Ho diversi conoscenti ed amici africani: nessuno di loro viveva in baracche. E stento a credere che chi ci vivesse, abbia trovato tre/quattromila dollari o euro, per rischiare la vita su di un gommone sgonfio. A sto punto, era meglio il colonialismo (per paradosso) , in quanto le persone non dovevano (e potevano) spostarsi.Chi porta uno stomaco di agnello sulla testa per kilometri,con l'acqua per la famiglia,non me lo vedo ambire a vivere in una banlieue parigina. Diciamo che al di fuori di guerre spesso innescate o sponsorizzate dall'Occidente, o di scontri ed epurazioni etniche, in contesti tribali ,o presunti tali, tutte le persone che rischiano con modalità inumane per trasferirsi in Europa, sono motivate da una legittima aspirazione al miglioramento. Ma questo non ne fa un diritto assoluto,in considerazione che ciascuna nazione possa decidere se ,quando e quanti immigrati economici possa ospitare. Altrimenti si assiste all'inevitabile speculazione che , come si ricorda, investe politica, cooperative, organizzazioni malavitose (c'era chi diceva che col traffico degli immigrati guadagnava più che con la droga, ma pare che i benpensanti ed i radical chic non prestino attenzione a questi rischi).