Io le ho prese di santa ragione (pensa ancora il modo in cui lo definisco


) più volte.
Non ero sicuramente una bambina facile, fin troppo curiosa e sveglia. Sono stata adultizzata. I discorsi sulla responsabilità me li ricordo dai 2 anni circa. Hai rotto il gioco? Sei stata irresponsabile. Sei caduta? Non sei stata abbastanza attenta e quindi irresponsabile. La mamma è triste perchè sei stata cattiva? Sei stata irresponsabile.
Come sono stata sovra responsabilizzata su mia sorella, avvertendomi fin prima della sua nascita che sarei stata gelosa, che l'avrei trattata male e altre cosine.
Dopo l'arrivo di mia sorella quello che io facevo di sbagliato era un peso che ricadeva su mia sorella (rubavo il tempo che la mamma e il papà avrebbero potuto dedicare a lei "obbligandoli" a dedicarsi a me.
La mia responsabilità su di me (presente o assente) ricadeva su tutta la famiglia.
E' negli annali la me bambina portata ad un ristorante (in cui mia madre non voleva andare quindi aveva litigato di brutto con mio padre poco prima di andarci) e che non stava ferma e seduta in bell'ordine. Avevo fatto vergognare la mamma. Avevo creato le condizioni affinchè le potessero dire che la bambina era agitata. Avevo portato l'onta della vergogna su tutta la famiglia

Se prendevo un brutto voto, non avevo semplicemente preso un brutto voto.
Avevo fatto vergognare, con la mia scarsa responsabilità, tutta la famiglia.
Le botte sono state il minimo onestamente. Anche se le ricordo piuttosto bene.
Ci ho impiegato anni, e non ho ancora finito, di ripulirmi dal velo di moralismo che mi hanno spalmato addosso.
E soprattutto dal sentirmi responsabile per ogni cosa.
Tanto da non potermi ammalare per dire.
Negli annali c'è che quando da piccola mi ammalavo provocavo disagi per tutti e toglievo tempo al resto della famiglia complicando le vite di tutti.
Adesso a distanza mi fa sorridere.
E penso che i miei genitori fossero semplicemente inadatti ad esser genitori. E che dev'esser stata veramente dura per loro.
SE anche lo è stata per loro come lo è stata per me....beh.
Adesso ci scherziamo con mia madre e con mia sorella di alcuni insegnamenti, impliciti, tipo ammalarsi e sentire di star facendo qualcosa di sbagliato.
Quando è lei che si sente così la consolo e la rassicuro. Quando sono io che sento l'eco...ci prova lei a rassicurarmi. E finiamo a ridere del fatto che sono cose che abbiamo imparato in generazioni diverse ma si somigliano nonostante tutto.
Ma sia io che mia sorella, salvo che siamo proprio in terra...non riusciamo mai ad ammalarci del tutto. Ancora adesso. Gli echi suonano. A prescindere.
Sono catene generazionali queste.
E sono durissime da rompere.
E pur non considerando la me bambina meritevole delle punizioni che ha subito, pur avendole analizzate e ricollocate lo so razionalmente.
Ma emotivamente, sotto, lavora ancora.
A me resta il carico di lavoro di governare e accordare super ego ed es...
Chi non lo sa...come mia madre un tempo, riproduce.
Negli ultimi tempi sto pensando che il suo rendersi da qualche parte conto che non andava bene, ha aggravato e di molto tutti i suoi comportamenti.
Probabilmente chi non si fa domande e tira dritto e si dice "ma sì, cosa vuoi che sia" fa meno danni di chi si fa domande senza riuscire a darsi una direzione in quelle domande.
(è uno dei motivi per cui sto rivalutando il "grande libro della vita" che riduce i danni, fondamentalmente, indicando l'autostrada...non tutti sono in grado di rielaborare per davvero, non tutti sono disposti a tollerare la fatica e il dolore che comporta il farlo, non tutti hanno gli strumenti, i mezzi e le risorse soprattutto e in questi casi, l'autostrada riduce e permette il controllo, sociale soprattutto. )
Non so se mi sono spiegata
EDIT: io di mio non userei le punizioni su un bambino o una bambina neppure sotto tortura. So riconoscere quando mi sale la frustrazione e so riconoscere il desiderio di punire l'altro per scaricarla. Quindi me lo gestisco perchè è roba mia. Problemi miei.
Fra l'altro, funzionano i rinforzi positivi coi bambini come con tutti i mammiferi.
La punizione finisce per andare a rafforzare il comportamento.
Che magari non viene espresso esplicitamente ma resta comunque lì, e viene poi agito o di nascosto oppure in altri agiti e sotto altre forme.
L'estinzione è il modo migliore, più veloce e definitivo per modificare il comportamento.
Certo è che una società che sta in piedi su concetti come inferno e paradiso, più o meno velati, sul premio finale se fai il bravo non può cambiare tanto in fretta.
La gente va a lavorare per lo stipendio nella stragrande maggioranza dei casi. Lo stipendio è un rinforzo positivo posticipato.
E ci addestrano fin da piccoli alla posticipazione del rinforzo (ossia della soddisfazione e dell'appagamento).
Pochissimi lavorano per il piacere di lavorare. E trovano nel lavoro il rinforzo al lavorare.
Chi si dice che lo trova lì, dovrebbe chiedersi dove si colloca il concetto di dovere per sentirsi bravi e meritevoli prima di dirlo.
E basti pensare a tutto quel che vien detto a etta riguardo il suo non lavorare.
E a come il lavoro sia strumentalmente usato per vendere alle donne la loro indipendenza (quando in realtà...vabbè. Discorso ampio e di parecchio)