Come anche le amicizie o i rapporti di lavoro. Tutti i tipi di rapporti si trasformano. Vedo sfacelo dove vedo violenze, omicidi, furti, corruzione. Tutto il resto sono semplicemente storie che finiscono e si trasformano in altro.
Anche questa è una interessante ossservazione politica.
Noi umani tendiamo alla conservazione e contemporaneamente al cambiamento. Ma in modi e tempi diversi.
Come società cambiamo, ma come singoli tendiamo a voler rendere regola la nostra esperienza. Questo spiega “dove andremo a finire?!” che è la tipica domanda retorica da vecchi.
Pensiamo a tutte le raccolte “noi degli anni ‘60 o ‘70 o ‘80...” in cui in “nostri tempi“, prevalentemente narrati in modo edulcorato, erano i migliori con un benessere anche economico prevalentemente percepito, più che reale.
I dati dimostrano che gli omicidi, ad esempio, sono in costante diminuzione e da noi con numeri bassissimi rispetto a paesi che spesso citiamo come luoghi civilissimi e oasi di pace, magari per la pulizia stradale.
Perché mai la fine più frequente dei matrimoni dovrebbe essere in sé un indice negativo? Potrebbe essere sì segno di superficialità, ma anche di impegno per relazioni autentiche.