su alcuni litorali, tipo quello di Ostia, avevo letto che le concessioni sono in mano ad un racket malavitoso. Che sia così o meno, se il servizio garantisce la fruibilità delle spiagge a tutti, io non sono contrario. È più che risaputo che le mafie, che piaccia o meno creino posti di lavoro. L’azienda in cui lavoro ad esempio è potuta rimanere in alcuni territori solo scendendo ad alcuni compromessi. Compromessi che hanno comunque sfamato famiglie, pagato mutui, cresciuto figli.
Qui in Lombardia non è molto diverso.
Mi sono sempre chiesto perché quando 20 anni fa rifecero i marciapiedi di corso Buenos Aires, belli larghi ed accoglienti, l’azienda che si prese tutto l’appalto aveva sede a Cutro. Ma sono quisquilie. Cutro è diventata famosa oggi per gli immigrati morti in mare.
Ma Cutro, come Crotone, come S.Luca, come Locri, come Lamezia, sono anche altro.
Se si liberalizza la partecipazione alle gare, sembra una operazione di liberismo economico, ma sembra e basta.
Alcuni litorali sono già stati acquistati in blocco da aziende straniere, di provenienza russa e araba.
Recentemente sono stato per lavoro in un resort poco lontano da Porto Torres.
La persona con cui ero mi disse: vedi Pinco, qui venivo a fare il bagno da bambino, oggi ci puoi accedere solo in barca, l’ingresso dalla terraferma è riservato al personale di servizio, che non ci va di certo per abbronzarsi.
Se si vuole questo anziché le gestioni famigliari più o meno lecite, si faccia pure, si vede che siete tutti dirigenti benestanti.
Soldi cash che entrano nelle casse dello stato, ma che di fatto, chiudono le porte ai cittadini comuni una volta urbanizzate le zone costruite. Milioni di euro in oneri di urbanizzazione che vanno a vantaggio di chi?
Se si preferisce così pazienza, poi non si frigni se si va in vacanza all’estero.