Con sto curriculum se non ti sale il veleno è un problema tuo però.
Io ho fatto per una vita l'istruttore nei corsi di difesa personale. Ero giovane e mi piaceva molto l'idea di aiutare le povere sventurate.
In quegli anni ho imparato che l'atteggiamento mentale è tutto.
Il mondo si divide in chi reagisce e chi no, chi subisce e chi anticipa.
Chi percepisce e chi dorme.
Non in uomini o donne.
Quando dormivo in piedi mi hanno gonfiato. Sticazzi che non è a sfondo sessuale. Quando due ti tengono e un terzo ti prende a schiaffoni ti senti impotente pure se sei un mucco di 120 kg come ero io all'epoca.
Sticazzi Che poi li riprendi e ti vendichi, quello al massimo serve a smettere di pensarci e ripensarci.
Sai quanta gente conosco che fa sicurezza sul cantiere? Tutte simpatiche ragazzuole in mezzo agli operai. Quelle che hanno problemi normalmente girano con lo spray al peperoncino. Non in borsa, in mano.
Quando sono stata violentata, io non reagito. Mi sono ghiacciata, paralizzata, ho vissuto tutto da fuori di me.
"è solo il tuo corpo a subire l'aggressione, non il tuo cervello non la tua anima".
"ti vedi da fuori"
Io le ho provate queste sensazioni (e quel che ne viene poi dietro).
Ho poi saputo di essere in buonissima compagnia.
Tollerare me stessa, quella paralisi, è stata una delle cose più difficili che ho fatto nella mia vita.
Perchè io quella me ghiacciata e paralizzata l'ho odiata visceralmente.
L'avrei distrutta, fatta a pezzi, cancellata.
E ho odiato la me che non riusciva mai del tutto a cancellarla.
Poi è uscita la mia di violenza, la mia cattiveria e la mia aggressività.
E non è stato neanche quello facile da gestire.
Io volevo soltanto punire. Umiliare. Schiacciare. Spezzare. Distruggere. Cancellare.
Poi ho capito che era tenerezza a rovescio. (tenerezza per me).
Ma è stata veramente dura, comprendere, fare mio il contenuto razionale e poi quello emotivo.
Riconnettermi con me. E poi con il mondo.
Fare amicizia con la paura.
Renderla compagna e compagnia.
Fidarmi della mia paura e convincermi che non mi avrebbe più tradita come mi aveva tradita quella volta.
L'atteggiamento mentale può essere addestrato solo se si può apertamente e serenamente parlare, collocando gli eventi nel loro spazio di gravità.
Che non è oggettivo ma soggettivo.
Ma che nella soggettività ha una sua oggettività.
E la funzione della parte maschile, a sostegno equilibrato, è fondamentale.
Ma veramente fondamentale.
Una delle cicatrici è che i maschi superprotettivi, quelli ebeti, i cazzocentrici non li tollero.
Non sono più così incattivita, non vado più a cercarli per punirli, ma non li tollero comunque.
Che è poi il motivo per cui il collega da studio che ripete con quel tono ebete del cazzo "non prendertela" mi fa solo venir voglia di gonfiarlo di botte.
E poi dirgli "ma non prendertela".
Sapendo benissimo che la reazione è di gran lunga superiore all'azione.
Ma quel maschio, che vede un altro maschio che tocca alla cazzo di cane e non è neanche in grado di dire "ma tu guarda il coglione di turno è passato" è fastidiosissimo. Per non parlare degli osservatori indifferenti. Fa partire proprio il nervo.
Quel "lascia perdere" ripetuto è la rappresentazione di un pensiero radicato.
E', fra le molte cose, il segno di quanto si sia lontani dall'azione concreta e pronta, a partire da situazioni in cui un minus habens si prende lo spazio che si è preso quello lì. Quanto si sia lontani da quello di cui parli, ossia l'addestramento di uno stato mentale. (quello che aveva tua nonna, per dire).
Se non si riesce a prendere posizioni in una situazione tutto sommato gestibile, come si può pensare che ci sia una presa di posizione in situazioni ben più pesanti, nella considerazione che una donna (e anche un uomo) ha TUTTO IL DIRITTO di spaventarsi e anche bloccarsi.
E lo dico da donna che a uno che le toccasse il culo come quello, molto probabilmente, ora come ora, avrebbe una reazione molto simile a video postato da
@Skorpio. Poi chiederei scusa.
Ma che sa che ci si può bloccare, contro la propria volontà.
La realtà è che non si parla apertamente di violenza. E dei meccanismi correlati.
Si amplificano eventi e se ne sminuiscono altri.
E in un contesto come questo, bigotto e ipocrita e benpensante, preparare lo stato mentale per cui in una donna esiste la possibilità che scatti l'automatismo del calcio nei coglioni (meglio due dita negli occhi o meglio ancora le chiavi) è veramente lontano dall'avvenire.
Anche perchè
per quello stato mentale serve innanzitutto che il contesto riconosca l'esistenza della violenza e dell'aggressività.
Anche nella donna.
E direi che non ci siamo proprio per niente.
E questo, invece, il contesto lo rifiuta e più che muoversi in modo incontrollato e scoordinato non fa.
A partire dalla ridicola pena per uno stupratore per arrivare al daspo in questo caso.
Una cosa tipo "brutto bambino cattivo!! per castigo, niente partita!"
Da vomito. Anche come messaggio generale.
questo è un bel video.
https://www.internazionale.it/video/2021/11/25/stupro-cervello-reagire-aggressore