quel che discende da quel tipo di percezione.

Chissà come mai alla mia nonna non fotteva una sega che il matrimonio fosse o meno per sempre.
E al mio nonno pure.

Sto riuscendo a spiegarmi?

sto parlando della responsabilità di CHI SI E', tutti interi e posizionati nel tempo e nello spazio.

Poi un 60 enne per quanto mi riguarda si può scopare pure una 20enne.
E può essere una ricchezza per entrambi.

Ma senza raccontarsi le fregnacce e senza giocare sulla differente esperienza del mondo, asimmetrica per forza di cose, facendo finta di non vederla.

E' il coraggio di assumersi chi si è. E quando si è.
Siamo esseri temporali.

Non siamo dei fuori dal tempo. Siamo soggetti del tempo.
Condivido tutto.
Quello che crea problemi nei rapporti asimmetrici (che aborro ed è questa la ragione per cui li aborro) è che quasi sempre la persona con più esperienza ama l’energia e la fiducia della persona più giovane che però pensa di poter condurre dove vuole, ovvero dove è già arrivata. Invece la persona giovane farà la propria strada e non solo, giustamente, arrivare altrove, ma potrebbe anche conservare anche quella immaturità rivelandosi non giovane, ma cogliona :facepalm::carneval:
 

Brunetta

Utente di lunga data
Non è possibile fare da padre in una relazione in cui l'altra non desideri essere figlia.
Io ho la sensazione che tu stia empatizzando con la 30enne come se fossi tu a 19 anni, facendo emergere le tue esigenze e le paure di allora.
A me sembra tutta un'altra storia, anche per l'età in gioco.
Qui hai una di 30 anni che accosta io matrimonio a un sogno.
Poi tradisce il fidanzato con uno sposato, che dovrebbe proprio per questo riportarla alla realtà, farle capire che quel sogno non esiste.
Non c'è bisogno che lui glielo spieghi, ci deve arrivare da sola. Questa è la realtà del matrimonio che le si palesa, altro che il sogno che va vaneggiando.

Forse lei non vuole sposarsi, o forse ha paura di fare questo passo.
Lui è solo lo strumento per capire la realtà e quello che vuole, nient'altro.
La sua responsabilità finisce lì.
Lui è un fesso.
Lei dovrebbe capire quello che dici,
 

Brunetta

Utente di lunga data
E' una sensazione strana guardarsi all'indietro.

Io nella me 19enne riconosco parti di me.
Il mio nucleo essenziale è sempre quello.

Sono sempre io e sono diversa.

Anche io a 30 credevo di aver chiaro e credevo di aver fatto un sacco di passi.
E li avevo pure fatti.

Adesso non mi riconosco nella 30enne. Anche se in lei riconosco parti di me.

Sono sempre io ma sono anche diversa.

Sono solo diverse età e diverse percezioni della Vita, di se stessi nella Vita, e degli altri.
E' il filo di una storia. La narrazione di sè a sè.

Io non penso di potermi definire matura neppure adesso.
Anche perchè associo maturità al raggiungimento di traguardi stabiliti da qualcun altro.
A cui allinearsi. O disallinearsi.

Sono più consapevole. Di chi sono. Del mio percorso. Del mio presente.
Sono più che altro consapevole del fatto che di traguardo ce ne è soltanto uno, la morte.

Il resto sono semplicemente passi.

Ragionavo col mio psyco, un giorno. Mi diceva che lui ha creduto per tanto tempo che nella vita si dovessero attraversare guadi e andare oltre.
Stava ragionando intorno al fatto che in fondo, invece, ci si trovi spesso e volentieri nei guadi.
E che il fulcro non sia semplicemente attraversarli. Ma essere consapevoli di starci passando. E consapevoli del fatto che se ne incontreranno altri.


Ad ogni età si è maturi e immaturi.
E' una di quelle definizioni che discende dalla contrapposizione di opposti. Da una dicotomia.
Definizione che si fa per differenza rispetto a.

Maturo rispetto a chi o cosa?
Immaturo rispetto a chi o cosa?

Consapevolezza è essere collocati nel proprio tempo e nel proprio spazio. Appartenenti alle proprie scelte.
E al proprio percorso.

Noi esseri umani cresciamo attraversando fasi diverse. Identificazione-differenziazione.
Ma è nell'individuazione che stabilizziamo la nostra identità e le relazioni fra interno e esterno.
Ossia, detta male, la crescente integrazione e unificazione dei complessi che compongono la personalità.
Vale anche per i periodi storici. Si dice “siamo in un periodo di crisi”, ma lo si è sempre.
Solo guardando al personale passato si trova una età dell’oro e, guarda caso, corrisponde sempre al periodo della infanzia o adolescenza quando tutto sembrava ...una pesca intatta. Ma per chi era adulto era un periodo di crisi.
E meno male!
 

Brunetta

Utente di lunga data
Vero.
E aggiungo anche... che stress che è diventato cucinare dopo Masterchef...
Mio figlio è andato in un ristorante nuovo, come dessert ha preso un tiramisù destrutturato :eek:...ma se me lo devo preparare da sola allora sto a casa:rotfl:. Mi viene da pensare anche al sesso come prestazione. Ma allora...sto a casa.
 

danny

Utente di lunga data
Vale anche per i periodi storici. Si dice “siamo in un periodo di crisi”, ma lo si è sempre.
Solo guardando al personale passato si trova una età dell’oro e, guarda caso, corrisponde sempre al periodo della infanzia o adolescenza quando tutto sembrava ...una pesca intatta. Ma per chi era adulto era un periodo di crisi.
E meno male!
Solo per me è stato un periodo di merda?
(di cui non rimpiango nulla)
 
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danny

Utente di lunga data
Si, è così. Le donne sono ossessionate dalla storia "dei propri spazi". Perché? Perché se metti in mano ad una donna il bastone del comando (e questo succede nelle famiglie) loro lo usano con tutta la frivolezza e la capricciosità tipicamente femminili.
Da un po' di tempo ho il sospetto che non siano le donne a dover essere tutelate dall'uomo, ma la società a dover essere tutelata dalla donna. E che le leggi "patriarcali" avessero proprio questo scopo.

Per dire cosa? Che Eagle ha ragione! :rolleyes:
Ma ti senti bene?
:rotfl::rotfl::rotfl::rotfl:
Nel tempo dell'inganno universale dire la verità è un atto rivoluzionario (cit.)
Ognuno di voi due parla di sé, e di quel sé che deriva dalle esperienze condotte come persona, e in questo senso siete veritieri, anche se le vostre verità non coincidono.
Non coincidono perché fate riferimento a categoria estese per il 50% del genere umano che nessuno di noi avrà mai la possibilità di conoscere per intero e in tutte le pieghe di cui esso si compone.
Pieghe che ogni persona conosce solo per la parte che gli assomiglia di più.
 
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Orbis Tertius

Utente di lunga data
Ognuno di voi due parla di sé, e di quel sé che deriva dalle esperienze condotte come persona, e in questo senso siete veritieri, anche se le vostre verità non coincidono.
Se due affermazioni sono in conflitto, quella vera può essere al massimo una (non possiamo escludere che siano ambedue false). Quindi la verità esiste ed è unica. Il problema è capire se è conoscibile.
Quando tu hai avuto la fortuna (o la sfortuna) di dimostrare a te stesso la base assolutamente menzognera su cui poggia il sistema in cui sei costretto a vivere, allora hai conosciuto la Verità. E mandi a quel paese qualsiasi relativismo.
:)
 
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Brunetta

Utente di lunga data
Ognuno di voi due parla di sé, e di quel sé che deriva dalle esperienze condotte come persona, e in questo senso siete veritieri, anche se le vostre verità non coincidono.
Non coincidono perché fate riferimento a categoria estese per il 50% del genere umano che nessuno di noi avrà mai la possibilità di conoscere per intero e in tutte le pieghe di cui esso si compone.
Pieghe che ogni persona conosce per la parte che gli assomiglia di più.
Io non generalizzo, lui sì.
Oltretutto lui della sua interpretazione della sua esperienza vuole ricavare una lettura antropologico-politica.
Il peggio è che ne fa manspleining
 

Skorpio

Utente di lunga data
Vale anche per i periodi storici. Si dice “siamo in un periodo di crisi”, ma lo si è sempre.
Solo guardando al personale passato si trova una età dell’oro e, guarda caso, corrisponde sempre al periodo della infanzia o adolescenza quando tutto sembrava ...una pesca intatta. Ma per chi era adulto era un periodo di crisi.
E meno male!
io quando sono avvicinato dai testimoni di Geova ho una tecnica infallibile per mandarli via

siccome partono sempre a dire "ma lo vedi come si va verso il precipizio, le guerre, l'inquinamento la distruzione del pianeta.."

io gli rispondo "ma come?? le guerre ci sono sempre state, l'inquinamento tu vedessi negli anni 80 con tutte le fabbriche che scaricavano di tutto dappertutto, i fossati erano tutti neri, ora ci vedi i pesci nuotare, per non parlare delle auto, e la roba in scatola inscatolata 40 anni prima senza controlli.. siamo migliorati e di parecchio.. ma scherzate??"

non sanno più cosa dire.. :rotfl:
 

danny

Utente di lunga data
Io non generalizzo, lui sì.
Oltretutto lui della sua interpretazione della sua esperienza vuole ricavare una lettura antropologico-politica.
Il peggio è che ne fa manspleining
Ogni tanto anche tu generalizzi in quel senso, se devo essere sincero, ma è fisiologico che capiti. Conosco poche persone che ne sono immuni.
Lo fanno quelle femministe più accese quando dichiarano che la violenza è (solo) maschile e le donne (sempre) vittime (letto di recente), lo fanno le donne quando dicono che tutti gli uomini pensano solo al sesso, lo fanno gli uomini quando dicono che le donne vogliono l'uomo ricco e potente, lo fanno le donne quando dicono che gli uomini vogliono solo la ragazza figa e giovane, lo fanno le donne quando dicono che gli uomini vedovi non sono in grado di sopravvivere da soli, lo fanno gli uomini quando pensano che le donne pensano soprattutto ai soldi etc etc.
Io credo ci sia molto timore nell'affrontare le diversità dell'altro, in ogni caso, e ci si schermi dietro il genere per celare le proprie paure. Un tentativo di trovare solidarietà tra chi si ritiene più simile.
Ma io non è che mi ci ritrovo molto in Pacciani, per dire.
 

Brunetta

Utente di lunga data
io quando sono avvicinato dai testimoni di Geova ho una tecnica infallibile per mandarli via

siccome partono sempre a dire "ma lo vedi come si va verso il precipizio, le guerre, l'inquinamento la distruzione del pianeta.."

io gli rispondo "ma come?? le guerre ci sono sempre state, l'inquinamento tu vedessi negli anni 80 con tutte le fabbriche che scaricavano di tutto dappertutto, i fossati erano tutti neri, ora ci vedi i pesci nuotare, per non parlare delle auto, e la roba in scatola inscatolata 40 anni prima senza controlli.. siamo migliorati e di parecchio.. ma scherzate??"

non sanno più cosa dire.. :rotfl:
Ho scoperto che la cosa decisiva è “sono ebrea”. Spariscono.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Ogni tanto anche tu generalizzi in quel senso, se devo essere sincero, ma è fisiologico che capiti. Conosco poche persone che ne sono immuni.
Lo fanno quelle femministe più accese quando dichiarano che la violenza è (solo) maschile e le donne (sempre) vittime (letto di recente), lo fanno le donne quando dicono che tutti gli uomini pensano solo al sesso, lo fanno gli uomini quando dicono che le donne vogliono l'uomo ricco e potente, lo fanno le donne quando dicono che gli uomini vogliono solo la ragazza figa e giovane, lo fanno le donne quando dicono che gli uomini vedovi non sono in grado di sopravvivere da soli, lo fanno gli uomini quando pensano che le donne pensano soprattutto ai soldi etc etc.
Io credo ci sia molto timore nell'affrontare le diversità dell'altro, in ogni caso, e ci si schermi dietro il genere per celare le proprie paure. Un tentativo di trovare solidarietà tra chi si ritiene più simile.
Ma io non è che mi ci ritrovo molto in Pacciani, per dire.
Guarda che del femminismo sai proprio poco.
 

danny

Utente di lunga data
Se due affermazioni sono in conflitto, quella vera può essere al massimo una (non possiamo escludere che siano ambedue false). Quindi la verità esiste ed è unica. Il problema è capire se è conoscibile.
Quando tu hai avuto la fortuna (o la sfortuna) di dimostrare a te stesso la base assolutamente menzognera su cui poggia il sistema in cui sei costretto a vivere, allora hai conosciuto la Verità. E mandi a quel paese qualsiasi relativismo.
:)
Siamo miliardi al mondo.
Io non mi ci ritrovo neppure in Zuma, per dire.
https://www.ilpost.it/2010/04/26/zuma-sono-risultato-negativo-al-test-hiv/
 

danny

Utente di lunga data
Guarda che del femminismo sai proprio poco.
Probabilmente anche quel gruppo che ha pubblicato quel post, che è stato cancellato da Facebook per le proteste e che ha suscitato polemiche anche tra altre femministe di altri gruppi (Unica LGTB vs Una di Meno)
 
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Skorpio

Utente di lunga data
Ho scoperto che la cosa decisiva è “sono ebrea”. Spariscono.
A me piace metterli in difficoltà sulle "certezze" che espongono.. :cool:

Anche perché basta pensarci 4 secondi netti per capire che sono cose false

Facciamo 6 secondi.. :rotfl:
 

danny

Utente di lunga data
A me piace metterli in difficoltà sulle "certezze" che espongono.. :cool:

Anche perché basta pensarci 4 secondi netti per capire che sono cose false

Facciamo 6 secondi.. :rotfl:
Nella vita tutto "dipende", tutto è relativo.
Però non comprendo l'affanno a spiegare a chi vuole certezze che queste non esistono.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Probabilmente anche quel gruppo che ha pubblicato quel post, che è stato cancellato da Facebook per le proteste e che ha suscitato polemiche anche tra altre femministe di altri gruppi (Unica LGTB vs Una di Meno)
Non è che uno si sveglia un mattino e dice quello che ha in testa lui sulla lotta di classe diventa un interprete di Marx.
Ugualmente non è che una perché è donna SA di femminismo ed è consapevole delle questioni in gioco.
Bisogna studiare.
 
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