e non mi riferisco solo all'Italia.
Questo siamo fondamentalmente.
E' un semplice dato di realtà con cui fare i conti.
Per me non è nè critica nè altro.
Ma se si vuol stare con i piedi nella realtà, serve guardarla ripulendola da speranze e immaginari.
Solo a partire dalla realtà la si può attraversare.
Le cure che mancano, le mascherine mancano, i respiratori mancano. Mancano i reparti e manca il personale.
Chi era nel settore alle prime avvisaglie lo sapeva già.
Adesso la dissonanza è data dal fatto che la realtà irrompe prepotentemente nelle varie costruzioni di benessere che erano state create negli anni e a cui in tanti anno
deciso di credere.
Manca disciplina.
Manca allenamento alla disciplina.
Manca l'abitudine al rispetto di una regola senza doverla necessariamente discutere un miliardo di volte.
Manca anche la rigidità. Il doversi tirar dietro pesi morti per una qualche forma pelosa di compassione.
E no. non parlo degli anziani. quelli non sono pesi morti. Quelli sarebbero la nostra storia.
Parlo di tutte quelle persone che hanno lavorato a ribasso, al minimo, al risparmio di ogni energia. Investendo principalmente nella comodità del proprio orto.
Mancano. Non ci sono.
E' tutto qui. E' facile.
Complessa la risposta.
Come è un dato di fatto che l'europa in questo momento e anche prima non è coordinata (non si improvvisa un coordinamento di un sistema complesso in un mese. E' tardi per pensare a quello. Lo si sapeva già ai primi casi che non ci sarebbe stato coordinamento. I fatti hanno solo confermato una realtà che era lì da guardare).
Quello che si riuscirà a fare sarà rattoppato. Mal organizzato e in affanno.
E per la verità siamo messi bene rispetto ad altri che sono messi peggio.
Se serve una qualche forma di consolazione basata sul fatto che ci si consola attraverso il guardare gli altri.
A me non serve.