Ma io non ti ho detto di non giudicare, vomita pure quanto vuoi, figurati.
Io faccio considerazioni. Penso che ci siano in questa storia, molto probabilmente, persone meschine e che alla fine è molto meglio che il bambino sia stato adottato da chi lo amerà (probabilmente - si spera) senza riserve, che non se fosse restato in quella famiglia.
Penso al peggio che avrebbe potuto essere, e non è questo.
Credo che la possibilità di dare in adozione il proprio figlio sia una grande cosa e che, quali che siano i motivi - egoistici o meno - che portano una madre a questa scelta, alla fine sia sempre il meglio per il bambino.
Si grande cosa l'adozione. Spero che chi si è preso cura del bambino abbia ogni fortuna dalla vita che gli spetta ed un posto in prima fila nel regno dei cieli (per chi ci crede).
Ed è il motivo della speranza, questo -prendersi cura- che mi riempie il cuore.
Perchè, vedi, per me, l'unica speranza, l'unico senso che ha la nostra miserabile esistenza non è quello di accompagnare con la propria audi una madre a gettare il proprio figlio nel cassonetto.
Al di là di ogni miserabile giochetto di potere sulla vita altrui, rivendicato , palese o nascosto, a fare la differenza è sempre quella forma di rispetto sacrale e fuori moda che dobbiamo alla vita in quanto tale.
E' quello che fa la differenza, sempre e comunque.
Per me.
Altrimenti è inutile strillare sulla disumanità dell'utero in affitto e di tutte le altre amenità che la scienza moderna ci concederà in uso prima o dopo.
L'unica cosa che ci sarà concessa di fare solo se e fino a quando saremo in buona salute sarà quella di essere proficui consumatori.
Dal momento che il metro di misura di tutte le cose è il piacere e il denaro per procurarselo, evitando accuratamente ogni responsabilità e scocciatura.