Pincopallino
Utente di lunga data
Un passaggio ad una ragazza, anzi donna.
Abbiamo percorso in auto 1000 km circa.
Una giornata insieme, inevitabile quindi fare conoscenza.
Lei del Centro Sud, tornava dai suoi qualche giorno, l’ho portata fino a casa anche se il viaggio non lo prevedeva.
Ho respinto il pagamento on line, perché ritengo ne abbia più bisogno lei di me.
30 euro non mi cambiano la vita.
Laureta in lingue, e’ insegnante di sostegno in una scuola statale milanese.
Ha alcuni disabili da gestire tutti insieme, 6, tra cui con sindrome di down e autistici con spettri diversi.
Mi raccontava che la sera torna a casa con “i versi in testa” di questi ragazzi che deve gestire, chi per due, chi per 4 ore al giorno e nemmeno tutti i giorni.
E’ pagata per 18 ore la settimana, ma di fatto ne lavora non meno di 32, perché ci sono i corsi, la preparazione del materiale, i colloqui con genitori e terapisti sempre in serata perché di giorno sono introvabili, l’organizzazione del lavoro, le varie riunioni coi docenti, ma è contenta e soddisfatta anche se non fa ciò per cui ha studiato. In auto con me ha pure fatto una call con gli altri professori, dei quali alcuni erano ancora a scuola, altri in treno. Non è ancora di ruolo, dice che non lo diventerà prima dei 40 anni, ma è orgogliosa della missione che svolge con questi ragazzi e le piacerebbe potersi trasferire al paese
Sta in affitto con il suo compagno, anche lui insegnante di sostegno.
E poi ci siamo raccontati della vita, del lavoro, dei figli, mi ha dato dei suggerimenti universitari per loro, che ovviamente non ascolteranno perché arrivano da un boomer, abbiamo pranzato chiacchierato, riso, parlato di politica, guerra, malattie, sue esperienze all’estero come ragazza alla pari ed alla fine del viaggio, non accettando di lasciarla alla stazione ho pure conosciuto i suoi genitori.
Belle queste esperienze che sto facendo viaggiando.
Abbiamo percorso in auto 1000 km circa.
Una giornata insieme, inevitabile quindi fare conoscenza.
Lei del Centro Sud, tornava dai suoi qualche giorno, l’ho portata fino a casa anche se il viaggio non lo prevedeva.
Ho respinto il pagamento on line, perché ritengo ne abbia più bisogno lei di me.
30 euro non mi cambiano la vita.
Laureta in lingue, e’ insegnante di sostegno in una scuola statale milanese.
Ha alcuni disabili da gestire tutti insieme, 6, tra cui con sindrome di down e autistici con spettri diversi.
Mi raccontava che la sera torna a casa con “i versi in testa” di questi ragazzi che deve gestire, chi per due, chi per 4 ore al giorno e nemmeno tutti i giorni.
E’ pagata per 18 ore la settimana, ma di fatto ne lavora non meno di 32, perché ci sono i corsi, la preparazione del materiale, i colloqui con genitori e terapisti sempre in serata perché di giorno sono introvabili, l’organizzazione del lavoro, le varie riunioni coi docenti, ma è contenta e soddisfatta anche se non fa ciò per cui ha studiato. In auto con me ha pure fatto una call con gli altri professori, dei quali alcuni erano ancora a scuola, altri in treno. Non è ancora di ruolo, dice che non lo diventerà prima dei 40 anni, ma è orgogliosa della missione che svolge con questi ragazzi e le piacerebbe potersi trasferire al paese
Sta in affitto con il suo compagno, anche lui insegnante di sostegno.
E poi ci siamo raccontati della vita, del lavoro, dei figli, mi ha dato dei suggerimenti universitari per loro, che ovviamente non ascolteranno perché arrivano da un boomer, abbiamo pranzato chiacchierato, riso, parlato di politica, guerra, malattie, sue esperienze all’estero come ragazza alla pari ed alla fine del viaggio, non accettando di lasciarla alla stazione ho pure conosciuto i suoi genitori.
Belle queste esperienze che sto facendo viaggiando.