Eh già... ci ho pensato si, parecchie volte. E l'ho visto anche su di me. E' uno dei motivi percui amo la montagna, ti porta a cambiare impostazione. E ti mette anche davanti al buio, sia quello della mancanza di inquinamento luminoso, sia quello interno, e cosa non esce da quel buio... Tra le varie a me sbatte in faccia l'ignoranza, la mia. Tutte le opportunità che non ho visto di andare oltre l'ignoranza.
Ti ringrazio per le tue riflessioni. Io ho un rapporto strano con il tempo, faccio veramente fatica a rispondere a certe impostazioni. Per certi versi sono come un bambino, rispondo a bisogni primari, fame, sonno, ect. Se non ho fame e metto delle patate in forno, è facile che me ne dimentichi. Al contempo posso fare qualcosa e 3 ore mi passano in un nanosecondo. E se da un lato è bello, perchè non vivo il tempo in modo oppressivo, dall'altro lato mi rendo conto di non avere tutta questa concezione del tempo presente. Per questo mi viene da fare riferimento a passato e futuro credo, perchè mi creo una linea dove in mezzo inserisco il presente, ma in un certo senso non lo sento.
Beh, siamo mammiferi. Reagiamo anche noi, come tutte le altre bestie, agli stimoli luminosi, fra gli altri.
Ultimamente pensavo a come questa sovrastimolazione potesse incidere sulla riproduzione. (esponendo a costante illuminazione si arriva ad un punto critico in cui salta tutto).
Ma vabbè, sono vagheggiamenti per vezzo.
Mi ha fatto piacere condividere, grazie a te
Il tempo è qualcosa di affascinante, non pensi?
Lo misuriamo, è talmente sfuggente che senza misurazione diventa molto complesso trovarci dentro orientamento.
E non solo, è fondamentale, in comunità, condividere la misurazione per comunicare e per intessere rapporti sociali.
Però il tempo è un continuum.
Noi dividiamo passato presente e futuro per poterci orientare con noi stessi e nella comunicazione con il sociale.
Il tempo umano è ben diverso dal tempo della Terra, per esempio, però,
80 anni per il pianeta mi sa che corrispondono a pochi secondi (se non meno) per la Terra.
La isurazione che noi diamo del tempo è arbitraria. Frutto di accordi.
Decidiamo che per un periodo le 18 sono ad un certo momento della giornata, e per un altro periodo le 18 sono le 17.
Facciamo rispondere la misurazione a bisogni di ordine organizzativo, economico, produttivo.
qualcuno diceva, accenderemo la luce per lavorare nei campi anche di notte (o una roba simile).
La tecnologia ha reso sfuggente il rapporto con il tempo che scorre. (ma il tempo va comunque al suo ritmo eh...)
(pensa alla velocità in una chat, o alla velocità di una mail)
Io riconosco il tempo "oggettivo" dell'uomo (quello arbitrario e frutto di convenzione) e il tempo soggettivo.
Mi piace quello soggettivo, mi rimanda la potenza delle emozioni.
In termini di elaborazione il tempo è altrettanto affascinante.
Se ci pensi il futuro altro non è che quel che mi aspetto, e quel che mi aspetto altro non è che la rielaborazione di quel che ho già vissuto caricato di valutazioni (a volte giudizi).
E il passato altro non è che la mia elaborazione nel qui e ora di quel che ho vissuto e osservato.
(i ricordi cambiano...non casualmente. E' un tema altrettanto affascinante quello dei ricordi e di come vengano scritti nella mente. Pensa solo ai falsi ricordi).
Ed è in questi termini che dico che il futuro non esiste.
In questi termini dico che il futuro è il prodotto (nel senso matematico) delle azioni che accadono ora.
Potremmo dire che il futuro è il risultato dell'apprendimento e in particolare dell'elaborazione dell'errore.
E in questi termini anche il passato...se ci guardi bene, è il frutto dell'elaborazione del ricordo qui e ora.
Con questo non sostengo la vita della cicala.
Semplicemente sono piuttosto convinta che proiettarmi (generico) nel futuro per come sono ora e insieme a me proiettare il contesto in cui sono ora (o che ho appena vissuto) è la miglior strada per perdersi le opportunità che la Vita propone.
Per sganciarsi dalla realtà mentre accade e rimanere agganciati invece alla propria percezione del passato
(pensa a quelli che restano disperatamente aggrappati ad una relazione evidentemente finita nel nome di ciò che è stato e di ciò che sarebbe dovuto essere).
E' il miglior modo per perdere aderenza e presenza, alla realtà e a se stessi.
E fra l'altro, non permette neanche di progettare a lungo termine.
Un progetto a lungo termine si basa prima di tutto su una lettura spietata della realtà di partenza.
Senza questo, non è possibile costruire nessun progetto.