La mamma totale chiama le corna?

Arcistufo

Papero Talvolta Posseduto
Penso che l'amore inteso come "salvezza" alla quale affidarsi, non sia un buon affare

Poi.. Dipende sempre da cosa ci si vuole salvare, troppo spesso l'amore è usato per non guardare e non guardarsi..

Assieme alle famose 4 o 5 regolette imparate alle medie
L'amore Innanzitutto lo provi o non lo provi. Se lo provi porta fisiologicamente con sé una certa dose di paraocchi. Altrimenti stai semplicemente (senilmente?) apprezzando lo stare bene con qualcun altro. Se non vuoi guardare e non ti vuoi guardare l'amore va bene come qualunque altra scusa, incluso l'appuntamento dall'estetista.
 

Skorpio

Utente di lunga data
Mi dispiace: non riesco a spiegarmi più chiaramente di come ho già fatto.
Allora sono tardo di comprendonio io, o forse è proprio questione di vocabolario, pensa che nemmeno 48 ore fa ho detto a un tale "te la devi smazzare"

Un imprenditore che deve x fine mese consegnare un lavoro, come da contratto

Mi aveva detto che ha problemi su un altro cantiere

"te la devi smazzare" = il contratto dice fine mese, e di te e del resto me ne fotto

Pare abbia capito al volo.
 

Arcistufo

Papero Talvolta Posseduto
Allora sono tardo di comprendonio io, o forse è proprio questione di vocabolario, pensa che nemmeno 48 ore fa ho detto a un tale "te la devi smazzare"

Un imprenditore che deve x fine mese consegnare un lavoro, come da contratto

Mi aveva detto che ha problemi su un altro cantiere

"te la devi smazzare" = il contratto dice fine mese, e di te e del resto me ne fotto

Pare abbia capito al volo.
io avrei preso la palla al balzo per farmi fare lo sconto sul lavoro. :LOL:
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Certo che ti spieghi. Ma il tuo pensiero è già abbastanza chiaro: sei una vecchia utente del forum e lo hai già esposto in lungo e in largo e mi sono imbattuto in molti tuoi messaggi passati.
Sono io che non mi spiego, complice anche il fatto che sono nuovo e ho scritto poco (anche se già troppo per i miei gusti! :eek: ) ed è ovviamente abbastanza automatico, almeno da principio, appiopparmi un'etichetta mainstream nel momento in cui dico che per me l'esclusività sessuale fa parte del patto.

Condivido perfettamente quando dici che il sottoscrivere un patto avendo già tacitamente in mente di non pensarla in quel modo ma con l'intenzione in partenza di sperare o indurre un cambiamento in corso d'opera equivale essenzialmente ad innescare una bomba ad orologeria e metterla sotto il letto (cfr. il tuo ex e la questione dei figli).

Ti spieghi :) sto solo opponendo riflessioni al tuo spiegare. E per quanto io sia una vecchia del forum, il mio pensiero in questi anni è mano a mano variato. Non nelle basi, o forse sì, ma quella che è arrivata qui è morta :)
Non trovo mainstream la questione dell'esclusività sessuale, trovo mainstream il percorso per arrivarci all'affermazione che l'esclusività sessuale fa parte del patto. Ossia il fatto che quella che è un raggiungimento, mai raggiunto venga messa alla base come certezza e come volano per tutta una serie di prese di posizione che alla fine dei conti non sono altro che coperte per tutta un'altra serie di timori e paure.
Il mainstream non è nè giusto nè sbagliato, come ogni cosa. E' il come lo si utilizza che a mio avviso fa una grossa differenza.

Nella mia esperienza quel voler cambiare rarissimamente è esplicitato, non tanto all'altro quanto a se stessi.
Fosse consapevole, presente alla mente e alla condotta, non sarebbe un problema.
Il punto è che in nome dell'amore si caricano sull'altro aspettative che non sono esplicitate in primis a se stessi.
Ed è questo il fulcro di tutta una serie di dinamiche da legame debole che diviene legaccio.
Le storie nascono e puntano i piedi nell'idealizzazione. Che, detta male, altro non è che sovrapporre se stessi all'altro e dare per scontato che i propri desideri siano anche quelli dell'altro. Uscire da questa fase in modo intenzionale non è affatto diffuso. Ma è esattamente il come il quando e il cosa che porta a poter parlare di com-penetrazione, con-divisione, co-costruzione.


Superamento unilaterale del limite è fare, o decidere di fare, qualcosa da soli, senza coinvolgere l'altro. In definitiva, essenzialmente io la vedo quasi come una definizione alternativa del concetto di tradimento (in senso lato).

Nel caso del tuo esempio, sarebbe superamento unilaterale del limite se nel momento in cui scoprisse di essere interessato allo scat invece di venire a dirlo a te andasse dalla vicina di casa e iniziasse a fare scat con la vicina di casa. E poi tu lo scopri non perché te lo dice ma perché li vedi dalla finestra.

Non so se sono riuscito a spiegare la differenza, ma credo di sì. Così come credo che in questo caso tu lo considereresti tradimento a tutti gli effetti, o sbaglio? Penso di no. Ma non tanto per lo scat in sé, quanto per il fatto che non è venuto a dirlo a te innescando il processo, giusto e corretto, che è quello che descrivi tu: un processo di condivisione. Eventualmente. Perché poi ci sarebbe anche da analizzare cosa succederebbe se invece alla fine non c'è condivisione da parte tua e lui resta col desiderio inespresso. O represso.

Quello che non torna in quanto descrivi è che il superamento del limite non è necessariamente una azione concreta. Anzi, dico di più, un limite prima lo si supera internamente (passati i 20 anni dove ci si butta nelle cose per il piacere di buttarsi) e poi, solo poi, si valuta se superarlo concretamente o meno.

Io e te ci conosciamo. A me non piace il pissing (uso appositamente esempi estremi). Siamo d'accordo sul fatto che non ci piace. Ad un certo punto del mio percorso nella mia sessualità comincio ad accarezzare immaginari, fantasie, sensazioni. Magari provo a pisciarmi addosso nella doccia. Mi godo le sensazioni sulla pelle e nella testa. Costruisco in me te che che pisci addosso a me e sperimento. Io sono già un'altra a questo punto, rispetto a quando ci siamo incontrati e per me il pissing era un limite insuperabile. Dentro di me sono oltre. La valutazione che faccio a questo punto, io da sola, è se voglio sperimentare o meno. Quando vengo da te e tene parlo, io sono già di là di quella soglia che avevamo stabilità insieme e ti sto chiamando. Quello che condivido non è il superamento del limite, ma l'invito a superarlo con me. E la tua risposta...beh. E' un bel casino no? Io sono di là. Ti chiamo. E qualunque sia la tua risposta rimette in gioco chi eravamo. E chi saremo. A questo punto io posso, più o meno consapevolmente scaricarti addosso il mio limite superato. Se mi ami vieni con me (e tutta la girandola dei ricatti affettivi) oppure posso proteggerti e decidere autonomamente che dopo la prima chiamata mi è chiaro che offrirtene un'altra significherebbe metterti nella condizione di attraversare del dolore (quel farsi carico del dolore dell'altro che porta alla menzogna del tradimento). Oppure posso sedermi di là e parlarti di me. E tu puoi sederti di qua e ascoltarmi e parlarmi di te. A prescindere dalla conclusione. Che ci sarà a prescindere. In un modo o nell'altro il limite è stato superato e io col mio desiderio ci faccio i conti e scelgo.


E questo ci porta al punto in cui il paragone con l'esclusività sessuale non regge più: provo a proiettare il tuo pensiero, vediamo se ci riesco.

Ed è qui che nascono le mie critiche all'esclusività sessuale messa come base indiscutibile e inamovibile. SE l'esclusività sessuale è cristallizzata a chi eravamo quando ci siamo incontrati e non è intenzionalmente strutturata per seguire invece le innovazioni di una vita (una mia critica al mainstream è che le innovazioni vengono semplicemente tacitate in nome di un patto fino a che in un modo o nell'altro qualche bomba scoppia). Il bello di una coppia che si segue è che lo scambio di coppia porta ricchezza. E nella ricchezza si superano i limiti dati. Forse se non fossi stata con te, non avrei mai avuto pensieri riguardo il pissing. Forse proprio il sesso con te mi ha portata a desiderare di oltrepassare quel limite. E di solito funziona esattamente così. Io sto con te e in un modo o nell'altro, per il dritto e per il rovescio, la relazione con te mi porta se ntire vicinanze, lontananze, desideri, fantasie che prima di incontrarti erano dormienti.

Ammettiamo che il tuo uomo venga da te con questa fantasia con la volontà di condividerla. Tu ti digerisci la sorpresa. Ci pensi. Valuti. E poi decidi che no... it's not your cup of tea. Come ti comporti? Una possibilità è che dici: no, mi dispiace: ci ho pensato ma non se ne parla. Se ho appena un po' capito come ragioni, non ci sono molte possibilità che tu risponda così ma è più facile che tu gli dica: no, guarda, non me la sento; ma se proprio non ne puoi fare a meno e trovi qualcuno con cui fare questo gioco, esaudisci pure questa fantasia.

Questo potrebbe avere addirittura l'effetto di depotenziare la sua fantasia ma nel caso in cui invece lo facesse, potrebbe tranquillamente tornare a casa e raccontartelo. E così in qualche modo condividere con te.

Ecco, il punto in cui tutti questi esempi sono difficilmente trasferibili all'esclusività sessuale in una coppia che mette l'esclusività sessuale alla base del patto è esattamente questo: la condivisione.

Se io torno a casa e dico alla mia donna: guarda, ho conosciuto una oggi... proprio carina! Mi fa un sacco di sangue e mi ha fatto capire che la cosa è reciproca. Mi ha invitato per domani a pranzo e... dopopranzo, facendomi l'occhiolino, quindi magari domani non mangiamo insieme ma vado a provare questa nuova esperienza, che ne dici? Ma tranquilla, eh? Uso solo il corpo....
Secondo te che risposta mi dovrei aspettare dalla mia donna? Qualcosa del tipo ok, vai pure... tanto non te lo potrà mai succhiare bene come faccio io...😉 oppure qualcosa del tipo oh, ma che me stai a coglionà? 😡

Se l'esclusività sessuale è alla base del patto, implicitamente non ci può essere condivisione nella coppia anche nel solo uso del corpo con altri.
Giusto o sbagliato che sia, questo non sta a te sindacarlo: nella tua coppia sei libera di scegliere i tuoi fondamenti, gli altri nelle loro coppie sono altrettanto liberi di scegliere i loro. E scegliere di mettere l'esclusività sessuale alla base del patto non vuol dire semplicemente o necessariamente accettare acriticamente un pensiero mainstream senza averne chiare le eventuali conseguenze. Semmai si possono non avere ben chiare le conseguenze nel momento in cui si decide unilateralmente di modificare quel patto.
Il punto nel tuo ultimo esempio è che tu quella carina e che ti fa sangue l'hai conosciuta. E dentro di te la stai accarezzando.
La stai già pregustando.

Sei in precontemplazione. Volente o nolente. Sei lì.
Sei già oltre nello sguardo che offri alla tua compagna.

Cosa è l'esclusività sessuale?
Annullare la precontemplazione?
O poter gustare la precontemplazione e poi raccontare all'altro e valutare come si può proseguire, anche rispetto al patto?

E guarda, che tacitare gli immaginari, non equivale a non averne.

Significa semplicemente costruire inconsapevolmente la perdita della fedeltà se stessi.

E io mi chiedo, se non ho fedeltà per me, che tipo di fedeltà sto dando all'altro?

Una regola? Una adesione cieca?

PS: ho scritto anche nel post quotato!
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
.....
In definitiva, se vuoi capire cosa provano gli altri non puoi ragionare partendo sempre dai tuoi assiomi ma devi fare lo sforzo di ragionare assumendo gli assiomi degli altri. Che non vuol dire per te non essere più fedele a te stessa: vuol dire capire cosa vuol dire per un altro essere fedele a lui stesso.

E comunque non è detto che si riesca ad arrivarci perché il processo di astrazione da sé è complicato, soprattutto se uno deve fare lo sforzo di assumere degli assiomi che rifiuta a priori per sé. Sarebbe un po' come chiedere a me di capire il ragionamento di un testimone di Geova che è disposto a lasciarsi morire pur di non farsi fare una trasfusione: ci posso arrivare... fino ad un certo punto. Oltre no, perché per me è un idiota.
Mi è invece abbastanza semplice cercare di capire il tuo ragionamento perché i tuoi assiomi io non li rifiuto a priori: semplicemente, ci ho pensato ma... non sono la mia tazza da tè!

Non so se mi sono spiegato...

PS: anche a me piace l'italiano. Un casino! È stato bello scoprire che piace molto anche all'estero, più di quanto noi italiani immaginiamo. :)
Per quanto riguarda gli assiomi. Il discorso sarebbe lungo e piuttosto complesso.
Provo a farla breve.
Presente quell'affermazione che dice "il tutto è maggiore della somma delle parti?"
E quel maggiore è dato da tutte le interconnessioni che mettono in comunicazione le parti.

Ecco. Quelle interconnessioni non sono semplicemente trasferibili.
Perchè derivano da un patrimonio di emozioni e sentimenti individuali che manco a raccontarli possono essere passati.
Questi li si può solo accettare o non accettare.
Si può solo decidere se attuare un ascolto attivo o un ascolto passivo.

Nel primo caso, si può tentare di sospendere il giudizio e le urla di sorpresa, stupore e delusione e ascoltare quella persona che ti sta davanti portandoti a visione cose che per quanto tu ti sforzi di catalogare e collocare non hanno semplicemente il posto per stare.

Trovo superbo, inutilmente superbo, pensare di potersi mettere addosso gli assiomi di qualcun altro.
E' un po' il discorso dell'empatia. Che viene malamente definita come la capacità di mettersi nei panni dell'altro.
Quando è invece la capacità e competenza di sedersi accanto all'altro e fargli compagnia senza tentare consolazione o risoluzione.
Rispettando e rispecchiando la dignità di ognuno nell'affrontare se stesso nella propria vita.

Probabilmente giudichi il geova un idiota per tuoi condizionamenti.
Ma in fondo anche lui non è semplicemente la tua cup of te.
Il fatto che tu abbia la necessità di giudicarlo non parla degli assiomi ma del tuo bisogno di differenziarti. E uscirne in modo rassicurante. (lui è un idiota)
In fondo, però, questo è il giochetto per cui non si discute con la diversità ma si cercano le somiglianze. Paura. Di perdersi.

Non a caso i giudizi più trancianti nascono riguardo aree fondamentali l'identità umana: la spiritualità, la sessualità, la relazione, la violenza. :)
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Ho appena scoperto che il mio posto nell'universo è fare il gestore di interconnessioni neurali. Tipo una compagnia telefonica, ma dentro la testa della gente :LOL:
In effetti è tendenzialmente un onore, nella mia percezione, poter guardare e ad alcuni livelli partecipare.
Per certo, è un nodo fondamentale del mio modo del desiderio. :)
 

Arcistufo

Papero Talvolta Posseduto
In effetti è tendenzialmente un onore, nella mia percezione, poter guardare e ad alcuni livelli partecipare.
Per certo, è un nodo fondamentale del mio modo del desiderio. :)
Un onore dipende dal cervello di chi. I lupi scopano le conigliette solo nei manga.
 

abebe

Utente di lunga data
Le storie nascono e puntano i piedi nell'idealizzazione. Che, detta male, altro non è che sovrapporre se stessi all'altro e dare per scontato che i propri desideri siano anche quelli dell'altro. Uscire da questa fase in modo intenzionale non è affatto diffuso.
Concordo assolutamente. E qual è secondo te il motivo di questo? Secondo me è che mediamente la giovane coppia (diciamo tra i 25 e i 30 anni) difficilmente ha fatto un percorso che può portare alla consapevolezza necessaria.

Quello che non torna in quanto descrivi è che il superamento del limite non è necessariamente una azione concreta. Anzi, dico di più, un limite prima lo si supera internamente (passati i 20 anni dove ci si butta nelle cose per il piacere di buttarsi) e poi, solo poi, si valuta se superarlo concretamente o meno.

Io e te ci conosciamo. A me non piace il pissing (uso appositamente esempi estremi). Siamo d'accordo sul fatto che non ci piace. Ad un certo punto del mio percorso nella mia sessualità comincio ad accarezzare immaginari, fantasie, sensazioni. Magari provo a pisciarmi addosso nella doccia. Mi godo le sensazioni sulla pelle e nella testa. Costruisco in me te che che pisci addosso a me e sperimento. Io sono già un'altra a questo punto, rispetto a quando ci siamo incontrati e per me il pissing era un limite insuperabile. Dentro di me sono oltre. La valutazione che faccio a questo punto, io da sola, è se voglio sperimentare o meno. Quando vengo da te e tene parlo, io sono già di là di quella soglia che avevamo stabilità insieme e ti sto chiamando. Quello che condivido non è il superamento del limite, ma l'invito a superarlo con me. E la tua risposta...beh. E' un bel casino no? Io sono di là. Ti chiamo. E qualunque sia la tua risposta rimette in gioco chi eravamo. E chi saremo. A questo punto io posso, più o meno consapevolmente scaricarti addosso il mio limite superato. Se mi ami vieni con me (e tutta la girandola dei ricatti affettivi) oppure posso proteggerti e decidere autonomamente che dopo la prima chiamata mi è chiaro che offrirtene un'altra significherebbe metterti nella condizione di attraversare del dolore (quel farsi carico del dolore dell'altro che porta alla menzogna del tradimento). Oppure posso sedermi di là e parlarti di me. E tu puoi sederti di qua e ascoltarmi e parlarmi di te. A prescindere dalla conclusione. Che ci sarà a prescindere. In un modo o nell'altro il limite è stato superato e io col mio desiderio ci faccio i conti e scelgo.
Ahhh... ma qui tu tocchi quella che è, secondo me, LA questione fondamentale di ogni coppia che aspira ad avere un orizzonte temporale ampio: è impensabile che entrambe le persone evolvano allo stesso modo contemporaneamente. Il fulcro di tutto sta nel riuscire a portare all'interno della coppia l'evoluzione che uno ad un certo punto può fare autonomamente, in modo che un mio andare oltre, nel momento che è condiviso, stimoli te ad andare oltre. E viceversa quando sei tu a muoverti e ad andare oltre.
Gettare ponti che aiutano a raggiungersi e a rincorrersi l'un l'altro, piuttosto che scavare fossati che allontanano facendo divergere i percorsi di vita fino a quando, ad un certo momento, non si scopre che ci si è completamente persi di vista.

Ed è in questo senso che, sempre secondo me, cade il parallelismo fra l'esclusività sessuale e tutte le altre fantasie: mancando la condivisione, l'esclusività sessuale può solo creare divisione, anche qualora si riuscisse a tenerla celata come predica il manuale del perfetto fedifrago. Crea divisione in quanto chi tradisce ha uno spazio solo suo, che non condivide, e questa mancanza di condivisione è il fossato che piano piano si scava nel fedifrago stesso a dispetto dell'"a casa tutto bene, grazie".

Una qualsiasi altra fantasia invece può essere usata sia per costruire ponti (se è condivisa), sia per evidenziare che si è a un bivio della coppia (se è esplicitata ma non condivisa), sia, infine, per scavare un fossato (se non è neanche esplicitata).

E, ovviamente, non c'è bisogno che la fantasia sia estrema. Può essere qualsiasi cosa che esca dalla routine della coppia.

Per dire, una cosa banale: andiamo a scopare in motel.

Se chi riceve la proposta l'accetta, più o meno di buon grado dopo eventuale riflessione, la coppia ne esce rafforzata. Ovvio che è stato uno dei due ad aver avuto un moto individuale di uscire dall'orticello ma, nella condivisione, è riuscito a portarsi dietro l'altro fuori dall'orticello. La prossima volta sarà l'altro a proporre e a portarsi dietro il sé. Ma va bene anche se è sempre uno a proporre, basta che l'altro, più o meno, lo segua.

Se chi riceve la proposta si chiude acriticamente, cosa succede? È quest'ultimo che, giunti al bivio, al bivio invece di aiutare a completare il ponte lo distrugge e inizia a scavare un fossato. Chi ha proposto se la mette in tasca e non propone più. Iniziano i non detti. Il fossato si allarga. Poi alla fine il primo se ne va per la sua strada. Il secondo casca dal pero (ma come? andava tutto bene... si trombava a meraviglia!). E il bello è che essenzialmente la pensa così anche il primo! (a casa tutto bene, grazie).
Ma in realtà erano già chilometri lontani, perché uno si è evoluto e l'altro no: non ha voluto seguirlo, senza rendersi conto di quanto si stesse allontanando.

E poi, infine, se chi ha il pensiero non lo esplicita per i motivi più disparati (paura del giudizio, vergogna, pudori, tabù personali, quello che ti pare) allora è lui che scava da sé un bel fossato. E questo all'insaputa dell'altro. Che magari invece avrebbe anche voluto seguirlo ma anche l'altro stava al palo per gli stessi motivi.

Sono tutte cose disfunzionali (a parte la pirma)? Ovvio. Completamente d'accordo! Resta il fatto che tanto spesso funziona così!

NB: bisogna anche un po' intendersi sul concetto di "esclusività". Per dire: un bel triangolo, un po' di scambismo, non li metto a priori fuori dal concetto di esclusività. Magari non li proporrò mai e li lascerò sempre fuori, ma a proposta sono disposto a parlarne: non faccio certo la faccia inorridita.

Il punto nel tuo ultimo esempio è che tu quella carina e che ti fa sangue l'hai conosciuta. E dentro di te la stai accarezzando.
La stai già pregustando.

Sei in precontemplazione. Volente o nolente. Sei lì.
Sei già oltre nello sguardo che offri alla tua compagna.

Cosa è l'esclusività sessuale?
Annullare la precontemplazione?
O poter gustare la precontemplazione e poi raccontare all'altro e valutare come si può proseguire, anche rispetto al patto?

E guarda, che tacitare gli immaginari, non equivale a non averne.

Significa semplicemente costruire inconsapevolmente la perdita della fedeltà se stessi.

E io mi chiedo, se non ho fedeltà per me, che tipo di fedeltà sto dando all'altro?

Una regola? Una adesione cieca?

PS: ho scritto anche nel post quotato!
Presente quell'affermazione che dice "il tutto è maggiore della somma delle parti?"
E quel maggiore è dato da tutte le interconnessioni che mettono in comunicazione le parti.
Certo che ce l'ho presente! Ed è proprio questo che non ho problemi a immaginare di non dar seguito allo stato di precontemplazione che citi.
Se sono in una relazione a lungo respiro che, oltre ad andare bene come coppia, in aggiunta contempla oltre la coppia anche altre persone (i figli) e cose (casa, attività in comune, tutto quello che ti pare), il tutto che ho lo considero enorme.

Ovvio che sono ad un bivio e devo scegliere: in ogni caso devo cedere un pizzico di fedeltà a me stesso. O lo cedo seguendo l'istinto di correre dietro ad un pezzo di carne che mi provoca un'erezione (ma se mi devo mettere a correre dietro ogni pezzo di carne che mi provoca un'erezione, stiamo freschi.... :LOL: ) mettendo quindi a rischio tutto quello che ho e che considero enorme, oppure lo cedo nella direzione opposta. Tertium non datur.
Però più che metterla in questo modo io preferisco metterla come una scelta che devo per forza fare: o l'una o l'altra tra due strade che sono incompatibili.
Preferisco metterla così perché finora io non mi sono mai pentito delle mie scelte. :)

Potrei pormi il dubbio solo se fossi "povero": se il prezzo da pagare fosse basso. Questo vuol dire, per esempio, che mi rendo conto che la mia coppia è già parecchio zoppicante. Oppure che non ho figli. O tutt'e due.
Insomma: tanto più sono nella condizione di "raccogliere le mie cose in uno zainetto e uscire di casa", tanto più potrei essere incline a seguire l'estro del momento.
Proprio perché il tutto è maggiore della somma delle parti.
 

danny

Utente di lunga data
Già: il teorico del cazzo! :ROFLMAO:

Ma alla fine quale sarebbe il mio limite nella pratica? Quello di non essermi rotto la spina dorsale e quindi non aver sviluppato grazie alla necessità le sovrastrutture necessarie per godere anche dei miei limiti invece di abbandonarmi passivamente ad essi? :unsure:

Ma anche no, grazie: spero di restare un teorico del cazzo! :)



Questa non te l'appoggio: il problema non è in chi indica ma in chi segue.
È seguire acriticamente una via indicata da qualcun altro che vuol dire godersi la relativa tranquillità delle risposte preconfezionate. E questo anche nel caso in cui la via la indichi un "maestro di vita", perché l'esperienza di uno non si può trasferire tale quale ad un altro, come se fossero abiti su dei manichini nei negozi.
Invece, IMHO of course, è opportuno acquisire tutto ciò che ci viene detto, considerarle come prospettive, valutarle, rielaborarle e farsi la propria idea. E qui mi riallaccio ad un pensiero di @ipazia che non avevo sottolineato:



Sì, so: se segui quello che "va fatto", fai sempre il bravo ragazzo e ti poni poche domande anche se tutto va bene, se tutto continua ad andarti bene muori da bravo ragazzo (oddio, non che sia poi una morte terribile) ma può facilmente succedere che ad un certo punto ti scoppi la bomba in mano. Magari innescata da te stesso che sbrocchi completamente.
Concordo assolutamente. E qual è secondo te il motivo di questo? Secondo me è che mediamente la giovane coppia (diciamo tra i 25 e i 30 anni) difficilmente ha fatto un percorso che può portare alla consapevolezza necessaria.



Ahhh... ma qui tu tocchi quella che è, secondo me, LA questione fondamentale di ogni coppia che aspira ad avere un orizzonte temporale ampio: è impensabile che entrambe le persone evolvano allo stesso modo contemporaneamente. Il fulcro di tutto sta nel riuscire a portare all'interno della coppia l'evoluzione che uno ad un certo punto può fare autonomamente, in modo che un mio andare oltre, nel momento che è condiviso, stimoli te ad andare oltre. E viceversa quando sei tu a muoverti e ad andare oltre.
Gettare ponti che aiutano a raggiungersi e a rincorrersi l'un l'altro, piuttosto che scavare fossati che allontanano facendo divergere i percorsi di vita fino a quando, ad un certo momento, non si scopre che ci si è completamente persi di vista.

Ed è in questo senso che, sempre secondo me, cade il parallelismo fra l'esclusività sessuale e tutte le altre fantasie: mancando la condivisione, l'esclusività sessuale può solo creare divisione, anche qualora si riuscisse a tenerla celata come predica il manuale del perfetto fedifrago. Crea divisione in quanto chi tradisce ha uno spazio solo suo, che non condivide, e questa mancanza di condivisione è il fossato che piano piano si scava nel fedifrago stesso a dispetto dell'"a casa tutto bene, grazie".

Una qualsiasi altra fantasia invece può essere usata sia per costruire ponti (se è condivisa), sia per evidenziare che si è a un bivio della coppia (se è esplicitata ma non condivisa), sia, infine, per scavare un fossato (se non è neanche esplicitata).

E, ovviamente, non c'è bisogno che la fantasia sia estrema. Può essere qualsiasi cosa che esca dalla routine della coppia.

Per dire, una cosa banale: andiamo a scopare in motel.

Se chi riceve la proposta l'accetta, più o meno di buon grado dopo eventuale riflessione, la coppia ne esce rafforzata. Ovvio che è stato uno dei due ad aver avuto un moto individuale di uscire dall'orticello ma, nella condivisione, è riuscito a portarsi dietro l'altro fuori dall'orticello. La prossima volta sarà l'altro a proporre e a portarsi dietro il sé. Ma va bene anche se è sempre uno a proporre, basta che l'altro, più o meno, lo segua.

Se chi riceve la proposta si chiude acriticamente, cosa succede? È quest'ultimo che, giunti al bivio, al bivio invece di aiutare a completare il ponte lo distrugge e inizia a scavare un fossato. Chi ha proposto se la mette in tasca e non propone più. Iniziano i non detti. Il fossato si allarga. Poi alla fine il primo se ne va per la sua strada. Il secondo casca dal pero (ma come? andava tutto bene... si trombava a meraviglia!). E il bello è che essenzialmente la pensa così anche il primo! (a casa tutto bene, grazie).
Ma in realtà erano già chilometri lontani, perché uno si è evoluto e l'altro no: non ha voluto seguirlo, senza rendersi conto di quanto si stesse allontanando.
Mi hai ricordato che io feci la stessa proposta a mia moglie.
In casa con la figlia non si poteva fare sesso in libertà, urlando e via così, e veniva fuori una cosa moscia, castrata.
Le dissi "prendiamoci del tempo per noi, andiamo in Motel".
No.
Mia moglie è sempre stata quella del No No, non mi interessa.
O risposte del tipo "Ma a me non interessa tanto il sesso":
Motel, prive, posizioni, etc.
Tutte proposte cassate.
Per questo e per il pensiero comune io avrei dovuto allontanarmi e cercare altrove, no?
Lo fece invece lei.
Quella mia condivisione, quelle mie proposte ottennero l'effetto contrario.
Il sesso che le proponevo era lontano da quello che la faceva stare bene.
Si sentiva inadeguata. L'amante era tradizionalista. Et voilà.
Io ora ho quasi timore a condividere con una donna i miei desideri.
 

abebe

Utente di lunga data
Mi hai ricordato che io feci la stessa proposta a mia moglie.
In casa con la figlia non si poteva fare sesso in libertà, urlando e via così, e veniva fuori una cosa moscia, castrata.
Le dissi "prendiamoci del tempo per noi, andiamo in Motel".
No.
Mia moglie è sempre stata quella del No No, non mi interessa.
O risposte del tipo "Ma a me non interessa tanto il sesso":
Motel, prive, posizioni, etc.
Tutte proposte cassate.
Per questo e per il pensiero comune io avrei dovuto allontanarmi e cercare altrove, no?
Lo fece invece lei.
Quella mia condivisione, quelle mie proposte ottennero l'effetto contrario.
Il sesso che le proponevo era lontano da quello che la faceva stare bene.
Si sentiva inadeguata. L'amante era tradizionalista. Et voilà.
Io ora ho quasi timore a condividere con una donna i miei desideri.
No, direi che non mi sono spiegato bene.

Se due si allontanano c'è un disagio.
Non è che il tuo fosse maggiore del suo: è solo che lei non ha voluto provare a risolvere il suo disagio e se ne è fottuta di te.
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Un onore dipende dal cervello di chi. I lupi scopano le conigliette solo nei manga.
G. mi ha iniziata agli hentai, in particolare ai tentacle rape :)

E poi ti avevo raccontato la mia versione di cappuccetto rosso...ovviamente dipende dal cervello. ;)
Semplicemente senza onore, la mia sessualità si spegne.
 
Ultima modifica:

Skorpio

Utente di lunga data
E poi, infine, se chi ha il pensiero non lo esplicita per i motivi più disparati (paura del giudizio, vergogna, pudori, tabù personali, quello che ti pare) allora è lui che scava da sé un bel fossato

eguendo l'istinto di correre dietro ad un pezzo di carne che mi provoca un'erezione (ma se mi devo mettere a correre dietro ogni pezzo di carne che mi provoca un'erezione,
Vedi.. Molto spesso capita che non si esplicita all'altro perché da tanti "suoni" che rimanda, si capisce che batteremmo il Muso nel muro

Ad esempio sentire descrivere una qualsiasi persona fuori dalla coppia come "un pezzo di carne che provoca erezioni" è una frase che farebbe scoraggiare da qualsiasi forma di un certo tipo di confidenza.
 

abebe

Utente di lunga data
Vedi.. Molto spesso capita che non si esplicita all'altro perché da tanti "suoni" che rimanda, si capisce che batteremmo il Muso nel muro
Preferisco sbattere il muso nel muro, e magari rompermi il muso, nel tentativo di sgretolare il muro piuttosto che stare lì a guardare una barca che andrebbe inevitabilmente alla deriva!

Se poi il muro non si rompe, allora sarà l'altro a doversi assumere le sue responsabilità: non ne può far carico a me.

Ad esempio sentire descrivere una qualsiasi persona fuori dalla coppia come "un pezzo di carne che provoca erezioni" è una frase che farebbe scoraggiare da qualsiasi forma di un certo tipo di confidenza.
Questa non la commento neanche... :)
 

Skorpio

Utente di lunga data
Mi hai ricordato che io feci la stessa proposta a mia moglie.
In casa con la figlia non si poteva fare sesso in libertà, urlando e via così, e veniva fuori una cosa moscia, castrata.
Le dissi "prendiamoci del tempo per noi, andiamo in Motel".
No.
Mia moglie è sempre stata quella del No No, non mi interessa.
O risposte del tipo "Ma a me non interessa tanto il sesso":
Motel, prive, posizioni, etc.
Tutte proposte cassate.
Per questo e per il pensiero comune io avrei dovuto allontanarmi e cercare altrove, no?
Lo fece invece lei.
Quella mia condivisione, quelle mie proposte ottennero l'effetto contrario.
Il sesso che le proponevo era lontano da quello che la faceva stare bene.
Si sentiva inadeguata. L'amante era tradizionalista. Et voilà.
Io ora ho quasi timore a condividere con una donna i miei desideri.
Danny forse bisogna entrare nell'ottica che non gli interessava con te
Preferisco sbattere il muso nel muro, e magari rompermi il muso, nel tentativo di sgretolare il muro piuttosto che stare lì a guardare una barca che andrebbe inevitabilmente alla deriva!

Se poi il muro non si rompe, allora sarà l'altro a doversi assumere le sue responsabilità: non ne può far carico a me.



Questa non la commento neanche... :)
Non va alla deriva, il 99 per cento dei matrimoni poggiano sui non detti, compreso il mio.

E molti vanno benissimo.

Non serve un commento, puoi riflettere sulle terminologie che usi per descrivere contesti

Ti assicuro che esistono anche gli individui che sanno attrarre e coinvolgere, non solo i pezzi di carne

Molti traditi restano fregati da questo aspetto
 

abebe

Utente di lunga data
Ti assicuro che esistono anche gli individui che sanno attrarre e coinvolgere, non solo i pezzi di carne

Molti traditi restano fregati da questo aspetto
Oggi mi ero dimenticato di farmi una grattatina alle palle prima di entrare qua dentro: grazie per avermelo ricordato. ;)
 
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