Pronti per la prossima volta?

giorgiocan

Utente prolisso
E' possibile che la situazione abbia fatto sentire il ragazzino fuori contesto. Per questo dico che sarebbe da parlare di quale sia il buonsenso e quale il sensocomune.
Come per tutte le scimmie antropomorfe, la nostra socialità è un condizionamento che travalica piuttosto facilmente la razionalità (è molto più antica la parte animale, e ha assai più esperienza). Durante il '300 vi furono diverse ondate di peste. A distanza di 10-15 anni la cosa ripeteva a presentarsi: andò avanti per circa un secolo, un po' qua e un po' là. E nei casi più gravi, quasi metà della popolazione delle aree colpite era falcidiata. A leggere le cronache, ogni volta si ripresentavano le stesse dinamiche collettive, anche una volta acquisita la nozione che era meglio quarantenare chi proveniva da un luogo di contagio, o le località stesse teatro di epidemie:
  1. Dalle alte sfere in giù: smentita o minimizzazione del problema; rifiuto di modificare il proprio stile di vita, nessuna sospensione degli eventi collettivi (a volte persino osteggiata); sottostima dell'impatto sulla salute della comunità.

  2. Progressiva acquisizione della portata reale di ciò che sta accadendo; frammentazione delle informazioni e misure di contenimento adottate ognun per sè, disordine degli scambi e dei mercati.

  3. Arrivano i cadaveri in strada, è il caos. Chi può cerca sicurezza nell'isolamento, spesso invano; emerge il caleidoscopio delle pulsioni: chi si industria a far qualcosa, chi prega e invoca, chi si dà al malaffare, chi non fa nulla: e poi cialtroni, povertà, meschinità, ansie, paura. Ma anche dissociazione e dispercezione.

  4. I sopravvissuti scoprono al passare dei giorni che là fuori c'è un mondo nuovo, in cui spesso si può più agevolmente ridistribuire quello che è rimasto; c'è necessità di fare e si intravedono opportunità; si fanno piani, strategie e accordi.

  5. Si torna fuori, con la scommessa che sia passata, o transitata altrove; spesso il sollievo d'essere ancora al mondo dà una mano sia ad azzardare che ad elaborare, e dopo una prima riorganizzazione ci si dedica presto ad altri affari; si prendono le distanze dall'accaduto, comincia la rimozione.
Poi, se non partiva subito una seconda ondata, dopo 10-15 anni "guarda un po' chi c'è" e via di nuovo un altro 20% di popolazione! E l'approccio spesso non cambiava anche se a quell'epoca quasi tutte le generazioni sperimentavano un'apocalisse del genere.

Sei o settecento anni dopo comunichiamo istantaneamente in tutto il globo, riusciamo a fotografare l'atomo, ma siamo ancora condizionati dalla scimmia accanto al punto di cadere nel fosso se ci sono caduti gli altri. Al punto di abbassare la mascherina perchè gli altri non ce l'hanno. Se il buonsenso è ciò che ad alcuni permette almeno di discernere la credibilità delle informazioni che circolano, l'approccio collettivo di fronte ad eventi come questi è purtroppo sempre molto simile.

Come si diceva anche nei primi post, prima che il topic andasse a farfalle, la risposta è davvero il solito "no, non siamo pronti per la prossima volta". E' pura fantascienza pensare diversamente; e mi spiace, perchè io adoro la fantascienza.
 
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ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Andando un po' OT (scusa @giorgiocan) dal canto mio posso dirti che il tema, oltre che interessante, è "spinoso"; perché so quanto semplice e naturale sia, alle volte, "confondersi" con l'altro.
Può essere spaesante ma sa suonare come il canto di una sirena.
Proprio perché quel confondersi è percepito come verace, genuino e autentico.
E da lì discendono condivisione, libertà...intimità.
Se salta il confondersi o diventa troppo doloroso anche quello, si crea un vuoto e, quando scorgi quel vuoto, tremi.
Ma.
Se a quel tremore non ci arrivi e tutto si svolge tipo un giochetto sul pelo dell'acqua, boh, io non credo esista neppure lontanamente la possibilità di "vedersi" se non ci si vede già.
Rispetto, condivisione e via dicendo sono parole particolari (non sono le sole) perché, al di là della formalità, hanno senso solo nel contesto relazionale in cui si collocano, non possono correlarsi alla sola "sensibilità".

Bello lo spezzone. Centrato direi. :)
L'apparenza della sicurezza...un po' come il refrain che gira:
"sempre rispettando le giuste misure di sicurezza".

Io mi auguro sempre che non sia necessaria la deflagrazione ma guardandomi intorno vacillo.
Ti seguo un po' nell'OT (e mi associo alle scuse a @giorgiocan).
E' vero quello che dici. E' un tema spinoso. (mi sa che è uno dei motivi per cui lo trovo interessante :) )
Ed un canto di sirena. (bella immagine, grazie!)
Nella mia esperienza, somiglia al contempo anche alla postura con cui si ascoltò il canto della sirena...sia naufragando sia legati.

Pur nell'ascolto io credo che sotto suoni anche qualcos'altro. Che "stride". Anche se non si sa nominare cosa sia.
Come un'ombra impalpabile che è lì ma non si riesce a collocare. (che alternativamente fa lanciare nell'incoscienza dettata dall'impulso e nel ritrarsi altrettanto impulsivamente).

Mi resta una certa positività, no, più la credenza che chiunque possa sentire quello stridere.
(mi sa che la devo smontare questa, è uno dei nuclei caldi della delusione).

Ombra che fra l'altro si rende più o meno manifesta. (a seconda della struttura in cui prende casa)
Penso all'ansia sottile che striscia sotto e punzecchia, fino a manifestazioni più evidenti, come gli attacchi di panico, i pensieri ricorrenti, la percezione confusa di un "oltre" da sfuggire o raggiungere (buona parte delle addiction affondano radici in questi dintorni).

E, qui divento dura, la scelta è fra l'ascoltare (non solo sentire) l'inquietudine e le sue manifestazioni o rincorrere il rimedio, risposte immediate e (apparentemente) risolutive che rispondono alla necessità della reiterazione.

Invece che farsi domande, cercare e darsi risposte (veloci), fondamentalmente.
(si aprirebbe un ulteriore infinito OT su un tema che avevamo già anche sfiorato, le pillole ormai svendute come "norma gestionale". E sia ben chiaro, non ho nulla in contrario alla pillolina in sè).

A seconda della scelta, la mente si struttura.
Si declina seguendo.

Penso che l'impossibilità nasca a questo bivio (quando il sistema non ha deficit strutturali).
Quel non tutto per tutti.

Sì, quelle sono parole che non sono monoliti, e che dipendono fortemente dalla composizione relazionale in cui nascono e crescono, oltre che vivono.

E' uno dei motivi per cui, per esempio in formazione, la prima cosa che si struttura è il patto formativo. (che ha esattamente la funzione di contestualizzare e dare sostanza alla forma superando - in quello spazio tempo individuato - l'illusione del livellamento del significato).

Quello spezzone, tutto il film a dirla tutta, mi è sempre piaciuto molto.
E' multi-livello e mi diverte molto giocarci, montando e smontando i significati e le immagini che ne escono. :)

Si presta bene al refrain.

Vacillo pure io. Parecchio.
 
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Brunetta

Utente di lunga data
Come per tutte le scimmie antropomorfe, la nostra socialità è un condizionamento che travalica piuttosto facilmente la razionalità (è molto più antica la parte animale, e ha assai più esperienza). Durante il '300 vi furono diverse ondate di peste. A distanza di 10-15 anni la cosa ripeteva a presentarsi: andò avanti per circa un secolo, un po' qua e un po' là. E nei casi più gravi, quasi metà della popolazione delle aree colpite era falcidiata. A leggere le cronache, ogni volta si ripresentavano le stesse dinamiche collettive, anche una volta acquisita la nozione che era meglio quarantenare chi proveniva da un luogo di contagio, o le località stesse teatro di epidemie:
  1. Dalle alte sfere in giù: smentita o minimizzazione del problema; rifiuto di modificare il proprio stile di vita, nessuna sospensione degli eventi collettivi (a volte persino osteggiata); sottostima dell'impatto sulla salute della comunità.

  2. Progressiva acquisizione della portata reale di ciò che sta accadendo; frammentazione delle informazioni e misure di contenimento adottate ognun per sè, disordine degli scambi e dei mercati.

  3. Arrivano i cadaveri in strada, è il caos. Chi può cerca sicurezza nell'isolamento, spesso invano; emerge il caleidoscopio delle pulsioni: chi si industria a far qualcosa, chi prega e invoca, chi si dà al malaffare, chi non fa nulla: e poi cialtroni, povertà, meschinità, ansie, paura. Ma anche dissociazione e dispercezione.

  4. I sopravvissuti scoprono al passare dei giorni che là fuori c'è un mondo nuovo, in cui spesso si può più agevolmente ridistribuire quello che è rimasto; c'è necessità di fare e si intravedono opportunità; si fanno piani, strategie e accordi.

  5. Si torna fuori, con la scommessa che sia passata, o transitata altrove; spesso il sollievo d'essere ancora al mondo dà una mano sia ad azzardare che ad elaborare, e dopo una prima riorganizzazione ci si dedica presto ad altri affari; si prendono le distanze dall'accaduto, comincia la rimozione.
Poi, se non partiva subito una seconda ondata, dopo 10-15 anni "guarda un po' chi c'è" e via di nuovo un altro 20% di popolazione! E l'approccio spesso non cambiava anche se a quell'epoca quasi tutte le generazioni sperimentavano un'apocalisse del genere.

Sei o settecento anni dopo comunichiamo istantaneamente in tutto il globo, riusciamo a fotografare l'atomo, ma siamo ancora condizionati dalla scimmia accanto al punto di cadere nel fosso se ci sono caduti gli altri. Al punto di abbassare la mascherina perchè gli altri non ce l'hanno. Se il buonsenso è ciò che ad alcuni permette almeno di discernere la credibilità delle informazioni che circolano, l'approccio collettivo di fronte ad eventi come questi è purtroppo sempre molto simile.

Come si diceva anche nei primi post, prima che il topic andasse a farfalle, la risposta è davvero il solito "no, non siamo pronti per la prossima volta". E' pura fantascienza pensare diversamente; e mi spiace, perchè io adoro la fantascienza.
I cambiamenti storici sono sempre determinati da una molteplicità di fattori.
Le epidemie sono state uno di questi fattori che hanno portato a varie innovazioni.
Per restare a tempi recentissimi l’epidemia di colera a Napoli, benché modesta, ha portato, insieme ad altri eventi (per dirne uno il vino al metanolo) a creare un sistema di controllo degli alimenti.
 

Vera

Supermod disturbante
Staff Forum
Non è che non te l'hanno detta, non ti sei informato. Infatti fai parte di quel 90% che usa male la mascherina (ci rientro pure io, comunque) . È nelle istruzioni d'uso delle mascherine.La motivazione sta nel fatto che la barba impedisce alla mascherina di aderire perfettamente al viso, quindi consente il passaggio del virus sia verso l'esterno che l'esterno.
In pratica resta aperta, è quindi inutile ai fini della protezione.
Un po' come la maschera o gli occhialini per andare sott'acqua. Se non sono aderenti si allagano.
Il concetto è lo stesso.
In ugual maniera la maschera non va indossata alla bisogna, cioè tolta e rimessa più volte, per lo stesso principio per cui non si indossa una maschera sott'acqua, ma prima.
Se vai al ristorante la indossi con tutti i criteri a casa, te la togli per mangiare, gettandola come prescritto, vai in bagno alla fine e ne indossi un'altra.
Se prevedi un dopocena, procurati 3 mascherine per la serata...
Se indossi sempre la stessa, non stai proteggendo nulla, ma solo agisci per non rischiare sanzioni o le reprimende noiose di chi incontri e ti vuol cagare il cazzo magari sapendone meno di te, ma lo fa perché è lo sport del momento.
Non me ne frega nulla di quel che fai, ma semplicemente non potresti stigmatizzare chi non la mette, per esempio, perché come effetto tu e lui siete sullo stesso piano.
Io metto sullo stesso piano chi mette la mascherina male e chi non la mette, si sappia.
Se uno ha la barba, può anche non mettersela e mantenere la distanza e basta.
Questo vale per le ffp2 e le ffp3, non per le mascherine chirurgiche. A meno che uno non abbia la barba di Mangiafuoco.
 
per questo infatti molti l'hanno eliminata (la barba).
e noi invece si risparmia sulla decolorazione dei baffetti,fine epidemia calerà la maschera e spunteranno tante frida kahlo
 

Vera

Supermod disturbante
Staff Forum
per questo infatti molti l'hanno eliminata (la barba).
e noi invece si risparmia sulla decolorazione dei baffetti,fine epidemia calerà la maschera e spunteranno tante frida kahlo
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Marjanna

Utente di lunga data
gli irresponsabili ci saranno sempre.. inutile sperare che un qualsiasi evento li cambi

ne vedo anche io, ma a questo punto qui, sono innocui per chi ha senso di responsabilità. basta stare a distanza

un imbecille che mi lascio a 10 metri non diffonderà un fico secco, e se ha addosso qualcosa tra 2/3 settimane sarà a casa a letto con la febbre, o all'ospedale, oppure si sarà "pulito" (cosi si dice, come tempo di negativizzazione)

se invece mi avvicino, mi levo la mascherina e ci discorro a mezzo metro, allora gli imbecilli a questo punto sono 2
Neppure a me frega niente di per se.
L'unica cosa che teoricamente dovrebbe essere condivisa da chi vive in Italia è che un nuovo lockdown non ce lo possiamo permettere.
Io non credo neppure avverrà, ma è possibile che zone che presentano focolai importanti vengano blindate. Se si bloccasse la Lombardia di nuovo già butta male.
 

Marjanna

Utente di lunga data
Il fatto è che qui sono morti medici che dovevano saperne più di noi e che tante persone non possono scegliere come comportarsi perché hanno dei vincoli lavorativi.
Le cassiere al supermercato con i clienti a distanza ravvicinata e senza mascherina non le ho viste solo io. Il padre del compagno di mia figlia, medico ospedaliero, è stato costretto dalla direzione sanitaria a lavorare pur in presenza di sintomi fino a quando non ha iniziato ad aggravarsi. Solo allora gli hanno concesso il tampone.
È rimasto intubato un mese e alla famiglia non hanno MAI fatto tamponi. Il tutto a norma, perché questa è la prassi.
Noi stiamo stigmatizzando il comportamento del singolo la cui incidenza è inesistente sulle statistiche ISS quando il disastro è provenuto da situazioni coercitive in ambienti a rischio.
Siamo in piena paranoia sociale, con cretini alla finestra che pubblicano foto sul web di chi è in giro, idioti che pretendono la chiusura totale ad libitum, una situazione economica che non lo permette, la delega delle responsabilità alle regioni da parte del governo, come da ultimo decreto e una massa allucinante di informazioni di virologi o presunti tali pronti a dire tutto e il suo contrario. È il caos, figlio del mancato governo.
Dove sono finite le tre T annunciate all'inizio?
Ah, già, nessuno che le ricordi o sappia cosa sono.
Stiamo invece parlando di mascherine, messe comunque sempre alla cazzo perché non ci si informa neppure su come usarle.
Sostanzialmente una discussione inutile.
45 euro, 45 euro, 45 euro

PS: non sapevo la cosa della barba, il barbiere di mio padre ce l'ha e bella folta
 

Marjanna

Utente di lunga data
Certo, ma a prescindere dalle capacità politiche, voglio dire che la "traduzione nel fare" di una "norma scientifica" può avere mille sfumature diverse

Es: norma scientifica : "la distanza di sicurezza da un altro individuo è 2 metri"

Soggetto A: "2 metri? Oh cazzo, la situazione è seria, col cazzo che io esco di casa"

Soggetto B: "beh.. Facciamo 3 metri, dai, mi preparo e esco"

Soggetto C: "2 metri!?!?? Yuhuu chiamo subito i miei amici e ci vediamo tra un'ora in piazza per parlare di calcio, stando a 2 metri!"

Chi ha capito tutto e chi non ha capito nulla?

Ognuno dei 3 soggetti, volendo, sarà pronto a urlare agli altri 2 che non hanno capito nulla

Ma appunto la differenza sta solo nelle diverse sensazioni e spinte provocate individualmente dalla " norma scientifica" che tutti alla fine, hanno capito benissimo
Le persone anziane io credo possano essere più influenzabili. Se sentono che un figlio gli dice "mamma tranquilla il peggio è passato" oppure "mamma non portare la mascherina che ti fa male", la mamma potrebbe andare a bersi il caffè dalla vicina, che il giorno prima ha visto la nipote, che il giorno prima ha fatto APE per la riapertura e si è imboscata con Marco, che...
 

danny

Utente di lunga data
Questo vale per le ffp2 e le ffp3, non per le mascherine chirurgiche. A meno che uno non abbia la barba di Mangiafuoco.
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Mascherine chirurgiche che infatti non sono fatte per non far passare i virus.
Evitano gli sputacchiamenti (quelli che chiamano meno volgarmente droplet) , che becchi se stai mediamente a un metro o meno da una persona che ti parla frontalmente.
Non servono a proteggerti in un ambiente chiuso dove potrebbe esserci una persona col virus, perché questo comunque filtra attraverso la mascherina.
Infatti i medici si ammalavano proprio avendo a disposizione solo questo tipo di mascherine in ambienti dove le persone contagiate sostavano a lungo.
Non dico che non siano utili, se utilizzate correttamente, ma che il loro beneficio è limitato ad alcune particolari situazioni e al loro corretto utilizzo.
 
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danny

Utente di lunga data
per questo infatti molti l'hanno eliminata (la barba).
e noi invece si risparmia sulla decolorazione dei baffetti,fine epidemia calerà la maschera e spunteranno tante frida kahlo
Inizialmente noi avevamo acquistato on line le mascherine della categoria con filtro prima dell' obbligo per legge del loro uso.
Carissime e da usare con parsimonia nelle situazioni più a rischio (mia moglie avrebbe dovuto andare in ospedale e io l'avrei accompagnata).
Dopo un tot numero di ore, utilizzate principalmente per la spesa, esaurite, siamo passati a delle mascherine in tessuto lavabili.
 
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danny

Utente di lunga data
Neppure a me frega niente di per se.
L'unica cosa che teoricamente dovrebbe essere condivisa da chi vive in Italia è che un nuovo lockdown non ce lo possiamo permettere.
Io non credo neppure avverrà, ma è possibile che zone che presentano focolai importanti vengano blindate. Se si bloccasse la Lombardia di nuovo già butta male.
Sì, ma se accadrà temo non sarà senza conflitto.
Perché ci si aspetta, soprattutto in Lombardia, anche una certa capacità di reazione da parte delle istituzioni, che non ci portino nuovamente al collasso sanitario.
Individuare ed isolare i focolai, avendo costantemente sotto controllo la situazione: questo è quello che si deve pretendere.
Poi noi metteremo come sempre la nostra parte, ma è impensabile lasciare tutto solo al normale senso di responsabilità dell'individuo. È un sovvertimento del concetto stesso di Stato.
 

Vera

Supermod disturbante
Staff Forum
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Mascherine chirurgiche che infatti non sono fatte per non far passare i virus.
Evitano gli sputacchiamenti (quelli che chiamano meno volgarmente droplet) , che becchi se stai mediamente a un metro o meno da una persona che ti parla frontalmente.
Non servono a proteggerti in un ambiente chiuso dove potrebbe esserci una persona col virus, perché questo comunque filtra attraverso la mascherina.
Infatti i medici si ammalavano proprio avendo a disposizione solo questo tipo di mascherine in ambienti dove le persone contagiate sostavano a lungo.
Non dico che non siano utili, se utilizzate correttamente, ma che il loro beneficio è limitato ad alcune particolari situazioni e al loro corretto utilizzo.
Anche quelle lavabili, che hai detto di aver acquistato, non sono ottimali per la protezione.
Se le indossassimo tutti andrebbero più che bene entrambi.
 

danny

Utente di lunga data
45 euro, 45 euro, 45 euro

PS: non sapevo la cosa della barba, il barbiere di mio padre ce l'ha e bella folta
Ieri, parlando telefonicamente con un collaboratore, ho avuto alcune informazioni sulla morte di una persona a me vicina.
A parte l'allucinante perdita delle ceneri, che non si sapeva dove fossero finite e che sono state recuperate rocambolescamente, è emerso che quando era ancora vivo, giunto in ospedale in conseguenza di un problema cardiaco, è stato lasciato morire perché non c'erano sale di rianimazione disponibili.
Questo, temo, sia una delle cause dell'aumento della mortalità non collegata direttamente al Covid in determinate e specifiche aree dell'Italia (altrove invece è calata).
Direi che per almeno 4 delle persone che ho perso ne sono ormai certo. Queste persone sono morte per mancata assistenza, ovvero per strutture insufficienti.
 

danny

Utente di lunga data
Anche quelle lavabili, che hai detto di aver acquistato, non sono ottimali per la protezione.
Se le indossassimo tutti andrebbero più che bene entrambi.
No, non sono ottimali neanche quelle. Le uso per rispetto verso gli altri.
Io non sono convinto che possano garantire adeguata protezione in tante circostanze.
Non per esempio in un ufficio dove si staziona per ore, come il mio. Meglio organizzarsi in maniera che ci sia una persona sola al giorno per stanza, non 5 come prima. Neppure la distanza tra le scrivanie ci ha mai risparmiato dai virus portati dai colleghi, pur non avendo l'abitudine di parlare a lungo in ufficio. Noi poi abbiamo anche il riscaldamento con ventilazione forzata.
Le mascherine possono essere utili per stare a parlare con gli amici, soprattutto frontalmente, stando vicini, dando per scontato che tutti si possa essere potenziali untori.
E, comunque, mascherina o no, negli ambienti chiusi con più persone è sempre essenziale il ricambio d'aria.
Ho molti dubbi invece sull'utilità dell'utilizzo all'aperto, ove siano rispettate le distanze.
Dubito invece si possa entrare a contatto con quantità sufficienti di virus dai droplet da rimanere infettati da persone che semplicemente transitano accanto a noi. Lo saremmo ormai tutti, nella nostra area geografica, altrimenti. Mi stupisco, poi, di come non ci sia stata strage tra i cori che conosco e tra quelli in cui canto.
Eppure il riscaldamento comprende proprio cose come i lip trill, che sono a base di sputacchi. E mi è capitato a gennaio e febbraio di condividere il microfono con altri (vuol dire stare a 5 cm dalla bocca di chi canta accanto ).
E una ragazza del mio coro, quella che veniva in auto con me ha avuto a gennaio una polmonite virale.
Ho invece ho la certezza che una mascherina sporca, riutilizzata, sudaticcia o umida sia decisamente non igienica e che il senso di sicurezza dato dall'indossarla porti a sottovalutare altri fattori essenziali e a essere imprudenti.
 
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danny

Utente di lunga data
Le persone anziane io credo possano essere più influenzabili. Se sentono che un figlio gli dice "mamma tranquilla il peggio è passato" oppure "mamma non portare la mascherina che ti fa male", la mamma potrebbe andare a bersi il caffè dalla vicina, che il giorno prima ha visto la nipote, che il giorno prima ha fatto APE per la riapertura e si è imboscata con Marco, che...
Non credere che non sia accaduto anche durante il lockdown..
 
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Skorpio

Utente di lunga data
Neppure a me frega niente di per se.
L'unica cosa che teoricamente dovrebbe essere condivisa da chi vive in Italia è che un nuovo lockdown non ce lo possiamo permettere.
Io non credo neppure avverrà, ma è possibile che zone che presentano focolai importanti vengano blindate. Se si bloccasse la Lombardia di nuovo già butta male.
È una situazione stressante, quella che porta a pensare di "non potersi permettere".. Io penso che si possa calare prima di tutto individualmente

"posso affrontare sotto vari punti di vista un nuovo lockdown"?

Se la risposta è si, si sta gestendo produttivamente lo stress

Se la risposta è no, vanno a prevalere emozioni e vissuti di maggior disagio e meno produttivi, e da questo loop ne esci andando a ricercare competenze che ti consentono, ove acquisite, di gestire più produttivamente la situazione

A livello di "collettività" o di stato, io vorrei sperare che almeno qualcosa di meglio come presidi a chi in strutture varie (ospwdali/rsa/etc) ha fatto i conti con il covid, si metta a disposizione

Che quel che leggeranno i nostri nipoti nei libri di storia che è avvenuto in certe strutture, ad oggi è inconfessabile
 

perplesso

Administrator
Staff Forum
Inizialmente noi avevamo acquistato on line le mascherine della categoria con filtro prima dell' obbligo per legge del loro uso.
Carissime e da usare con parsimonia nelle situazioni più a rischio (mia moglie avrebbe dovuto andare in ospedale e io l'avrei accompagnata).
Dopo un tot numero di ore, utilizzate principalmente per la spesa, esaurite, siamo passati a delle mascherine in tessuto lavabili.
quanto le paghi le lavabili?
 
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