Regali di Natale

Ulisse

Utente di lunga data
Comunque io i giochi li faccio sparire senza chiedere consensi, provaci, vedrai che neanche se ne accorge
lo scopo non era liberarmi dei giochi...che comunque male non farebbe vista la quantità

Quindi tu sei un altro che scarichi le responsabilità su un bambino (chiedendogli pure di cancellare il suo passato) chiedendo a lui sacrifici?
ehhhh..addirittura cancellare il passato per qualche gioco di cui non ne ricordava nemmeno l'esistenza da anni.

Il tutto era conseguenza di una lezione fatta con la maestra in classe sulla condivisione, sul dare a chi è meno fortunato ed evitare sprechi perchè un gioco diventato noioso, invece di prendere polvere nella cesta poteva invece far divertire un altro bimbo.
Poichè a casa me ne aveva parlato con entusiasmo della cosa, volevo fargli mettere in pratica quello che lui riteneva una bella inizativa.
Poi, si è scontrato con la realtà ed ha realizzato che alle belle parole, se messe in pratica concretamente, necessitavano di un costo da caricarsi.

Per me il passato, spcialmente di un bimbo, non può essere un gioco ma il ricordo di quando ci ha giocato con il genitore o i coetanei ed il tempo che ha passato con chi gli vuole bene.
 

Brunetta

Utente di lunga data
lo scopo non era liberarmi dei giochi...che comunque male non farebbe vista la quantità



ehhhh..addirittura cancellare il passato per qualche gioco di cui non ne ricordava nemmeno l'esistenza da anni.

Il tutto era conseguenza di una lezione fatta con la maestra in classe sulla condivisione, sul dare a chi è meno fortunato ed evitare sprechi perchè un gioco diventato noioso, invece di prendere polvere nella cesta poteva invece far divertire un altro bimbo.
Poichè a casa me ne aveva parlato con entusiasmo della cosa, volevo fargli mettere in pratica quello che lui riteneva una bella inizativa.
Poi, si è scontrato con la realtà ed ha realizzato che alle belle parole, se messe in pratica concretamente, necessitavano di un costo da caricarsi.

Per me il passato, spcialmente di un bimbo, non può essere un gioco ma il ricordo di quando ci ha giocato con il genitore o i coetanei ed il tempo che ha passato con chi gli vuole bene.
Tu sei un adulto e sei in grado di compiere astrazioni, lui è un bambino e di fronte a oggetti concreti ha provato emozioni a cui non riesce a rinunciare perché parlano di un lui piccolo.
 

Marjanna

Utente di lunga data
beh..
non nego di averlo ampiamente pensato a suo tempo
Scherzavo. Ho pensato anche io quello che ti ha scritto Brunetta.
Probabilmente gli avessi detto di buttare un gioco, o l’avessi preso e donato senza dire niente, sarebbe stato più semplice.
Tu gli hai fatto attraversare un processo nuovo per la sua età, non si trattava solo del bel gesto solidale.
So che può sembrare di parte, però trovo che per un bambino, aiutare animali selvatici possa essere formativo in un processo di liberazione interiore più graduale, dall’associazione amore gioia legata al possesso. Più che liberazione forse è più opportuno consapevolezza. Poi non è neppure tanto il fare una donazione, ma il fare in qualche modo, il rendersi parte di una vita, senza possederla, ma assumendosi la piena responsabilità della piccola parte di cui si prende carico. Può essere anche istallare un nido per uccellini, ma valutando dove va posto (con il tuo aiuto ovviamente, ma con te, non che lo fai tu), se ne compri una già fatta al 90% non è vernicita, allora va pensato di verniciarla, mettere un rinforzo al tetto. Se lui fatto tutto questo proverà gioia nel vedere che dei piccoli esseri nascono e volano via, liberi, e lui non li vedrà più, non potrà dire "è mio", in realtà raggiungerà qualcosa dentro di se, a cui tanti neppure arrivano in un’intera vita, e ti assicuro che da gioia. Percui non è per niente, non è il fate bene fratelli per il signore beato o per un compenso paradisiaco a punti. Poi dei pulcini possono anche morire, non è detto che vada tutto bene, e potrebbe avere una reazione di rifiuto, per il dolore che prova, allora dovrai esserci tu vicino a intervenire.
Puoi fare anche altre cose, a seconda di dove vivi.
 

Brunetta

Utente di lunga data
La proposta fatta spesso ai bambini di essere buoni e di pensare ai bambini “meno fortunati“, a me fa pena e un po’ schifo.
È un modo degli adulti di non sentirsi in colpa di fronte ai “figli“ (figli in senso lato, sono tutti nostri figli) per le ingiustizie del mondo. Ho capito che lo ha proposto la maestra, anche lei con sensi di colpa per non essere in grado di dare risposte ai bambini, per questo ha detto cose banali e sbagliate.
Il mondo lo sappiamo tutti che è ingiusto e certamente ci si augura che le nuove generazioni faranno meglio di noi, ma non da bambini. È ovvio che se si fa sentire il peso delle ingiustizie e si pongono le nostre creature dalla parte dei privilegiati, saranno entusiasti di una proposta che dà loro un potere di sollevarsi da quel peso. Ma poi, di fronte alla concretezza di dover rinunciare a cose affettivamente importanti che vengono da persone che vogliono loro bene e a cui vogliono bene, è naturale che non ce la facciano.
I nostri figli sono già loro meno fortunati, ci manca solo di farli sentire in colpa perché c’è chi sta peggio, non per responsabilità loro, perché possiedono troppe cose che ci ingombrano casa, perché noi adulti non siamo stati in grado di trovare altri modi per stare con loro con gioia.
 

Marjanna

Utente di lunga data

Ulisse

Utente di lunga data
La proposta fatta spesso ai bambini di essere buoni e di pensare ai bambini “meno fortunati“, a me fa pena e un po’ schifo.
È un modo degli adulti di non sentirsi in colpa di fronte ai “figli“ (figli in senso lato, sono tutti nostri figli) per le ingiustizie del mondo. Ho capito che lo ha proposto la maestra, anche lei con sensi di colpa per non essere in grado di dare risposte ai bambini, per questo ha detto cose banali e sbagliate.
Il mondo lo sappiamo tutti che è ingiusto e certamente ci si augura che le nuove generazioni faranno meglio di noi, ma non da bambini. È ovvio che se si fa sentire il peso delle ingiustizie e si pongono le nostre creature dalla parte dei privilegiati, saranno entusiasti di una proposta che dà loro un potere di sollevarsi da quel peso. Ma poi, di fronte alla concretezza di dover rinunciare a cose affettivamente importanti che vengono da persone che vogliono loro bene e a cui vogliono bene, è naturale che non ce la facciano.
I nostri figli sono già loro meno fortunati, ci manca solo di farli sentire in colpa perché c’è chi sta peggio, non per responsabilità loro, perché possiedono troppe cose che ci ingombrano casa, perché noi adulti non siamo stati in grado di trovare altri modi per stare con loro con gioia.
Io non so se addirittura a sua volta la maestra di mio figlio lo ha fatto per mitigare chissà quali suoi sensi di colpa oppure solo perchè ritiene meglio che, pedagogicamente parlando, ai bimbi vada anche dato un input del genere.
Altrettanto, per miei fortissimi limiti formativi in materia, non posso concludere se è giusto o meno quello che è stato fatto.
Non ne ho gli strumenti.
Ma riconoscendo per una maestra un percorso professionale a me ignoto ma per lei propedeutico all'insegnamento, devo concludere che su questo campo, quello puramente educativo, la vede più lunga e più chiara di me e che quindi se fa certe cose, lo fa con cognizione di causa.

Per quanto mi riguarda, Il mio chiedergli di scegliere dei giochi da donare e successivamente accompagnarmi a fare la donazione è solo ed esclusivamente dovuto al suo entusiasmo inziale nel voler condividere qualcosa per la prima volta ma, da essere umano totalmente acerbo nei confronti di tale pratica, si è poi scontrato con qualcosa che non aveva messo in conto: per dare ti devi privare.

Nonostante la mia ignoranza in materia, ho ritenuto giusto rispettare incondizionatamente il suo cambiamento di opinione rimettendo nella cesta tutti i giochi su cui aveva espresso la volontà di non privarsene e nemmeno ho fatto la donazione davanti a lui ma in separata sede, da solo.

Non so, per la suddetta mancanza di competenze, se è stato un bene o meno a livello formativo.
Io so solo che voleva farlo ed io l'ho assecondato finchè ha voluto e mai forzato, insistendo, quando ha cambiato opinione.
Di certo, sarà un caso, ma quest'anno è stata la prima volta che gli ho visto dare spontaneamente e con gioia un suo gioco al bimbo vicino di casa.
Prima, e non dico sia legato a quanto successo in precedenza ma solo per dovere temporale di cronaca, non ha mai voluto dare un bel niente ed anzi ha sempre preteso, come la maggior parte dei bimbi della sua età, di voler prendere quelli degli altri ma non i suoi di giochi.

ho spesso l'impressione che vogliamo dare, a scapito delle innumerevoli ed inflazionatissime citazioni del rasoio di Occam fatte su questo forum, sempre una interpretazione più complessa, complicata o drammatica di quella che in realtà è:
un bimbo che sta muovendo i primi passi su un territorio, come quello della generosità verso il prossimo, a lui completamente nuovo.

poi, nel caso in cui a 16 anni mio figlio dimostri tutt'altra attitudine, se non altro spero di trovare ancora in vita la sua maestra per potermi adeguatamente vendicare.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Io non so se addirittura a sua volta la maestra di mio figlio lo ha fatto per mitigare chissà quali suoi sensi di colpa oppure solo perchè ritiene meglio che, pedagogicamente parlando, ai bimbi vada anche dato un input del genere.
Altrettanto, per miei fortissimi limiti formativi in materia, non posso concludere se è giusto o meno quello che è stato fatto.
Non ne ho gli strumenti.
Ma riconoscendo per una maestra un percorso professionale a me ignoto ma per lei propedeutico all'insegnamento, devo concludere che su questo campo, quello puramente educativo, la vede più lunga e più chiara di me e che quindi se fa certe cose, lo fa con cognizione di causa.

Per quanto mi riguarda, Il mio chiedergli di scegliere dei giochi da donare e successivamente accompagnarmi a fare la donazione è solo ed esclusivamente dovuto al suo entusiasmo inziale nel voler condividere qualcosa per la prima volta ma, da essere umano totalmente acerbo nei confronti di tale pratica, si è poi scontrato con qualcosa che non aveva messo in conto: per dare ti devi privare.

Nonostante la mia ignoranza in materia, ho ritenuto giusto rispettare incondizionatamente il suo cambiamento di opinione rimettendo nella cesta tutti i giochi su cui aveva espresso la volontà di non privarsene e nemmeno ho fatto la donazione davanti a lui ma in separata sede, da solo.

Non so, per la suddetta mancanza di competenze, se è stato un bene o meno a livello formativo.
Io so solo che voleva farlo ed io l'ho assecondato finchè ha voluto e mai forzato, insistendo, quando ha cambiato opinione.
Di certo, sarà un caso, ma quest'anno è stata la prima volta che gli ho visto dare spontaneamente e con gioia un suo gioco al bimbo vicino di casa.
Prima, e non dico sia legato a quanto successo in precedenza ma solo per dovere temporale di cronaca, non ha mai voluto dare un bel niente ed anzi ha sempre preteso, come la maggior parte dei bimbi della sua età, di voler prendere quelli degli altri ma non i suoi di giochi.

ho spesso l'impressione che vogliamo dare, a scapito delle innumerevoli ed inflazionatissime citazioni del rasoio di Occam fatte su questo forum, sempre una interpretazione più complessa, complicata o drammatica di quella che in realtà è:
un bimbo che sta muovendo i primi passi su un territorio, come quello della generosità verso il prossimo, a lui completamente nuovo.

poi, nel caso in cui a 16 anni mio figlio dimostri tutt'altra attitudine, se non altro spero di trovare ancora in vita la sua maestra per potermi adeguatamente vendicare.
Ho detto i significati per un bambino e sulla consapevolezza della maestra non metterei la mano sul fuoco.
Non ho detto che sia stato un trauma, ho fatto una traduzione. Non ti è sembrata corretta? Amen. E
Prendila come ti pare.
 

Ulisse

Utente di lunga data
Ho detto i significati per un bambino e sulla consapevolezza della maestra non metterei la mano sul fuoco.
Non ho detto che sia stato un trauma, ho fatto una traduzione. Non ti è sembrata corretta? Amen. E
Prendila come ti pare.
ma certo che la prendo pacificamente come mi pare. Ci mancherebbe pure

piu che tradurre hai piuttosto sentenziato vista l'assenza di qualsiasi condizionale nella frase
incluso le motivazioni della maestra della quale sai molto meno di me che ne so a mia volta pochissimo

Se vuoi sempre caricare di chissa che complessità di analisi qualsiasi cosa. Amen
 

Angie17

Utente di lunga data
Niente regali, a meno che non sei un bambino. Sono anni che non ne voglio e neppure ne faccio. In famiglia abbiamo deciso di comune accordo così. A fine anno si fa una bella donazione per un'associazione che aiuta bambini molto malati Se serve qualcosa , (ma a chi serve veramente qualcosa? ) si compra o si regala in altre occasioni. Preferisco altre ricorrenze, tipo compleanni, anniversari, viaggi particolari , o magari anche l'impulso di un momento, per fare regali alle persone care ed ovviamente riceverne.
 

Warlock

Utente di lunga data
Ora che mi sono intrippato con lavori sul legno, ho mandato la letterina via Whatsapp a Santa "Claus" Subito:

  • Bidone aspiratutto perchè nella cantina laboratorio sono invaso dai trucioli di legno
  • Banco sega perchè con il seghetto alternativo non vado dritto
  • Set frese per la mia amata CNC in modo da riuscire a fare i bassorilievi
  • Dremel più accessori per lavori di intaglio di fino
  • Supporto a colonna per trapano che faccio sempre i buchi storti
  • Rotativa per il laser così da incidere su supporti rotondi (bicchieri borracce penne ecc)
  • Power Bank così da portarmi da qualsiasi parte il laser portatile per fare incisioni al volo su qualsiasi superficie.
Spero il trip duri almeno fino a natale, che se no devo cambiare lista :eek::LOL:
 
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