Sono d'accordo.
Tieni presente che la tentazione più facile in certi contesti è però quella di incartarsi nel proprio corretto operato, e quindi prendere distanza da qualsiasi evoluzione/autocritica/etc..
Quindi quella che descrivi non è una prospettiva accessibile a tutti
Sono d'accordo... infatti secondo me è un grosso lavoro che deve fare la coppia insieme, un lavoro di conoscenza reciproca e consapevolezza reciproca, non un modo per discolparsi ma nemmeno un processo di commiserazione e vittimismo che spesso si fa dall'altra parte.
Mi ricordo che all'inizio di una delle mie relazioni più importanti, durata 7 anni + un anno di convivenza, i primi mesi il mio ex uscì con una ragazza che aveva conosciuto via chat e che abitava in una città in cui era andato per lavoro. Mi disse che non successe nulla ma mi confidò di aver avuto una sensazione di attrazione sessuale per lei. Io entrai in crisi nera, era inaccettabile per me, per un anno intero lo massacrai ogni giorno con crisi, scenate, domande morbose e litigi. Non ero abbastanza adulta per capire alcune cose che c'erano dietro. Ovvero che il mio ex ragazzo era sempre stato etichettato come quello "sfigato", che aveva avuto poche conferme dal mondo femminile, poche esperienze gratificanti che lo facessero sentire in pace con se stesso, cosa che gli generava dei complessi di autostima non indifferenti. Se all'epoca avessi avuto la stessa visione che ho oggi, di apertura verso le sofferenze che albergano dentro le persone, mi sarei risparmiata tanto dolore e lo avrei risparmiato a lui.. che mi amava davvero e ha continuato ad amarmi ogni giorno per i successivi 7 anni.. e poi l'ho lasciato io perché mi sono disinnamorata per altre ragioni.
Questo è per fare un esempio.. visto che qua sembra che se non vieni a parlare sventolando la bandiera del tradito non puoi aprire bocca.