Quello che i bambini non dicono

Nocciola

Super Moderatore
Staff Forum
Quel poco tempo a disposizione c'è perché ci sei tu, tradito, che ti occupi dei figli e del resto.
E questo di conseguenza impedisce a chi è tradito di disporre di quel tempo per sé.
Io provai invidia all'epoca per mia moglie, l'ho sempre detto. L'invidia di chi non aveva avuto quel tempo e quei modi per spassarsela in quella maniera nella sua vita. Una sensazione che prima non provavo, perché non avevo mai ritenuto di mio interesse avere un'altra relazione, perché il centro della mia vita affettiva e sessuale era mia moglie.
Mia moglie o tuo marito non sono dei figli che hanno combinato una marachella e ora sono diventati buoni - ai figli il tempo sacrificato al nostro lo si concede di buon grado -, anche se abbiamo accettato il loro tradimento e che si siano fatti i cazzi loro e per tutte le comprensibili ragioni del mondo gli siamo restati accanto, conservando comunque le nostre frustrazioni inevitabili. Il buon padre, il buon lavoratore, il buon marito si valutano nel complesso, in quello che è stato oltre a quello che è ora. E da queste valutazioni bisogna elaborare il vero motivo per cui si è fatta questa scelta, che cosa ci aspettiamo da essa e che cosa siamo sicuri ci mancherà e si rende ora necessario per noi. Da questo e solo da questo, e non dal comportamento attuale del coniuge, si valutano le nostre scelte, quelle che riteniamo più opportune. L'ago della bilancia non è più la coppia.
Bel post
 

oriente70

Utente di lunga data
Quel poco tempo a disposizione c'è perché ci sei tu, tradito, che ti occupi dei figli e del resto.
E questo di conseguenza impedisce a chi è tradito di disporre di quel tempo per sé.
Io provai invidia all'epoca per mia moglie, l'ho sempre detto. L'invidia di chi non aveva avuto quel tempo e quei modi per spassarsela in quella maniera nella sua vita. Una sensazione che prima non provavo, perché non avevo mai ritenuto di mio interesse avere un'altra relazione, perché il centro della mia vita affettiva e sessuale era mia moglie.
Mia moglie o tuo marito non sono dei figli che hanno combinato una marachella e ora sono diventati buoni - ai figli il tempo sacrificato al nostro lo si concede di buon grado -, anche se abbiamo accettato il loro tradimento e che si siano fatti i cazzi loro e per tutte le comprensibili ragioni del mondo gli siamo restati accanto, conservando comunque le nostre frustrazioni inevitabili. Il buon padre, il buon lavoratore, il buon marito si valutano nel complesso, in quello che è stato oltre a quello che è ora. E da queste valutazioni bisogna elaborare il vero motivo per cui si è fatta questa scelta, che cosa ci aspettiamo da essa e che cosa siamo sicuri ci mancherà e si rende ora necessario per noi. Da questo e solo da questo, e non dal comportamento attuale del coniuge, si valutano le nostre scelte, quelle che riteniamo più opportune. L'ago della bilancia non è più la coppia.
Scusa Danny ma adulti con figli paragonarli a bambini,[emoji41] non è una marachella [emoji41] è una scelta ponderata [emoji41] , valutata e aimé fatta , e in quel momento famiglia e figli vanno in secondo piano[emoji41] poi se si viene scoperti in qualche modo si farà [emoji41] intanto con il tradito/a ci sono sempre i figli che obbligano a inghiottire il rospo al tradito/a.
 

Jacaranda

Utente di lunga data
Quel poco tempo a disposizione c'è perché ci sei tu, tradito, che ti occupi dei figli e del resto.
E questo di conseguenza impedisce a chi è tradito di disporre di quel tempo per sé.
Io provai invidia all'epoca per mia moglie, l'ho sempre detto. L'invidia di chi non aveva avuto quel tempo e quei modi per spassarsela in quella maniera nella sua vita. Una sensazione che prima non provavo, perché non avevo mai ritenuto di mio interesse avere un'altra relazione, perché il centro della mia vita affettiva e sessuale era mia moglie.
Mia moglie o tuo marito non sono dei figli che hanno combinato una marachella e ora sono diventati buoni - ai figli il tempo sacrificato al nostro lo si concede di buon grado -, anche se abbiamo accettato il loro tradimento e che si siano fatti i cazzi loro e per tutte le comprensibili ragioni del mondo gli siamo restati accanto, conservando comunque le nostre frustrazioni inevitabili. Il buon padre, il buon lavoratore, il buon marito si valutano nel complesso, in quello che è stato oltre a quello che è ora. E da queste valutazioni bisogna elaborare il vero motivo per cui si è fatta questa scelta, che cosa ci aspettiamo da essa e che cosa siamo sicuri ci mancherà e si rende ora necessario per noi. Da questo e solo da questo, e non dal comportamento attuale del coniuge, si valutano le nostre scelte, quelle che riteniamo più opportune. L'ago della bilancia non è più la coppia.
Io non ho provato invidia ma rabbia prima e delusione poi. Io però ero un modello di riferimento fin troppo esagerato ...non mi prendevo tempo per me per niente ...
Pero’ Danny...tutto vero ...ma tua moglie non mi sembra abbia dimostrato un “dopo” esaltante ...e se il durante e il dopo non sono esaltanti ..chiaramente le riflessioni non possono essere le stesse di un durante orrendo ma di un dopo gratificante
 

danny

Utente di lunga data
Io non ho provato invidia ma rabbia prima e delusione poi. Io però ero un modello di riferimento fin troppo esagerato ...non mi prendevo tempo per me per niente ...
Pero’ Danny...tutto vero ...ma tua moglie non mi sembra abbia dimostrato un “dopo” esaltante ...e se il durante e il dopo non sono esaltanti ..chiaramente le riflessioni non possono essere le stesse di un durante orrendo ma di un dopo gratificante
Per me è stato il contrario.
Il durante (quell'anno successivo alla prima scoperta, quando si erano visti solo 3 o 4 volte, avendomi lei assicurato che non lo avrebbe visto più) è stato bello (ricordo anche un anno dinamico con vacanze in Egitto, Saint Tropez, Corsica, etc) malgrado la mia ansia controllante senza tregua. Scopavamo anche meglio e più del solito (forse dovevo ragionare sulla quantità di ormoni che emanava, all'epoca...:rotfl:).
Dopo i problemi ci sono stati, inevitabilmente, perché la scoperta del tradimento reiterato comunque ha avuto un impatto molto forte su entrambi, cosa che ha creato anche problemi di carattere psicologico per tutti e due. E da questi ce n'è voluto di tempo per uscire e ritrovare la serenità.
Voi a quanto dici l'avete recuperata abbastanza in fretta, lui sicuramente, tenendo conto del fatto che comunque anche a tuo marito "era partita la brocca" (condizione che rende pesante rinunciare a chi si ama o desidera), ma alla fine credo che i caratteri come il genere siano diversi e questo condiziona l'esito.
Rabbia e delusione anche io li provai. A determinare l'invidia vi è lo sbilanciamento creatosi dal fatto di aver passato un periodo di merda, quando lei almeno ha avuto un anno e mezzo innegabilmente appaganti. Di cui avrà pure pagato lo scotto, per carità, però...:D Avrei preferito essere al suo posto, mettiamola così. Un bel ricordo credo almeno le sia rimasto. Sempre più di quello che è rimasto a me, di quel periodo. Poi, per carità, i figli, la famiglia, le priorità che sono innegabili, certo...
 
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Brunetta

Utente di lunga data
È curioso come un thread che era finalizzato a una riflessione su come sia necessario interpretare i bambini, che non sono adulti e non ragionano e non parlano da adulti, si sia finiti a parlare di relazione tra i coniugi (non tra i genitori!) e a il peso della responsabilità educativa.
Più passa il tempo, più apprezzo i miei genitori per mille cose che mi hanno dato con estrema naturalezza come un atteggiamento positivo nei confronti della vita e degli altri e la tendenza a conoscere la storia di ognuno. Ma c’è una cosa che non mi piaceva, certamente generazionale e comprensibile di chi ha passato la prima giovinezza sotto le bombe, che era il richiamare i sacrifici compiuti, come se lavorare non fosse necessario anche senza figli.
Quando i figli li ho avuti mi sono ripromessa di non farlo, MA ho scoperto con grande sorpresa che non l’ho proprio sentito: ogni momento passato con i figli è stato per me un dono meraviglioso, un arricchimento straordinario, e lo è tuttora che è, giustamente, un regalo più raro perché hanno una vita totalmente autonoma.
Chi non si occupa dei figli e passa con loro un tempo non di qualità, scazzato di doverlo passare e con la testa altrove, sta perdendo innanzitutto lui.

Non vedo il rapporto tra i genitori come una trattativa per suddividere un peso.
Non nego la fatica. Ricordo sere in cui ero fisicamente stremata, ma non ho mai pensato che si trattasse di un fardello da passarsi.
Non è un lavoro da quantificare in ore e fatica e suddividersi equamente. E credo che il tempo per un bagno sia ovvio darlo a entrambi, senza che sia sentito come una evasione da un lavoro che è senza orario.
Voglio dire che anche il tempo passato con i figli è tempo per sé.

Perché si è arrivati invece a dire l’opposto?
 
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danny

Utente di lunga data
Voglio dire che anche il tempo passato con i figli è tempo per sé.

Perché si è arrivati invece a dire l’opposto?
Anche dopo i 12 anni?
Magari!
A quest'età comincia l'epoca del
"Come è andata oggi?"
"Bene"
"E a scuola?"
"Bene"
"Hai studiato?"
"Bene"
"Vieni a mangiare che è pronto"
"Bene"
:rotfl:


(e la mia è ancora una che parla...)
 

Vera

Supermod disturbante
Staff Forum
Anche dopo i 12 anni?
Magari!
A quest'età comincia l'epoca del
"Come è andata oggi?"
"Bene"
"E a scuola?"
"Bene"
"Hai studiato?"
"Bene"
"Vieni a mangiare che è pronto"
"Bene"
:rotfl:


(e la mia è ancora una che parla...)
Ahahah davvero. Ieri mi fa "Oggi mi sono svegliata felicissima, abbraccerei tutti!". Stamattina era inculenta da prenderla a schiaffi.
È una piccola me. Anzi, una grande me.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Anche dopo i 12 anni?
Magari!
A quest'età comincia l'epoca del
"Come è andata oggi?"
"Bene"
"E a scuola?"
"Bene"
"Hai studiato?"
"Bene"
"Vieni a mangiare che è pronto"
"Bene"
:rotfl:


(e la mia è ancora una che parla...)
Giustamente i figli hanno bisogno di distaccarsi dai genitori e ognuno lo fa come gli viene.
Per questo bisogna riuscire a interpretare e anche trovare il giusto equilibrio tra rispettare questa fase e mantenere attenzione e dialogo, senza pensare che forse finalmente si sia vicini a liberarsi del fardello.
 

danny

Utente di lunga data
È
Chi non si occupa dei figli e passa con loro un tempo non di qualità, scazzato di doverlo passare e con la testa altrove, sta perdendo innanzitutto lui.
Un problema è anche il tempo come quantità.
Ieri sono passato per il quartiere dove sono nati i miei nonni, i miei genitori, dove ho vissuto io per 20 anni.
Lo ricordo come un quartiere popolare, dove c'era sempre gente In giro, bambini nei cortili, donne in giro a far la spesa, a parlare, a tutte le ore.
Ho incontrato nell'ordine: 4 padroni di cane con pitbull, due donne velate di nero da sole e un vecchietto sciancato.
Ho camminato in mezzo alla strada (perché i marciapiedi erano pieni di cacche:mad: dei suddetti pitbull), non passavano neppure le auto.
I bambini hanno bisogno degli adulti, ma gli adulti devono essere presenti.
E devono comunque essere adulti soddisfatti, sereni, appagati della loro vita, non frustrati, stanchi, assonnati, preoccupati. Nei quartieri popolari le persone sono scomparse perché tutti lavorano. I figli sono a scuola e poi restano soli.
Chi ha più disponibilità economiche in altri quartieri ha la baby sitter, che li gestisce fino alle 20, alle 21.
Chi può ha i nonni. Ma alla fine sono tutti soli, senza i genitori.
Io sono fortunato: ho un'orario, oggi (non è sempre stato così, c'era un tempo in cui mi alzavo alle 4,30 e tornavo alle 19), che mi permette di essere a casa presto. Non ho fatto carriera, nessuno mi chiede nulla in più di quel che do. E quel che resta lo impiego per la famiglia.
Ma... sono, anzi siamo, un'eccezione.
Il peso non sono mai i figli, è il resto della vita che appesantisce prima di poter stare con loro.
 
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Brunetta

Utente di lunga data
Un problema è anche il tempo come quantità.
Ieri sono passato per il quartiere dove sono nati i miei nonni, i miei genitori, dove ho vissuto io per 20 anni.
Lo ricordo come un quartiere popolare, dove c'era sempre gente In giro, bambini nei cortili, donne in giro a far la spesa, a parlare, a tutte le ore.
Ho incontrato nell'ordine: 4 padroni di cane con pitbull, due donne velate di nero da sole e un vecchietto sciancato.
Ho camminato in mezzo alla strada (perché i marciapiedi erano pieni di cacche:mad: dei suddetti pitbull), non passavano neppure le auto.
I bambini hanno bisogno degli adulti, ma gli adulti devono essere presenti.
E devono comunque essere adulti soddisfatti, sereni, appagati della loro vita, non frustrati, stanchi, assonnati, preoccupati. Nei quartieri popolari le persone sono scomparse perché tutti lavorano. I figli sono a scuola e poi restano soli.
Chi ha più disponibilità economiche in altri quartieri ha la baby sitter, che li gestisce fino alle 20, alle 21.
Chi può ha i nonni.
Io sono fortunato: ho un'orario, oggi (non è sempre stato così, c'era un tempo in cui mi alzavo alle 4,30 e tornavo alle 19), che mi permette di essere a casa presto. Non ho fatto carriera, nessuno mi chiede nulla in più di quel che do. E quel che resta lo impiego per la famiglia.
Ma... sono, anzi siamo, un'eccezione.
Il peso non sono mai i figli, è il resto della vita che appesantisce prima di poter stare con loro.
Non è che i bambini erano a scuola? :D
Si può tornare anche al tempo delle casalinghe, magari in una versione unisex, ma bisogna tornare al telefono duplex, andare in vacanza in treno o in 600 nella casa dei parenti, scordarsi happy hour e weekend in giro per l’Europa.
Per quanto riguarda le cacche dei cani, vengono raccolte da non più di vent’anni, prima c’erano, probabilmente c’erano però meno cani perché le famiglie non sostituivano figli e nipoti con gli animali.
Per voler essere soddisfatti gli adulti, secondo l’anagrafe, i figli non li fanno.

Ma perché qui, dove figli ne hanno tanti, si è tornati, come in ogni altro thread, a parlare dei bisogni degli adulti?
 

Nocciola

Super Moderatore
Staff Forum
Io non ho provato invidia ma rabbia prima e delusione poi. Io però ero un modello di riferimento fin troppo esagerato ...non mi prendevo tempo per me per niente ...
Pero’ Danny...tutto vero ...ma tua moglie non mi sembra abbia dimostrato un “dopo” esaltante ...e se il durante e il dopo non sono esaltanti ..chiaramente le riflessioni non possono essere le stesse di un durante orrendo ma di un dopo gratificante
Dipende da quanto il dopo sia vero. Parlo in generale
 

danny

Utente di lunga data
... se poi alla fine la vita si riduce a vedere una moglie o un marito un'oretta la sera tra una doccia, i piatti da lavare, la roba da stirare, i figli un'ora prima che vadano a letto rubando il tempo alle loro chat con gli amici o ai compiti, il tutto a disquisire di cose da fare o a raccontarsi storie inutili davanti a una tv accesa su un programma qualsiasi di merda...
Speri solo di non trovarti in casa uno che da fuoco ai senzatetto o un coniuge che si fa il collega o la collega nei ritagli di tempo in ufficio. Sono soddisfazioni...:rotfl:


(brevi istanti di alto neorealismo letterario:D)
 

Nocciola

Super Moderatore
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È curioso come un thread che era finalizzato a una riflessione su come sia necessario interpretare i bambini, che non sono adulti e non ragionano e non parlano da adulti, si sia finiti a parlare di relazione tra i coniugi (non tra i genitori!) e a il peso della responsabilità educativa.
Più passa il tempo, più apprezzo i miei genitori per mille cose che mi hanno dato con estrema naturalezza come un atteggiamento positivo nei confronti della vita e degli altri e la tendenza a conoscere la storia di ognuno. Ma c’è una cosa che non mi piaceva, certamente generazionale e comprensibile di chi ha passato la prima giovinezza sotto le bombe, che era il richiamare i sacrifici compiuti, come se lavorare non fosse necessario anche senza figli.
Quando i figli li ho avuti mi sono ripromessa di non farlo, MA ho scoperto con grande sorpresa che non l’ho proprio sentito: ogni momento passato con i figli è stato per me un dono meraviglioso, un arricchimento straordinario, e lo è tuttora che è, giustamente, un regalo più raro perché hanno una vita totalmente autonoma.
Chi non si occupa dei figli e passa con loro un tempo non di qualità, scazzato di doverlo passare e con la testa altrove, sta perdendo innanzitutto lui.

Non vedo il rapporto tra i genitori come una trattativa per suddividere un peso.
Non nego la fatica. Ricordo sere in cui ero fisicamente stremata, ma non ho mai pensato che si trattasse di un fardello da passarsi.
Non è un lavoro da quantificare in ore e fatica e suddividersi equamente. E credo che il tempo per un bagno sia ovvio darlo a entrambi, senza che sia sentito come una evasione da un lavoro che è senza orario.
Voglio dire che anche il tempo passato con i figli è tempo per sé.

Perché si è arrivati invece a dire l’opposto?
Perché non lo è . È un tempo che ti gratifica ma non lo vivo come tempo per me
Sono lontana dai miei figli da due settimane. Vero che sono grandi, vero anche che mi sono rigenerata. Mi sono organizzata perché non mancasse loro nulla soprattutto perché volevo evitare le dieci chiamate al giorno.
Il grande mi ha chiamato una volta e quando ho risposto stupita della chiamata: aveva sbagliato numero :D.Il piccolo mi chiama per i risultati scolastici di fine anno ma devo dire che sono stata bene ed è stato, questo sì, tempo per me.
E nonostante tutto il bene che gli voglio ammetto che non mi mancano.
 

danny

Utente di lunga data
Perché non lo è . È un tempo che ti gratifica ma non lo vivo come tempo per me
Sono lontana dai miei figli da due settimane. Vero che sono grandi, vero anche che mi sono rigenerata. Mi sono organizzata perché non mancasse loro nulla soprattutto perché volevo evitare le dieci chiamate al giorno.
Il grande mi ha chiamato una volta e quando ho risposto stupita della chiamata: aveva sbagliato numero :D.Il piccolo mi chiama per i risultati scolastici di fine anno ma devo dire che sono stata bene ed è stato, questo sì, tempo per me.
E nonostante tutto il bene che gli voglio ammetto che non mi mancano.
:up:
 

danny

Utente di lunga data
Non è che i bambini erano a scuola? :D
Si può tornare anche al tempo delle casalinghe, magari in una versione unisex, ma bisogna tornare al telefono duplex, andare in vacanza in treno o in 600 nella casa dei parenti, scordarsi happy hour e weekend in giro per l’Europa.
Magari si tornerà, quando i posti di lavoro non basteranno, in ogni caso... Oggi che si lavora in due e spesso con orari assurdi, ci si adegua a pochi, pochissimi figli la cui delega educativa va a scuola, nonni, coetanei, influencer, baby sitter, web e genitori. E per l'educazione sessuale ai porno. (ah, noi bambini che sbirciavamo al mare cosa c'era attraverso gli slip delle ragazze sdraiate il cui elastico poco aderente non arrivava alla pelle e non sapevamo nulla di milf, teen, threesomee e avevamo sempre una vicina di 40 anni che ci sembrava vecchia :sonar::sonar: che ci bucava un pallone.)
 
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Brunetta

Utente di lunga data
Perché non lo è . È un tempo che ti gratifica ma non lo vivo come tempo per me
Sono lontana dai miei figli da due settimane. Vero che sono grandi, vero anche che mi sono rigenerata. Mi sono organizzata perché non mancasse loro nulla soprattutto perché volevo evitare le dieci chiamate al giorno.
Il grande mi ha chiamato una volta e quando ho risposto stupita della chiamata: aveva sbagliato numero :D.Il piccolo mi chiama per i risultati scolastici di fine anno ma devo dire che sono stata bene ed è stato, questo sì, tempo per me.
E nonostante tutto il bene che gli voglio ammetto che non mi mancano.
Sono grandi ed è tempo per te, ma pure ...per loro. :mexican:
 

Nocciola

Super Moderatore
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Sono grandi ed è tempo per te, ma pure ...per loro. :mexican:
Ma anche quando erano piccoli avevo bisogno di tempo per me. Il tempo per loro non era tempo per me
 
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