ipazia
Utente disorientante (ma anche disorientata)
Provo a farla semplice.Non ho capito il neretto, che movimenti?
Le risposte delle persone.
Ossia le loro domande. E le loro esternazioni.
Individuo un comportamento obiettivo (vedere gli amici, mangiare le caramelle, farsi le pere, comprare il dash)
Lancio un'esca e raccolgo dal maggior numero di fonti possibili le risposte. Le riflessioni. Le emotività spontanee. (tipo brainstorming di massa la cui lavagna è l'online).
Stabilisco un intervallo di rilevamento e raccolta. (un giorno? due giorni?)
Stabilisco il più possibile il dominio in cui i dati vengono raccolti, in modo da non avere forme comunicative troppo divergenti (comparare risposte aperte e chiuse ad un questionario su carta o ad uno online richiede analisi differenti. Diverso è il mezzo di raccolta etcetc).
Più la raccolta è qualitativa, più è complessa l'analisi (e quindi suscettibile di errori).
Ma una raccolta dati qualitativa fornisce una montagna di informazioni anche implicite importanti rispetto al comportamento obiettivo.
E rispetto alla conduzione di comportamenti sono quelli impliciti a fare la differenza.
Specialmente includendo i comportamenti problema nell'analisi.
Lì dentro ci colgo un andamento generale che generalizzo. (ipotizzando un margine di errore tollerabile soggetto ad accomodamenti in itinere e dipendente da altre rilevazioni dati correlate).
Apro e chiudo parentesi...i tracciamenti delle ricerche online, il trattamento dati di facebook, twitter, instagram, whatsapp etc etc....io non sono una sviluppatrice. Chi sviluppa sa benissimo come utilizzare quella marea di dati per individuare le oscillazioni. E li usano infatti per decidere cosa mandarti in termini di pubblicità - che è l'utilizzo più semplice di quei dati -
Quanto si è scritto a riguardo nei vari social in questi due giorni?
Quanto è stata stimolata la domanda in questione dai vari quotidiani?
Quante provocazioni a riguardo sparse?
Se ci fosse qualcuno che sa spiegare la raccolta dati anche a questo livello potrebbe essere interessante.
Su quella base decido come muovermi.
E inizio a prevedere anche eventuali aggiustamenti.
E margini di errore tollerabili e non. (le norme vengono costruite anche comprendendo questo tipo di valutazione qui).
Questo tipo di metodologie vengono usate nel marketing per dirigere esattamente le onde dei consumatori verso un determinato prodotto.
Ossia per creare la domanda avendo deciso a priori la risposta.
Che è "decido" un comportamento che voglio attuato (la domanda comportamentale) e creo le domande per gli utenti (ossia le risposte comportamentale) per portare la domanda negli utenti dove io desidero vada.
(utenti che, per esempio, dopo un po' trovano I.N.D.I.S.P.E.S.A.B.I.L.E. il dash di sti cazzi in un numero che permette di fare previsioni di bilancio e quindi attuare decisioni per le campagne a venire, fra le altre cose).
Poi...forse sopravvaluto i nostri governanti e sono semplicemente scemi.
Ipotesi che non escludo aprioristicamente.
E potrebbe essere. G. mi dice che sono una inguaribile ottimista nei confronti del genere umano, e che la maggior parte delle volte i comportamenti sono semplicemente dettati dal caos. Vero anche questo. (ma anche il caos h a il suo ordine, di solito gli rispondo....basta non avere un ordine di riferimento come parametro
Tanto che personalmente penso che stiano andando in corsa e non abbiano incluso alcune variabili, come per esempio la rabbia e la frustrazione e i possibili effetti sul lungo periodo.
D'altro canto sono almeno 40 anni che non riescono a fare analisi su lungo periodo. Quindi non mi stupisce più tanto.
Mi vien il sospetto che pensino di contenere la rabbia col biscottino della privacy.
Ossia il fatto che, sapendo benissimo che la trasgressione alla norma è connaturata alla norma stessa, se io ti metto un vincolo alto.
Niente amici.
Ma poi ti dico che nel modulo soggetto a controlli per privacy non sei obbligato a mettere il nome, ti sto lasciando, secondo la moda italiana storica, il buchino (neanche tanto nascosto) per fare comunque almeno un po' quel che vuoi.
Dal mio punto specifico di vista, non vedo il minimo progetto educativo in questo.
Ma tenendo conto degli ultimi 20 anni di esperti riguardo la pedagogia in questo paese, nemmeno mi aspetto che siano in grado di costruire un progetto pedagogico degno di questo nome.
E se devo essere sincera gli italiani non mi sembrano per niente disposti ad entrare attivamente in un progetto pedagogico che richiederebbe un patto sociale di un certo tipo, un certo livello di consapevolezza e quindi di autonomia nel rilevare le proprie incompetenze per poterle formare etc etc.
Un po' il discorso che si faceva con @isabel.
Non c'è possibilità pedagogica senza setting e senza co-costruzione.
Una delle cose che si rileva chiaramente è proprio l'assenza di questo tipo di bisogno in modo diffuso.
La richiesta diffusa è "se non mi dici cosa fare, ora subito e alla lettera, io vado in frustrazione e voglio che me lo dici!! suuuubitoooo!!"
Cosa costruisci pedagogicamente parlando con questo tipo di tessuto?
Poco.
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