Io non ho scritto che TU sei interessante.
Ho scritto che LA TUA PROSPETTIVA è o non è interessante.
Sono due affermazioni profondamente diverse.
Non pensi?
Se si comincia a confonderle e a sovrapporle è impossibile comunicare. E il comunicare si trasforma in immaginare, usando l'altro come contenitore dei propri immaginari, delle proprie emozioni, etc etc.. tentando fra l'altro di scaricare addosso pure la responsabilità della dinamica e dei contenuti spostati.
A me piace decidere da chi, come e quando farmi usare. Consenso.
Ed inoltre è un meccanismo pesantissimo, per me perlomeno, che non amo i balletti degli impliciti, del detto/non detto e tutte le robe politically correct. (se lo devo gestire, mi faccio pagare. A gratis anche no).
A: "hai detto UNA COSA stupida"
B: "AAARRGHH....mi hai detto che sono stupid*, mi hai offeso, bla bla bla..."
A: "




"
Ecco. Io lì mi fermo. Comunicazione chiusa.
E perdita di interesse.
Non vale più la pena di andare oltre in nessun tip di discorso che non sia come si butta la pasta (ed è a rischio pesantezza anche il come si butta la basta se per caso si comincia a esprimere un proprio modo mettendolo sul tavolo per spiegarlo).
Il perplessogate si è fondamentalmente costruito su una discomunicazione di questo tipo.
"mi ha scritto questo e intendeva questo. IO LO SO!!!"
Bastava leggere la struttura delle comunicazioni in chiaro (e buttar lì qualche cerino mezzo spento per veder divampare la paglia), senza bisogno di andare in quelle dietro le quinte per capire con chi si aveva a che fare oppure no.
Con me qualcuno si era arrabbiato perchè non ero stata empatica (


) e non avevo risposto a mail che secondo lo scrivente erano informative...dopo averle lette a me non dicevano nulla, se non chiedere implicitamente uno schieramento....almeno esplicitare la richiesta...
Quando vedo che PER ME è inutilmente dispendioso, mollo e ignoro.
Il mio tempo è prezioso, è l'unica vera ricchezza il tempo e il modo in cui si decide di investirlo.
Ed è il motivo per cui preferisco avere le informazioni (dati) attorno a cui discutere e intorno a cui anche esprimere opinioni.
E discutere con chi sa fare la distinzione fra oggetto e soggetto.
E con chi sa collocare la differenza fra dignità dell'opinione e validità (soggetta ovviamente a ragionamento scientifico di validazione. In caso contrario non si tratterebbe di validità. Altro motivo per cui servono dati.)
Anche i terrapiattisti per me hanno opinioni dignitose, se poi però dal dignitoso passiamo al valore, allora no.
Ed è perfettamente inutile discutere a riguardo.
Opinioni dignitose, ma non valide rispetto al contenuto generale.
(che è lo stesso trattamento che riservo all'esperienza personale. Valida per il personale. Fine. non è indicativa e non ha valore generale.).
https://www.huffingtonpost.it/entry...terapia-intensiva_it_5ed0baadc5b6d7d25853e7af
Non so se esiste questo tipo. Ma tenendo conto di quel che ho visto in giro, mi sembra realistico.
Ed è un buon esempio di opinione personale che è una cazzata pur avendo dignità di espressione.
Poi però, presa la mazzata nei denti, pure questo va a succhiare dove prima della mazzata sparava. (e questo tipo di costo sinceramente mi sta sul cazzo. Se uno nasce tondo...praise the lord!!!!)
Nella presenza di quelle distinzioni - oggetto/soggetto; dignità/validità - a mio parere ne esce qualcosa che può essere interessante PER ME.
Se diventa io penso tu pensi, egli pensa...dopo un po' mi succede quello che mi è successo ieri nello scambio con te.
No è interessante. Detto una volta o due il mio pensiero, non ho altro da dire.
Non mi è più interessante neppure il mio pensiero se ripetuto senza arricchimenti validi e spendibili concretamente.
E' lo stesso motivo per cui non seguo la politica, noiosa, inconcludente. Con in aggiunta la ricerca del consenso e la propaganda (ultimamente fra l'altro propaganda che ha pure la faccia di culo della negazione della realtà buttando in vacca e spostando sulle offese personali...tipo lo show di formigoni di questi giorni..."aaaahhh, non hai niente da dire se parli dei miei arresti!!!")
Ho anche io un giardino parecchio grande...se non taglio l'erba non è praticabile e non posso raggiungere la mia casa.
Ergo procuro e gestisco le risorse in modo da tener l'erba come deve essere.
Semmai vado a "risparmiare" sul tenerlo a prato inglese.
Rivedo i miei standard. Ricolloco le risorse.
Ma se non taglio l'erba, in meno di un mese non passo con la macchina e resto chiusa fuori casa.
Se non sono in grado di gestire la cosa, cambio casa. E lascio fare a chi è capace e ha le risorse per farlo.
O mi ci associo (parte del mio prato per esempio non lo taglio io, ma lo taglia un vicino che usa il fieno per le sue bestie).
E questa seconda opzione è quella che preferisco. Come quando non avevo la lavatrice e, in cambio di lavaggio e stiro dei suoi vestiti, usavo la lavatrice del mio vicino. (idem la lavastoviglie).
Il resto è chiacchiera.
Da me, i contadini e i montanari riassumono questo modo di vedere le cose con "coi se e coi ma non si fa minestra".
Ed è meglio una minestra povera che la pancia vuota.
Altro che leoni nascosti nell'erba, o brutte cose che si celano fra gli arbusti. (per quelli se proprio c'è la doppietta).