danny
Utente di lunga data
Assolutamente no. Hai presente il finale di Titanic?Si, se il premio è l'altro.
Assolutamente no. Hai presente il finale di Titanic?Si, se il premio è l'altro.
Hai presente premi e punizioni di Angela che ho cittato sopra e che nessuno qui dentro sembra aver letto? E che spiega in modo esemplare anche come il sacrificio estremo abbia un risvolto egoistico, un premio nascosto._____So che sto parlando di un argomento assai scomodo ai più ma estremamente realistico dal punto di vista comportamentale, è più facile farsi una bella abbuffata di idealismo, sazia sempre.________________________________________________________Allego recensione libro, già dice qualcosa:__________ Gli ammaestratori nei circhi sanno bene una cosa: per insegnare un esercizio a un animale bisogna dargli una ricompensa. La scimmia farà una capriola solo se si aspetta una bella banana e un cane abbaierà a comando solo se gli si darà un biscotto. C'è però un altro modo per insegnare qualcosa a un animale: metterlo di fronte al fatto che se non eseguirà un dato compito, avrà una punizione. Ricevere un premio o evitare una punizione sono le uniche condizioni accettate dagli animali per imparare a eseguire un comportamento. Questa situazione è in realtà la regola che governa la vita di ogni animale in natura. L'uomo la sfrutta per divertire, come nei circhi, o per aiutare se stesso, come nel caso degli animali per disabili o i cani antidroga. A noi uomini viene spontaneo pensare che la maggior parte delle nostre azioni non siano finalizzate a ricevere un premio o a evitare una punizione. Anzi, molte delle cose che facciamo sembrano essere prive di un preciso scopo e alcune altre, addirittura, sono rivolte a far stare meglio gli altri, anche a nostro discapito. Ma le cose stanno veramente così? Siamo davvero slegati dal sistema di premi e punizioni che regola la vita degli animali? E siamo realmente capaci di azioni altruistiche? Piero Angela, nel suo ultimo libro, descrive come si possa osservare la vita dell'uomo nell'ottica del sistema premi-punizioni. Sembrerebbe ovvio dire che chiunque cerca di ottenere cose piacevoli e di evitare quelle spiacevoli, ma come spiega Angela la ricerca di premi e l'allontanamento delle punizioni penetrano la nostra vita in maniera profonda, e la condizionano in ogni suo aspetto. Gli esempi forniti nella prima parte del libro, dedicata al comportamento individuale, sono molteplici e spesso sorprendenti. L'individuo viene poi inserito nella vita collettiva che è a sua volta impostata su premi e punizioni. Questa seconda parte risulta particolarmente interessante, anche perché ci illustra come certe società possano essere diverse da altre. Un esempio sono le famose città svizzere, molto pulite non perché i cittadini siano ben educati ma perché ci sono forti controlli e pesanti sanzioni. Benché divulgativo, il libro affronta ogni argomento basandosi su fatti e considerazioni ben fondate. Senza fare paragoni con le teorie classiche del comportamento umano, ci propone un'interpretazione del nostro comportamento chiara e semplice. L'efficacia della chiave di lettura è notevole. Non c'è aspetto umano che non possa essere ricondotto al sistema di premi e punizioni. Persino la scelta di diventare monaca di clausura o di suicidarsi. Nella prima riga del libro, Piero Angela scrive: "Scopo di questo libro è cercare di capire meglio le leve del comportamento umano". Scoprire che queste leve rientrano nel sistema di premi e punizioni non è certo offensivo per l'uomo. Anzi, come viene detto nel libro, rendersi conto di quali regole ci siano alla base delle nostre azioni ci può aiutare a comprendere meglio noi stessi e gli altri. E assecondare queste regole può voler dire cercare la felicità.Assolutamente no. Hai presente il finale di Titanic?
E te pensa che croce a chi si innamora davanti a un pianoforte con lui che suona con passione:rotfl::rotfl::rotfl:
la musica era facile![]()
Ho scritto altri post esplicativi, non credevo necessari un altro per dire a distanza di una pagina la stessa cosa.Sto attendendo spiegazioni, sono tardo
Grazie.Ho scritto altri post esplicativi, non credevo necessari un altro per dire a distanza di una pagina la stessa cosa.
E' divertente buttare in vacca....meno male ho avuto una pessima giornataE te pensa che croce a chi si innamora davanti a un pianoforte con lui che suona con passione
E si ritrova un bigongio di merda che fa il concerto di scuregge sul divano in salotto...
"Ma io lo desidero lo stesso.. è sempre lui.."
Si, da na sega.. :mexican:
Una sintesi esclude ciò che è più importante ovvero che, attraverso l’educazione, se ben fatta e quindi funziona, il premio e la punizione diventano intrinseche e la valutazione esterna perfino superflua.Hai presente premi e punizioni di Angela che ho cittato sopra e che nessuno qui dentro sembra aver letto? E che spiega in modo esemplare anche come il sacrificio estremo abbia un risvolto egoistico, un premio nascosto._____So che sto parlando di un argomento assai scomodo ai più ma estremamente realistico dal punto di vista comportamentale, è più facile farsi una bella abbuffata di idealismo, sazia sempre.________________________________________________________Allego recensione libro, già dice qualcosa:__________ Gli ammaestratori nei circhi sanno bene una cosa: per insegnare un esercizio a un animale bisogna dargli una ricompensa. La scimmia farà una capriola solo se si aspetta una bella banana e un cane abbaierà a comando solo se gli si darà un biscotto. C'è però un altro modo per insegnare qualcosa a un animale: metterlo di fronte al fatto che se non eseguirà un dato compito, avrà una punizione. Ricevere un premio o evitare una punizione sono le uniche condizioni accettate dagli animali per imparare a eseguire un comportamento. Questa situazione è in realtà la regola che governa la vita di ogni animale in natura. L'uomo la sfrutta per divertire, come nei circhi, o per aiutare se stesso, come nel caso degli animali per disabili o i cani antidroga. A noi uomini viene spontaneo pensare che la maggior parte delle nostre azioni non siano finalizzate a ricevere un premio o a evitare una punizione. Anzi, molte delle cose che facciamo sembrano essere prive di un preciso scopo e alcune altre, addirittura, sono rivolte a far stare meglio gli altri, anche a nostro discapito. Ma le cose stanno veramente così? Siamo davvero slegati dal sistema di premi e punizioni che regola la vita degli animali? E siamo realmente capaci di azioni altruistiche? Piero Angela, nel suo ultimo libro, descrive come si possa osservare la vita dell'uomo nell'ottica del sistema premi-punizioni. Sembrerebbe ovvio dire che chiunque cerca di ottenere cose piacevoli e di evitare quelle spiacevoli, ma come spiega Angela la ricerca di premi e l'allontanamento delle punizioni penetrano la nostra vita in maniera profonda, e la condizionano in ogni suo aspetto. Gli esempi forniti nella prima parte del libro, dedicata al comportamento individuale, sono molteplici e spesso sorprendenti. L'individuo viene poi inserito nella vita collettiva che è a sua volta impostata su premi e punizioni. Questa seconda parte risulta particolarmente interessante, anche perché ci illustra come certe società possano essere diverse da altre. Un esempio sono le famose città svizzere, molto pulite non perché i cittadini siano ben educati ma perché ci sono forti controlli e pesanti sanzioni. Benché divulgativo, il libro affronta ogni argomento basandosi su fatti e considerazioni ben fondate. Senza fare paragoni con le teorie classiche del comportamento umano, ci propone un'interpretazione del nostro comportamento chiara e semplice. L'efficacia della chiave di lettura è notevole. Non c'è aspetto umano che non possa essere ricondotto al sistema di premi e punizioni. Persino la scelta di diventare monaca di clausura o di suicidarsi. Nella prima riga del libro, Piero Angela scrive: "Scopo di questo libro è cercare di capire meglio le leve del comportamento umano". Scoprire che queste leve rientrano nel sistema di premi e punizioni non è certo offensivo per l'uomo. Anzi, come viene detto nel libro, rendersi conto di quali regole ci siano alla base delle nostre azioni ci può aiutare a comprendere meglio noi stessi e gli altri. E assecondare queste regole può voler dire cercare la felicità.
Ma secondo te una che si innamora di un calciatore poi lo rimprovera di non essere più capocannoniere?E te pensa che croce a chi si innamora davanti a un pianoforte con lui che suona con passione
E si ritrova un bigongio di merda che fa il concerto di scuregge sul divano in salotto...
"Ma io lo desidero lo stesso.. è sempre lui.."
Si, da na sega.. :mexican:
Insipiente ci sta :up:Invece io penso non solo che il genitore sia egoista, ma anche così insipiente e improvvido da comunicare al figlio che il suo farsi male sarebbe solo una seccatura. Ne ho sentiti e ne sono rimasta inorridita. Mai mi sono sognata di far vivere al miei nulla come una seccatura nei miei confronti.
Orrore altro che i film di zombie.Insipiente ci sta :up:
però io ne vedo. Specie certe madri quando van a far la spesa con bambini di 7, 8 anni, robe tipo "se continui ancora (magari a chiedere qualcosa facendo la lagna) ti volto e ti faccio fare un volo che ti spiaccico al muro come una zanzara" (detto in dialetto)."
Certi modi son talmente usati che alcuni comici della zona ne han fatto caricature da portare in scena.
No, il premio intrinseco, nel mio comportamento è la cura di te, vista come premio estrinseco che sarà condiviso nella cura stessa e che diventerà oggetto di premio per entrambi. Ma qua continuate sdegnosamente ad agitare il mattarello -pretendendo- di essere amate per lo status tout court, per quello che siete e basta non -ANCHE- per quello che fate. Buona fortuna. E riflettete anche sul fatto, visto che quello che fate, avete fatto o farete non conti granchè che comunque presumibilmente andate pure voi due volte dal parrucchiere alla settimana, mettete le scarpe intonate e il rossetto in tinta, e non venitemi a raccontare che lo fate per voi stesse, che fareste ridere, vi trasformate ogni giorno pure voi in un premio intrinseco.Una sintesi esclude ciò che è più importante ovvero che, attraverso l’educazione, se ben fatta e quindi funziona, il premio e la punizione diventano intrinseche e la valutazione esterna perfino superflua. Se nel contesto il premio è “te lo do se fai la fatica di mantenerti in forma”, la risposta può anche essere “tienitelo pure” perché la soddisfazione intrinseca (personale della forma e di coppia nella relazione) è stata trasformata in premio estrinseco.
Io continuo a non seguirtiNo, il premio intrinseco, nel mio comportamento è la cura di te, vista come premio estrinseco che sarà condiviso nella cura stessa e che diventerà oggetto di premio per entrambi. Ma qua continuate sdegnosamente ad agitare il mattarello -pretendendo- di essere amate per lo status tout court, per quello che siete e basta non -ANCHE- per quello che fate. Buona fortuna. E riflettete anche sul fatto, visto che quello che fate, avete fatto o farete non conti granchè che comunque presumibilmente andate pure voi due volte dal parrucchiere alla settimana, mettete le scarpe intonate e il rossetto in tinta, e non venitemi a raccontare che lo fate per voi stesse, che fareste ridere, vi trasformate ogni giorno pure voi in un premio intrinseco.
E se il premio non fosse l'altro, ma noi stessi e il nostro star bene?Hai presente premi e punizioni di Angela che ho cittato sopra e che nessuno qui dentro sembra aver letto? E che spiega in modo esemplare anche come il sacrificio estremo abbia un risvolto egoistico, un premio nascosto._____So che sto parlando di un argomento assai scomodo ai più ma estremamente realistico dal punto di vista comportamentale, è più facile farsi una bella abbuffata di idealismo, sazia sempre.________________________________________________________Allego recensione libro, già dice qualcosa:__________ Gli ammaestratori nei circhi sanno bene una cosa: per insegnare un esercizio a un animale bisogna dargli una ricompensa. La scimmia farà una capriola solo se si aspetta una bella banana e un cane abbaierà a comando solo se gli si darà un biscotto. C'è però un altro modo per insegnare qualcosa a un animale: metterlo di fronte al fatto che se non eseguirà un dato compito, avrà una punizione. Ricevere un premio o evitare una punizione sono le uniche condizioni accettate dagli animali per imparare a eseguire un comportamento. Questa situazione è in realtà la regola che governa la vita di ogni animale in natura. L'uomo la sfrutta per divertire, come nei circhi, o per aiutare se stesso, come nel caso degli animali per disabili o i cani antidroga. A noi uomini viene spontaneo pensare che la maggior parte delle nostre azioni non siano finalizzate a ricevere un premio o a evitare una punizione. Anzi, molte delle cose che facciamo sembrano essere prive di un preciso scopo e alcune altre, addirittura, sono rivolte a far stare meglio gli altri, anche a nostro discapito. Ma le cose stanno veramente così? Siamo davvero slegati dal sistema di premi e punizioni che regola la vita degli animali? E siamo realmente capaci di azioni altruistiche? Piero Angela, nel suo ultimo libro, descrive come si possa osservare la vita dell'uomo nell'ottica del sistema premi-punizioni. Sembrerebbe ovvio dire che chiunque cerca di ottenere cose piacevoli e di evitare quelle spiacevoli, ma come spiega Angela la ricerca di premi e l'allontanamento delle punizioni penetrano la nostra vita in maniera profonda, e la condizionano in ogni suo aspetto. Gli esempi forniti nella prima parte del libro, dedicata al comportamento individuale, sono molteplici e spesso sorprendenti. L'individuo viene poi inserito nella vita collettiva che è a sua volta impostata su premi e punizioni. Questa seconda parte risulta particolarmente interessante, anche perché ci illustra come certe società possano essere diverse da altre. Un esempio sono le famose città svizzere, molto pulite non perché i cittadini siano ben educati ma perché ci sono forti controlli e pesanti sanzioni. Benché divulgativo, il libro affronta ogni argomento basandosi su fatti e considerazioni ben fondate. Senza fare paragoni con le teorie classiche del comportamento umano, ci propone un'interpretazione del nostro comportamento chiara e semplice. L'efficacia della chiave di lettura è notevole. Non c'è aspetto umano che non possa essere ricondotto al sistema di premi e punizioni. Persino la scelta di diventare monaca di clausura o di suicidarsi. Nella prima riga del libro, Piero Angela scrive: "Scopo di questo libro è cercare di capire meglio le leve del comportamento umano". Scoprire che queste leve rientrano nel sistema di premi e punizioni non è certo offensivo per l'uomo. Anzi, come viene detto nel libro, rendersi conto di quali regole ci siano alla base delle nostre azioni ci può aiutare a comprendere meglio noi stessi e gli altri. E assecondare queste regole può voler dire cercare la felicità.
A me sembra chiaro.Io continuo a non seguirti
Certo che voglio essere amata per quello che sono e per quello che faccio anche
Ma i motivi per cui voglio essere amata io possono essere diversi da quelli per cui tu ami e desideri una donna, quindi è fondamentale trovarsi
Certo che vado dal parrucchiere e mi trucco per piacere a chi voglio. La diversità per me è vedere in te il desiderio per me anche quando decido che non ho voglia di parrucchiere tacchi e trucco. E' fondamentale, ed è quello che mi fa prendere in considerazione l'idea di frequentarti.
Se è vero che il tradimento colpisce quasi una coppia su tre si potrà certamente dire che non è giusto ma che è abbastanza 'normale' che succeda.Non è che perché è successo bisogna considerarlo normale.
Ci sono anche i furbetti del cartellino, ma la normalità è andare a lavorare e se quelli ci dicono che la natura umana è star sopra un albero e non al lavoro, li prendiamo a calci in culo.
Uno che se la spassa non ha nè il tempo, nè la voglia, nè l'esigenza di venirlo a raccontare qui..:carneval:Ma non lo so, sai?
Qui dentro leggo di tanti che non è che poi se la siano così spassata.
Alcuni si, per carità. Alcuni (vedi Orbis) ammettono che è una esigenza fisiologica. (e il resto sbattimento). Per alcuni sono salti mortali. Per altri e' un po' tutta una rincorsa. Altri (ma non così tanti) hanno magari trovato una compensazione. Credo che ogni storia sia a sé stante. Ma tanti mi sembran tutto, fuorché in preda a sto gran spasso. Questo a onor del vero.
Non cogli, probabilmente non hai la prospettivaMa secondo te una che si innamora di un calciatore poi lo rimprovera di non essere più capocannoniere?![]()
Manco la mia.Mia moglie non ama il sesso orale.
Mi ripiglio da solaHo come l'impressione che si faccia avanti il messaggio che avere cura dell'altro significhi volere le stesse cose.
Sbaglio?