Ciao a tutti,
racconto qui la mia storia di amantato terminato a dicembre dell'anno scorso, per alleggerirmi e per spunto di riflessione. Entrambe sposati, io senza figli, lui con un bambino di 9 anni. Abbiamo 15 anni di differenza (io 36, lui 51), Ci siamo conosciuti per lavoro la chimica era scattata subito, ma poi l'avvicinamento è stato lento, nel 2019. da allora i nostri incontri sono sempre stati al massimo 3-4 all'anno, lo cercavo più frequentemente io. Mai telefonate, messaggi WA finalizzati solo ad incontrarsi (no auguri, no domande personali, ecc.). lui a parole è sempre stato coerente, cioè viversi il rapporto come un momento di leggerezza, senza troppa frequenza, dandosi il tempo di riprendersi dopo un incontro. Ci vedevamo per una pizza o direttamente in hotel. Solo negli ultimi mesi avevamo iniziato a parlare di cose più personali e io ho iniziato ad allontanarlo perchè non ero più serena, l'entrare in confidenza mi stava facendo male, lo pensavo sempre e mi sentivo in apnea, per settimane dopo un incontro ero irritabile e mi pesava sapere che mi aspettava un periodo di silenzio indefinito fino alla volta dopo (c'è da dire che neppure io mi facevo sentire piu di tanto). Non riuscivo a essere serena nel mio matrimonio e ad un certo punto ho capito che non ne valeva piu la pena. Gli ho detto di persona che non ero più serena e che preferivo chiudere. Lui ha cercato di dissuadermi per restare amici, ma non si è mai sbilanciato in 4 anni neppure con i complimenti (solo alcuni sull'aspetto fisico). Durante questi anni ho fatto terapia e ho acquisito molte consapevolezze, un'autostima più forte. Questa storia ha minato la mia dignità. Con mio marito abbiamo iniziato un percorso di terapia di coppia e lui si sta impegnando molto per migliorare diversi aspetti di noi (non sa della mia storia parallela). Stiamo insieme da quando avevamo 20 anni e purtroppo questa persona si è insinuata in un momento di ruggine della coppia. Io avevo un gran bisogno di essere vista. Ora sono consapevole di cosa mi ha portato a guardarmi fuori, anche se non mi giustifico, anzi mi prendo tutta la responsabilità di ciò che è successo. E so che aver chiuso la storia extra è stata la cosa giusta da fare. Troppi contro per pochissimi pro. Cosa resta? L'amarezza per essere stata sempre a disposizione quelle rare volte che mi cercava, l'amarezza di non aver messo più paletti e questo ha contribuito a una relazione squilibrata (infatti lui voleva dettare le regole sulla frequenza degli incontri, mantenendo un apparente distacco), l'amarezza di avere rischiato per anni in cambio di un'ottima intesa sessuale si, ma dai contorni freddi. Parlavamo di tutto, ridevamo, mi raccontava del figlio, ma se ci penso ero io quella che portata energia agli incontri. Mi sono sentita usata. Mi mancherà il sesso con questa persona, questo si, l'intesa così non l'avevo mai provata per nessuno. Ma non tornerò indietro. E la chiusura è stata la conferma di come mi sono “sprecata” in questi anni: mi ha detto va bene, vuoi chiudere, ma non farti più sentire. Ha voluto farmi sentire come un optional, anche se so che non è così, dopo 4 anni. E questo mi da la forza per andare avanti nel no contact. Ne esco con una gran consapevolezza, la frequentazione con questa persona mi ha insegnato molto su di me (e sui narcisisti), mi è servita ad andare in terapia e a volermi bene come persona. So che dovrò sopportare ancora per un po' la dipendenza biochimica, ma è questione di tempo e svanirà anche quella. Se posso trarne un insegnamento è che la sua persona è stata come un messaggero per scavare a fondo i miei irrisolti e usare questa situazione per fortificarmi.
racconto qui la mia storia di amantato terminato a dicembre dell'anno scorso, per alleggerirmi e per spunto di riflessione. Entrambe sposati, io senza figli, lui con un bambino di 9 anni. Abbiamo 15 anni di differenza (io 36, lui 51), Ci siamo conosciuti per lavoro la chimica era scattata subito, ma poi l'avvicinamento è stato lento, nel 2019. da allora i nostri incontri sono sempre stati al massimo 3-4 all'anno, lo cercavo più frequentemente io. Mai telefonate, messaggi WA finalizzati solo ad incontrarsi (no auguri, no domande personali, ecc.). lui a parole è sempre stato coerente, cioè viversi il rapporto come un momento di leggerezza, senza troppa frequenza, dandosi il tempo di riprendersi dopo un incontro. Ci vedevamo per una pizza o direttamente in hotel. Solo negli ultimi mesi avevamo iniziato a parlare di cose più personali e io ho iniziato ad allontanarlo perchè non ero più serena, l'entrare in confidenza mi stava facendo male, lo pensavo sempre e mi sentivo in apnea, per settimane dopo un incontro ero irritabile e mi pesava sapere che mi aspettava un periodo di silenzio indefinito fino alla volta dopo (c'è da dire che neppure io mi facevo sentire piu di tanto). Non riuscivo a essere serena nel mio matrimonio e ad un certo punto ho capito che non ne valeva piu la pena. Gli ho detto di persona che non ero più serena e che preferivo chiudere. Lui ha cercato di dissuadermi per restare amici, ma non si è mai sbilanciato in 4 anni neppure con i complimenti (solo alcuni sull'aspetto fisico). Durante questi anni ho fatto terapia e ho acquisito molte consapevolezze, un'autostima più forte. Questa storia ha minato la mia dignità. Con mio marito abbiamo iniziato un percorso di terapia di coppia e lui si sta impegnando molto per migliorare diversi aspetti di noi (non sa della mia storia parallela). Stiamo insieme da quando avevamo 20 anni e purtroppo questa persona si è insinuata in un momento di ruggine della coppia. Io avevo un gran bisogno di essere vista. Ora sono consapevole di cosa mi ha portato a guardarmi fuori, anche se non mi giustifico, anzi mi prendo tutta la responsabilità di ciò che è successo. E so che aver chiuso la storia extra è stata la cosa giusta da fare. Troppi contro per pochissimi pro. Cosa resta? L'amarezza per essere stata sempre a disposizione quelle rare volte che mi cercava, l'amarezza di non aver messo più paletti e questo ha contribuito a una relazione squilibrata (infatti lui voleva dettare le regole sulla frequenza degli incontri, mantenendo un apparente distacco), l'amarezza di avere rischiato per anni in cambio di un'ottima intesa sessuale si, ma dai contorni freddi. Parlavamo di tutto, ridevamo, mi raccontava del figlio, ma se ci penso ero io quella che portata energia agli incontri. Mi sono sentita usata. Mi mancherà il sesso con questa persona, questo si, l'intesa così non l'avevo mai provata per nessuno. Ma non tornerò indietro. E la chiusura è stata la conferma di come mi sono “sprecata” in questi anni: mi ha detto va bene, vuoi chiudere, ma non farti più sentire. Ha voluto farmi sentire come un optional, anche se so che non è così, dopo 4 anni. E questo mi da la forza per andare avanti nel no contact. Ne esco con una gran consapevolezza, la frequentazione con questa persona mi ha insegnato molto su di me (e sui narcisisti), mi è servita ad andare in terapia e a volermi bene come persona. So che dovrò sopportare ancora per un po' la dipendenza biochimica, ma è questione di tempo e svanirà anche quella. Se posso trarne un insegnamento è che la sua persona è stata come un messaggero per scavare a fondo i miei irrisolti e usare questa situazione per fortificarmi.
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