Forse aveva ragione la nonna (o diletta)

danny

Utente di lunga data
...il fatto che non ti piaccia, che non vada nella direzione auspicata, che potrebbe sembrare non eticamente corretta sotto alcuni aspetti non toglie che sia evoluzione.
Personalmente sono convinto che a furia di "evolverci" ci estingueremo.....ma ho deciso che è una preoccupazione che lascierò ai miei bis/tris/quater nipoti .....

....e il discorso delle "nonne vergini di ritorno" lo trovo ozioso...........

Chi ha detto che non mi piaccia?
Potrebbe essere vero il contrario, ma il mio parere soggettivo non ha alcun valore in una discussione.
Potrei dirti che un tal film non mi piace, pur essendo un bellissimo film. O che quel brutto film mi è piaciuto moltissimo, ma quanto potrebbe essere utile un mio "personalissimo" giudizio di valore senza un'analisi che se ne distacchi?
Di solito io cerco di astrarmi da quelle che sono le mie convinzioni personali. Altrimenti potrei anche darti ragione, ma quanto sarebbe utile?
Per me, intendo.
 
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danny

Utente di lunga data
Nel voi c’era chi l’ha fatto.
La donna è complementare all'uomo nel momento in cui l'uomo lo è della donna.
C'è anche chi si considera complementare a sé stesso, chi prova un senso di appartenenza a una comunità più forte rispetto ad altri etc.
Individualmente sono tutte scelte libere e lecite. Se posso esprimere un parere, una società è più forte quando sa esprimere legami più forti all'interno di essa.
Ciò non significa che il singolo individuo possa vivere meglio in un contesto del genere, ma che la società ha più speranza di sopravvivere alle persone.
 

spleen

utente ?
La donna è complementare all'uomo nel momento in cui l'uomo lo è della donna. C'è anche chi si considera complementare a sé stesso, chi prova un senso di appartenenza a una comunità più forte rispetto ad altri etc. Individualmente sono tutte scelte libere e lecite. Se posso esprimere un parere, una società è più forte quando sa esprimere legami più forti all'interno di essa. Ciò non significa che il singolo individuo possa vivere meglio in un contesto del genere, ma che la società ha più speranza di sopravvivere alle persone.
Il discorso era un po' diverso. Riguardava a ben vedere i ruoli non tra persone ma nell' immaginario degli individui di differente sesso. Non è la stessa cosa.
 

patroclo

Utente di lunga data
Chi ha detto che non mi piaccia?
Potrebbe essere vero il contrario, ma il mio parere soggettivo non ha alcun valore in una discussione.
Potrei dirti che un tal film non mi piace, pur essendo un bellissimo film. O che quel brutto film mi è piaciuto moltissimo, ma quanto potrebbe essere utile un mio "personalissimo" giudizio di valore senza un'analisi che se ne distacchi?
Di solito io cerco di astrarmi da quelle che sono le mie convinzioni personali. Altrimenti potrei anche darti ragione, ma quanto sarebbe utile?
Per me, intendo.
.....ogni tanto ho l'impressione che parli dei "vecchi valori" (da noi) o quelli di altre culture con un che di "si stava meglio quando si stava peggio".....sbaglierò...capita...........
 

danny

Utente di lunga data
Il discorso era un po' diverso. Riguardava a ben vedere i ruoli non tra persone ma nell' immaginario degli individui di differente sesso. Non è la stessa cosa.
L'altro giorno mia figlia aveva il muso.
Ha scoperto che il suo fidanzato aveva un'altra ragazzina.
E l'ha mollato. Subito.
Io le ho dato ragione. Mia moglie pure. Noi adulti siamo il regno delle regole. Per chi cresce, ovviamente.
Lei si è stupita di come una persona potesse essere così, "Ma come si fa ad avere due fidanzate!".
"Io non voglio un fidanzato così".
"E non lo avrai"
 
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danny

Utente di lunga data
.....ogni tanto ho l'impressione che parli dei "vecchi valori" (da noi) o quelli di altre culture con un che di "si stava meglio quando si stava peggio".....sbaglierò...capita...........
No, puro interesse storico etnografico. D'altronde anche se collezione vecchie folding, scatto foto solo con una mirrorless ultima generazione. Molto più versatile.
Io mi interesso al passato per delineare una linea evolutiva che se guardassi solo al presente non riuscirei a cogliere.
E perché il "bello" è senza tempo.
La nostalgia non mi appartiene.
Il bel mondo dei nostri nonni era un mondo molto duro. Oggi noi siamo privilegiati.
Impossibile fare un confronto credibile.
Voglio dire... qui in generale ci si sente trascurati se un coniuge non corrisponde totalmente alle nostre aspettative.
Ricordo la madre di una mia ex in Calabria... suo marito era a lavorare in Germania tutto l'anno, lei lì con due figli da crescere, in una abitazione posta a fianco dei genitori. Mai sentita lamentarsi.
I miei avi... hanno visto la fame. Mariti morti in guerra. Il nonno di mia moglie, per fare un esempio.
Figli da tirare su che non c'era niente. Mia zia faceva la fila per il latte per mio padre e aveva dieci anni.
I miei nonni erano sfollati fuori città.
E anche dopo, i reduci che tornavano dalla guerra e non avevano posto di lavoro perché nel frattempo era stato preso in carico da donne. Erano centinaia di migliaia... credi si facessero scrupoli a pensare alla parità? E c'era chi si trovava a impegnare i mobili di casa, quando rimasti, chi le lenzuola o i materassi.
Io son vissuto con mia nonna, ma il bagno in casa l'abbiamo avuto solo negli anni '60.
I miei genitori si lavavano nella tinozza. E questa durezza di vita era presente nel carattere di tutte quelle persone.
Non so se avevano ragione le nostre nonne, come dice il titolo del thread, ma la loro vita non è paragonabile con la nostra.
Noi oggi ci possiamo permettere anche il "politically correct", loro no. Ma il perché lo si possa fare va compreso.
 
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danny

Utente di lunga data
E un appunto sui cosiddetti valori morali...
Nel passato questo schema di valutazione fu spesso adoperato per dare modo alla borghesia, portatrice (a suo dire, si intende) di tali valori, di escludere il quarto stato e i quartieri che abitava, additandoli per il loro degrado e per il malaffare che dominava in quelle aree.
Ciò permise la demolizione di interi quartieri della mia città per "risanamento" e la disgregazione di comunità di antica origine, così come l'architettura dei nuovi quartieri sorti in aree periferiche sembrava palesare la volontà di escludere il rapporto tra le persone.
L'aggregazione ha sempre fatto paura (e il voto rimase a lungo per censo) e l'uso dei "valori" è sempre stato uno strumento per la borghesia di esclusione delle fasce più deboli della società alla partecipazione della stessa per evitare che la loro forza numerica, se accuratamente convogliata, potesse nuocere agli interessi borghesi.
Questo fu vero nell'Ottocento (Bava Beccaris), continuò durante il fascismo e trovò altrettanto proselitismo dopo la guerra, seppure il boom consentì conquiste altrimenti impensabili.
E non posso escludere che non accada tuttora, a ben vedere.
E la discriminazione perpetuata per anni nei confronti delle donne era semplicemente una condizione necessaria nel mondo contadino, che era in assoluta e numericamente la condizione prevalente, e nel quarto stato post industriale ed era funzionale a fornire carne da macello per le frequenti guerre di conquista.
Quindi... c'è stata un'evoluzione?
Sì, per alcuni aspetti, ma essa è subordinata solo allo stato di pace raggiunto e al miglioramento delle condizioni economiche generali.
Può dirsi pertanto stabile?
No.
E i punti di debolezza li ho già mostrati.
 
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random

Utente di lunga data
La verità è che noi stiamo godendo i frutti di una serie di conquiste economiche e sociali fatte dalle precedenti generazioni. Non è detto che questo stato di cose possa continuare anche in futuro, a dispetto della pax imposta con le armi dai ragazzoni dello Zio Sam. Nel frattempo, anche se non in modo evidentissimo, è in atto una ridistribuzione del reddito mondiale a favore dei Paesi dell'Est Europa e della Cina. Noi ne stiamo pagando le conseguenze da una decina di anni. Il nostro welfare sta iniziando a mostrare i primi segni di cedimento. La condizione della donna, a mio parere, peggiorerà nel corso dei prossimi venti anni, anche se le molte delle conquiste degli scorsi anni rimarranno. Ed i favolosi tempi delle nonne potrebbero riavvicinarsi pericolosamenente, dimostrando che di favoloso non c'era proprio niente.
 

Brunetta

Utente di lunga data
La donna è complementare all'uomo nel momento in cui l'uomo lo è della donna.
C'è anche chi si considera complementare a sé stesso, chi prova un senso di appartenenza a una comunità più forte rispetto ad altri etc.
Individualmente sono tutte scelte libere e lecite. Se posso esprimere un parere, una società è più forte quando sa esprimere legami più forti all'interno di essa.
Ciò non significa che il singolo individuo possa vivere meglio in un contesto del genere, ma che la società ha più speranza di sopravvivere alle persone.
Ma è come destra e sinistra (v. Bobbio https://s3.amazonaws.com/PDS3/allegati/Destra e sinistra_1.pdf ) il problema è trovare un equilibrio tra legami e libertà.
Anche senza sentirsi obbligatoriamente “liquidi” più sono forti i legami meno c’è libertà e viceversa.
In una società mobile, anche se non liquida, ognuno trova il proprio equilibrio.
Il problema l’ho sollevato io, lo so :singleeye:.
Non credo che sia meglio accontentarsi e nemmeno che sia meglio chiedere, pretendere, aspettarsi tutto, ma penso che si dovrebbe esplicitare nel patto dinamico di ogni coppia quali sono le priorità. Naturalmente poi bisogna fare i conti con i dati di realtà e non potrò aspettarmi di essere corteggiata quotidianamente e di avere un sesso straordinario quotidiano per quarant’anni di matrimonio ecc...
 

nina

Utente di lunga data
Oh vi siete scatenati :carneval:
Da cos’ è una donna vi siete sbizzarriti sui ruoli nel tempo e nello spazio, sulle scelte degli amici e parenti vostri o dei vicini casa e avete compiuto excursus storico sui costumi sessuali.
La cosa più divertente in questi casi è quando vengono fatte citazioni letterarie e di canzoni scritte da UOMINI per dimostrare cosa sono le DONNE :carneval:.
Quante volte viene (in altri contesti) citata Medea, ad esempio, ma si parla di un personaggio letterario inventato da un uomo. O no?

Io penso che io sono una donna, Nocciola è una donna, Nina e Lara e Diletta e Lostris lo sono e siamo tutte diverse sia nell’interpretare il ruolo sociale, sia quello di coppia.
Trovo ridicolo che si voglia definire l’essere donna in una femminilità complementare all’uomo in cui è l’uomo a stabilire di cosa ha bisogno per completarsi.
Quoto.
 

nina

Utente di lunga data
... o come la modella languidamente nuda in bianco e nero appesa alle nere pareti dei negozi di Victoria's secret usata come esca per vendere delle mutande...
Confesso che mi emoziona di più l'abbigliamento della protagonista di Tutti insieme appassionatamente.
Parlavo di un'altra cosa (e fra l'altro a me la lingerie piace pure, e parecchio: ci gioco e mi ci diverto molto), ma non so se riesco a spiegarmi bene. Ho letto che stirare le camicie al marito e sapergliele abbinare, assieme a tutto un set di valore, è stato dato come un contenitore generico dell'essere donna. Ma perché? Se a me piacciono i videogiochi, se non sono in grado di abbinare i vestiti o di fare bene le faccende di casa lo sono di meno? Ci sono dei modi di fare o pensare che sono più femminili di altri? Le persone sono persone: l'"essere uomo" ed "essere donna" sono concetti, a mio dire, assolutamente fasi e fuorvianti (e frequentare un uomo me ne sta dando la conferma). Si è persone. Il senso del mio intervento era questo. Sentire che adesso le donne non sono più donne perché lavorano, si sono emancipate e perché i "vecchi valori" si sono persi... non vi mette un poco di tristezza? A me sì, e pure tanto.
 

danny

Utente di lunga data
Parlavo di un'altra cosa (e fra l'altro a me la lingerie piace pure, e parecchio: ci gioco e mi ci diverto molto), ma non so se riesco a spiegarmi bene. Ho letto che stirare le camicie al marito e sapergliele abbinare, assieme a tutto un set di valore, è stato dato come un contenitore generico dell'essere donna. Ma perché? Se a me piacciono i videogiochi, se non sono in grado di abbinare i vestiti o di fare bene le faccende di casa lo sono di meno? Ci sono dei modi di fare o pensare che sono più femminili di altri? Le persone sono persone: l'"essere uomo" ed "essere donna" sono concetti, a mio dire, assolutamente fasi e fuorvianti (e frequentare un uomo me ne sta dando la conferma). Si è persone. Il senso del mio intervento era questo. Sentire che adesso le donne non sono più donne perché lavorano, si sono emancipate e perché i "vecchi valori" si sono persi... non vi mette un poco di tristezza? A me sì, e pure tanto.
Si sta parlando di nonne e di ruoli che un tempo erano appiccicati ai sessi.
L'uomo era il punto di riferimento economico e la sua importanza stava nel funzionare da sostegno economico per la famiglia - moglie e figli.
L'importanza della donna era data dal ruolo di amministratrice della casa e da quello di madre.
Questa dualità creava - sulla carta e quindi molto in teoria si intende - un appagamento di entrambi i generi in quanto sia l'uomo che la donna si ritenevano necessari e complementari. La coppia di default era un punto di arrivo, la condizione di singletudine... una iattura.
Da decenni la situazione è molto cambiata: uomini e donne sono ugualmente indipendenti, conducono stili di vita simili, quindi i ruoli non possono più funzionare come un tempo.
Quello che si richiede a una coppia è perciò profondamente differente rispetto al passato. E' soprattutto benessere.
Il ruolo dell'uomo soprattutto ha subito un contraccolpo: non essendo più indispensabile quello di sostegno economico gli si chiede di funzionare da sostegno emotivo, ovvero di accogliere la donna e farla sentire sentire appagata, compresa, stimata per il suo essere donna, in tutta la sua complessità che ora fatica a emergere in un mondo in cui lei viene parificata all'uomo e le vengono richieste prestazioni e compiti (un tempo) da uomo.
Insomma, qualcuno dovrà pur avere il compito di far sentire una donna "donna" quando questo non è più stabilito da un ruolo.
E' un ruolo molto più impegnativo e difficile, al quale non tutti gli uomini sono preparati, e che rende anche implicito un processo di femminilizzazione del maschio, che comporta di conseguenza e purtroppo una sua minor attrattiva sessuale: la donna quindi si trova di fronte a un panorama fatto di uomini un po' all'antica e pertanto poco accoglienti ma ancora dotati di una forte carica sessuale e di uomini accoglienti ma femminili e quindi poco eccitanti dal punto di vista sessuale. Questo spiega anche perché il tradimento femminile è molto cresciuto negli anni: non ci sono molti uomini capaci di soddisfare tali richieste contemporaneamente che, ripeto, sono complesse e non adeguatamente esplicitate.
Dall'altro lato la donna si è mascolinizzata, conducendo uno stile di vita affatto distante da quello maschile.
Anche l'uomo sente la necessità di avere accanto a sé una compagna che sia "donna" e lo faccia sentire uomo, e l'unico campo in cui spera (o crede) ancora di trovare margini di manovra è quello sessuale (ma anche lì le cose stanno cambiando): da qui le richieste di abitini sexy e comunque seducenti o di prestazioni sessuali che comportino una sensazione di dominanza maschile.
Ma anche in questo campo le cose non sembrano andare bene, per i motivi già indicati sopra.
 
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Brunetta

Utente di lunga data
Si sta parlando di nonne e di ruoli che un tempo erano appiccicati ai sessi.
L'uomo era il punto di riferimento economico e la sua importanza stava nel funzionare da sostegno economico per la famiglia - moglie e figli.
L'importanza della donna era data dal ruolo di amministratrice della casa e da quello di madre.
Questa dualità creava - sulla carta e quindi molto in teoria si intende - un appagamento di entrambi i generi in quanto sia l'uomo che la donna si ritenevano necessari e complementari. La coppia di default era un punto di arrivo, la condizione di singletudine... una iattura.
Da decenni la situazione è molto cambiata: uomini e donne sono ugualmente indipendenti, conducono stili di vita simili, quindi i ruoli non possono più funzionare come un tempo.
Quello che si richiede a una coppia è perciò profondamente differente rispetto al passato.
Il ruolo dell'uomo soprattutto ha subito un contraccolpo: non essendo più indispensabile quello di sostegno economico gli si chiede di funzionare da sostegno emotivo, ovvero di accogliere la donna e farla sentire sentire appagata, compresa, stimata per il suo essere donna, in tutta la sua complessità che ora fatica a emergere in un mondo in cui lei viene parificata all'uomo e le vengono richieste prestazioni e compiti (un tempo) da uomo.
Insomma, qualcuno dovrà pur avere il compito di far sentire una donna "donna" quando questo non è più stabilito da un ruolo.
E' un ruolo molto più impegnativo e difficile, al quale non tutti gli uomini sono preparati, e che rende anche implicito un processo di femminilizzazione del maschio, che comporta di conseguenza e purtroppo una sua minor attrattiva sessuale: la donna quindi si trova di fronte a un panorama fatto di uomini un po' all'antica e pertanto poco accoglienti ma ancora dotati di una forte carica sessuale e di uomini accoglienti ma femminili e quindi poco eccitanti dal punto di vista sessuale. Questo spiega anche perché il tradimento femminile è molto cresciuto negli anni: non ci sono molti uomini capaci di soddisfare tali richieste contemporaneamente che, ripeto, sono complesse.
Dall'altro lato la donna si è mascolinizzata, conducendo uno stile di vita affatto distante da quello maschile.
Anche l'uomo sente la necessità di avere accanto a sé una compagna che sia "donna" e lo faccia sentire uomo, e l'unico campo in cui riesce ancora a trovare margini di manovra è quello sessuale: da qui le richieste di abitini sexy e comunque seducenti o di prestazioni sessuali che comportino la sensazione di dominanza maschile.
Ma anche in questo campo le cose non sembrano andare bene, per i motivi già indicati sopra.
Io non vedo questa mascolinizzazione delle donne e femminilizzazione degli uomini, io vedo una infantilizzazione di entrambi che rifiutano i ruoli relazionali adulti, tra loro e con i figli o che li devono interpretare con estrema riluttanza e insofferenza e lo fanno con il desiderio che possano impegnare come tempo e fatica il meno possibile. Si sente come un diritto il divertimento è tutto il resto un peso da cui cercare di liberarsi.

Non è che sia avvenuto spontaneamente, è stata la società consumista che che ha creato generazioni infantili che infatti in una situazione di crisi economica e culturale siamo tutti (o quasi) capricciosamente alla ricerca di chi possa garantire il ripristino della condizione di paese dei balocchi per il quale siamo stati formati.
Però la società è fonte di frustrazione e le relazioni pure.
Io vedo prevalentemente reazioni, a livello personale e sociale e politico, alla ricerca, in alleanza con “coetanei” (emotivamente) adolescenti di soluzioni infantili ribelli nei confronti di regole e obblighi “paterni” e speranzosi di indulgenze “materne”.
 

nina

Utente di lunga data
Io non vedo questa mascolinizzazione delle donne e femminilizzazione degli uomini, io vedo una infantilizzazione di entrambi che rifiutano i ruoli relazionali adulti, tra loro e con i figli o che li devono interpretare con estrema riluttanza e insofferenza e lo fanno con il desiderio che possano impegnare come tempo e fatica il meno possibile. Si sente come un diritto il divertimento è tutto il resto un peso da cui cercare di liberarsi.

Non è che sia avvenuto spontaneamente, è stata la società consumista che che ha creato generazioni infantili che infatti in una situazione di crisi economica e culturale siamo tutti (o quasi) capricciosamente alla ricerca di chi possa garantire il ripristino della condizione di paese dei balocchi per il quale siamo stati formati.
Però la società è fonte di frustrazione e le relazioni pure.
Io vedo prevalentemente reazioni, a livello personale e sociale e politico, alla ricerca, in alleanza con “coetanei” (emotivamente) adolescenti di soluzioni infantili ribelli nei confronti di regole e obblighi “paterni” e speranzosi di indulgenze “materne”.
Quoto. Prima eravamo una massa di cretini frustrati, ora siamo una massa di cretini e basta. :rotfl:
 

nina

Utente di lunga data
Si sta parlando di nonne e di ruoli che un tempo erano appiccicati ai sessi.
L'uomo era il punto di riferimento economico e la sua importanza stava nel funzionare da sostegno economico per la famiglia - moglie e figli.
L'importanza della donna era data dal ruolo di amministratrice della casa e da quello di madre.
Questa dualità creava - sulla carta e quindi molto in teoria si intende - un appagamento di entrambi i generi in quanto sia l'uomo che la donna si ritenevano necessari e complementari. La coppia di default era un punto di arrivo, la condizione di singletudine... una iattura.
Da decenni la situazione è molto cambiata: uomini e donne sono ugualmente indipendenti, conducono stili di vita simili, quindi i ruoli non possono più funzionare come un tempo.
Quello che si richiede a una coppia è perciò profondamente differente rispetto al passato. E' soprattutto benessere.
Il ruolo dell'uomo soprattutto ha subito un contraccolpo: non essendo più indispensabile quello di sostegno economico gli si chiede di funzionare da sostegno emotivo, ovvero di accogliere la donna e farla sentire sentire appagata, compresa, stimata per il suo essere donna, in tutta la sua complessità che ora fatica a emergere in un mondo in cui lei viene parificata all'uomo e le vengono richieste prestazioni e compiti (un tempo) da uomo.
Insomma, qualcuno dovrà pur avere il compito di far sentire una donna "donna" quando questo non è più stabilito da un ruolo.
E' un ruolo molto più impegnativo e difficile, al quale non tutti gli uomini sono preparati, e che rende anche implicito un processo di femminilizzazione del maschio, che comporta di conseguenza e purtroppo una sua minor attrattiva sessuale: la donna quindi si trova di fronte a un panorama fatto di uomini un po' all'antica e pertanto poco accoglienti ma ancora dotati di una forte carica sessuale e di uomini accoglienti ma femminili e quindi poco eccitanti dal punto di vista sessuale. Questo spiega anche perché il tradimento femminile è molto cresciuto negli anni: non ci sono molti uomini capaci di soddisfare tali richieste contemporaneamente che, ripeto, sono complesse e non adeguatamente esplicitate.
Dall'altro lato la donna si è mascolinizzata, conducendo uno stile di vita affatto distante da quello maschile.
Anche l'uomo sente la necessità di avere accanto a sé una compagna che sia "donna" e lo faccia sentire uomo, e l'unico campo in cui spera (o crede) ancora di trovare margini di manovra è quello sessuale (ma anche lì le cose stanno cambiando): da qui le richieste di abitini sexy e comunque seducenti o di prestazioni sessuali che comportino una sensazione di dominanza maschile.
Ma anche in questo campo le cose non sembrano andare bene, per i motivi già indicati sopra.
Ma perché uno dovrebbe "sentirsi" uomo o donna in una società come la nostra? È qui che non trovo il senso.
 

Mat78

Utente di lunga data
Ma perché uno dovrebbe "sentirsi" uomo o donna in una società come la nostra? È qui che non trovo il senso.
Perché siamo uomini e donne, è la natura. Come hai la sensazione di fame o sete o la paura ed il dolore. È con quello che state scrivendo dimostrate che la società cosiddetta moderna, sta rinnegato la stessa natura ed insinua la paura di essere uomini e donne. È bello essere diversi all'interno di una coppia con i propri difetti e pregi di entrambi i sessi (non parlo di diritti o doveri), ed è questo che si è perso, ed è per questo che le famiglie non funzionano più.
 

danny

Utente di lunga data
Io non vedo questa mascolinizzazione delle donne e femminilizzazione degli uomini, io vedo una infantilizzazione di entrambi che rifiutano i ruoli relazionali adulti, tra loro e con i figli o che li devono interpretare con estrema riluttanza e insofferenza e lo fanno con il desiderio che possano impegnare come tempo e fatica il meno possibile. Si sente come un diritto il divertimento è tutto il resto un peso da cui cercare di liberarsi.

Non è che sia avvenuto spontaneamente, è stata la società consumista che che ha creato generazioni infantili che infatti in una situazione di crisi economica e culturale siamo tutti (o quasi) capricciosamente alla ricerca di chi possa garantire il ripristino della condizione di paese dei balocchi per il quale siamo stati formati.
Però la società è fonte di frustrazione e le relazioni pure.
Io vedo prevalentemente reazioni, a livello personale e sociale e politico, alla ricerca, in alleanza con “coetanei” (emotivamente) adolescenti di soluzioni infantili ribelli nei confronti di regole e obblighi “paterni” e speranzosi di indulgenze “materne”.
Una società privata di religione e di ideologie, di regole e norme comuni, che ha cancellato i ruoli di genere, le identità delle comunità e dà una connotazione negativa a tutto ciò che è vecchio (come se la storia fosse obsoleta) e propone modelli mediatici consumistici globali sempre da aggiornare e a cui restare ancorati, dove può trovare risposte se non nell'edonismo, con o senza droghe?
Hai mai visto i video dei rapper neri usa? Quelli che hanno la Lamborghini e le ragazze col culo di fuori e nelle loro canzoni parlano di "firme della moda" e di quanto sia figo avere tanti soldi e farsi di cocaina (o crack)?
Hai presente il culo (rifatto) di Jennifer Lopez (47 anni, copertina del catalogo Guess 2018)?
Le frustrazioni che comporta l'incompleta adesione ai modelli come questi è carburante per il consumismo mondiale.
E ovviamente non può non influenzare le ambizioni individuali.
La domanda che ti faccio è questa: perché una persona dovrebbe impegnarsi, sbattersi, accettare compromessi e fare sacrifici per mettere su famiglia o conservarla quando può scegliere una vita più divertente e sicuramente ugualmente appagante senza assumersi anche la responsabilità di fare i figli o accettare un coniuge divenuto noioso e destinato a invecchiare e magare a diventare un peso da assistere? La vita è una sola, si dice sempre. No? (in fin dei conti il tema lo aveva già affrontato Collodi)
 
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danny

Utente di lunga data
Perché siamo uomini e donne, è la natura. Come hai la sensazione di fame o sete o la paura ed il dolore. È con quello che state scrivendo dimostrate che la società cosiddetta moderna, sta rinnegato la stessa natura ed insinua la paura di essere uomini e donne. È bello essere diversi all'interno di una coppia con i propri difetti e pregi di entrambi i sessi (non parlo di diritti o doveri), ed è questo che si è perso, ed è per questo che le famiglie non funzionano più.
:up:
Sì, direi anche che è fondamentale essere diversi all'interno di una coppia.
Trovare e mantenere un proprio ruolo e non essere sviliti quando lo si cerca.
Un ruolo che comprenda le differenze che i generi hanno.
Quando si balla in coppia non ci possono essere due persone contemporaneamente che conducono.
Oggi, infatti, si balla da soli.:D
 
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spleen

utente ?
Una società privata di religione e di ideologie, di regole e norme comuni, che ha cancellato i ruoli di genere, le identità delle comunità e dà una connotazione negativa a tutto ciò che è vecchio (come se la storia fosse obsoleta) e propone modelli mediatici consumistici globali sempre da aggiornare e a cui restare ancorati, dove può trovare risposte se non nell'edonismo, con o senza droghe? Hai mai visto i video dei rapper neri usa? Quelli che hanno la Lamborghini e le ragazze col culo di fuori e nelle loro canzoni parlano di "firme della moda" e di quanto sia figo avere tanti soldi e farsi di cocaina (o crack)? Hai presente il culo (rifatto) di Jennifer Lopez (47 anni, copertina del catalogo Guess 2018)? Le frustrazioni che comporta l'incompleta adesione ai modelli come questi è carburante per il consumismo mondiale. E ovviamente non può non influenzare le ambizioni individuali. La domanda che ti faccio è questa: perché una persona dovrebbe impegnarsi, sbattersi, accettare compromessi e fare sacrifici per mettere su famiglia o conservarla quando può scegliere una vita più divertente e sicuramente ugualmente appagante senza assumersi anche la responsabilità di fare i figli o accettare un coniuge divenuto noioso e destinato a invecchiare e magare a diventare un peso da assistere? La vita è una sola, si dice sempre. No?
Posso riapondere anch' io? Perchè a cercare di avere una vita edonistica e basta sono capaci tutti, di riuscirci per davvero pochissimi. Così la ricerca del piacere, produce legioni di infantili insoddisfatti che sacrificano il bene proprio e comune per il piacere e finiscono per diventare o degli sprovveduti o degli stupidi o dei banditi. http://discettazionierranti.blogspot.it/2013/10/stupidita-3-il-piano-cartesiano-di-c-m.html
 
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