stiamo pagando il prezzo di aver trasferito la maggior parte delle produzioni in Asia, per evitare che l'occidente si inquinasse, oltre a bassi costi salariali/sicurezza e via dicendo.
Sarebbe il momento giusto per far ripartire le produzioni in occidente ,peccato che gli impianti non ci sono più e i costi qui li fanno lievitare anche dove non ci sono presupposti. Senza contare le briglie burocratiche.
La produzione si è trasferita dove il mercato era ed è in crescita.
E si è adeguata a quel mercato, cercando allo stesso tempo di condizionare il nostro e di creare strutture globali di controllo. Le normative antinquinamento per esempio sono un pesante condizionamento del mercato, supportato dall'emergenza climatica.
Il nostro problema, come Italia, è di avere una struttura di piccole e medie imprese che sono inadeguate a sopportare lo scontro epocale che sta avvenendo.
Se la Cina si accaparra le materie prime, a saltare è l'intero nostro tessuto economico, con effetto domino.
Non avendo neppure una moneta da gestire per supportare la crisi, l'unica soluzione resta come sempre la svalutazione dei salari e i tagli alla spesa pubblica, già in essere da decenni, ma come stiamo constatando è e rimarrà sempre una soluzione tampone.
Le PMI sono destinate a sparire, credo sia inevitabile. E il ceto medio italiano a impoverirsi.
Il tutto dovrà avvenire senza che la governabilità venga meno.