Il consenso dipende strettamente dalla consapevolezza. Consapevolezza non soltanto di quello che voglio fare e di dove voglio arrivare, ma anche della funzione sociale, dalle conseguenze sugli altri che l'utilizzo del -mio- corpo comporta.
Altrimenti la società non esiste.
E invero la società è più della somma dei singoli individui che la compongono, con le loro aspirazioni e i loro interessi.
Ed il sesso, siccome è legato ai sentimenti e alla riproduzione -è- storicamente ed etologicamente sempre stato qualcosa in più dell' utilizzo della semplice genitalità. (Ne abbiamo parlato allo sfinimento in passato, ricordi?).
Tempo fa dalle mie parti è stata perseguita una prostituta che adescava i minorenni (liceali) all' uscita di una scuola. Perciò non in quanto prostituta, ma in quanto si rivolgeva a persone non in grado per la legge di esplicare un pieno consenso. (Giustamente seguendo quanto hai detto).
Ma se fose andata a vendere caramelle sarebbe stata la stessa cosa? Visto che hai equiparato il sesso ad una qualsiasi altra "prestazione". (Se ho capito bene ).
(Qui il giudizio etico riguarda non la dignità della prostituta come persona ma l'utilizzo sociale del suo corpo).
Ora possiam fare due cose:
- Pensare che la società sia solo la somma di individui che si scambiano ed interagiscono tra di loro per questioni di rivendicazione di potere personale, economico, culturale, fisico. (Ed è la visione di adesso). E allora possiamo anche smetterla di parlare ipocritamente di scandali.
-Pensare che la somma delle competenze che abbiamo maturato negli anni possa condurci a definire gli individui non solo in base a quanto sopra ma in base a una serie di valori più o meno condivisi nei quali il rispetto (respicere) sia centrale non solo quando ci fa comodo, un diritto da rivendicare, ma anche un dovere a cui ottemperare.
La questione della consapevolezza è un'altra di quelle questione parecchio ampie.
E anche parecchio scivolose.
La consapevolezza, anche solo quella che descrivi tu, che non è esaustiva del significato di consapevolezza ma che
è il risultato di una consapevolezza dell'essere (se non sono consapevole di chi sono, è ovvio che il mio voler fare e il mio voler arrivare sono lavagne bianche riempibili da ????) non è poi che sia tanto diffusa.
E se non sono consapevole di chi sono, come faccio ad essere consapevole del mondo che mi circonda?
Viviamo e veniamo da un periodo storico che ha venduto l'illusione del tutto per tutti.
Anche a livello di competenze di analisi di sè e del contesto.
Ma è una illusione.
La realtà è che un sacco di persone non hanno semplicemente gli strumenti cognitivi per arrivare lì, anche soltanto ad un primo gradino sopra i bisogni fondamentali.
E non è una novità di questo secolo.
La grossa novità è che in questo secolo a sgomitare per le risorse siamo oltre 7 miliardi.
Qui servirebbe un ot infinito sulla scuola per tutti, e su come si è trasformata da scuola per tutti a scuola per nessuno. Ma vabbè...sorvoliamo.
Tutto questo collocato nell'altra grande illusione delle pari opportunità e delle pari uguaglianze.
Ci sono una miriade di disabili cognitivi lievi a spasso che sanno barcamenarsi in funzioni di base anche a livello sociale ma oltre non vanno, e non per mancanza di volontà, proprio per mancanza di strumenti. (ma si riproducono perchè così ha da essere, altro che consapevolezza....e poi via di casini)
E si fa finta che non siano disabili perchè non sono certificati e perchè tutto sommato non fanno grossi casini, sono tollerati in società perchè sono forza lavoro ad alta disponibilità e basso costo. Poi però vengono segati senza il minimo pensiero e sacrificati un tanto al kg, dati in pasto.
E qui c'è l'altra grande illusione, garantista e assistenzialista.
La società esiste in un intricato gioco di equilibri che permette di tollerare tutta una serie di ingiustizie e disuguaglianze sociali e continuare ad avere soddisfazione ai bisogni di base per tutti (noi, che abbiamo risorse e potere per prenderci anche quelle altrui).
La prostituta che da te è stata perseguita, solo 70 anni fa, era il luogo in cui i padri portavano i figli (della stessa età di quelli a cui fai riferimento) per "diventare uomini"
Sono solo cambiate le condizioni, legislative e culturali, per cui adesso i padri non fanno questo passaggio di testimone, la concezione della prostituzione è in cambiamento e sotto i 16 anni si è considerati minori incapaci di intendere e volere.
Già fra i 16 e i 18 le cose cambicchiano.
Nella notte fra i 17 e i 18 si ribaltano e allora sono adulti consenzienti.
Se la prostituta avesse venduto caramelle, non ci sarebbero stati problemi perchè ai bambini è permesso l'acquisto di caramelle e, avendo licenza, alle prostitute è permesso vendere caramelle ai bambini.
A 10 anni io andavo dal tabaccaio a comprare le sigarette per mio padre.
Se adesso ci va un ragazzino della mia stessa età viene rimandato al mittente.
Non è una questione di consenso questa.
Questa è una questione di definizione di parametri di riferimento.
Parametri che cambiano nelle epoche e che continueranno a cambiare.
50 anni fa picchiare un bambino era ritenuto educativo.
Oggi è maltrattamento.
Nel 1970 se io fossi stata sposata e avessi tradito G. e lui mi avesse uccisa, non sarebbe stato un problema. Delitto d'onore.
Se fossi stata stuprata nel 1995 e avessi denunciato il mio stupratore, non sarebbe stato perseguito per un delitto contro la persona ma sarebbe stato perseguito per un delitto contro la morale.
Mi fermo, spero che il senso di questo elenco sia chiaro.
Quanto al sesso legato ai sentimenti.
No. Il sesso non è legato ai sentimenti.
Il sesso è legato alle emozioni.
Emozione e sentimento sono due cose correlate ma non sovrapponibili.
I sentimenti sono la rielaborazione storicizzata delle emozioni.
Il legare il sesso ai sentimenti è una delle conseguenze dell'aver stortato l'amor cortese trasformandolo in walt disney e stendendo una lista dei sentimenti da sentire e quelli da non sentire. E creando fra le altre cose i disastri matrimoniali a cui si assiste.
Il legame con la riproduzione...osti...presente il casino per abortire o per la pillola abortiva????
E se questo è etico....ma vabbè. Altro immenso ot.
Il consenso, fra l'altro, è anche legato all'emotività.
Ci sono stati emotivi in cui non è possibile dare consenso.
Se sono sotto shock non sono in grado di dare consenso. E chi bypassa questo sta agendo violenza.
Per dire.
Le sex worker non hanno sentimenti verso i clienti. (non perchè sono malate, ma perchè così è il funzionamento fisiologico).
Hanno emozioni che condividono più o meno nello spazio col cliente e viceversa.
Che è poi il motivo di fondo del loro lavoro, in realtà.
La genitalità c'entra un gran poco in realtà nella prostituzione, anche quella di più basso livello e massima schiavizzazione dove davvero forse ci sarebbe da concentrarsi per indagare da dove viene il consenso...ma vabbè...anche qui immenso ot.
Tutto il discorso che stai facendo sulla società parte dal presupposto che si consideri male disporre del proprio corpo per prestazioni sessuali a pagamento.
E che leggi il disporre del proprio corpo in modo diverso dal disporre del proprio cervello.
Come se corpo e cervello avessero due valenze diverse in termini di dotazione e utilizzo.
E questa visione porta obbligatoriamente a considerare o vittime o matrigne le donne (o gli uomini, ma meno) che usano il corpo.
E a legare necessariamente l'uso del corpo con la sua mercificazione.
Ad escludere dalla rispettabilità la decisione di una donna di usare il suo corpo per lavoro.
Sottointendendo che una donna che fa questo, non sia in grado di decidere per sè, che necessariamente abbia problemi.
Però questo è un retaggio.
Ed è, soprattutto, disconfermato dalle stesse sex worker...che però, vengono considerate malate mentali, problematiche etc etc e quindi etichettate e invalidate.
E lo stesso trattamento è riservato a chi ha una sessualità diversa dalla sessualità ritenuta accettabile.
Uso corpo e non figa/cazzo/culo a ragion veduta.
Tornando a bomba.
Tutto quello che citi ci sta, ma il discorso era sulla violenza. E neppure violenza sessuale. Violenza e basta.
Il mio corpo (corpo e mente) ha confini e limiti. Per superare i quali hai da chiedere il permesso.
A prescinder dal lavoro che io sto svolgendo e a prescindere dalla considerazione che si possa avere di quel lavoro (e questo afferisce alla morale, non all'etica)
- Oggi. L'altro ieri non era così. -
Se tu passando decidi di oltrepassare quei limiti senza chiedere, mi stai silenziando e te ne stai fregando del mio sì e del mio no.
E mi stai annullando nel tuo atto.
Questo rientra nella attuale definizione di violenza.
Come io userei violenza se passando ti smollassi una bonaria manata sul coppino. O sul pacco.
Cambia la percezione, anche storica, di questi atti.
Per un maschio una donna che tocca il pacco è una puttana, poco di buono, esser inferiore da oggettivare. O è una malata mentale, una instabile, una nevrotica. Sicuramente non è pericolosa e si fa una risata.
Per una femmina un maschio che le tocca il culo è un pericolo ( a partire dalla forza fisica che un uomo ha e una donna no) e scatena allarmi atavici che la mettono in attivazione rispetto al meccanismo attacca/scappa.
Ma resta violenza.
Non sessuale o che altro.
E in questa società, l'unica risposta, in particolare se ho un bel culo e delle belle tette che titillano i bassi impulsi maschili, è che io sia ancora più violenta per poter difendere quei limiti che sono sotto la mia responsabilità.
Per LEGGE se non dimostro di aver dissentito con forza io ho accettato.
E guarda un po' che stanno aumentando esponenzialmente le violenze sui disabili.
Che guarda caso il dissenso non lo sanno esprimere. Come neanche il consenso.