Zoccola, troia, puttana e sciupa femmine e playboy

Nocciola

Super Moderatore
Staff Forum
Io il bisogno di considerarlo il mio puttano non ce l'ho. Capisco ciò che vuoi dire, ma capisco anche che sia abbastanza difficile riuscire a non portar fuori dal contesto del sesso "la puttana". Non siamo fatti a comparti stagni, facilissimo che dal gioco si possa passare a qualcosa che si insinua tra due a livelli più profondi. E allora pensare al "reciproco" non è che alla fine della fiera venga per così dire in soccorso.... Spero di essermi spiegata, son concetti in cui penso sia molto facile incartarsi....
Invece secondo me se conosci l’altro è difficilissimo che quel termine e significato escana dal quel contesto
E non è sentirne il bisogno. Non è che se non mi chiami troia non mi eccito. Mi eccito anche se mi chiami troia. Ed è diverso.
provo a ripetermi: ognuno fa quel che sento, l’errore secondo me è attribuire il proprio significato a altre persone
 

Nocciola

Super Moderatore
Staff Forum
Infatti era una battuta.
E comunque la posizione non compresa era la sua, nessun attacco al resto mi pare, solo difficoltà a capirsi. Che non significa dover esser d'accordo
Io la sua posizione l’ho capita e glielo ribadisco da anni. È lei che secondo me più che non capire la mia gli attribuisce un significato diverso dal mio e di conseguenza non ci si capisce
 

Foglia

utente viva e vegeta
Invece secondo me se conosci l’altro è difficilissimo che quel termine e significato escana dal quel contesto
E non è sentirne il bisogno. Non è che se non mi chiami troia non mi eccito. Mi eccito anche se mi chiami troia. Ed è diverso.
provo a ripetermi: ognuno fa quel che sento, l’errore secondo me è attribuire il proprio significato a altre persone
Ma ho capito cosa intendi. Arriva quella parolina in un dato momento e si alimenta quel qualcosa in più. In un momento in cui è già alta la tensione :)
Però, SOPRATTUTTO nel contesto di un rapporto che è fatto di anche altro (penso a bollette da pagare, e anche a tutte le questioni "rognose" che caratterizzano una vita di coppia (intendo più che altro coppie "regolari") è un gioco che capisco possa costare anche caro. Altrimenti vero quel che dici, ma a patto che non ci siano nel mezzo tante altre occasioni in cui quel "puttana" potrebbe saltar fuori, se non appunto un altro momento di alta tensione. Perché capisco anche le parole della Cortellesi. Inutile negare che a sdoganare un termine, ancora oggi le accezioni di quel termine siano facilmente sbilanciate. Ho fatto un giochino mentale prima. Il primo corrispondente di troia che mi è venuto in mente al maschile è "puttaniere". A me che son donna. E mi ha fatto riflettere, al di là del fatto che subito dopo l'ho collocato ;)
 

Nocciola

Super Moderatore
Staff Forum
Ma ho capito cosa intendi. Arriva quella parolina in un dato momento e si alimenta quel qualcosa in più. In un momento in cui è già alta la tensione :)
Però, SOPRATTUTTO nel contesto di un rapporto che è fatto di anche altro (penso a bollette da pagare, e anche a tutte le questioni "rognose" che caratterizzano una vita di coppia (intendo più che altro coppie "regolari") è un gioco che capisco possa costare anche caro. Altrimenti vero quel che dici, ma a patto che non ci siano nel mezzo tante altre occasioni in cui quel "puttana" potrebbe saltar fuori, se non appunto un altro momento di alta tensione. Perché capisco anche le parole della Cortellesi. Inutile negare che a sdoganare un termine, ancora oggi le accezioni di quel termine siano facilmente sbilanciate. Ho fatto un giochino mentale prima. Il primo corrispondente di troia che mi è venuto in mente al maschile è "puttaniere". A me che son donna. E mi ha fatto riflettere, al di là del fatto che subito dopo l'ho collocato ;)
Ma se salta fuori in un altro contesto a parte che voli dal balcone sarebbe un ulteriore conferma che non ho capito con chi ho a che fare e che soprattutto non era chiaro a entrambi il significato che le attribuivamo. E questo si che è un problema
Al netto che è altrettanto facile che quella parola esca durante un litigio anche se a letto non l’hai mai usata.
 

Lostris

Utente Ludica
Ma se salta fuori in un altro contesto a parte che voli dal balcone sarebbe un ulteriore conferma che non ho capito con chi ho a che fare e che soprattutto non era chiaro a entrambi il significato che le attribuivamo. E questo si che è un problema
Al netto che è altrettanto facile che quella parola esca durante un litigio anche se a letto non l’hai mai usata.
Sarebbe inaccettabile in entrambi i casi.

A parte che trovo veramente rozzo e povero insultare.
Un litigio non dovrebbe mai arrivare ai livelli di voler ferire l’altro.
 

Foglia

utente viva e vegeta
Ma se salta fuori in un altro contesto a parte che voli dal balcone sarebbe un ulteriore conferma che non ho capito con chi ho a che fare e che soprattutto non era chiaro a entrambi il significato che le attribuivamo. E questo si che è un problema
Al netto che è altrettanto facile che quella parola esca durante un litigio anche se a letto non l’hai mai usata.
Mmm.... Ti potrei portare la mia esperienza diversa ;), nel qual caso ti posso dire che la parola non suonava bene neanche a letto. È un rischio. Poi tu mi puoi dire "ma no, è un gioco. È un gioco che ritengo di gran lunga meglio confinare in certi contesti con chi per l'appunto gioco. Se fosse una persona che mi trovo anche ad altro titolo nella vita, sarei più propensa a indagare, non so come dire. Non lo escludo, ma dovrei proprio essere "certa", al di là di quel che mi dice, che ne sia anche intimamente convinto. Perché poi, come dici, può bastare una litigata e ci si chiede se siano cose pensate o meno.
 

Foglia

utente viva e vegeta
Sarebbe inaccettabile in entrambi i casi.

A parte che trovo veramente rozzo e povero insultare.
Un litigio non dovrebbe mai arrivare ai livelli di voler ferire l’altro.
eh. Ma si dice (per lo meno si sente dire) che durante i litigi vengano dette cose che non si pensano. Sarà vero? Io non ci credo fino in fondo.... Come al solito poi contano "i fatti ".
 

Lostris

Utente Ludica
eh. Ma si dice (per lo meno si sente dire) che durante i litigi vengano dette cose che non si pensano. Sarà vero? Io non ci credo fino in fondo.... Come al solito poi contano "i fatti ".
Francamente a me non è mai capitato di essere insultata.

Di insultare ammetto di sì (poche volte) ma ero molto arrabbiata e decisamente non si trattava di “litigi” o discussioni - nel senso di argomentare qualcosa su cui si è in disaccordo.

E non c’era molto da dire.

Tutto quello che si dice lo si pensa, al limite con la rabbia esce più “denso”.
Ma non tiri fuori cose che dentro non hai.

Quindi non accetterei mai un “ero arrabbiato, non penso quello che ho detto”.
 

Nocciola

Super Moderatore
Staff Forum
Mmm.... Ti potrei portare la mia esperienza diversa ;), nel qual caso ti posso dire che la parola non suonava bene neanche a letto. È un rischio. Poi tu mi puoi dire "ma no, è un gioco. È un gioco che ritengo di gran lunga meglio confinare in certi contesti con chi per l'appunto gioco. Se fosse una persona che mi trovo anche ad altro titolo nella vita, sarei più propensa a indagare, non so come dire. Non lo escludo, ma dovrei proprio essere "certa", al di là di quel che mi dice, che ne sia anche intimamente convinto. Perché poi, come dici, può bastare una litigata e ci si chiede se siano cose pensate o meno.
Già il fatto che a letto non suonasse bene era una cosa da stoppare all’istante come qualunque cosa non suona bene a letto. Non vedo motivo di fare cose che non diano solo piacere
 

Foglia

utente viva e vegeta
Francamente a me non è mai capitato di essere insultata.

Di insultare ammetto di sì (poche volte) ma ero molto arrabbiata e decisamente non si trattava di “litigi” o discussioni - nel senso di argomentare qualcosa su cui si è in disaccordo.

E non c’era molto da dire.

Tutto quello che si dice lo si pensa, al limite con la rabbia esce più “denso”.
Ma non tiri fuori cose che dentro non hai.

Quindi non accetterei mai un “ero arrabbiato, non penso quello che ho detto”.
Eh. Sono abbastanza vicino al tuo pensiero.
 

Nocciola

Super Moderatore
Staff Forum
Francamente a me non è mai capitato di essere insultata.

Di insultare ammetto di sì (poche volte) ma ero molto arrabbiata e decisamente non si trattava di “litigi” o discussioni - nel senso di argomentare qualcosa su cui si è in disaccordo.

E non c’era molto da dire.

Tutto quello che si dice lo si pensa, al limite con la rabbia esce più “denso”.
Ma non tiri fuori cose che dentro non hai.

Quindi non accetterei mai un “ero arrabbiato, non penso quello che ho detto”.
A me è capitato ed è stata la conferma di un rapporto finito. Proprio perché come te sono convinta che le cose che si dicono sono quelle che si pensano
Quando ho usate determinate parole l’ho fatto sapendo di ferire, pensandole e usate per questo.
 

Foglia

utente viva e vegeta
A me è capitato ed è stata la conferma di un rapporto finito. Proprio perché come te sono convinta che le cose che si dicono sono quelle che si pensano
Quando ho usate determinate parole l’ho fatto sapendo di ferire, pensandole e usate per questo.
Quando si litiga, o si vuole chiudere, si tirano fuori pensieri magari fino ad allora non esplicitati, che però già stavano in latenza. Per cui sono portata a dire che non sia nemmeno "per ferire", ma perché lo si pensa. Che è il discorso che faceva @Skorpio sul dire/Non dire (chi è più bravo?). Soltanto che capisco (nel caso del "troia") una.... mancata corrispondenza? :), al maschile. Forse stronzo :), ma non l'ho mai usato a letto, magari provo 😂. Scherzi a parte :), può eccitarmi in un dato momento in cui siamo "sincronizzati, ma non ho mai avvertito il corrispondente di quel gioco, perché il corrispondente maschile non trova quella doppia accezione (esempio: se dico "sei il mio stallone", credo di andare a solleticare ben altro immaginario, o meglio, un immaginario "a senso univoco" ;) )
 

abebis

Utente di lunga data
sinceramente nel rispetto di tutti trovo che in molti facciano un sacco di seghe mentali su significati, bisogni ecc ecc
Ma siamo proprio al livello di Olimpiadi delle seghe mentali! :LOL:

Tra l'altro, usate anche un codice da "iniziati" tutto vostro che faccio una fatica bestia a seguire, neanche riuscendoci del tutto (ammesso che abbia davvero un significato... ;) )

E non è che abbia una bassa considerazione di me, eh? E io che consideravo gente che se la tira un po' quelli che frequento in real life! Devo dirgli di iscriversi su questo forum, per ridimensionarsi... Peccato che i più non capiscano l'italiano.
 

abebis

Utente di lunga data
Ma ho capito cosa intendi. Arriva quella parolina in un dato momento e si alimenta quel qualcosa in più. In un momento in cui è già alta la tensione :)
Però, SOPRATTUTTO nel contesto di un rapporto che è fatto di anche altro (penso a bollette da pagare, e anche a tutte le questioni "rognose" che caratterizzano una vita di coppia (intendo più che altro coppie "regolari") è un gioco che capisco possa costare anche caro. Altrimenti vero quel che dici, ma a patto che non ci siano nel mezzo tante altre occasioni in cui quel "puttana" potrebbe saltar fuori, se non appunto un altro momento di alta tensione. Perché capisco anche le parole della Cortellesi. Inutile negare che a sdoganare un termine, ancora oggi le accezioni di quel termine siano facilmente sbilanciate. Ho fatto un giochino mentale prima. Il primo corrispondente di troia che mi è venuto in mente al maschile è "puttaniere". A me che son donna. E mi ha fatto riflettere, al di là del fatto che subito dopo l'ho collocato ;)
Non esiste un corrispondente maschile di "troia" nel senso dell'accezione comune, per il semplice fatto che quest'accezione è il risultato di secoli di cultura maschilista e sessuofobica che attribuisce al termine un valore dispregiativo alla persona proprio in quanto "femmina", a prescindere dal motivo per il quale le venga elargito l'epiteto.

E lasciamo perdere il fatto che spesso le persone che elargiscono con maggiore cattiveria la patente di "troia" ad una donna sono esse stesse donne... Ma anche questo è un riflesso della cultura maschilista nella quale sono cresciute.
 

Nocciola

Super Moderatore
Staff Forum
Quando si litiga, o si vuole chiudere, si tirano fuori pensieri magari fino ad allora non esplicitati, che però già stavano in latenza. Per cui sono portata a dire che non sia nemmeno "per ferire", ma perché lo si pensa. Che è il discorso che faceva @Skorpio sul dire/Non dire (chi è più bravo?). Soltanto che capisco (nel caso del "troia") una.... mancata corrispondenza? :), al maschile. Forse stronzo :), ma non l'ho mai usato a letto, magari provo 😂. Scherzi a parte :), può eccitarmi in un dato momento in cui siamo "sincronizzati, ma non ho mai avvertito il corrispondente di quel gioco, perché il corrispondente maschile non trova quella doppia accezione (esempio: se dico "sei il mio stallone", credo di andare a solleticare ben altro immaginario, o meglio, un immaginario "a senso univoco" ;) )
Non penso alla reciprocità. Mi possono uscire termini o anche no e lasciare che li usi solo lui
Certo che le cose che ho detto le pensavo e sapevo anche di ferire in modo pesante.
non dico cose che non penso solo per ferire.
il ferire è la conseguenza che per altro in quel momento non mi è affatto dispiaciuta
 

Foglia

utente viva e vegeta
Non esiste un corrispondente maschile di "troia" nel senso dell'accezione comune, per il semplice fatto che quest'accezione è il risultato di secoli di cultura maschilista e sessuofobica che attribuisce al termine un valore dispregiativo alla persona proprio in quanto "femmina", a prescindere dal motivo per il quale le venga elargito l'epiteto.

E lasciamo perdere il fatto che spesso le persone che elargiscono con maggiore cattiveria la patente di "troia" ad una donna sono esse stesse donne... Ma anche questo è un riflesso della cultura maschilista nella quale sono cresciute.
Si.
Proprio per questi motivi capisco da un lato "il gioco", ma capisco anche la pericolosità di una "esportazione " di quel gioco al di fuori di un preciso momento, e di un dato contesto. E francamente, mi farei molte più domande se chi me lo esplicitasse in un dato momento fosse un compagno di vita, piuttosto che uno con cui so che il prossimo incontro avverrà nel letto, o poco più. Poi sicuramente funziona il sentire (tipo col mio ex marito). Mi stonava, e parecchio :) Mentre senz'altro sono meno portata a farmi domande con uno con cui non ho da vivere altri contesti, non so come dire.... Ovvio che spero che non lo pensi. Ma se anche lo dovesse pensare probabilmente non lo saprò mai, o almeno è più difficile che lo venga a sapere (laddove ho meno fatti a disposizione, tutto può essere.... :)). Anche se credo che si possa capire, nel piccolo, persino in un rapporto per così dire "extra". Con la differenza che limito il rischio di "esportare" altrove questo concetto.
 

Nocciola

Super Moderatore
Staff Forum
Si.
Proprio per questi motivi capisco da un lato "il gioco", ma capisco anche la pericolosità di una "esportazione " di quel gioco al di fuori di un preciso momento, e di un dato contesto. E francamente, mi farei molte più domande se chi me lo esplicitasse in un dato momento fosse un compagno di vita, piuttosto che uno con cui so che il prossimo incontro avverrà nel letto, o poco più. Poi sicuramente funziona il sentire (tipo col mio ex marito). Mi stonava, e parecchio :) Mentre senz'altro sono meno portata a farmi domande con uno con cui non ho da vivere altri contesti, non so come dire.... Ovvio che spero che non lo pensi. Ma se anche lo dovesse pensare probabilmente non lo saprò mai, o almeno è più difficile che lo venga a sapere (laddove ho meno fatti a disposizione, tutto può essere.... :)). Anche se credo che si possa capire, nel piccolo, persino in un rapporto per così dire "extra". Con la differenza che limito il rischio di "esportare" altrove questo concetto.
Ecco invece per me è fondamentale sapere cosa pensa di me al di fuori del letto quella persona. Altrimenti quel termine mi stonerebbe a letto e soprattutto non ci sarebbe la conoscenza e la confidenza per usarlo.
 

Foglia

utente viva e vegeta
Non esiste un corrispondente maschile di "troia" nel senso dell'accezione comune, per il semplice fatto che quest'accezione è il risultato di secoli di cultura maschilista e sessuofobica che attribuisce al termine un valore dispregiativo alla persona proprio in quanto "femmina", a prescindere dal motivo per il quale le venga elargito l'epiteto.

E lasciamo perdere il fatto che spesso le persone che elargiscono con maggiore cattiveria la patente di "troia" ad una donna sono esse stesse donne... Ma anche questo è un riflesso della cultura maschilista nella quale sono cresciute.
Probabilmente ciò di cui parlava @ipazia era la capacità di "portare" quel fardello culturale. Io troia, ma tu uno che va con una troia (e quindi....? :) ). Ma credo davvero che a quel livello occorra ben più che affiatamento.
Allo stato attuale non riesco ad immaginarlo (per me) diverso da un semplice gioco. Che al momento giusto può andare (specialmente laddove alla fine non sono neanche motivata a farmi troppe domande "lessicali, e ho un contesto in sé già ridotto di - per così dire- indagine) a qualche circostanza ben delimitata, scopo animalesco è nulla più. Mi vengono in mente situazioni più estreme di giochi di ruolo, dove senz'altro il gioco funziona meglio se c'è conoscenza (e non solo del gioco in sé), ma che poi, statisticamente parlando, funzionano anche meglio laddove, abbandonato il contesto, non ci si trova ad avere a che fare con quel partner nel resto della vita. Altrimenti secondo me sono rapporti che vanno bene per equilibrare altri disequilibri di coppia, perché nel caso contrario, alla lunga, è abbastanza difficile non "esportarli". A meno appunto di non essere tra i (pochissimi, a mio avviso) che si possono permettere di giocare in coppia "fissa" a quel livello, senza dover poi spegnere non solo l'interruttore del gioco, ma del rapporto.
 

abebis

Utente di lunga data
Siamo tutti d'accordo che le parole hanno un significato, ma trovo veramente "strano" non riuscire a decontestualizzarle e ricontestualizzarle
Le parole hanno il significato che una persona attribuisce loro; però hanno anche un significato condiviso e dato che alla fin fine servono per comunicare, nella maggior parte dei casi, ogni persona assimila e fa suo spontaneamente il significato condiviso in modo trasparente, senza starci a questionare su; altrimenti... finché lo fa per gioco Humpty Dumpty è un conto, ma se no sai che palle a dover sindacare sul significato di ogni frase!! :)

Alcune parole, quelle che riferiscono a concetti più divisivi, sono "speciali": lì l'interpretazione, l'uso cambia a seconda dei contesti, dei luoghi, delle persone. È inevitabile. Pensate per esempio al termine "nigger" negli USA: due neri che giocano a basket in cortile è facile che si chiamino l'un l'altro così tutto il pomeriggio, senza nessun problema. Se uno dei due fosse bianco, già la musica cambierebbe. Se fossero in ufficio, invece, si aprirebbero delle voragini nel pavimento!

In definitiva: se si usa una parola "sensibile" (quale che essa sia) e la si usa in modo inconsapevole o superficiale, per me una persona è sciocca. Nell'usare un termine sensibile bisognerebbe sapere cosa si intende e cosa intendono gli altri: solo a quel punto la comunicazione diventa veramente efficace, qualunque cosa si voglia comunicare.

Un esempio su tutti di questo atteggiamento sciocco lo possiamo vedere, secondo me, con Donald Trump: per questo signore, la peggiore offesa che si possa fare ad un essere umano (di sesso maschile, perché le persone di sesso femminile per lui sono poco più che buchi deambulanti) è dirgli che è un "loser"! Niente per lui è più umiliante. E poco gli importa che praticamente nessuno definisca in sé quel termine con tutta la negatività che gli attribuisce lui, per quanto il termine ovviamente non abbia un'accezione positiva per nessuno, anche se poi sono le sconfitte ad essere le esperienze più formative. E questo è il motivo per cui lui non è capace di accettare che sia stato eletto un altro presidente: ammettere di aver perso gli è impossibile perché vuol dire, secondo la sua accezione, umiliarsi in modo intollerabile davanti al mondo intero! Per lui l'unica cosa che poteva succedere, nella natura delle cose, è che lui venisse rieletto (inevitabilmente, essendo lui un winner) e poi solo la miopia di una legge che non contempla rieleggibilità oltre il secondo mandato avrebbe impedito la sua rielezione ad libitum fino alla sua (forse) inevitabile dipartita da questo mondo.
 
Top