La confessione come catarsi

ologramma

Utente di lunga data
Ti sto dicendo che non è così.
Ribaltiamo il discorso? :)
Pensiamola in termini di condivisione FISICA di un bel momento :)
Tipo un successo lavorativo, una vacanza, o mettici quel che vuoi tu. Altrettanto importante (per i significati che la tal cosa bella capita a me). Se "capita" in un momento in cui gli è "di ostacolo" alla sua relazione ufficiale, è un bel momento che mi godrò in sua assenza. La vita è fatta di momenti belli e brutti, che di comune denominatore hanno l'importanza, del momento stesso. Il mio discorso vale per TUTTO, anche se è vero che il momento del bisogno è forse più riconoscibile nei momenti brutti :). Ma non cambia il concetto.

Tempo fa, in una discussione, ricordo che tu dicesti (proprio a proposito della condivisione dei momenti brutti, o meglio "noiosi", nel caso specifico) che mica eri fesso, a pigliarti "il gramo", il pesante, delle relazione. E va benissimo :), il tuo discorso non fa una grinza, ma è assai indicativo anche della "giostra" di cui hai parlato anche più volte. Del fatto che si sale su una giostra, in un circo, tutto è perfetto ma, quando le cose non vanno più, si fa anche assai in fretta a smontare il tendone. Questo tu lo chiami amore?
Te lo ripeto: senza disprezzo alcuno. Sto sotto il tendone pure io, e mica mi ci hanno costretta :)
Ma so benissimo la differenza che corre tra un rapporto in cui l'esserci equivale all'esserci, e un rapporto in cui - che si schiatti o che si gioisca per una "vittoria" importante - l'altro assai prevedibilmente NON ci sarà, o ci sarà solo se questo non cozzi minimamente con altri programmi. E la priorità non viene determinata dall'importanza dei programmi, mi spiego? :) La richiesta della compagna di accompagnarla in ospedale per l'unghia incarnita non è minimamente in "competizione" con il fatto di trovarmi, magari nello stesso ospedale, tra la vita e la morte. E' chiaro così?
A me viene da sorridere perché alcuni di voi hanno detto che in tutto questo ci vedono un mio "freno", e altri invece ciò che dici tu :), ossia una femmina in difficoltà e un maschio che dovrebbe "apparire e accudire". Ebbene, e ovviamente ANCHE A RUOLI INVERTITI, io ci vedo la norma all'interno di una relazione che non sia appunto quella in giostra :)
Che è importante lo "scambio" che si ha con una persona fuori dal letto, ma quanti pensano a una relazione clandestina in termini solo "di pensiero"? Non si gode con il corpo? ;)
svegliata allegra stamattina con tutte ste faccine
 

Foglia

utente viva e vegeta
Ma no!
È solo riconoscere i limiti di ciò che si vive.
Non è che c’è solo l’ammore o il niente o la presa in giro. Ci sono tante diverse relazioni. Ci sono tante partite, non è sempre la finale dei Mondiali. Ma si gioca lo stesso.
Questo è :)

E' così "sconveniente" dirlo? ;)

A chi pensa che io stia concentrata su questa cosa, più che a godermi il momento, rispondo no :)
Ma appunto mi godo il momento. Non ho bisogno, per farlo, di usare la parola amore, e non penso per questo motivo di avere alcuna "cotenna". A meno che per cotenna non si intenda un sano realismo.
 

danny

Utente di lunga data
Le relazioni clandestine hanno tutte dei limiti.
Quando mia moglie è stata male qualche anno fa c'ero io.
Quando mia moglie voleva trombare e passare dele ore spensierate c'era lui.
Mi sembra una equa divisione dei compiti e dei ruoli.
Ovvio che nell'amantato manchino certe cose. Se proprio la parte ospedaliera vi sembra così importante, mirate al matrimonio.
 

ologramma

Utente di lunga data
qui da noi s'inizia ad aprire il cielo , ma ha piovuto fino adesso
 

Arcistufo

Papero Talvolta Posseduto
La dimostrazione del suo modo di amare

E cioè di non trattenermi e risolvere in autonomia

Purtroppo in questo periodo sto vedendo esempi opposti, e cioè di genitori che trattengono i figli e figlie con una crudeltà pazzesca, fino a sradicarli dalle loro famiglie, perché loro hanno bisogno

Sempre in nome dell'amore ovviamente
L'amore dipende dalla capacità di amare e da come ti è stato insegnato ad amare. I nostri genitori, lasciando perdere i nostri nonni, avevano un concetto del valore della dignità nella malattia, e del pudore nel dolore enorme. Basta vedere quanto può aver rotto il cazzo al mondo una volta al mese una donna con il ciclo per fasce di età. Le nostre nonne lo nascondevano, le nostre mamme in nome della rivoluzione sessuale lo hanno reso manifesto, le nostre coetanee lo hanno usato come stendardo :LOL:
Io ho la presunzione di pensare che il mal di pancia da mestruazioni sia lo stesso dell'età della pietra.
Cambia la lagna.

Tua madre probabilmente È una di quelle persone che piuttosto che dire che sta male si fa tagliare una gamba: la capisco benissimo, per me é lo stesso, ma lo avrebbe fatto per chiunque.
 

Foglia

utente viva e vegeta
Le relazioni clandestine hanno tutte dei limiti.
Quando mia moglie è stata male qualche anno fa c'ero io.
Quando mia moglie voleva trombare e passare dele ore spensierate c'era lui.
Mi sembra una equa divisione dei compiti e dei ruoli.
Ovvio che nell'amantato manchino certe cose. Se proprio la parte ospedaliera vi sembra così importante, mirate al matrimonio.
Porca pupattola..... Niente. Non avete capito cosa intendevo dire.
La parte ospedaliera (che mi sembrava certamente la più idonea a far arrivare un concetto) si può benissimo sostituire con un riconoscimento sul lavoro con tanto di cerimonia, o a qualsiasi altro bel momento che potrebbe essere condiviso insieme.

E no, non miro al matrimonio e sono contenta così (anche se sicuramente avrei preferito che fosse stato single :) ). Va comunque benissimo (e a proposito: nessuna difficoltà ad ammettere che tutto sommato, il lato buono di questo tipo di relazione, per me e in questo momento, è dato dal non avere da pensarla in termini chissà quanto evolutivi. Ragazzi, però: non confondete la causa con l'effetto! ;) )
Ma non tiro certo in ballo l'amore.
 

danny

Utente di lunga data
Porca pupattola..... Niente. Non avete capito cosa intendevo dire.
La parte ospedaliera (che mi sembrava certamente la più idonea a far arrivare un concetto) si può benissimo sostituire con un riconoscimento sul lavoro con tanto di cerimonia, o a qualsiasi altro bel momento che potrebbe essere condiviso insieme.

E no, non miro al matrimonio e sono contenta così (anche se sicuramente avrei preferito che fosse stato single :) ). Va comunque benissimo (e a proposito: nessuna difficoltà ad ammettere che tutto sommato, il lato buono di questo tipo di relazione, per me e in questo momento, è dato dal non avere da pensarla in termini chissà quanto evolutivi. Ragazzi, però: non confondete la causa con l'effetto! ;) )
Ma non tiro certo in ballo l'amore.
Non era diretta a te.
Ho fatto dell'ironia sulle varie classificazioni dell'amore (un tempo si scriveva ammore) sulla base di tabelle precostituite.
In ogni relazione c'è del bello e ci sono dei limiti.
L'equilibrio è starci esattamente dentro.
 

Foglia

utente viva e vegeta
Questo è sacrosanto E ci mancherebbe pure. La regola generale che descrivi su come gli hai preso le misure, secondo me è tagliarsi le palle da soli.
Ma vedi, le misure ce le si piglia in due :)
Non mi sembra né che lui si tagli le palle :), né (e questo te lo dò per certo ;) ) che io sia la poveretta infelice condannata in una relazione di serie B.

Ripeto: finché dura, va bene a entrambi. L'amore è un'altra cosa. Non perché non possa finire, ma per il contenuto che ha, hic et nunc. Hic et nunc noi dividiamo bei momenti, quando fa piacere, e quando si può. E va benissimo così.
Ma l'amore, se permetti, altra roba è ;)
Se poi, per associazione, il rimando ospedaliero piuttosto che alla caldaia che perde, vi fa venire in mente le tante rotture di coglioni imposte dai coniugi, questa è una riflessione che sta a voi. E' chiaro che non sarei "divertita" dall'andare a trovarlo in ospedale: non di meno, lo farei con piacere. Di qui, come dice @Nocciola , a saltare una vacanza con mio figlio (per andare a trovarlo magari qualche volta di volata onde non farmi sgamare dal suo mondo "ufficiale") ne corre parecchio. Va meglio se parliamo ANCHE di me? Più comprensibile? :)
 

Foglia

utente viva e vegeta
Drammaticamente esatto.
Ma non sono paracadute per l'ego.
Semplicemente siamo stati educati nell'ottica che esistessero sentimenti giusti e sentimenti sbagliati.
E nessuno ha mai spiegato alla gente come andasse gestita la discrasia tra quello che sento dentro e come sono obbligato a muovermi in società.
L'effetto molto pratico é che tantissime persone si comportano nella vita come se dovessero allineare per forza quello che sentono dentro a quello che direbbe un ipotetico interlocutore che li sta giudicando.
Vedi il discorso dell'automatismo uno che non mi venisse a trovare in ospedale, (anzi non corresse a trovarmi in ospedale per prima cosa invece che dopo aver parcheggiato le rotture di coglioni tipo la compagna ufficiale), vuol dire che non mi ama.
Con la conseguenza immediata che finisci per pesare i sentimenti delle persone in base a quanto si sbattono per te.
Ma é sbagliato.
Per me, ovvio.
Si sbattono per te i lavoranti, non chi è degno di starti a fianco.
Se devo finire sotto i ferri mi sta molto più vicino chi con 2 telefonate mi trova posto dal chirurgo che dico io piuttosto che l'infermiera che mi cambia la padella due volte al giorno.
Chi è degno di starti a fianco dovrebbe innanzitutto occuparsi attivamente della tua crescita come essere umano, anche se passa il 90% del suo tempo a 30000 km da me e dalla mia quotidianità.
Saper analizzare quello che mi capita, lavorando sul togliere aiutandomi a non prendermi per il culo da solo. Anche con una sola frase, quella che serve e che da frutti, anche se fosse l'ultima cosa al mondo che voglio sentirmi dire.
Il grassetto è un punto e un tema molto interessante. La discrasia ;)
A me è capitato di immaginarla (nei miei "voli" assai pindarici 😂 ) con riferimento al milanese (quello per cui ho perso la trebisonda senza che ci fosse niente). Volando, appunto, sono arrivata a pensare (per alcuni suoi comportamenti che mi sembravano "contraddittori") che lui fosse interessato, ma non volesse esporsi. Io quello che è avvenuto nella sua testa non lo so, so invero cosa è avvenuto nella mia ;)

E la discrasia tra ciò che è in apparenza da parte mia (una amicizia, per giunta anche fortemente "delimitata", diciamo così) e ciò che ho sentito (e comunque una fortissima attrazione c'è tuttora :) ) è sicuramente anche dovuta alla mia - chiamiamola tidezza. In realtà è opportunismo bello e buono (ergo: di fronte a segnali non incoraggianti, ho scelto di lasciare perdere per una serie di motivi: tra tutti, anche il timore di essere additata come quella che ci prova spudoratamente con quello impegnato, laddove esistono altre amicizie in comune). Ma uno sopra tutti: ho capito che al 90% dei casi sarebbe stato un "flop", un nulla di fatto. E di fronte a questa mia convinzione, ho scelto di lasciare le cose come stanno.

Quello del grassetto comunque ha un nome, e si chiama appunto OPPORTUNISMO. C'entra un cazzo con l'amore, non c'è nessun amante che si strugge, e intanto si bomba l'altro, pensando al fatto che la sua scelta, opportunistica, valoriale, sia da imputarsi al mondo tanto cattivo. Non certo nel mio caso, con il mio amante. Lui sta comodo così :), e io ho fatto le mie valutazioni sul fatto che mi possa andare bene lo stesso.
Io stavo comoda in un matrimonio che era una autentica sciagura, ma sono riuscita a ravvisare opportunismo, lo stare in una zona (per quanto assurda fosse) di comfort. E direi che tra la mia scelta di un tempo, e la sua scelta attuale, senz'altro è più sana la sua. Ma non c'è nessuno che lo costringe. Chiaro? :)
E la discrasia, se c'è, è un fatto che nasce e muore dentro di lui. Che deve risolversi lui. A me non interessa, se non nel momento in cui me ne dovesse parlare. Ma con fatti alla mano. E a quel punto valuterò (nello specifico, dubito che a me possa cambiare qualcosa, sinceramente. Ma di sicuro non negherei l'ascolto :) ).

Non esistono distanze "fisiche" atte a far venire meno il secondo grassetto. Non parlerei nemmeno di amante, se fossimo a 30k chilometri di distanza e ci vedessimo una volta ogni morte di vescovo. Godo su momenti in cui è presente. Se non potesse mai, che godimento c'è? ;)
Al limite sarebbe una bella bombata e via.
 

Foglia

utente viva e vegeta
Drammaticamente esatto.
Ma non sono paracadute per l'ego.
Semplicemente siamo stati educati nell'ottica che esistessero sentimenti giusti e sentimenti sbagliati.
E nessuno ha mai spiegato alla gente come andasse gestita la discrasia tra quello che sento dentro e come sono obbligato a muovermi in società.
L'effetto molto pratico é che tantissime persone si comportano nella vita come se dovessero allineare per forza quello che sentono dentro a quello che direbbe un ipotetico interlocutore che li sta giudicando.
Vedi il discorso dell'automatismo uno che non mi venisse a trovare in ospedale, (anzi non corresse a trovarmi in ospedale per prima cosa invece che dopo aver parcheggiato le rotture di coglioni tipo la compagna ufficiale), vuol dire che non mi ama.
Con la conseguenza immediata che finisci per pesare i sentimenti delle persone in base a quanto si sbattono per te.
Ma é sbagliato.
Per me, ovvio.
Si sbattono per te i lavoranti, non chi è degno di starti a fianco.
Se devo finire sotto i ferri mi sta molto più vicino chi con 2 telefonate mi trova posto dal chirurgo che dico io piuttosto che l'infermiera che mi cambia la padella due volte al giorno.
Chi è degno di starti a fianco dovrebbe innanzitutto occuparsi attivamente della tua crescita come essere umano, anche se passa il 90% del suo tempo a 30000 km da me e dalla mia quotidianità.
Saper analizzare quello che mi capita, lavorando sul togliere aiutandomi a non prendermi per il culo da solo. Anche con una sola frase, quella che serve e che da frutti, anche se fosse l'ultima cosa al mondo che voglio sentirmi dire.
E ti riquoto un'altra volta, perché hai riassunto una marea di argomenti di riflessione, che pure altri mi hanno aperto ieri :)

Li metto in fila, uno ad uno, utilissimo farlo anche in virtù di quella che tu chiami come una sorta di "crescita spirituale", di cui dovrebbe occuparsi l'altro. Ebbene: di quella, preferisco di gran lunga occuparmi da sola, non come fossi "sotto dettatura" di un altro ;)
Sta benissimo prendere, in quel senso, il buono che mi dà l'altro, elaborarlo, e farlo eventualmente mio. Riflettere sulle sue parole, trarne (IO) insegnamento. Ma appunto nell'ottica di un rapporto di scambio. Ti dirò comunque una cosa: nella mia esperienza, questa cosa va di pari passo con tutto il resto, presenza fisica compresa. Che non significa schiavizzare nessuno, significa però che - se in un dato momento - l'altro non c'è fisicamente, io dia un VALORE anche a quel suo non esserci. Al PERCHE' non ci possa essere (e pure qui, se l'altro si trova a 30k km di distanza, è chiaro che non ci sarà per portarmi un pigiama ;). Ma se si trova a 5 minuti di distanza da me, e non mi porta il pigiama, direi che il discorso cambia :) ). Io sono una che dà, ma anche chiede, ragionevolmente. Vale a dire che ad un compagno ufficiale la "cortesia" di portarmi il pigiama la chiederei, ad un accompagnatore clandestino della mia vita verosimilmente no (e ancor più no, dove sapessi di metterlo in difficoltà). Questa, per me, è accettazione di un limite. Ma non è che, poiché lo si accetta, il limite non c'è :)
Se stessi con uno che sta per il 90% del suo tempo a 30k chilometri di distanza, il discorso sarebbe differente, se fosse ufficiale. Perché avremmo valutato PREVENTIVAMENTE insieme un fatto ben diverso dalla clandestinità. L'opportunismo che le è insito. Poi tu mi potrai dire che, di default, esserci con un pigiama in mano in ospedale è una gran rottura di coglioni e basta. Oppure (cito @Skorpio ) che amare è evitare ogni sbattimento all'altro (come se l'altro fosse un eterno "figlio" da preservare dalle rotture di coglioni tout court, perché altrimenti si esula dal campo dell'amore).

Mi potete citare esempi fin "stoici" di abnegazione per l'altro, eccetera eccetera. Rispondo che di amore come quello di una madre che ti accudisce per decenni (e anche oltre) senza chiedere nulla (quando è così) esiste appunto solo quello di una madre (o di un genitore, comunque) in un rapporto che "non è alla pari". Altre cose sono le relazioni ADULTE.

Nel campo di queste relazioni, posso benissimo scegliere di delimitare il territorio nelle maniere più disparate: dalle amicizie "monotematiche" (un ibrido tra sinceri rapporti quasi "di lavoro", fatti di stima, e l'interesse ad un certo tipo di scambio), fino ad arrivare agli amori più autentici. Quelli in cui, caro Arci :), di fronte alla scelta se vedere una società "cattiva", e a quella di dare ascolto a quel che dice il proprio cuore, si dà ascolto alla seconda voce.

Ebbene, nel mezzo non solo si trova di tutto, ma credo che sia FONDAMENTALE, più che altro, come ci si porti in quel rapporto. Se sto in un rapporto in cui le mie valutazioni le compio in base alla mera opportunità, scegliendo ANCHE eventualmente di beccarmi quella discrasia, fondamentale resti la correttezza. Se sto con un amante, e so che l'unghia incarnita della compagna può benissimo precludere l'esserci in un momento per me importante :), sarebbe scorretto - da parte sua - parlare di amore. E magari dirmi anche "povero me, costretto a non poterci essere!". E' questo il fondamentale: se io corro in pista con una 500, correrò in pista al mio meglio, in un circuito dove corrono le 500. Non avrò la pretesa di correre con una Ferrari, e soprattutto non guiderò la 500 come se fosse una Ferrari. Ma non è che con la 500 non mi possa divertire, o che la debba guidare pensando "auto di merda", se ci entro in pista e ci corro :)
Tuttavia se voglio oltrepassare i 300 tra i cordoli, quell'auto è senz'altro sbagliata, né me la posso prendere con la 500 perché non corre come il Ferrari ;)
Apprezzo di più chi ha piacere a guidare una 500 in termini e modalità consone al modello, di chi finge di guidare una ferrari.

In altri termini, se sente discrasia, che salisse sulla ferrari, oppure che evitasse di dar colpe alle prestazioni della 500.

Se io ad esempio avessi dato del "frocio", dello "stronzo", dello "sciabigotto" al milanese, avrei soltanto fatto io la frociona con il culo altrui :)
Potevo scegliere di ascoltare il cuore, e dirglielo, ciò che provavo. Non l'ho fatto perché anzitutto ho pensato che non avrei comunque avuto ciò che volevo (qualsiasi relazione con lui) e poi (e con lui senz'altro lo ammetto) poiché in ogni caso mi sono affacciata su una realtà di cui avevo in effetti paura ;) : che amare una persona che non sta con noi diventa un bel casino, eh, che (se non è un calesse) poi, il semplice godersi il momento, leggerezza e via, mica basta. E io avevo un discreto carico da 90 ;)
 

Marjanna

Utente di lunga data
A chi pensa che io stia concentrata su questa cosa, più che a godermi il momento, rispondo no :)
Ma appunto mi godo il momento. Non ho bisogno, per farlo, di usare la parola amore, e non penso per questo motivo di avere alcuna "cotenna". A meno che per cotenna non si intenda un sano realismo.
Probabilmente ciò che ha colpito è quanto scrivi di questa relazione, e quanto scrivi di lui come "uomo sposato", in un ambito di 3 mesi di conoscenza.
Ben venga il sano realismo. Anche io avevo temuto per te, quando ti leggevo all'inizio (non in relazione a questo uomo ma all'altro).
Forse il forum stesso ha influenzato, e ti ha dato anche modo di avere un approccio realistico. A me non è mai capitato, nel conoscere una persona nuova, amico amante uomo donna, di mettermi a valutare se potrebbe venire in ospedale o farmi un qualche piacere. Diciamo che, più naturalmente, laddove si configura un rapporto di frequentazione continua, è difficile parlare solo di cose leggere ma ci esce anche il problema della caldaia, come altro, all'interno della comunicazione.
Di solito le relazioni iniziano in periodi tranquilli, avere problemi non genera attrazione.
All'inizio di una conoscenza contano i momenti piacevoli condivisi, se ci sono, se si riesce a crearli insieme. E mi pare fra voi sia così.
Non so perchè ti sia venuto da pensare proprio all'ospedale, perchè in effetti è un esempio parecchio forte. Il pigiama è il meno delle problematiche che possono essere connesse ad un ricovero ospedaliero. Mi fermo qui perchè sarebbe tutt'altro argomento.
 

Arcistufo

Papero Talvolta Posseduto
E ti riquoto un'altra volta, perché hai riassunto una marea di argomenti di riflessione, che pure altri mi hanno aperto ieri :)

Li metto in fila, uno ad uno, utilissimo farlo anche in virtù di quella che tu chiami come una sorta di "crescita spirituale", di cui dovrebbe occuparsi l'altro. Ebbene: di quella, preferisco di gran lunga occuparmi da sola, non come fossi "sotto dettatura" di un altro ;)
Sta benissimo prendere, in quel senso, il buono che mi dà l'altro, elaborarlo, e farlo eventualmente mio. Riflettere sulle sue parole, trarne (IO) insegnamento. Ma appunto nell'ottica di un rapporto di scambio. Ti dirò comunque una cosa: nella mia esperienza, questa cosa va di pari passo con tutto il resto, presenza fisica compresa. Che non significa schiavizzare nessuno, significa però che - se in un dato momento - l'altro non c'è fisicamente, io dia un VALORE anche a quel suo non esserci. Al PERCHE' non ci possa essere (e pure qui, se l'altro si trova a 30k km di distanza, è chiaro che non ci sarà per portarmi un pigiama ;). Ma se si trova a 5 minuti di distanza da me, e non mi porta il pigiama, direi che il discorso cambia :) ). Io sono una che dà, ma anche chiede, ragionevolmente. Vale a dire che ad un compagno ufficiale la "cortesia" di portarmi il pigiama la chiederei, ad un accompagnatore clandestino della mia vita verosimilmente no (e ancor più no, dove sapessi di metterlo in difficoltà). Questa, per me, è accettazione di un limite. Ma non è che, poiché lo si accetta, il limite non c'è :)
Se stessi con uno che sta per il 90% del suo tempo a 30k chilometri di distanza, il discorso sarebbe differente, se fosse ufficiale. Perché avremmo valutato PREVENTIVAMENTE insieme un fatto ben diverso dalla clandestinità. L'opportunismo che le è insito. Poi tu mi potrai dire che, di default, esserci con un pigiama in mano in ospedale è una gran rottura di coglioni e basta. Oppure (cito @Skorpio ) che amare è evitare ogni sbattimento all'altro (come se l'altro fosse un eterno "figlio" da preservare dalle rotture di coglioni tout court, perché altrimenti si esula dal campo dell'amore).

Mi potete citare esempi fin "stoici" di abnegazione per l'altro, eccetera eccetera. Rispondo che di amore come quello di una madre che ti accudisce per decenni (e anche oltre) senza chiedere nulla (quando è così) esiste appunto solo quello di una madre (o di un genitore, comunque) in un rapporto che "non è alla pari". Altre cose sono le relazioni ADULTE.

Nel campo di queste relazioni, posso benissimo scegliere di delimitare il territorio nelle maniere più disparate: dalle amicizie "monotematiche" (un ibrido tra sinceri rapporti quasi "di lavoro", fatti di stima, e l'interesse ad un certo tipo di scambio), fino ad arrivare agli amori più autentici. Quelli in cui, caro Arci :), di fronte alla scelta se vedere una società "cattiva", e a quella di dare ascolto a quel che dice il proprio cuore, si dà ascolto alla seconda voce.

Ebbene, nel mezzo non solo si trova di tutto, ma credo che sia FONDAMENTALE, più che altro, come ci si porti in quel rapporto. Se sto in un rapporto in cui le mie valutazioni le compio in base alla mera opportunità, scegliendo ANCHE eventualmente di beccarmi quella discrasia, fondamentale resti la correttezza. Se sto con un amante, e so che l'unghia incarnita della compagna può benissimo precludere l'esserci in un momento per me importante :), sarebbe scorretto - da parte sua - parlare di amore. E magari dirmi anche "povero me, costretto a non poterci essere!". E' questo il fondamentale: se io corro in pista con una 500, correrò in pista al mio meglio, in un circuito dove corrono le 500. Non avrò la pretesa di correre con una Ferrari, e soprattutto non guiderò la 500 come se fosse una Ferrari. Ma non è che con la 500 non mi possa divertire, o che la debba guidare pensando "auto di merda", se ci entro in pista e ci corro :)
Tuttavia se voglio oltrepassare i 300 tra i cordoli, quell'auto è senz'altro sbagliata, né me la posso prendere con la 500 perché non corre come il Ferrari ;)
Apprezzo di più chi ha piacere a guidare una 500 in termini e modalità consone al modello, di chi finge di guidare una ferrari.

In altri termini, se sente discrasia, che salisse sulla ferrari, oppure che evitasse di dar colpe alle prestazioni della 500.

Se io ad esempio avessi dato del "frocio", dello "stronzo", dello "sciabigotto" al milanese, avrei soltanto fatto io la frociona con il culo altrui :)
Potevo scegliere di ascoltare il cuore, e dirglielo, ciò che provavo. Non l'ho fatto perché anzitutto ho pensato che non avrei comunque avuto ciò che volevo (qualsiasi relazione con lui) e poi (e con lui senz'altro lo ammetto) poiché in ogni caso mi sono affacciata su una realtà di cui avevo in effetti paura ;) : che amare una persona che non sta con noi diventa un bel casino, eh, che (se non è un calesse) poi, il semplice godersi il momento, leggerezza e via, mica basta. E io avevo un discreto carico da 90 ;)
Ma lo vedi ogni volta che fai una proiezione non riesci a non vedere prevaricazione? Tesoro mio Io lo so che tu per esperienza diretta hai avuto un rapporto impostato sulla base di prepotenza, prevaricazione e rapporti di forza. Poi visto che facciamo lo stesso lavoro ti dico pure che le angherie che si possono intssere in un rapporto fra professionisti, imbastardito dal fatto di essere marito e moglie sono praticamente infinite.
Il processo che tu chiami prendere il buono e farlo mio buttando il resto è un automatismo da dare per scontato. La patologia del tuo rapporto passato sta nel fatto che tu non hai attivato questo meccanismo quando andava fatto e ti sei fatta mangiare dal tuo ex marito, ma non è che adesso il mondo funziona diversamente Perché tu sei una donna libera.
Mettere in atto certe condotte era una stronzata prima, ed è una stronzata adesso.
A me fa solo molto sorridere il tuo fare giri dialettici immensi per non ammettere la cosa più semplice del mondo: che sta giocando in difesa perché ti sei fatta male e non vuoi rifarti male.
Che, vista la tua comprovata incapacità nello scegliere uomini che non ti mangino, potrebbe pure essere la scelta giusta.
Semplicemente, non pensare che il mondo funzioni così per tutti.
Poi come stai con sto tipo in termini pratici lo sai soltanto tu.
Io ci vedo solo una persona che sta ricominciando a camminare dopo essersi spezzata le gambe, è titubante ad abbandonare le stampelle, solo che vorrebbe raccontare a tutti quanti che se non giri in sedia a rotelle sei un credulone :LOL:
 

Arcistufo

Papero Talvolta Posseduto
Il grassetto è un punto e un tema molto interessante. La discrasia ;)
A me è capitato di immaginarla (nei miei "voli" assai pindarici 😂 ) con riferimento al milanese (quello per cui ho perso la trebisonda senza che ci fosse niente). Volando, appunto, sono arrivata a pensare (per alcuni suoi comportamenti che mi sembravano "contraddittori") che lui fosse interessato, ma non volesse esporsi. Io quello che è avvenuto nella sua testa non lo so, so invero cosa è avvenuto nella mia ;)

E la discrasia tra ciò che è in apparenza da parte mia (una amicizia, per giunta anche fortemente "delimitata", diciamo così) e ciò che ho sentito (e comunque una fortissima attrazione c'è tuttora :) ) è sicuramente anche dovuta alla mia - chiamiamola tidezza. In realtà è opportunismo bello e buono (ergo: di fronte a segnali non incoraggianti, ho scelto di lasciare perdere per una serie di motivi: tra tutti, anche il timore di essere additata come quella che ci prova spudoratamente con quello impegnato, laddove esistono altre amicizie in comune). Ma uno sopra tutti: ho capito che al 90% dei casi sarebbe stato un "flop", un nulla di fatto. E di fronte a questa mia convinzione, ho scelto di lasciare le cose come stanno.

Quello del grassetto comunque ha un nome, e si chiama appunto OPPORTUNISMO. C'entra un cazzo con l'amore, non c'è nessun amante che si strugge, e intanto si bomba l'altro, pensando al fatto che la sua scelta, opportunistica, valoriale, sia da imputarsi al mondo tanto cattivo. Non certo nel mio caso, con il mio amante. Lui sta comodo così :), e io ho fatto le mie valutazioni sul fatto che mi possa andare bene lo stesso.
Io stavo comoda in un matrimonio che era una autentica sciagura, ma sono riuscita a ravvisare opportunismo, lo stare in una zona (per quanto assurda fosse) di comfort. E direi che tra la mia scelta di un tempo, e la sua scelta attuale, senz'altro è più sana la sua. Ma non c'è nessuno che lo costringe. Chiaro? :)
E la discrasia, se c'è, è un fatto che nasce e muore dentro di lui. Che deve risolversi lui. A me non interessa, se non nel momento in cui me ne dovesse parlare. Ma con fatti alla mano. E a quel punto valuterò (nello specifico, dubito che a me possa cambiare qualcosa, sinceramente. Ma di sicuro non negherei l'ascolto :) ).

Non esistono distanze "fisiche" atte a far venire meno il secondo grassetto. Non parlerei nemmeno di amante, se fossimo a 30k chilometri di distanza e ci vedessimo una volta ogni morte di vescovo. Godo su momenti in cui è presente. Se non potesse mai, che godimento c'è? ;)
Al limite sarebbe una bella bombata e via.
Opportunismo manco per il cazzo. Si chiama saper stare al mondo. Qualcosa su cui qualunque essere umano dovrebbe lavorare dalla culla alla bara, mentre di soloni che si sentono arrivati e parlano dall'alto del nulla è pieno, ambosessi of course.
 

Arcistufo

Papero Talvolta Posseduto
Ma vedi, le misure ce le si piglia in due :)
Non mi sembra né che lui si tagli le palle :), né (e questo te lo dò per certo ;) ) che io sia la poveretta infelice condannata in una relazione di serie B.

Ripeto: finché dura, va bene a entrambi. L'amore è un'altra cosa. Non perché non possa finire, ma per il contenuto che ha, hic et nunc. Hic et nunc noi dividiamo bei momenti, quando fa piacere, e quando si può. E va benissimo così.
Ma l'amore, se permetti, altra roba è ;)
Se poi, per associazione, il rimando ospedaliero piuttosto che alla caldaia che perde, vi fa venire in mente le tante rotture di coglioni imposte dai coniugi, questa è una riflessione che sta a voi. E' chiaro che non sarei "divertita" dall'andare a trovarlo in ospedale: non di meno, lo farei con piacere. Di qui, come dice @Nocciola , a saltare una vacanza con mio figlio (per andare a trovarlo magari qualche volta di volata onde non farmi sgamare dal suo mondo "ufficiale") ne corre parecchio. Va meglio se parliamo ANCHE di me? Più comprensibile? :)
Guarda che sfondi una porta aperta. Io è una vita che cerco di spiegare qua dentro che la relazione di serie B è quella con i legittimi :LOL:
 

Foglia

utente viva e vegeta
Probabilmente ciò che ha colpito è quanto scrivi di questa relazione, e quanto scrivi di lui come "uomo sposato", in un ambito di 3 mesi di conoscenza.
Ben venga il sano realismo. Anche io avevo temuto per te, quando ti leggevo all'inizio (non in relazione a questo uomo ma all'altro).
Forse il forum stesso ha influenzato, e ti ha dato anche modo di avere un approccio realistico. A me non è mai capitato, nel conoscere una persona nuova, amico amante uomo donna, di mettermi a valutare se potrebbe venire in ospedale o farmi un qualche piacere. Diciamo che, più naturalmente, laddove si configura un rapporto di frequentazione continua, è difficile parlare solo di cose leggere ma ci esce anche il problema della caldaia, come altro, all'interno della comunicazione.
Di solito le relazioni iniziano in periodi tranquilli, avere problemi non genera attrazione.
All'inizio di una conoscenza contano i momenti piacevoli condivisi, se ci sono, se si riesce a crearli insieme. E mi pare fra voi sia così.
Non so perchè ti sia venuto da pensare proprio all'ospedale, perchè in effetti è un esempio parecchio forte. Il pigiama è il meno delle problematiche che possono essere connesse ad un ricovero ospedaliero. Mi fermo qui perchè sarebbe tutt'altro argomento.
Grassetto: 3 mesi, o tre anni, sempre uomo impegnato è ;)

Il mio esempio (quello dell'ospedale) è appunto per esemplificare il fatto dell'esserci l'uno per l'altra ;), ed è stato volutamente forte.
Come il portare un pigiama è stato, nel contesto "forte", un piccolissimo (ma significativo ;) ) gesto che ho portato sempre ad esempio.

Non è il fatto del portare un pigiama in sé (sicuramente è il minore dei problemi di uno ricoverato in via di emergenza) ma era proprio per dire quanto io possa fare conto su di lui, in una situazione per così dire di emergenza. Zero, a meno che non sia in un momento compatibile con la sua vita "ufficiale". Non ho problemi a dirlo, ad accettarlo. Ma non per questo divento "cieca", che se lui si dovesse azzardare a partire con l'elogio dell'amore e dududadada io dovessi bermi tutto :cool:. Ripeto: basta avere chiaro il tipo di rapporto.
Tu - se non vado errata - rimanevi in attesa ore per un suo messaggio, magari scritto mentre si chiudeva in bagno per non farsi sgamare dalla moglie. E dietro qualsiasi cazzata che ti poteva scrivere, passavi altrettante ore ad immaginarlo presente. Mentre la sua era una "parentesi" per tenerti buona giusto il tempo in cui vi sareste rivisti. Parole ("mi manchi") vs FATTI (sto da tutt'altra parte, e pure bene).
In tutto questo ricordo anche che dicesti, pure tu, quanto fu dura trovarsi senza di lui, in certi momenti ;) E tutto questo per cosa? Perché si trovava oggettivamente impossibilitato ad esserci? No ;)

Tu ne soffristi. Io so che è così. Di conseguenza, so che tipo di rapporto può essere, e so che non è una persona su cui far conto ;)
Quel che arriva, da questa premessa, è tutto grasso che cola :)
Ma il bello sta nei momenti. Dubito comunque che se dovessi avere problemi per così dire "invalidanti" lo troverei accanto a me ;)

Per carità, mica l'ho scelto per curarmi ;)
 

Foglia

utente viva e vegeta
Ma lo vedi ogni volta che fai una proiezione non riesci a non vedere prevaricazione? Tesoro mio Io lo so che tu per esperienza diretta hai avuto un rapporto impostato sulla base di prepotenza, prevaricazione e rapporti di forza. Poi visto che facciamo lo stesso lavoro ti dico pure che le angherie che si possono intssere in un rapporto fra professionisti, imbastardito dal fatto di essere marito e moglie sono praticamente infinite.
Il processo che tu chiami prendere il buono e farlo mio buttando il resto è un automatismo da dare per scontato. La patologia del tuo rapporto passato sta nel fatto che tu non hai attivato questo meccanismo quando andava fatto e ti sei fatta mangiare dal tuo ex marito, ma non è che adesso il mondo funziona diversamente Perché tu sei una donna libera.
Mettere in atto certe condotte era una stronzata prima, ed è una stronzata adesso.
A me fa solo molto sorridere il tuo fare giri dialettici immensi per non ammettere la cosa più semplice del mondo: che sta giocando in difesa perché ti sei fatta male e non vuoi rifarti male.
Che, vista la tua comprovata incapacità nello scegliere uomini che non ti mangino, potrebbe pure essere la scelta giusta.
Semplicemente, non pensare che il mondo funzioni così per tutti.
Poi come stai con sto tipo in termini pratici lo sai soltanto tu.
Io ci vedo solo una persona che sta ricominciando a camminare dopo essersi spezzata le gambe, è titubante ad abbandonare le stampelle, solo che vorrebbe raccontare a tutti quanti che se non giri in sedia a rotelle sei un credulone :LOL:
Risposta al grassetto (anche se a te sembra tutt'altro :) ): no :)
Semplicemente (e qui sì, per mia fortuna) non sono innamorata persa di lui, ma malgrado questo ci sto bene, se vogliamo avevo bisogno di uscire da una sorta di "pantano", e l'ho fatto con lui :), e.... niente :)
Questo è quanto.
Dopo di che, potrei discutere ore sul fatto che sia meglio non essere innamorati persi di un uomo già impegnato. Dal tuo punto di vista, non so, dal mio e per il mio senz'altro. Il "saper stare al mondo", come tu lo chiami, davanti a un sentimento forte e autentico, quale è l'amore, va pure a farsi benedire :rolleyes:. Sicuramente preferisco uno che non mi parli di chissà quale grande ammmore contrastato dalle convenzioni e dalla società cattiva. Sia mai che poi finisca col credergli, e col non sapere più stare al mondo a mia volta ;)
 

Vera

Supermod disturbante
Staff Forum
Se gocciola la caldaia c'è sempre l'idraulico. Se la macchina da problemi c'è sempre il meccanico.
Il badante, al limite, mi servirà quando sarò vecchia decrepita.
 

Foglia

utente viva e vegeta
Guarda che sfondi una porta aperta. Io è una vita che cerco di spiegare qua dentro che la relazione di serie B è quella con i legittimi :LOL:
Ma non è vero, dai. Quanto c'è di tutto questo con il fatto che ti sei separato?
All'epoca in cui eri ancora sposato, dicevi che non avevi mai trovato una donna in grado di allacciare le scarpe a tua moglie (ocio che ho buona memoria ;) ). Quindi lo dicevi per una sorta di autoconvincimento, oppure stai dicendo una balla colossale ora? Arci :), non esiste "relazione" senza avere davanti una persona, ma posso avere davanti anche la persona a me più compatibile di questo mondo perché comunque i fatti possano "smentire" la relazione.
Io in QUALUNQUE relazione con un uomo andrei coi piedi di piombo. In questa, più che altro, sto coi piedi a terra ;)
Se è un peccato questo, io allora grande peccatrice ;)
Ma insomma.... rispetto a chi ha relazioni con amanti rispetto alle quali pensa che non valgano un decimo della propria consorte, non mi pare di avere tutte queste gran "cotenne" sul cuore. E' una riflessione che rivolgo a te, non un'offesa, sia chiaro. Però mi sembra tutti buoni a parole, ma poi nell'intimo emerga ben altro ;)

Secondo me ovviamente ;)
 
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