MI presento

Brunetta

Utente di lunga data
Certo che è una mancanza di amore...
Uno lavora tutto il giorno e tu te ne fotti?
Il mangiare insieme per una famiglia è ...una parte dell' essere famiglia... finché ovviamente ci siano orari simili...
Ma per esempio io che torno a casa dopo le 21 quando faccio il turno del pomeriggio....
Non mangio sola in cucina .
..sono lì con me... già cenati ma li .spesso uno dei 2 figli è in doccia...ma ho chiesto e spiegato loro che è segno di rispetto...stare un pochino con me dopo una giornata...
Giusto per sentire 2 cazzate della loro giornata ..
Cazzo ho fatto a fare una famiglia se devo star solo?
Si mangia in cinque minuti e poi resta del tempo.
Un conto è non vedersi per indifferenza, altro è non stare a tavola insieme.
A me la tua sembra una richiesta egocentrica.
 

bravagiulia75

Annebbiata lombarda DOCG
Si mangia in cinque minuti e poi resta del tempo.
Un conto è non vedersi per indifferenza, altro è non stare a tavola insieme.
A me la tua sembra una richiesta egocentrica.
Infatti non li faccio sedere a tavola modello soldatini ma avendo una bella zona living stanno sul divano e cerco di farli parlare un po'della giornata....essendo entrambi i miei figli 2 teen...cerco di capire qualcosa di loro...
Suppongo sia normale cercare un dialogo con i figli e il proprio compagno...
Se ognuno si dovesse fare i cazzi propri totalmente verrebbe meno il discorso di famiglia!!!!!!!!
Altro che essere egocentrica!!!!
 

Brunetta

Utente di lunga data
Infatti non li faccio sedere a tavola modello soldatini ma avendo una bella zona living stanno sul divano e cerco di farli parlare un po'della giornata....essendo entrambi i miei figli 2 teen...cerco di capire qualcosa di loro...
Suppongo sia normale cercare un dialogo con i figli e il proprio compagno...
Se ognuno si dovesse fare i cazzi propri totalmente verrebbe meno il discorso di famiglia!!!!!!!!
Altro che essere egocentrica!!!!
Ma se hai la cucina a vista è diverso.
Sei praticamente tu che stai dove sono loro.
 

Ginevra65

Moderatrice del cazzo
Staff Forum
Non ho detto a condizioni estreme. Ho detto che se resto lo faccio cercando di essere più serena possibile io. Se non ci riesco prendo altre decisioni
Se devo restare e essere incazzata ogni giorno per qualcosa non faccio il mio bene
Certo, mi riferivo a quanto diceva Alberto, che trova la cucina da pulire anche delle stoviglie degli altri che hanno cenato ore prima.
Rassettare sempre senza reagire a mio patere non va bene.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Però vedo che questa cosa di Alberto ha colpito molto.
Se fosse stata Alberta avrebbe colpito altrettanto che si trovava tre piatti nel lavandino?
 

Marjanna

Utente di lunga data
Però vedo che questa cosa di Alberto ha colpito molto.
Se fosse stata Alberta avrebbe colpito altrettanto che si trovava tre piatti nel lavandino?
Per me si. Allo stesso modo.
 

Brunetta

Utente di lunga data

Vera

Supermod disturbante
Staff Forum
Però vedo che questa cosa di Alberto ha colpito molto.
Se fosse stata Alberta avrebbe colpito altrettanto che si trovava tre piatti nel lavandino?
Se anche lei si fosse lagnata, sì, mi sarebbe venuta l'orticaria allo stesso modo.
 

valentina.65

Utente di lunga data
Però vedo che questa cosa di Alberto ha colpito molto.
Se fosse stata Alberta avrebbe colpito altrettanto che si trovava tre piatti nel lavandino?
Mi pare che la tue osservazioni siano fuori luogo:
lei fa part time e quindi giustamente il lavoro in casa dovrebbe impegnarla di più di quello che impegna lui, lui non trova nulla di pronto nonostante abbia lavorato tutto il giorno per la famiglia, lui lava i piatti sporcati anche da lei che in quel momento chatta per i cavoli suoi con non si sa chi......
a me viene l orticaria a leggere quanto lui ha scritto e francamente mi cadono le braccia a leggere i tuoi commenti che veramente non c' entrano nulla .
 

spleen

utente ?
Però vedo che questa cosa di Alberto ha colpito molto.
Se fosse stata Alberta avrebbe colpito altrettanto che si trovava tre piatti nel lavandino?
Non ne farei a tutti i costi una faccenda di genere, non sembra proprio questo il caso.
Se c'è una cosa che a me ad esempio dà fastidio in casa è proprio quella che ci sia qualcuno che il "carro" non abbia voglia di aiutare a tirarlo, dal momento che è una faccenda che devono fare tutti, al di la dei ruoli e delle competenze stabilite (che mi auguro perlomeno discusse).
Taccio sul fatto della scarsa o nulla empatia dimostrata verso chi si "sbatte" per tutti, che anche a me fa venire l'orticaria.
 
Ultima modifica:

Brunetta

Utente di lunga data
Mi pare che la tue osservazioni siano fuori luogo:
lei fa part time e quindi giustamente il lavoro in casa dovrebbe impegnarla di più di quello che impegna lui, lui non trova nulla di pronto nonostante abbia lavorato tutto il giorno per la famiglia, lui lava i piatti sporcati anche da lei che in quel momento chatta per i cavoli suoi con non si sa chi......
a me viene l orticaria a leggere quanto lui ha scritto e francamente mi cadono le braccia a leggere i tuoi commenti che veramente non c' entrano nulla .
Si è capito che io e te siamo due cuori e un’anima sola.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Non ne farei a tutti i costi una faccenda di genere, non sembra proprio questo il caso.
Se c'è una cosa che a me ad esempio dà fastidio in casa è proprio quella che ci sia qualcuno che il "carro" non abbia voglia di aiutare a tirarlo, dal momento che è una faccenda che devono fare tutti, al di la dei ruoli e delle competenze stabilite (che mi auguro perlomeno discusse).
Taccio sul fatto della scarsa o nulla empatia dimostrata verso chi si "sbatte" per tutti, che anche a me fa venire l'orticaria.
A me il dubbio che lui venga visto come poverino perché è uomo è venuta.
Ho già ampiamente detto che per me non è drammatico mangiare soli, anche il non trovare pronto saltuariamente non lo trovo grave. Non sempre si mangia l’amatriciana. Succede di mangiare formaggio e un contorno avanzato o una insalata pronta che ognuno si condisce come preferisce.
Per me quando ci si incista su queste piccolezze ci sono altri problemi. È come per il tubetto di dentifricio schiacciato in mezzo o la tavoletta del water alzata. Saranno mica problemi? Se ci si irrita è perché si è già irritati.
È surreale stare qui a dire che bisogna mangiare tutti insieme, a qualsiasi orario arrivi l’ultimo, come se il cuore della relazione fosse il minestrone.
 
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spleen

utente ?
A me il dubbio che lui venga visto come poverino perché è uomo è venuta.
Ho già ampiamente detto che per me non è drammatico mangiare soli, anche il non trovare pronto saltuariamente non lo trovo grave. Non sempre si mangia l’amatriciana. Succede di mangiare formaggio e un contorno avanzato o una insalata pronta che ognuno si condisce come preferisce.
Per me quando ci si incista su queste piccolezze ci sono altri problemi. È come per il tubetto di dentifricio schiacciato in mezzo o la tavoletta del water alzata. Saranno mica problemi? Se ci si irrita è perché si è già irritati.
È surreale stare qui a dire che bisogna mangiare tutti insieme, a qualsiasi orario arrivi l’ultimo, come se il cuore della relazione fosse il minestrone.
Non è quello che ha detto @alberto15, credo. Il punto non è mangiare da soli o meno, il punto è sentirsi e comportarsi come una famiglia e non come i frequentatori di un albergo.

A casa mia, giusto per parlare di qualcosa che conosco bene, tutti hanno dei compiti e cose da fare, a seconda del tempo a disposizione e a seconda degli accordi presi tra di noi, perché come ho già spiegato, una famiglia è una specie di carretto e tutti, in base alle proprie possibilità, sono tenuti a tirarlo. Noi la pensiamo così. (Uso -Noi-, non è il plurale maiestatis, siamo mia moglie ed io, e per riflesso i figli).

Di solito a cucinare è mia moglie, non è infrequente che cucini io, perché anche se ho altri compiti che lei non fa, se vedo che è stanca o ha problemi è chiaro e doveroso per me intervenire. C’è stato un periodo nel quale lei lavorava nel fine settimana e con i bambini piccoli, tranquillamente mi arrangiavo in casa a fare tutto e a farle trovare, quando tornava, del cibo pronto e i nostri sorrisi quando ci si raccontava tutti la giornata trascorsa.

Il martedì a mezzogiorno di solito torno a casa e mangio da solo, qualcosa che mi prepara lei, poi disbrigo e faccio in modo che mia figlia, che rincasa dopo di me, trovi apparecchiato. Per me è normale e doveroso, siamo una famiglia.

Mia moglie, quando mio figlio si ferma fuori a mangiare, si alza alle sei di mattina per preparargli qualcosa, potrebbe fare a meno, lo fa perché sente di farlo.

Tempo fa io e la moglie siamo tornati da un viaggio la sera, dopo ore di autostrada. Abbiamo trovato la minestra nei piatti, fatta da mio figlio che ha rinunciato ad uscire per quella sera, per aspettare noi.

Poi è chiaro che pure io mi incazzo se l’arrosto viene bruciato perché qualcuno si ferma a chiacchierare con la vicina o lei si incazza se trova l’ ultimo strappo di carta igienica senza sostituzione, ma questo fa parte del gioco.

Convivere significa appunto vivere con qualcuno, non è facile, non è utomatico, lo diventa se ciascuno si impegna nel farlo.

Se Alberto si sente frequentatore di un albergo, non componente di una famiglia, non possiamo andare a dargli una pacca sulla spalla e dirgli che la sua percezione è sbagliata per questioni di genere e di ruolo, perché significa, a mio avviso che del suo problema abbiamo capito poco.

Ci sono persone che pensano solo a se stesse, per le quali una famiglia è solo uno stato anagrafico e per le quali dimostrare nei fatti, non con belle parole, la propria empatia è un ostacolo insormontabile del proprio ego.

Una persona che se rincaso e dopo essersi grattata tutto il pomeriggio, non ha minimamente pensato a me, mi dimostra solo che di me non gliene importa un fico secco.

Ho usato la parola persona e non donna o uomo apposta perché è anche ora di finirla con questi cazzo di alibi del sessismo famigliare e dei ruoli, che sono esistiti, che forse in qualche caso esisteranno pure, ma che oltre ad una arma a doppio taglio ormai penso siano piuttosto distanti dalla società reale, occidentale, europea.

Se vogliamo parlare di come trattano le donne nelle quotatissime e difesissime (dalla politica dell' omologazione) società del terzo mondo, nessun problema, sono qui.
Se vogliamo parlare di come pensiamo debba evolvere il concetto di famiglia da istituzione naturale della società a contenitore dove ci si vuole mettere tutto o anche niente, che fa lo stesso per tanti, sono sempre qui.
 
Ultima modifica:

bravagiulia75

Annebbiata lombarda DOCG
Non è quello che ha detto @alberto15, credo. Il punto non è mangiare da soli o meno, il punto è sentirsi e comportarsi come una famiglia e non come i frequentatori di un albergo.

A casa mia, giusto per parlare di qualcosa che conosco bene, tutti hanno dei compiti e cose da fare, a seconda del tempo a disposizione e a seconda degli accordi presi tra di noi, perché come ho già spiegato, una famiglia è una specie di carretto e tutti, in base alle proprie possibilità, sono tenuti a tirarlo. Noi la pensiamo così. (Uso -Noi-, non è il plurale maiestatis, siamo mia moglie ed io, e per riflesso i figli).

Di solito a cucinare è mia moglie, non è infrequente che cucini io, perché anche se ho altri compiti che lei non fa, se vedo che è stanca o ha problemi è chiaro e doveroso per me intervenire. C’è stato un periodo nel quale lei lavorava nel fine settimana e con i bambini piccoli, tranquillamente mi arrangiavo in casa a fare tutto e a farle trovare, quando tornava, del cibo pronto e i nostri sorrisi quando ci si raccontava tutti la giornata trascorsa.

Il martedì a mezzogiorno di solito torno a casa e mangio da solo, qualcosa che mi prepara lei, poi disbrigo e faccio in modo che mia figlia, che rincasa dopo di me, trovi apparecchiato. Per me è normale e doveroso, siamo una famiglia.

Mia moglie, quando mio figlio si ferma fuori a mangiare, si alza alle sei di mattina per preparargli qualcosa, potrebbe fare a meno, lo fa perché sente di farlo.

Tempo fa io e la moglie siamo tornati da un viaggio la sera, dopo ore di autostrada. Abbiamo trovato la minestra nei piatti, fatta da mio figlio che ha rinunciato ad uscire per quella sera, per aspettare noi.

Poi è chiaro che pure io mi incazzo se l’arrosto viene bruciato perché qualcuno si ferma a chiacchierare con la vicina o lei si incazza se trova l’ ultimo strappo di carta igienica senza sostituzione, ma questo fa parte del gioco.

Convivere significa appunto vivere con qualcuno, non è facile, non è utomatico, lo diventa se ciascuno si impegna nel farlo.

Se Alberto si sente frequentatore di un albergo, non componente di una famiglia, non possiamo andare a dargli una pacca sulla spalla e dirgli che la sua percezione è sbagliata per questioni di genere e di ruolo, perché significa, a mio avviso che del suo problema abbiamo capito poco.

Ci sono persone che pensano solo a se stesse, per le quali una famiglia è solo uno stato anagrafico e per le quali dimostrare nei fatti, non con belle parole, la propria empatia è un ostacolo insormontabile del proprio ego.

Una persona che se rincaso e dopo essersi grattata tutto il pomeriggio, non ha minimamente pensato a me, mi dimostra solo che di me non gliene importa un fico secco.

Ho usato la parola persona e non donna o uomo apposta perché è anche ora di finirla con questi cazzo di alibi del sessismo famigliare e dei ruoli, che sono esistiti, che forse in qualche caso esisteranno pure, ma che oltre ad una arma a doppio taglio ormai penso siano piuttosto distanti dalla società reale, occidentale, europea.

Se vogliamo parlare di come trattano le donne nelle quotatissime e difesissime (dalla politica dell' omologazione) società del terzo mondo, nessun problema, sono qui.
Se vogliamo parlare di come pensiamo debba evolvere il concetto di famiglia da istituzione naturale della società a contenitore dove ci si vuole mettere tutto o anche niente, che fa lo stesso per tanti, sono sempre qui.
Beh mi trovi d accordo su tutto!!!chapeau a tuo figlio che ha rinunciato ad uscire con gli amici per farvi trovare un piatto caldo!!!!
 

Marjanna

Utente di lunga data
Non è quello che ha detto @alberto15, credo. Il punto non è mangiare da soli o meno, il punto è sentirsi e comportarsi come una famiglia e non come i frequentatori di un albergo.

A casa mia, giusto per parlare di qualcosa che conosco bene, tutti hanno dei compiti e cose da fare, a seconda del tempo a disposizione e a seconda degli accordi presi tra di noi, perché come ho già spiegato, una famiglia è una specie di carretto e tutti, in base alle proprie possibilità, sono tenuti a tirarlo. Noi la pensiamo così. (Uso -Noi-, non è il plurale maiestatis, siamo mia moglie ed io, e per riflesso i figli).

Di solito a cucinare è mia moglie, non è infrequente che cucini io, perché anche se ho altri compiti che lei non fa, se vedo che è stanca o ha problemi è chiaro e doveroso per me intervenire. C’è stato un periodo nel quale lei lavorava nel fine settimana e con i bambini piccoli, tranquillamente mi arrangiavo in casa a fare tutto e a farle trovare, quando tornava, del cibo pronto e i nostri sorrisi quando ci si raccontava tutti la giornata trascorsa.

Il martedì a mezzogiorno di solito torno a casa e mangio da solo, qualcosa che mi prepara lei, poi disbrigo e faccio in modo che mia figlia, che rincasa dopo di me, trovi apparecchiato. Per me è normale e doveroso, siamo una famiglia.

Mia moglie, quando mio figlio si ferma fuori a mangiare, si alza alle sei di mattina per preparargli qualcosa, potrebbe fare a meno, lo fa perché sente di farlo.

Tempo fa io e la moglie siamo tornati da un viaggio la sera, dopo ore di autostrada. Abbiamo trovato la minestra nei piatti, fatta da mio figlio che ha rinunciato ad uscire per quella sera, per aspettare noi.

Poi è chiaro che pure io mi incazzo se l’arrosto viene bruciato perché qualcuno si ferma a chiacchierare con la vicina o lei si incazza se trova l’ ultimo strappo di carta igienica senza sostituzione, ma questo fa parte del gioco.

Convivere significa appunto vivere con qualcuno, non è facile, non è utomatico, lo diventa se ciascuno si impegna nel farlo.

Se Alberto si sente frequentatore di un albergo, non componente di una famiglia, non possiamo andare a dargli una pacca sulla spalla e dirgli che la sua percezione è sbagliata per questioni di genere e di ruolo, perché significa, a mio avviso che del suo problema abbiamo capito poco.

Ci sono persone che pensano solo a se stesse, per le quali una famiglia è solo uno stato anagrafico e per le quali dimostrare nei fatti, non con belle parole, la propria empatia è un ostacolo insormontabile del proprio ego.

Una persona che se rincaso e dopo essersi grattata tutto il pomeriggio, non ha minimamente pensato a me, mi dimostra solo che di me non gliene importa un fico secco.

Ho usato la parola persona e non donna o uomo apposta perché è anche ora di finirla con questi cazzo di alibi del sessismo famigliare e dei ruoli, che sono esistiti, che forse in qualche caso esisteranno pure, ma che oltre ad una arma a doppio taglio ormai penso siano piuttosto distanti dalla società reale, occidentale, europea.

Se vogliamo parlare di come trattano le donne nelle quotatissime e difesissime (dalla politica dell' omologazione) società del terzo mondo, nessun problema, sono qui.
Se vogliamo parlare di come pensiamo debba evolvere il concetto di famiglia da istituzione naturale della società a contenitore dove ci si vuole mettere tutto o anche niente, che fa lo stesso per tanti, sono sempre qui.
Il commento di @Brunetta e il tuo non è che sono opposti, che uno escluda l'altro.
Tu dici bene quando esprimi "Noi la pensiamo così". NOI. Una coppia unita che condivide una gestione della famiglia.
Qua manca proprio il NOI.
Ma il NOI, dimmi come la vedi, si forma prima della gestione pratica domestica. Altrimenti è un tentare, in modi diversi, di cacciare se DENTRO L'ALTRO. E se accade, da una parte o dall'altra, ci sarà qualcuno che si sente soffocare.
 

spleen

utente ?
Beh mi trovi d accordo su tutto!!!chapeau a tuo figlio che ha rinunciato ad uscire con gli amici per farvi trovare un piatto caldo!!!!
Grazie.
Non è che mio figlio, del resto, esca poco, anzi. Diciamo che è stato abituato ad aiutare, quando può, alcuni piccoli compiti a casa, come il taglio del prato, sono inderogabilmente suoi.
 

spleen

utente ?
Il commento di @Brunetta e il tuo non è che sono opposti, che uno escluda l'altro.
Tu dici bene quando esprimi "Noi la pensiamo così". NOI. Una coppia unita che condivide una gestione della famiglia.
Qua manca proprio il NOI.
Ma il NOI, dimmi come la vedi, si forma prima della gestione pratica domestica. Altrimenti è un tentare, in modi diversi, di cacciare se DENTRO L'ALTRO. E se accade, da una parte o dall'altra, ci sarà qualcuno che si sente soffocare.
Non è una faccenda di generi, ho inteso dire.
Sono altresì convinto che non ci siano formule perfette di convivenza, ce ne sono di auspicabili, quelle dentro le quali gli individui attraverso la contrattazione si assumono liberamente un ruolo e degli impegni, dei doveri per il bene comune.
Non credo in una famiglia senza ruoli, in pratica.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Non è quello che ha detto @alberto15, credo. Il punto non è mangiare da soli o meno, il punto è sentirsi e comportarsi come una famiglia e non come i frequentatori di un albergo.

A casa mia, giusto per parlare di qualcosa che conosco bene, tutti hanno dei compiti e cose da fare, a seconda del tempo a disposizione e a seconda degli accordi presi tra di noi, perché come ho già spiegato, una famiglia è una specie di carretto e tutti, in base alle proprie possibilità, sono tenuti a tirarlo. Noi la pensiamo così. (Uso -Noi-, non è il plurale maiestatis, siamo mia moglie ed io, e per riflesso i figli).

Di solito a cucinare è mia moglie, non è infrequente che cucini io, perché anche se ho altri compiti che lei non fa, se vedo che è stanca o ha problemi è chiaro e doveroso per me intervenire. C’è stato un periodo nel quale lei lavorava nel fine settimana e con i bambini piccoli, tranquillamente mi arrangiavo in casa a fare tutto e a farle trovare, quando tornava, del cibo pronto e i nostri sorrisi quando ci si raccontava tutti la giornata trascorsa.

Il martedì a mezzogiorno di solito torno a casa e mangio da solo, qualcosa che mi prepara lei, poi disbrigo e faccio in modo che mia figlia, che rincasa dopo di me, trovi apparecchiato. Per me è normale e doveroso, siamo una famiglia.

Mia moglie, quando mio figlio si ferma fuori a mangiare, si alza alle sei di mattina per preparargli qualcosa, potrebbe fare a meno, lo fa perché sente di farlo.

Tempo fa io e la moglie siamo tornati da un viaggio la sera, dopo ore di autostrada. Abbiamo trovato la minestra nei piatti, fatta da mio figlio che ha rinunciato ad uscire per quella sera, per aspettare noi.

Poi è chiaro che pure io mi incazzo se l’arrosto viene bruciato perché qualcuno si ferma a chiacchierare con la vicina o lei si incazza se trova l’ ultimo strappo di carta igienica senza sostituzione, ma questo fa parte del gioco.

Convivere significa appunto vivere con qualcuno, non è facile, non è utomatico, lo diventa se ciascuno si impegna nel farlo.

Se Alberto si sente frequentatore di un albergo, non componente di una famiglia, non possiamo andare a dargli una pacca sulla spalla e dirgli che la sua percezione è sbagliata per questioni di genere e di ruolo, perché significa, a mio avviso che del suo problema abbiamo capito poco.

Ci sono persone che pensano solo a se stesse, per le quali una famiglia è solo uno stato anagrafico e per le quali dimostrare nei fatti, non con belle parole, la propria empatia è un ostacolo insormontabile del proprio ego.

Una persona che se rincaso e dopo essersi grattata tutto il pomeriggio, non ha minimamente pensato a me, mi dimostra solo che di me non gliene importa un fico secco.

Ho usato la parola persona e non donna o uomo apposta perché è anche ora di finirla con questi cazzo di alibi del sessismo famigliare e dei ruoli, che sono esistiti, che forse in qualche caso esisteranno pure, ma che oltre ad una arma a doppio taglio ormai penso siano piuttosto distanti dalla società reale, occidentale, europea.

Se vogliamo parlare di come trattano le donne nelle quotatissime e difesissime (dalla politica dell' omologazione) società del terzo mondo, nessun problema, sono qui.
Se vogliamo parlare di come pensiamo debba evolvere il concetto di famiglia da istituzione naturale della società a contenitore dove ci si vuole mettere tutto o anche niente, che fa lo stesso per tanti, sono sempre qui.
Quelli siete voi.
Come sono loro non è chiaro.
Per me lui ha segnalato una sciocchezza per parlare di altro. Poi, dopo lo sfogo, non ha avuto voglia di parlarne.
Stabilire noi che lei è brutta cattiva per la sciocchezza riportata, lo trovo ridicolo.
 

Marjanna

Utente di lunga data
Non è una faccenda di generi, ho inteso dire.
Sono altresì convinto che non ci siano formule perfette di convivenza, ce ne sono di auspicabili, quelle dentro le quali gli individui attraverso la contrattazione si assumono liberamente un ruolo e degli impegni, dei doveri per il bene comune.
Non credo in una famiglia senza ruoli, in pratica.
La penso come te, anche se lo vedo più semplicemente come essere una squadra.
La parola "dovere" a volte viene malvista, sa di peso e forzatura, mentre la partecipazione ad una squadra è un movimento per il benessere comune.

Questi concetti sono comunque abbastanza condivisibili da persone che hanno raggiunto l'età adulta, come la moglie di Alb. Io non posso sapere cosa c'è dietro, ma se lei se la gratta tutto il giorno e in tre lasciano il devasto in cucina aspettando che Alberto sistemi in tarda sera, e lui come ha scritto manifesta disappunto ma lei pare fregarsene... mi chiedo se ci sia altro dietro... mi chiedo se questi atteggiamenti siano una forma di comunicazione.
Alberto mi pare ne soffra non tanto perchè si trova lui a doversi far carico di sistemare, ma perchè sente che nessuno ha un pensiero per lui. Lui vede che lei pensa a se stessa, non lo vede, non lo vede al punto tale da fare un minimo pensiero in cui si dice "oh cavolo, mio marito torna e c'è tutto sparso in cucina, aspetta che gli rendo il locale vivibile".
Non so se capisci la differenza, non è tanto questione di indolenza, di fare, ma proprio che non le viene neppure in mente. Almeno questa è la mia impressione rispetto alla sofferenza che sente Alberto.

Edit: un vuoto di pensieri verso il marito che viene manifestato e potrebbe portare alla domanda "ma questa sarà mica che si è fatta un altro amante?"
 
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Brunetta

Utente di lunga data
La penso come te, anche se lo vedo più semplicemente come essere una squadra.
La parola "dovere" a volte viene malvista, sa di peso e forzatura, mentre la partecipazione ad una squadra è un movimento per il benessere comune.

Questi concetti sono comunque abbastanza condivisibili da persone che hanno raggiunto l'età adulta, come la moglie di Alb. Io non posso sapere cosa c'è dietro, ma se lei se la gratta tutto il giorno e in tre lasciano il devasto in cucina aspettando che Alberto sistemi in tarda sera, e lui come ha scritto manifesta disappunto ma lei pare fregarsene... mi chiedo se ci sia altro dietro... mi chiedo se questi atteggiamenti siano una forma di comunicazione.
Alberto mi pare ne soffra non tanto perchè si trova lui a doversi far carico di sistemare, ma perchè sente che nessuno ha un pensiero per lui. Lui vede che lei pensa a se stessa, non lo vede, non lo vede al punto tale da fare un minimo pensiero in cui si dice "oh cavolo, mio marito torna e c'è tutto sparso in cucina, aspetta che gli rendo il locale vivibile".
Non so se capisci la differenza, non è tanto questione di indolenza, di fare, ma proprio che non le viene neppure in mente. Almeno questa è la mia impressione rispetto alla sofferenza che sente Alberto.

Edit: un vuoto di pensieri verso il marito che viene manifestato e potrebbe portare alla domanda "ma questa sarà mica che si è fatta un altro amante?"
“Sarà mica che non mi voglia bene E magari abbia anche un amante?”
Questa è la domanda.
Io non vedo nessuna devastazione, ma due piatti, una pentola è un pentolino al massimo.
Se questo viene percepito come devastazione, se ne parla.
Il punto è che si possa arrivare al punto di aver paura di parlare.
Allora sì diventa solo un gioco di potere, come dice Skorpio, ma i giochi di potere sono complicati. C’è chi cerca il potere o pensa di averlo perso in cose insignificanti, mentre domina in altre.
Non si può trasferire la propria esperienza in casa d’altri, in altre relazioni.
A me è capitato di arrivare tardi, a volte ho trovato pronto a volte no.
 
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