L'ultima parte mi ha fatta sorridere. Invidio, per certi versi, il tuo ottimismo verso il genere umano. Troppo stupido per riuscire a far danni
A me si è aperta l'immagine della bomba atomica, fa te

Di qui, ai danni lasciati ben oltre la deflagrazione, anche a distanza di tanto tempo.
Poi mi potrai dire che la natura ha portato in maniera inesorabile alla estinzione di intere specie (sia pur sempre in una specie di dialettica alternativa con l'evoluzione), e ok.
Sugli abbracci ho continuato ad abbracciare tutte le persone che abbracciavo prima, ad eccezione di chi non vuole
Certo che sono una ottimista!
Il nostro cervello è programmato per l'ottimismo. E' funzionale alla sopravvivenza.
SE non fossi ottimista, non potrei comprare da mangiare nulla di quello che mi vendono, prendere in mano la macchina e guidare, alzarmi la mattina e fare a giornata.
Mi hai fatta ridere, con lo spunto della bomba atomica.
Hai ragione, l'uomo è in grado di infliggere danni, anche gravi e soprattutto a se stesso.
Dicendo che confido nella sua stupidità mica ho asserito che sia inoffensivo.
Semplicemente penso ad un quadro più ampio di qualche decennio o di qualche centinaio di anni.
In modo molto impreciso, la nostra specie si è "separata" dal nostro progenitore - quello che abbiamo in comune con i primati - credo all'incirca un 6 milioni di anni fa. milione più milione meno.
Siamo quelli che conosciamo da meno di mezzo milione di anni.
Abbiamo iniziato ad avere una certa coscienza di noi stessi all'incirca duecentomila anni fa, migliaio più migliaio meno.
Il pianeta esista da un 5 miliardi di anni?
La nostra prospettiva di specie è minima.
La nostra esperienza di specie è minima.
La nostra conoscenza è minima.
Viviamo fondamentalmente nell'illusione di noi stessi.
ci siamo creati uno storytelling di un certo tipo, fra cui il fatto che noi siamo la specie superiore di questo pianeta...ce lo siamo raccontati in balia della paura del buio e dell'ignoto. Per rassicurarci. E sopravvivere.
Le galline sono sulla terra da all'incirca 13 milioni di anni.
Virus e batteri sono sul pianeta dall'origine della vita.
Dei virus neppure lo si sa esattamente, si pensa che siano presenti fin dall'evoluzione delle prime cellule viventi. Ma non lo si sa esattamente.
In questo quadro, la nostra vita, così come la conosciamo è una illusione.
siamo fondamentalmente un ammasso di cellule a servizio dell'evoluzione.
Un esperimento evolutivo.
Tutto il resto lo abbiamo creato noi nella narrazione di noi stessi.
La nostra potenza. La vita eterna. La Vita e la Morte. La nostra sapienza.
sono fondamentalmente illusioni di cui ci nutriamo per spiegarci l'inspiegabile.
Platone, ricordi il mito della caverna?
Ecco...noi viviamo tendenzialmente girati di spalle in una caverna guardando le ombre che la Vita riflette sulle pareti di quella caverna.
Questo intendo quando parlo di fiducia nella stupidità umana.
Le istanze individuali, che mi conosci, sai benissimo cosa penso dell'individuo e dell'importanza dell'essere presenti a se stessi come individui, sono comunque e però sottoposte a questo.
Alla consapevolezza che noi osserviamo ombre convincendoci che siano reali.
Che viviamo immersi nel dualismo fra reale e ideale, spesso senza neppure saperlo e senza saper distinguere fra i due. (pensa alla tua storia, per esempio).
Questo è il motivo per cui mi muovo riguardo alle certezze - che sono solo umane, per quel che sappiamo oggi, siamo l'unica specie che si muove con un impianto di certezze di un qualche tipo - con estrema incertezza.
Venendo alla bomba atomica, piuttosto che a Chernobyl per dire, i danni che noi guardiamo sono relativi ridotti ad una manciata di anni.
E Quelli rilevati sono da essere relativizzati ad un quadro temporale limitato e, semplicemente, non avremo sufficiente tempo per vedere come evolveranno quei danni.
A prescindere da quello che l'uomo ha fatto, danneggiando primariamente se stesso e la sua idea di benessere, la Vita non si è fermata.
Si è adattata.
Potremmo paragonare la bomba atomica, che nel nostro ridotto immaginario è immensa, ad un buffetto in proporzione a tutto il resto.
Sia chiaro, non sto sminuendo nulla.
E solo proporzionare la grandezza umana (sarebbe meglio dire la sua narrazione) alla grandezza in cui è inserita e sottoposta senza possibilità di scelta.
Se l'individuo, meglio, l'idea che l'individuo si fa di se stesso, dimentica questa proporzione ne esce un essere tremante e schiacciato da se stesso seppur convinto di avere un potere immenso su ogni cosa. Tutto ripiegato su se stesso e diretto al nutrimento dell'illusione di se stesso.
E poi...va a gambe all'aria di fronte ad un cosetto che manco è in grado di vedere.
Ma che ha una storia evolutiva talmente lunga da non esser neppur rintracciabile e raccontabile.
Tutto il potere che noi possiamo mettere in campo, è nulla rispetto alla potenza a cui siamo sottoposti. Ed è schiacciante, prenderne atto. Ma prenderne atto è l'unica via per iniziare almeno a sapere che quello che noi osserviamo non è la realtà nella sua pienezza ma solo ombre. E, dopo lo schiacciamento...ne esce l'ottimismo da cui siam partite
