Lasciare lasciare, tutti la fanno semplice, come se si trattasse di spostare un barattolo di salsa da uno scaffale all’altro.
Mia madre ha convissuto con mio padre, alcolista, 46 anni. 46 anni di alcolismo.
Di mio, non l’ho mai conosciuto sobrio. I miei fratelli, forse l’ultimo l’ha visto sobrio, qualche mese.
Forse.
Ci siamo odiati, menati, amati, allontanati, riavvicinati, persi, ritrovati, ma nessuno è mai scappato.
Si perché lasciare significa fuggire da una persona malata, quindi non viziosa o viziata, ma malata.
Il mio suggerimento è quello di cominciare a frequentare tu, da sola, in autonomia, gruppi di auto aiuto e ascolto, per riacquisire un tuo equilibrio personale e di coppia.
Lui all’inizio deriderà questa tua scelta e ti accusera‘ di andare in una setta.
Fregatene, continua il tuo percorso, poiché le tossicodipendenze sono considerate malattie della famiglia, perché l’altra pare della famiglia, in questo caso tu, vive in funzione del problema in un loop autodistruttivo.
In funzione del problema significa: non facciamo vita sociale per paura di; non parliamo mai di noi per paura di; non affrontiamo il tema per paura di.
Ricordati che stai con una persona malata, se avesse un tumore al cervello e questo male lo portasse a fare cose non belle, cose che non si dicono, cose da nascondere, lo lasceresti comunque?
Secondo me no.
E’ una persona malata che adotta atteggiamenti dovuti alla patologia.
Comincia a studiare la patologia facendoti aiutare.
In privato ti posso suggerire come fare.
Una volta iniziato il tuo cammino, in autonomia, imparerai a gestirlo e, potrai anche decidere volendo di lasciarlo, ma non sarà per fuggire, bensì per scelta, scevra da qualunque paura.
Naturalmente le mie non sono opinioni, ma elementi di vita vissuta e imparata da chi prima di me ha avuto un marito, un figlio, una sorella, un genitore con dipendenze da sostanze.
Sul corno nemmeno ci penserei, se ti aiuta a stare meglio ed ad essere più lucida e serena, tutta salute. Con o senza problema in casa. Qualunque problema.