Ipa, 19 anni non sono 30. A 19 anni si è ancora teen-ager...
Conosco 30enni che hanno avuto più esperienze e hanno molto più da trasmettermi sulle relazioni di coppia di quanto ne abbia io., ma sono persone sveglie che hanno saputo cogliere le opportunità della vita per maturare e a 30anni non scriverebbero mai ingenuità come "matrimonio dei miei sogni" dopo aver scopato per mesi con l'amante.
Io questo approccio lo valuto come segno di immaturità e lo trovo accettabile come segno dell'età al massimo fino a 25 anni. Dopo, faccio fatica a tollerarlo. Neppure mia figlia, che di anni ne ha 11, lo troverebbe comunque adeguato.
L'amante di mia moglie aveva 11 anni più di lei, ma lei mi ha sempre detto che era immaturo sotto molti aspetti, valutazione che non posso che condividere. E forse è stato anche questo a piacerle di lui, la freschezza e la spontaneità di una personalità più leggera di me.
Ma questo è essere consapevoli di quello che si sta facendo e sufficientemente maturi per gestirlo, anche se poi la scoperta da parte mia ha creato il caos che tutti noi sappiamo.
Lui è il solito amante di sempre, quello che molto probabilmente ha un rapporto in crisi a casa ma che non vuole o può lasciare la legittima, e che si trova la situazione gratificante e spensierata con la collega. Un cliché, se vogliamo.
A 30 anni sai perfettamente che se ti piace il collega sposato il massimo che puoi aspettarti è un'uscita ogni tanto, ovvero sesso e coccole e nulla più, condite da qualche ti amo giusto per dare il pathos giusto. Sei tu, donna, a dare la giusta misura al collega, di solito.
Ma se arrivi a mettere in dubbio il rapporto con il tuo fidanzato perché ti sei accorta che puoi scopare meglio con un altro uomo, il problema che emerge non è l'amante, ma il fatto che ti sei resa conto finalmente di non stare con l'uomo giusto e che quel matrimonio dei sogni è appunto un sogno.
Meglio tardi che mai. Soprattutto per il fidanzato.
A 19 anni ero una donna.
Pochi mesi dopo vivevo da sola. Lavoravo, studiavo e mi mantenevo. Rispondevo a me stessa ad ogni livello.
La saggezza che lui mi ha insegnato derivava esattamente dall'aver calpestato più terra di me. Il quadro generale, una visione di insieme che io non potevo semplicemente avere perchè di mondo ne avevo visto di meno.
La gestione dell'energia. La gestione dei sogni e dei desideri.
Lo scontro fra realtà e fantasia.
Siamo tutti maturi e immaturi sotto qualche punto di vista. L'essere completo per eccellenza non esiste.
Ma aver "visto" mondo fa la differenza.
Io ero una cucciola (non perchè piccola, ma perchè con quel modo dell'energia che caratterizza quell'età) saltellante, entusiasta, e con scarsa conoscenza di me.
E non perchè fossi scema. Ma perchè il mio tempo sulla terra era semplicemente quello.
La differenza secondo me riguarda il mettere a frutto oppure no il tempo sulla terra.
Ed è in questi termini che parlo di responsabilità.
Il mio amante mi ha insegnato a camminare sulla linea sottile che separa il sognato dalla realtà.
ED è una cosa, una consapevolezza che discende dall'aver vissuto e aver messo a frutto le proprie esperienze per leggere il mondo.
Cosa che per certi versi ho ricambiato pure io alllora.
Perchè lui da me succhiava l'energia, il mio saltellare il mio "credere" con ancora sugli occhi veli che lui aveva necessariamente perduto vivendo.
La simmetria della nostra relazione derivava dallo scambio alla pari ognuno delle sue competenze e dal riconoscimento delle rispettive peculiarità. Anche quelle legate all'età.
Ma la simmetria derivava dalla consapevolezza dell'asimettria.
Mi sto spiegando?
Se uno o una ha passato 40 anni su questa terra, e non se ne è reso conto, non è un immaturo/a. E' un/a coglione.
E lo stesso vale per chi di anni ne 15 o 19 o 11.
A 11 anni se mi vieni a fare il piccolo adulto, ti riporto a quello che sei, un bambino. Perchè quello sei.
Potrai essere un bambino molto maturo. Ma resti un bambino coi bisogni di un bambino che sono legati al tuo percorso evolutivo.
Lo stesso vale se di anni ne hai 15 oppure 19.
Ogni età ha le sue caratteristiche, che sono legate anche al percorso evolutivo. Non individuale, ma di specie.
Fra l'altro, ci sono persone di 40, 50 anni e anche oltre che ancora sognano il matrimonio, l'uomo la donna perfetta.
Queste sono questioni legate alla cultura personale. Al contesto in cui si è vissuto.
Io al matrimonio perfetto non ci credevo neppure a 6 anni.
Perché dai per scontato che i 30enni siano adolescenti da accogliere in maniera paterna?
Sinceramente, in età ormai adulta quello che conta non è l'età, ma la maturità.
Ci sono 50enni con la testa da quindicenni e 30enni molto più mature di loro.
te lo dico proprio pensando alle mie conoscenze.
Io qui in questa storia vedo due persone altrettanto immature, non un papà e una figlia.
Io non parlo di maternità e neppure di paternità.
Parlo di differenze.
Seguendo il tuo discorso io 40enne mi potrei scopare un 18enne, così non incorro nei casini della legge, perchè è molto maturo.
Ma se un 18enne mi sembra molto maturo, e questo significa con bisogni, letture del mondo, evoluzione interiore simmetrici ai miei, se mi sembra tanto maturo da poter stare con me 40enne, sono io 40enne che non ho svolto i compiti evolutivi che necessariamente separano un 18enne da un 40enne.
Se non vedo l'asimmetria, non sono immatura. Sono cogliona.
E non per questo l'asimmetria diventa un veto, anzi. Ma non riconoscerla, non metterla sul piatto è da coglioni.
Essere responsabili significa avere consapevolezza dei compiti evolutivi che contraddistinguono le età della vita.
E ogni età ne ha di specifici.
Io in questa storia vedo due persone che invece di essere concentrate ognuna sulla propria vita e sul proprio presente, vivono una voltata all'indietro alla ricerca di un qualcosa che non avrà perchè il suo tempo è passato e l'altra altrettanto voltata all'indietro.
Non è questione di maturità. Che di per sè non significa nulla.
E' questione di sapere in che presente si sta vivendo. Quale è la propria età.
Credo sia una questione molto sottovalutata questa.
Una delle conseguenze di questa percezione generale è che si trattano i bambini come piccoli adulti ed al contempo come piccoli budda dorati da tenere sul piedistallo.
Ma sono tutti problemi degli adulti che non hanno collocato se stessi nel loro tempo e nel mondo.
E quindi ti ritrovi genitori che ti dicono che il loro bambino è moooolto maturo.
Ma quel bambino ha l'età che ha. E siccome siamo esseri anche biologici il tempo trascorso non è semplicemente tempo, è percorso evolutivo individuale e di specie.
Un bambino di 11 anni, per tornare lì, potrà anche essere essere "maturo", ma di fatto non ha ancora completato lo sviluppo del pensiero astratto.
Un 20enne ha da poco completato l'evoluzione del pensiero astratto, ma rispetto ad un 30enne ha avuto meno tempo per allenarlo.
E via dicendo. Età per età.
Siamo essere biologici, anche.
Dimenticarcelo è un grosso danno di cui si vedono gli effetti.
Ipa... tu hai dieci anni meno di me, ma senza ombra di dubbio da quello che ho letto qui sono sicuro che mi stracceresti con la tua esperienza in quanto a relazioni. Io sono insieme alla stessa donna da 30 anni e ho avuto qualche storia prima, da ragazzo, e nel mentre, da fidanzato.
Poca, pochissima roba, se proprio vogliamo. E' stata una mia scelta, non mi rammarico di certo per questo.
Credo che la maggior parte delle trentenni di oggi possano annoverare una quantità di rapporti con l'altro sesso superiore a quelli che io ho avuto in 50. L'esperienza maggiore al limite la posso vantare per ciò che non hanno fatto, ovvero sposarsi e avere un figlio e invecchiare, per il resto... no. Direi che l'età è relativa, quando si è persone adulte.
Non puoi immaginare quante mie coetanee con la testa da quindicenne ci siano in giro, donne che non mi piacerebbe frequentare neppure per una pizza.
Non è che con l'età si diventa solo più selettivi, è che cominci ad accorgerti che tante persone sono rimaste ferme a quando avevano vent'anni e ne hanno magari 30 o 40 di più. E non riesci più a condividere niente con loro.
Come ti ha detto @
Skorpio, tu mi stracceresti ad altri livelli.
Nono solo perchè hai sviluppato maggiori competenze di me in quel determinato campo.
Ma anche perchè i tuoi 10 anni di più si concretizzano in bisogni diversi. Fisicamente. Per esempio.
Un 60enne a letto con me, per dire. Io ho 40 anni. Sono al picco evolutivo di questo tempo. (100 anni fa sarei già stata vecchia). Un 60enne mi potrà dare esperienza, gestione dell'energia, calma e visione del mondo.
Io a lui potrò dare energia, spinta, curiosità.
Affettivamente avremo bisogni diversi.
dimenticarsi che i corpi seguono anche una linea di sviluppo fisico (di cui fa parte anche il mentale) crea i casini che si vedono a giro.
Ma poi, quello che sto sottolineando è esattamente quel "stracceresti".
E' una visione competitiva che non condivido.
Che mi apparteneva per esempio un 5/10 anni fa.
Visione che è cambiata non solo per esperienza, ma anche per posizionamento nel tempo.
Adesso come adesso sono molto più interessata a cosa ci si può scambiare. Anche nella disparità. In particolare nella disparità.
Come 40enne so che posso scambiare determinate cose che a 30 semplicemente non avevo.
A 50 ne potrò scambiare altre ancora.
Siamo esseri ciclici. Apparteniamo ai cicli di Vita/Morte/Vita.
Dimenticarselo, appiattire tutto ad una eterna giovinezza, è perdere la ricchezza del vivere. E la meraviglia dell'incontro fra diversità. E perdere quella ricchezza significa perdere in struttura sociale.
Una società che non vede differenze fra i diversi tempi che la compongono, è una società che ha dimenticato il presente. Il qui e ora dei suoi componenti. Per forza poi si cerca in maniera compulsiva l'eternalizzazione, delle emozioni, delle esperienze.
E una società che ha dimenticato il presente è una società morta.
Non a caso santifica i bambini, la perfezione e tutto quel che discende da quel tipo di percezione.
Chissà come mai alla mia nonna non fotteva una sega che il matrimonio fosse o meno per sempre.
E al mio nonno pure.
Sto riuscendo a spiegarmi?
sto parlando della responsabilità di CHI SI E', tutti interi e posizionati nel tempo e nello spazio.
Poi un 60 enne per quanto mi riguarda si può scopare pure una 20enne.
E può essere una ricchezza per entrambi.
Ma senza raccontarsi le fregnacce e senza giocare sulla differente esperienza del mondo, asimmetrica per forza di cose, facendo finta di non vederla.
E' il coraggio di assumersi chi si è. E quando si è.
Siamo esseri temporali.
Non siamo dei fuori dal tempo. Siamo soggetti del tempo.