Un problema è anche il tempo come quantità.
Ieri sono passato per il quartiere dove sono nati i miei nonni, i miei genitori, dove ho vissuto io per 20 anni.
Lo ricordo come un quartiere popolare, dove c'era sempre gente In giro, bambini nei cortili, donne in giro a far la spesa, a parlare, a tutte le ore.
Ho incontrato nell'ordine: 4 padroni di cane con pitbull, due donne velate di nero da sole e un vecchietto sciancato.
Ho camminato in mezzo alla strada (perché i marciapiedi erano pieni di cacche

dei suddetti pitbull), non passavano neppure le auto.
I bambini hanno bisogno degli adulti, ma gli adulti devono essere presenti.
E devono comunque essere adulti soddisfatti, sereni, appagati della loro vita, non frustrati, stanchi, assonnati, preoccupati. Nei quartieri popolari le persone sono scomparse perché tutti lavorano. I figli sono a scuola e poi restano soli.
Chi ha più disponibilità economiche in altri quartieri ha la baby sitter, che li gestisce fino alle 20, alle 21.
Chi può ha i nonni.
Io sono fortunato: ho un'orario, oggi (non è sempre stato così, c'era un tempo in cui mi alzavo alle 4,30 e tornavo alle 19), che mi permette di essere a casa presto. Non ho fatto carriera, nessuno mi chiede nulla in più di quel che do. E quel che resta lo impiego per la famiglia.
Ma... sono, anzi siamo, un'eccezione.
Il peso non sono mai i figli, è il resto della vita che appesantisce prima di poter stare con loro.