sulla questione
Credo che l'analisi di Miciolidia sia la più aderente alla realtà proprio per l'atteggiamento che lancillotto descrive della moglie.
Forse ha veramente bisogno non tanto di sapere che oggi lui vede la sua storia come una compensazione, ma che l'imposizione e la forzatura di questa storia che non aveva, a suo dire, tanta importanza, è invece tuttora presente nella testa di lui come amichevole amicizia sentimentale (non sò se il termine sia adeguato, ma lo colloco come penso sia aderente alla raltà), mentre lei vive questa situazione molto diversamente .
Se la moglie vede la negazione del suo valore intrinseco di compagna è chiaro che il perdono diventa un atto dovuto ma non sentito. Non importa che lui dimostri esteriormente quelle che ritiene siano le SUE modalità di rivalutazione del rapporto con lei, che dica che ha compreso che non era la persona importante ma la contingenza, ergo l'amante poteva benissimo essere un'altra persona, e da qui la sensazione che lui fosse innamorato dell'amore che provave in sè. Lei comprende che queste rivalutazioni del passato non servono a cambiare la reale presenza di quella persona per nulla fantasma nella sua vita.
Bubito che la moglie voglia che lui rinneghi ciò che gli era necessario in quel contesto ma trova fastidioso che lo rammenti e lo tenga caro attrevarso lo strumento e non la concettualità di questo bisogno.
Forse la moglie vorrebbe affrancarsi da questa realtà o forse vorrebbe che lui capisse che credere di sapere non significa sapere in che modo ci sia stata sofferenza.
Non si intendono nella comunicazione ma danno per scontato di comprendere le loro sofferenze, specie lui quelle di lei.
Miciolidia ha detto una frase perfetta a mio avviso:
Lei ,non riuscendo a convivere al fianco del Tuo immaginario con l'amante...
agisce in maniera forzata proprio perchè in realtà vorrebbe solo allontanarsi da te, per respingere la presenza dell'amante nella tua testa al fianco della Sua.
Qui credo ci sia una chiave di lettura che dovrebbe far capire a lui le sue difficoltà ed a lei la sua incapacità di passare davvero alla pagina seguente della propria vita.
Il nodo comunque è quello della visuale che entrambi hanno della vicenda purtroppo occorsa alla loro storia di coppia.
Lei e lui in realtà vivono una solitudine di comunicazione perchè nessuno dei due riesce a capire la natura del reciproco malessere; lei dovrebbe essere disponibile e dare a lui il calore, il conforto ed il supporto che sarebbe auspicabile e lui impedisce che accada perchè cristallizzato nella sua volontà di non rinnegare, non gli avvenimenti, ma la scelta impositiva dei medesimi, soggetti compresi. Inoltre non sapendo cosa nel percorso di quegli anni sia accaduto, va da sè che entrambi abbiano conti in sospeso più con sè stessi che uno verso l'altro.
E' solo una mia sensazione, ma non è che lui debba rinnegarsi, non avrebbe senso, ma rendersi conto che non può costruire nulla se la presenza mai definitivamente risolta dell'altra non verrà definitivamente collocata nei giusti spazi.
La lamentata rassegnazione di lui a non avere una soluzione è anche la denuncia a non volere o potere interagire concretamente affinchè la si possa trovare una via d'uscita in una situazione appunto cristallizzata.
Dubito che la moglie voglia che lui chiuda con l'altra, sarebbe una forzatura inutile e non le servirebbe a nulla, se lui ha ancora voglia o piacere di sentirla tanto vale lo faccia, forse vuole solo che lui la smetta di pensare a quella persona come l'icona della sua soluzione compensativa, come chi deve avere sempre un posto d'onore nei ricordi del proprio passato.
E qui non si tratta di negazione ma di prefigurare forse una realtà che sia in grado di avvicinare le loro due visioni.
E mi sbaglierò, ma non c'è barba di psicologo che possa risolvere questo problema, perchè siamo di fronte non ad una concezione ideale ma ad una volontà intenzionale che crede di rinnegarsi se cambia opinione.
Forse non si tratta di rinnegare ma di "denegare", rinnegare è tradire le proprie convinzioni, denegare è capire che potevano essere risolventi per noi ma non assolventi per il nostro comportamento e per chi ci era senzientemente complice quindi colpevole come lui.
Ci sono persone determinate e ferme nei loro convincimenti, se va bene nel prosieguo del tempo conserveranno intatte i loro presunti ideali, se va male dovranno fare i conti con le loro rigidità.
Bruja