A proposito di eutanasia

Marjanna

Utente di lunga data

Marjanna

Utente di lunga data
e’ stata superata la soglia delle 800.000 firme per indire un referendum sull’eutanasia (Fonte Adnkronos).

penso che non si farà’ alcun referendum a riguardo, anche se sarebbe solo abrogativo senza normare di fatto alcuna procedura spegnivita.

come vi rapportate a questo tema?
Boh dipende. Nel volgo comune si pensa all'eutanasia per risparmiare da sofferenze immani una persona malata da anni, che già "le ha tentate tutte", che non avrà alcun ritorno alla vita di prima.
Ma io non ci metterei mezza unghia sul fuoco che sia così, per tutti.
L'eutanasia in Italia esiste e si chiama "cocktail di farmaci" anche se è un cocktail un attimo diverso da quello del Tom Cruise degli anni 80, ma volendo possiamo sempre metterci un bel neon rosa... "cocktail and dreams" e purtroppo c'è un punto in cui un malato non curabile, diventa anche un peso costoso e allora si accompagna fuori dalle balle, ma dolcemente. Che il malato capisca o meno non gli viene sempre comunicato, a volte neppure ai familiari. A volte si sentono dire frasi come "è morto dolcemente", e io rimango un poco interdetta perchè mi chiedo se queste persone abbiano visto ciò che viene definito agonia, o se sia più probabile che la mente faccia partire meccanismi di difesa di elevata entità. Che ci sta eh...
Forse sarebbe opportuno fosse una scelta soggettiva, io mi ero informata su quella che viene praticata in Svizzera ma parecchi anni fa, e pare facciano parecchi controlli (tipo se sei solo depresso scordatelo). A me faceva molta paura l'idea di rimanere viva ma allettata, di non poter fare cose come un rifugio in montagna, di rimanere viva in un contesto relegato all'asfalto.
Nessuno vorrebbe, credo, l'accanimento terapeutico su di se, ma dall'altra parte ci sono centinaia, forse di più, persone che in Italia in questo preciso istante staran tentando di contattare tal medico dall'altra parte dell'Italia, magari in teleconsulto, in cerca di una speranza, in cerca di chi dia una possibilità, un tentativo di cura negato da qualche ospedale, magari dopo mesi devastanti alle spalle. E allora cambia tutto, la vita che rimane vita finchè si può chiamare tale. Io credo che di fronte a grandi patologie non ci sia niente di giusto, c'è solo provare a fare di meglio, e poi continuare a provare e provare e provare.
Quindi partirei dalla domanda: cosa possiamo fare per migliorare?
 

Marjanna

Utente di lunga data
Sono perplesso, molto perplesso.

Secondo quanto dichiarato dalla madre aveva smesso di mangiare e di bere, e soffrisse da anni di disturbi post-traumatici da stress, depressione e anoressia. Era stata anche costretta all'alimentazione forzata dopo averla indotta a coma farmacologico, ma non ho capito se ci sono stati rischi che morisse per i farmaci e quindi l'hanno svegliata, e le hanno detto che se rifiutava l'alimentazione, si agitava, la legavano al letto, pare sia stato un ulteriore trauma. Aveva avuto diversi ricoveri forzati (una ventina e un internamento giudiziario). Pare i genitori avessero chiesto di farle l'elettroshock ma era stato negato per la giovane età. Non andava più a scuola. Dicono che delle violenze che aveva subito non ne avesse parlato in casa, ma poi la madre invece avesse trovato delle sue lettere a 11 anni dove scriveva di voler morire.
La richiesta per l'eutanasia le era stata negata, e l'aveva fatta in segreto dai genitori.

I trattamenti che era stata costretta a subire contro la sua volontà li aveva sentiti come un'ulteriore violazione, era stata costretta a misure contenitive, e si era sentita violata anche davanti ai giudici durante le udienze. Tutto quello che aveva dovuto subire nel venire classificata malata dai medici era sentito da lei come una ulteriore violenza, una coercizione, come se l'avessero inghiottita.

Non è stata fatta eutanasia, ma pare compiuti i 17 anni abbia potuto rifiutare l'alimentazione forzata.

In un certo senso, anche la distorsione della notizia della sua morte, come è stata usata a livello mondiale, è un abuso.
 
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spleen

utente ?

Secondo quanto dichiarato dalla madre aveva smesso di mangiare e di bere, e soffrisse da anni di disturbi post-traumatici da stress, depressione e anoressia. Era stata anche costretta all'alimentazione forzata dopo averla indotta a coma farmacologico, ma non ho capito se ci sono stati rischi che morisse per i farmaci e quindi l'hanno svegliata, e le hanno detto che se rifiutava l'alimentazione, si agitava, la legavano al letto, pare sia stato un ulteriore trauma. Aveva avuto diversi ricoveri forzati (una ventina e un internamento giudiziario). Pare i genitori avessero chiesto di farle l'elettroshock ma era stato negato per la giovane età. Non andava più a scuola. Dicono che delle violenze che aveva subito non ne avesse parlato in casa, ma poi la madre invece avesse trovato delle sue lettere a 11 anni dove scriveva di voler morire.
La richiesta per l'eutanasia le era stata negata, e l'aveva fatta in segreto dai genitori.

I trattamenti che era stata costretta a subire contro la sua volontà li aveva sentiti come un'ulteriore violazione, era stata costretta a misure contenitive, e si era sentita violata anche davanti ai giudici durante le udienze. Tutto quello che aveva dovuto subire nel venire classificata malata dai medici era sentito da lei come una ulteriore violenza, una coercizione, come se l'avessero inghiottita.

Non è stata fatta eutanasia, ma pare compiuti i 17 anni abbia potuto rifiutare l'alimentazione forzata.

In un certo senso, anche la distorsione della notizia della sua morte, come è stata usata a livello mondiale, è un abuso.
Il punto del mio ragionamento non è il caso in sè, è il fatto che il modello sociale che si sta affermando è quello che non riesce a motivare una adolescente alla vita ma ben sa come farla morire.
Il mio è un ragionamento del tutto personale, riguarda me stesso, ho visto morire i miei genitori, qualche anno fa, mio papà si è spento cosciente di morire, per mia mamma abbiamo fatto tutto il possibile, finchè il medico ci ha detto di lasciarla andare, e così abbiamo fatto.
Per me stesso auspico come tutti una morte rapida e possibilmente senza sofferenza ma purtroppo non possiamo sciegliere, ho chiesto ai miei figli che alla bisogna mi si sedi e mi si lasci andare. L'accanimento terapeutico, le forzature, non stanno bene nemmeno a me.
Filosoficamente non ritengo che la mia vita mi appartenga, so di essere controcorrente, appartiene a quel quel qualcosa che ha fatto si che io esista, chiamatelo dio, chiamatela natura, chiamatela come cavolo vi pare, ma pensare come l'andazzo comune ritiene che la nostra vita ci appartenga non è nelle mie corde, è una illusione la nostra. La nostra vita è governata perlopiù da forze che stanno fuori dal nostro controllo.
E non è nelle mie corde nemmeno pensare ad un modello sociale che stabilisca quali siano gli standard minimi perchè una vita debba essere vissuta, così facendo si rischia di spallancare le porte all' eugenetica, che viene spacciata per un progresso del genere umano ma che personalmente ritengo una aberrazione contronatura. (E la natura prima o poi si vendica della nostra supponenza).
 

Nocciola

Super Moderatore
Staff Forum
Il punto del mio ragionamento non è il caso in sè, è il fatto che il modello sociale che si sta affermando è quello che non riesce a motivare una adolescente alla vita ma ben sa come farla morire.
Il mio è un ragionamento del tutto personale, riguarda me stesso, ho visto morire i miei genitori, qualche anno fa, mio papà si è spento cosciente di morire, per mia mamma abbiamo fatto tutto il possibile, finchè il medico ci ha detto di lasciarla andare, e così abbiamo fatto.
Per me stesso auspico come tutti una morte rapida e possibilmente senza sofferenza ma purtroppo non possiamo sciegliere, ho chiesto ai miei figli che alla bisogna mi si sedi e mi si lasci andare. L'accanimento terapeutico, le forzature, non stanno bene nemmeno a me.
Filosoficamente non ritengo che la mia vita mi appartenga, so di essere controcorrente, appartiene a quel quel qualcosa che ha fatto si che io esista, chiamatelo dio, chiamatela natura, chiamatela come cavolo vi pare, ma pensare come l'andazzo comune ritiene che la nostra vita ci appartenga non è nelle mie corde, è una illusione la nostra. La nostra vita è governata perlopiù da forze che stanno fuori dal nostro controllo.
E non è nelle mie corde nemmeno pensare ad un modello sociale che stabilisca quali siano gli standard minimi perchè una vita debba essere vissuta, così facendo si rischia di spallancare le porte all' eugenetica, che viene spacciata per un progresso del genere umano ma che personalmente ritengo una aberrazione contronatura. (E la natura prima o poi si vendica della nostra supponenza).
Sedarti e lasciarti andare è comunque un velocizzare un processo che non sai quando si sarebbe concluso. Comunque è un decidere della propria vita. Quel tipo di sedazione velocizza la morte.
 

spleen

utente ?
Sedarti e lasciarti andare è comunque un velocizzare un processo che non sai quando si sarebbe concluso. Comunque è un decidere della propria vita. Quel tipo di sedazione velocizza la morte.
Si parlava di eutanasia, e a quanto mi risulta non è lasciare andare. Altrimenti non capisco per cosa sia necessaria una legge, visto che questo si puo chiedere anche adesso, quanto a decidere non hai capito cosa ho detto.
 

danny

Utente di lunga data
Sulla donazione degli organi ho un bigliettino in tasca che mi era arrivato a casa da non so quale ministero in cui autorizzo la donazione. Spero ci guardino nel mio portafogli se capita.
Io ero molto favorevole. Poi dopo aver conosciuto la merda che ha espiantato le cornee a mia cognata, ho cambiato idea.

Basta iscriversi all'aido.
Non serve fare niente altro, ci sono degli uffici di competenza in ospedale che si occupano di questo.

E comunque il "dono organi" non è così comune, non per mancanza di donatori, è che ci sono dei parametri precisi.
Poi non è che vadano diretti a qualcuno, vengono usati anche per la ricerca scientifica, dipende dalle valutazioni post mortem.
Esattamente.


Secondo quanto dichiarato dalla madre aveva smesso di mangiare e di bere, e soffrisse da anni di disturbi post-traumatici da stress, depressione e anoressia. Era stata anche costretta all'alimentazione forzata dopo averla indotta a coma farmacologico, ma non ho capito se ci sono stati rischi che morisse per i farmaci e quindi l'hanno svegliata, e le hanno detto che se rifiutava l'alimentazione, si agitava, la legavano al letto, pare sia stato un ulteriore trauma. Aveva avuto diversi ricoveri forzati (una ventina e un internamento giudiziario). Pare i genitori avessero chiesto di farle l'elettroshock ma era stato negato per la giovane età. Non andava più a scuola. Dicono che delle violenze che aveva subito non ne avesse parlato in casa, ma poi la madre invece avesse trovato delle sue lettere a 11 anni dove scriveva di voler morire.
La richiesta per l'eutanasia le era stata negata, e l'aveva fatta in segreto dai genitori.

I trattamenti che era stata costretta a subire contro la sua volontà li aveva sentiti come un'ulteriore violazione, era stata costretta a misure contenitive, e si era sentita violata anche davanti ai giudici durante le udienze. Tutto quello che aveva dovuto subire nel venire classificata malata dai medici era sentito da lei come una ulteriore violenza, una coercizione, come se l'avessero inghiottita.

Non è stata fatta eutanasia, ma pare compiuti i 17 anni abbia potuto rifiutare l'alimentazione forzata.

In un certo senso, anche la distorsione della notizia della sua morte, come è stata usata a livello mondiale, è un abuso.
Qui il dibattito è ampio.
Pensiamo a una anoressica.
Finché è minorenne un genitore ha facoltà di poter intervenire e dare l'assenso all'alimentazione forzata.
Nel caso di una maggiorenne no.
Secondo voi una anoressica ha facoltà di poter scegliere?
Questo sarebbe il caso invece di introdurre un TSO.

Relativamente all'eutanasia: parlando con un medico ospedaliero con cui ho pranzato, mi è stato confidato che è prassi non detta negli ospedali.
I costi per mantenere in vita le persone sono elevati.
 

Nocciola

Super Moderatore
Staff Forum
Si parlava di eutanasia, e a quanto mi risulta non è lasciare andare. Altrimenti non capisco per cosa sia necessaria una legge, visto che questo si puo chiedere anche adesso, quanto a decidere non hai capito cosa ho detto.
In effetti in qualche modo è un’ eutanasia legalizzata. Certo fatta su persone che comunque ci avrebbero lasciato a breve ma sicuramente un velocizzare di molto la dipartita.
Mi spiace se non ho capito il resto se non ti è di troppo disturbo potresti rispiegarmelo
 

spleen

utente ?
In effetti in qualche modo è un’ eutanasia legalizzata. Certo fatta su persone che comunque ci avrebbero lasciato a breve ma sicuramente un velocizzare di molto la dipartita.
Mi spiace se non ho capito il resto se non ti è di troppo disturbo potresti rispiegarmelo
Come tutti ho una mia posizione personale nei confronti della vita, potrei dire che la mia educazione sia stata irrilevante ma non sarebbe vero, non pretendo in ogni modo che venga condivisa, sia chiaro.
Ho un senso di mistero e di sacralità della cosa che sicuramente non è di moda. Oggi si preferisce pensare di essere i proprietari in toto della nostra esistenza, e si pensa che la proprietà ci consenta anche di mettere fine al dolore che la vita ci provoca.
Io la vedo in un altro modo, dal momento del mio concepimento ho lottato come tutti, rendendomi conto che per me lottare per essere vivo, la mia epopea personale, erano e sono tutto ciò che avevo e che ho ma che forse il senso è proprio la lotta.
Penso che come tutti sono nato per vivere, interpretare me stesso anche in frangenti estremamenti avversi e negativi sarà la cifra da pagare per avere avuto questa opportunità.
Non so se ha parole sono riuscito a rendere l'idea, spero di si. In sostanza è più una cosa interiore, un senso di gratitudine alla natura e al mondo per esserci, ed il prezzo per me, come per tutti sarà la sofferenza.
Quella sofferenza che è il vero tabù della società in cui si vive.
Per capirsi.
 
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Pincopallino

Utente di lunga data
Come tutti ho una mia posizione personale nei confronti della vita, potrei dire che la mia educazione sia stata irrilevante ma non sarebbe vero, non pretendo in ogni modo che venga condivisa, sia chiaro.
Ho un senso di mistero e di sacralità della cosa che sicuramente non è di moda. Oggi si preferisce pensare di essere i proprietari in toto della nostra esistenza, e si pensa che la proprietà ci consenta anche di mettere fine al dolore che la vita ci provoca.
Io la vedo in un altro modo, dal momento del mio concepimento ho lottato come tutti, rendendomi conto che per me lottare per essere vivo, la mia epopea personale, erano e sono tutto ciò che avevo e che ho ma che forse il senso è proprio la lotta.
Penso che come tutti sono nato per vivere, interpretare me stesso anche in frangenti estremamenti avversi e negativi sarà la cifra da pagare per avere avuto questa opportunità.
Non so se ha parole sono riuscito a rendere l'idea, spero di si. In sostanza è più una cosa interiore, un senso di gratitudine alla natura e al mondo per esserci, ed il prezzo per me, come per tutti sarà la sofferenza.
Quella sofferenza che è il vero tabù della società in cui si vive.
Per capirsi.
Ecco io farei leggere questa tua risposta ad un qualunque malato terminale di osteosarcoma, uno dei più dolorosi in assoluto, oggetto della terapia del dolore a base di fiale di morfina ogni 6 ore. Per sapere giustappunto cosa ne pensa di questa sacralità.
 

Nocciola

Super Moderatore
Staff Forum
Come tutti ho una mia posizione personale nei confronti della vita, potrei dire che la mia educazione sia stata irrilevante ma non sarebbe vero, non pretendo in ogni modo che venga condivisa, sia chiaro.
Ho un senso di mistero e di sacralità della cosa che sicuramente non è di moda. Oggi si preferisce pensare di essere i proprietari in toto della nostra esistenza, e si pensa che la proprietà ci consenta anche di mettere fine al dolore che la vita ci provoca.
Io la vedo in un altro modo, dal momento del mio concepimento ho lottato come tutti, rendendomi conto che per me lottare per essere vivo, la mia epopea personale, erano e sono tutto ciò che avevo e che ho ma che forse il senso è proprio la lotta.
Penso che come tutti sono nato per vivere, interpretare me stesso anche in frangenti estremamenti avversi e negativi sarà la cifra da pagare per avere avuto questa opportunità.
Non so se ha parole sono riuscito a rendere l'idea, spero di si. In sostanza è più una cosa interiore, un senso di gratitudine alla natura e al mondo per esserci, ed il prezzo per me, come per tutti sarà la sofferenza.
Quella sofferenza che è il vero tabù della società in cui si vive.
Per capirsi.
Spero di aver capito
Questo non è ok contraddizione con il fatto che vorresti essere sedato e accompagnato
Seguendo il tuo discorso mi aspetterei che tu volessi affrontare la morte per come la natura vorrà
 

Pincopallino

Utente di lunga data
Qui il dibattito è ampio.
Pensiamo a una anoressica.
Finché è minorenne un genitore ha facoltà di poter intervenire e dare l'assenso all'alimentazione forzata.
Nel caso di una maggiorenne no.
Secondo voi una anoressica ha facoltà di poter scegliere?
Questo sarebbe il caso invece di introdurre un TSO.
In casa mia vige un’altra legge.
Non è la maggiore età che rende liberi, ma il fatto io li mantenga.
Ed il mio primo si sta scontrando ora con questa dura realtà E casualmente volendo mantenere il suo status di studente fancazzista si trova d’accordo.
Quindi fino a che ti mantengo io fai come dico io.
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Come tutti ho una mia posizione personale nei confronti della vita, potrei dire che la mia educazione sia stata irrilevante ma non sarebbe vero, non pretendo in ogni modo che venga condivisa, sia chiaro.
Ho un senso di mistero e di sacralità della cosa che sicuramente non è di moda. Oggi si preferisce pensare di essere i proprietari in toto della nostra esistenza, e si pensa che la proprietà ci consenta anche di mettere fine al dolore che la vita ci provoca.
Io la vedo in un altro modo, dal momento del mio concepimento ho lottato come tutti, rendendomi conto che per me lottare per essere vivo, la mia epopea personale, erano e sono tutto ciò che avevo e che ho ma che forse il senso è proprio la lotta.
Penso che come tutti sono nato per vivere, interpretare me stesso anche in frangenti estremamenti avversi e negativi sarà la cifra da pagare per avere avuto questa opportunità.
Non so se ha parole sono riuscito a rendere l'idea, spero di si. In sostanza è più una cosa interiore, un senso di gratitudine alla natura e al mondo per esserci, ed il prezzo per me, come per tutti sarà la sofferenza.
Quella sofferenza che è il vero tabù della società in cui si vive.
Per capirsi.
Io credo di aver compreso, e sono piuttosto d'accordo con te.
In particolare riguardo la visione della lotta con quel che ne consegue a diversi livelli.

C'è però un aspetto che ritengo importante.
La medicina opera cercando un miglioramento.
A volte semplicemente fallisce e il suo operato anzichè essere percorso di miglioramento diviene percorso di peggioramento.
Portando a condizioni che in natura dubito potrebbero verificarsi.

Credo che il ruolo della medicina, i suoi limiti in particolare, sia una tematica parecchio scabrosa.

E mi chiedo spesso cosa sia naturale e cosa non lo sia.

Questa è una intervista che ho trovato interessante.

https://www.ilfattoquotidiano.it/20...-a-creare-situazioni-che-non-esistev/6298975/

Mi piace la questione della lotta, ne ho sempre fatto un punto di Onore, per me.
In natura, chi non lotta, è morto.
Anche questo è un punto centrale per me.
La nostra società può permettersi di mantenere in vita persone che in uno stato non dico naturale, ma appena appena meno artificiale di quello in cui viviamo noi, morirebbero.

Un altro grande tabù umano, che in natura è affrontato semplicemente, è l'esser adatti alla vita.
Chi non è adatto...muore.

EDIT: leggevo nell'altro post, della natura che si vendica...ecco, su questo invece non mi trovo molto.
Non penso che alla natura interessi qualcosa della specie umana in particolare, ma anche delle altre specie in generale.
Penso che semplicemente il sistema "aggiusti" se stesso nel mantenimento di un suo equilibrio. (di cui conosciamo solo in termini infinitesimali)
Quando una delle sue parti è di troppo...la lascia andare. Estinzione. Riduzione. Selezione. Speciazione.

Trovo affascinante (e consolante, soprattutto) esattamente il fatto di non riconoscere nessun tipo di coscienza.
E' Vita all'opera.
E quindi Morte.

Sofferenza e crudeltà.
A volte estrema dolcezza.
 
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spleen

utente ?
Io credo di aver compreso, e sono piuttosto d'accordo con te.
In particolare riguardo la visione della lotta con quel che ne consegue a diversi livelli.

C'è però un aspetto che ritengo importante.
La medicina opera cercando un miglioramento.
A volte semplicemente fallisce e il suo operato anzichè essere percorso di miglioramento diviene percorso di peggioramento.
Portando a condizioni che in natura dubito potrebbero verificarsi.

Credo che il ruolo della medicina, i suoi limiti in particolare, sia una tematica parecchio scabrosa.

E mi chiedo spesso cosa sia naturale e cosa non lo sia.

Questa è una intervista che ho trovato interessante.

https://www.ilfattoquotidiano.it/20...-a-creare-situazioni-che-non-esistev/6298975/

Mi piace la questione della lotta, ne ho sempre fatto un punto di Onore, per me.
In natura, chi non lotta, è morto.
Anche questo è un punto centrale per me.
La nostra società può permettersi di mantenere in vita persone che in uno stato non dico naturale, ma appena appena meno artificiale di quello in cui viviamo noi, morirebbero.

Un altro grande tabù umano, che in natura è affrontato semplicemente, è l'esser adatti alla vita.
Chi non è adatto...muore.

EDIT: leggevo nell'altro post, della natura che si vendica...ecco, su questo invece non mi trovo molto.
Non penso che alla natura interessi qualcosa della specie umana in particolare, ma anche delle altre specie in generale.
Penso che semplicemente il sistema "aggiusti" se stesso nel mantenimento di un suo equilibrio. (di cui conosciamo solo in termini infinitesimali)
Quando una delle sue parti è di troppo...la lascia andare. Estinzione. Riduzione. Selezione. Speciazione.

Trovo affascinante (e consolante, soprattutto) esattamente il fatto di non riconoscere nessun tipo di coscienza.
E' Vita all'opera.
E quindi Morte.

Sofferenza e crudeltà.
A volte estrema dolcezza.
Chiarimento: nell’altro post ho scritto che la natura si vendica, in effetti è una frase infelice. In realtà intendevo che la natura che noi consideriamo madre benigna stile walt disney, stile mulino bianco, in pratica può operare cose estremamente crudeli e cruente, in modo del tutto indifferente.

Altra cosa è dissertare sul fatto che la natura possieda o no una coscienza, questa è un'altra storia, (lunghissima).

Grazie di cuore per esserti sforzata di capire.

Odio usare il termine mainstream ma se vai ad analizzare la vulgata la faccenda si svolge in questi termini: Nasci, possibilmente sano, vivi, consumi (e questo è stra ultra mega importante) e fai di tutto perché il livello di consumo sia il più alto possibile, titilli il tuo ego in ogni modo e possibilità che ti sia concessa, visto che è il piacere, l’unica tua filosofia di vita, poi declini, e fintanto che non sei un peso ti sostengono, poi è meglio se sparisci o ti rottami da solo. Tutto qua, ultimamente il funzionamento ha preso il posto della ricerca dello scopo, insita ma non esausta, della nostra condizione umana.

Cosa c’è di sbagliato in tutto questo? Magari niente, magari tutto. Non fosse altro che scopri da subito che la vita non è quella che ti raccontano alla pubblicità, che devi lottare ogni giorno per te stesso e per stare a galla e che la sofferenza, unico tabù insieme alla morte, è bandito dai social ma sta sempre dietro l’angolo.

Della nostra vita non abbiamo scelto sostanzialmente nulla, non il momento, non il fatto di arrivare, non il modo, né cosa essere, né come essere. Le uniche certezze sono il fatto che dobbiamo lottare per sopravvivere, perciò la prima dimensione della nostra vita è la lotta, e la seconda è la certezza della sofferenza, sempre in agguato. Di una cosa di cui ho deciso nulla, trovo paradossale pensare di avere esclusiva prerogativa.

Quando ti parlavo dell’ autocoscienza del mondo, e del fatto che io credo e spero, che sono affascinato da questo, non avevo specificato, come postulato, che ritengo questo dono, maledetto o benedetto che sia non sprecabile, rifiutabile o banalizzabile. In questo ci sono Io. In questo c’è tutta la mia tendenza al trascendentale e anche tutta la mia sostanziale a gnosis.

Anche questa volta spero di essere capito.

Io comprendo perfettamente la posizione di chi vuole staccare la spina per spegnere il dolore, il fulcro della faccenda è quale dolore, quale intensità. E’ la "misura" la mia perplessità, non il concetto in se. Perché spero che si sia capito, che i prossimi interrogativi da affrontare saranno questi, saranno il livello, saranno chi decide, come e quando, saranno le decisioni prese, sulla base di quali valori e di cosa pensiamo per noi, socialmente intendo.
E a me, in tutta onestà, non andrebbe bene di vivere in una comunità che quando sono vecchio e magari malato, quando posso ancora amare, capire, confrontarmi, mi indichi la via di uscita perché non sono semplicemente più produttivo. E guardate che il passo è breve e già ci stiamo arrivando, per come vengono considerati gli anziani, progressivamente.

Mi sono spiegato?
 
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spleen

utente ?
Spero di aver capito
Questo non è ok contraddizione con il fatto che vorresti essere sedato e accompagnato
Seguendo il tuo discorso mi aspetterei che tu volessi affrontare la morte per come la natura vorrà
Non ho capito il neretto, scusa.
E non ho capito un'altra cosa: Ti è chiara, la differenza tra stop all'accanimento terapeutico ed eutanasia?
 

Nocciola

Super Moderatore
Staff Forum
Non ho capito il neretto, scusa.
E non ho capito un'altra cosa: Ti è chiara, la differenza tra stop all'accanimento terapeutico ed eutanasia?
Si non sono scema
Scusa la risposta ma ultimamente hai toni da so tutto io che tollero poco e mi spiace percge sei un utente che io sempre apprezzato
 
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