Tentativo di anatomia del tradimento del rapporto di coppia

Skorpio

Utente di lunga data
Ma l'identità dell'amante non si può pretendere di nasconderla, proprio no, e si deve chiedere perdono e manifestare pentimento per la scorrettezza commessa. Sono dei passaggi, dolorosi quanto si vuole, ma necessari se si tiene al rapporto.
Sono d'accordo, anche io a suo tempo ho preteso di sapere tutte le cose dell'amante di mia moglie.. l'identità, ma non solo, anche quanto ce l'aveva lungo , ho preteso anche una foto, eccheccazzo

Sono passaggi dolorosi ma necessari
 

Jacaranda

Utente di lunga data
Adesso credo di aver capito... sarebbe da aggiustare la ripartizione, ma per il resto condivido che molti non tradiscono in realtà non per "onestà" o per "principio" ma per mancanza di opportunità valide o altri motivi meno "nobili"... poi magari sgamano il compagno/coniuge traditore e sono tutti "onesti"
Bravo. Hai inteso alla perfezione.
 

Vera

Supermod disturbante
Staff Forum
Non sono proprio d'accordo.
Un impegno (solenne ed importante come quello di formare una coppia con un progetto di vita condiviso) che è stato preso viene disatteso e questo comporta conseguenze e responsabilità per il partner traditore.

Non è che il tradito deve semplicemente decidere se accettare di continuare o non proseguire.
Sarebbe avvilente in merito alla considerazione che si ha del rapporto di coppia se ci si limitasse a ciò. Allora è più dignitoso (si fa per dire) non dichiarare di aver scoperto il tradimento e di averne le prove.

Al contrario, occorre ricostituire in qualche modo un impegno di portare avanti un progetto di vita e, per prima cosa, è necessario che sia chiarita la situazione tra i due partners, compreso quello che è successo. Che non vuol dire per il tradito conoscere particolari pruriginosi di cosa sia stato combinato a letto dal traditore con l'amante, quello puoi dare per scontato che sia avvenuto ampiamente.

Ma l'identità dell'amante non si può pretendere di nasconderla, proprio no, e si deve chiedere perdono e manifestare pentimento per la scorrettezza commessa. Sono dei passaggi, dolorosi quanto si vuole, ma necessari se si tiene al rapporto.

Ottenere di continuare come nulla fosse accaduto equivarrebbe a pretendere di trasformare la coppia in un'unione aperta, senza vincoli reciproci, senza una ricostruzione emotiva e psicologica, dove ciascuno fa il comodo suo: e ancora si può parlare di coppia ?
Decisamente no.
Sinceramente a me di sapere chi è lei, com'è e cazzi vari, interessa meno di zero.
Hai interpretato a modo tuo il mio commento. Non ho detto che si continua come se nulla fosse, che non ci sono ferite emotive e psicologiche e che ognuno fa i porci comodi.
 

Etta

Utente di lunga data
Sono d'accordo, anche io a suo tempo ho preteso di sapere tutte le cose dell'amante di mia moglie.. l'identità, ma non solo, anche quanto ce l'aveva lungo , ho preteso anche una foto, eccheccazzo

Sono passaggi dolorosi ma necessari
E quanto lo aveva lungo? 😂
 

Skorpio

Utente di lunga data
E quanto lo aveva lungo? 😂
Non ridere.. dai..
Come scrivevo sono passaggi dolorosi ma necessari.

Anzi, necessari ma dolorosi..

Sei una donna molto intelligente, fai uno sforzino e arrivaci da sola, essu
 

Etta

Utente di lunga data
Non ridere.. dai..
Come scrivevo sono passaggi dolorosi ma necessari.

Anzi, necessari ma dolorosi..

Sei una donna molto intelligente, fai uno sforzino e arrivaci da sola, essu
Ma mica volevo saperlo veramente dai ero ironica volevo sdrammatizzare.
 

Alphonse02

Utente di lunga data
Sinceramente a me di sapere chi è lei, com'è e cazzi vari, interessa meno di zero.
Ognuno è libero di pensarla come crede e si regola come meglio ritiene, se si trova ad affrontare una infedeltà di coppia.

Hai interpretato a modo tuo il mio commento. Non ho detto che si continua come se nulla fosse, che non ci sono ferite emotive e psicologiche e che ognuno fa i porci comodi.
Bene, ho interpretato il passo riportato verbatim: "... non esiste perdono nel tradimento, secondo me. Hai tradito? Hai fatto una scelta, cosa c'è da perdonare? Posso solo accettare o non accettare di continuare il cammino con te. "
Hai escluso la necessità del perdono (che è correlato ad un pentimento, di norma) stabilendo che si deve decidere solo se continuare o non proseguire insieme.
Adesso hai precisato che non intendevi "che si continua come se nulla fosse, che non ci sono ferite emotive e psicologiche e che ognuno fa i porci comodi".

Bene ne prendo atto.
Ma è comunque una precisazione ambigua, nella sua formulazione, perché la tua tesi rimane incentrata sulla irrilevanza (e non necessità) del perdono.
La mia antitesi è, invece, che il perdono è necessario perché ha la funzione di comporre (almeno formalmente) proprio le "ferite emotive e psicologiche" nel tradito ed evitare implicite autorizzazioni "che ognuno fa i porci comodi" per il futuro senza responsabilità per il passato.

E non mi sembra che la questione si possa limitare ad una scelta (non qualificata da presupposti) di continuare un cammino di comunanza di obiettivi, basato originariamente su certe condizioni (che, per inciso, non contemplano dall'inizio la libertà di essere infedeli), ovvero di non proseguire quel progetto.

Rimane una mia opinione, ovvio.
E sei libera di configurare come credi il concetto di "coppia", anche molto diversamente da quella che è la nozione più condivisa. Perfino senza offrire spiegazioni.
Ma non puoi evitare di essere criticata.
 

Alphonse02

Utente di lunga data
Ma mica volevo saperlo veramente dai ero ironica volevo sdrammatizzare.
Per un momento avevo pensato che volessi alludere al requisito dimensionale in relazione ai passaggi "dolorosi" ... pensa un po' :ROFLMAO:
 

Jacaranda

Utente di lunga data
Ognuno è libero di pensarla come crede e si regola come meglio ritiene, se si trova ad affrontare una infedeltà di coppia.


Bene, ho interpretato il passo riportato verbatim: "... non esiste perdono nel tradimento, secondo me. Hai tradito? Hai fatto una scelta, cosa c'è da perdonare? Posso solo accettare o non accettare di continuare il cammino con te. "
Hai escluso la necessità del perdono (che è correlato ad un pentimento, di norma) stabilendo che si deve decidere solo se continuare o non proseguire insieme.
Adesso hai precisato che non intendevi "che si continua come se nulla fosse, che non ci sono ferite emotive e psicologiche e che ognuno fa i porci comodi".

Bene ne prendo atto.
Ma è comunque una precisazione ambigua, nella sua formulazione, perché la tua tesi rimane incentrata sulla irrilevanza (e non necessità) del perdono.
La mia antitesi è, invece, che il perdono è necessario perché ha la funzione di comporre (almeno formalmente) proprio le "ferite emotive e psicologiche" nel tradito ed evitare implicite autorizzazioni "che ognuno fa i porci comodi" per il futuro senza responsabilità per il passato.

E non mi sembra che la questione si possa limitare ad una scelta (non qualificata da presupposti) di continuare un cammino di comunanza di obiettivi, basato originariamente su certe condizioni (che, per inciso, non contemplano dall'inizio la libertà di essere infedeli), ovvero di non proseguire quel progetto.

Rimane una mia opinione, ovvio.
E sei libera di configurare come credi il concetto di "coppia", anche molto diversamente da quella che è la nozione più condivisa. Perfino senza offrire spiegazioni.
Ma non puoi evitare di essere criticata.
Eh.. il tema del perdono nel tradimento e’ un concetto che non ha senso. In ambito religioso si perdona chi si pente., ma di cosa? quasi mai il traditore si pente di aver tradito.. piuttosto si pente della sofferenza provocata..di essere stato scoperto.. di aver causato la fine della relazione…
Esiste comunque una sorta di “rito auspicabile” per non mandare il matrimonio in vacca.. ed e’ quello dove il traditore si spertica in frasi del tipo “non avrei dovuto.. perdonami…sei la donna della mia vita...che grande sbaglio…”
Il tradito si rassicura e lenisce il proprio ego ferito… e finge di crederci…poi c’e’ chi invece non vuole ammettere di essere responsabile e non intraprende neppure il rito formale della rassicurazione…”è colpa tua che mi trascuravi…”
Mio marito non era pentito del tradimento (sei scemo.. ti penti di aver fatto una cosa che ti piaceva e di averlo fatto per un discreto periodo di tempo”? ).. si e’ dispiaciuto all’inizio.. poco della sofferenza inflitta e piu’ per la vergogna.. ma la piece straordinaria ha preso scena quando ha scoperto che avevo lasciato uno spiraglio aperto ad un uomo estremamente affascinante . È solo avendo provato qualcosa di analogo al tradimento che si è cominciato a dare del deficiente e ad essere estremamente grato al fato per non averlo buttato nell’umido.
non dimentichero’ mai come l’empatia ha improvvisamente preso forma quando ha dovuto attivare i neuroni specchio.
Per sintetizzare.. non perdoni qualcosa che è il risultato di una scelta ponderata e protratta nel tempo…dove il pentimento non e’ per l’atto in se ma per le conseguenze su di se’.. (un po’ come pentirsi di ver rubato perché’ si e’ finiti in galera..non per aver sottratto beni cari a terzi) puoi giustificare..puoi comprendere..puoi passare oltre.
 

Vera

Supermod disturbante
Staff Forum
Ognuno è libero di pensarla come crede e si regola come meglio ritiene, se si trova ad affrontare una infedeltà di coppia.


Bene, ho interpretato il passo riportato verbatim: "... non esiste perdono nel tradimento, secondo me. Hai tradito? Hai fatto una scelta, cosa c'è da perdonare? Posso solo accettare o non accettare di continuare il cammino con te. "
Hai escluso la necessità del perdono (che è correlato ad un pentimento, di norma) stabilendo che si deve decidere solo se continuare o non proseguire insieme.
Adesso hai precisato che non intendevi "che si continua come se nulla fosse, che non ci sono ferite emotive e psicologiche e che ognuno fa i porci comodi".

Bene ne prendo atto.
Ma è comunque una precisazione ambigua, nella sua formulazione, perché la tua tesi rimane incentrata sulla irrilevanza (e non necessità) del perdono.
La mia antitesi è, invece, che il perdono è necessario perché ha la funzione di comporre (almeno formalmente) proprio le "ferite emotive e psicologiche" nel tradito ed evitare implicite autorizzazioni "che ognuno fa i porci comodi" per il futuro senza responsabilità per il passato.

E non mi sembra che la questione si possa limitare ad una scelta (non qualificata da presupposti) di continuare un cammino di comunanza di obiettivi, basato originariamente su certe condizioni (che, per inciso, non contemplano dall'inizio la libertà di essere infedeli), ovvero di non proseguire quel progetto.

Rimane una mia opinione, ovvio.
E sei libera di configurare come credi il concetto di "coppia", anche molto diversamente da quella che è la nozione più condivisa. Perfino senza offrire spiegazioni.
Ma non puoi evitare di essere criticata.
Figurati, delle critiche, in genere, ne faccio tesoro. Non è questo il caso, però. Ripeto, hai interpretato male il mio commento.
Parlo da tradita, innanzitutto. Una tradita che, la prima volta, mettendo davanti a tutto il cuore, ha deciso, pian piano, di ricominciare.
Quando lui mi ha chiesto perdono mi sono incazzata. Mi ha fatto più rabbia questo di tutto il resto.
Il perdono serve al traditore per sentirsi meglio, non al tradito, come dici tu. L'unica che dovevo perdonare era me stessa.
Chi tradisce deve dimostrare di volere ricominciare, davvero.
 

Alphonse02

Utente di lunga data
Figurati, delle critiche, in genere, ne faccio tesoro. Non è questo il caso, però. Ripeto, hai interpretato male il mio commento.
Parlo da tradita, innanzitutto. Una tradita che, la prima volta, mettendo davanti a tutto il cuore, ha deciso, pian piano, di ricominciare.
Quando lui mi ha chiesto perdono mi sono incazzata. Mi ha fatto più rabbia questo di tutto il resto.
Il perdono serve al traditore per sentirsi meglio, non al tradito, come dici tu. L'unica che dovevo perdonare era me stessa.
Eh.. il tema del perdono nel tradimento e’ un concetto che non ha senso. In ambito religioso si perdona chi si pente., ma di cosa? quasi mai il traditore si pente di aver tradito.. piuttosto si pente della sofferenza provocata..di essere stato scoperto.. di aver causato la fine della relazione…
Esiste comunque una sorta di “rito auspicabile” per non mandare il matrimonio in vacca.. ed e’ quello dove il traditore si spertica in frasi del tipo “non avrei dovuto.. perdonami…sei la donna della mia vita...che grande sbaglio…”
Il tradito si rassicura e lenisce il proprio ego ferito… e finge di crederci…poi c’e’ chi invece non vuole ammettere di essere responsabile e non intraprende neppure il rito formale della rassicurazione…”è colpa tua che mi trascuravi…”
Mio marito non era pentito del tradimento (sei scemo.. ti penti di aver fatto una cosa che ti piaceva e di averlo fatto per un discreto periodo di tempo”? ).. si e’ dispiaciuto all’inizio.. poco della sofferenza inflitta e piu’ per la vergogna..
(...)
Per sintetizzare.. non perdoni qualcosa che è il risultato di una scelta ponderata e protratta nel tempo…dove il pentimento non e’ per l’atto in se ma per le conseguenze su di se’.. (un po’ come pentirsi di ver rubato perché’ si e’ finiti in galera..non per aver sottratto beni cari a terzi) puoi giustificare..puoi comprendere..puoi passare oltre.
Mi preme di chiarire questo punto sul perdono, in ordine al quale la pensiamo diversamente.

Da tradito (anche io, dunque) non voluto neanche sentir parlare di perdono come "atto dovuto". Figuriamoci poi nell'imminenza dei fatti da me scoperti e contestati a mia moglie.
Perché il perdono va chiesto in modo non banale, mostrando sofferenza per quello che si è fatto.
E' un atto di umiliazione, nessuno lo fa con piacere, e deve giungere al termine di un percorso, non può dipendere dal mero fatto di essere stati scoperti. In quei momenti, ci può essere da parte del traditore rincrescimento (più o meno sincero) per la sofferenza arrecata al tradito ma non esiste una richiesta di perdono, proprio perché il tradimento è una scelta, che non si cancella con un atteggiamento solamente imbarazzato.

E' il tradito che decide se concedere il perdono, quindi ne deve essere convinto e deve trovare un giovamento nel darlo. Non è nella disponibilità del traditore.
Su questa connotazione mi sembra che non siamo d'accordo.

Poi c'è la questione della convivenza dopo la scoperta del tradimento (che non so come sia andata per voi).
La scoperta del tradimento deve comportare un allontanamento immediato dei partners, per me.
Sono contrario profondamente a rimanere sotto lo stesso tetto.
Mi piace la trasparenza dei comportamenti e dei ruoli, perché ciascuno deve assumersi le responsabilità del proprio comportamento e non cercare coperture da "facciata".

Così, subito dopo aver comunicato che avevo scoperto il tradimento (compreso il nome dell'amante) me ne sono andato di casa, mentre mia moglie, incredula della mia reazione, mi chiedeva di restare (per fare cosa, poi ?).
Non volevo averla vicina a me. Anche per una forma di autocontrollo, quando si è sottoposti ad una forte emozione è meglio evitare qualsiasi provocazione e possibilità di reazioni inconsulte. Ho il sangue caldo, anche se riesco ad apparire freddo. Mi controllo, ma fatico. Mi sono sempre comportato così, non ho mai alzato le mani su una donna. Ma girato i tacchi ed allontanato, sì.

E' chiaro che il mio comportamento è stato visto come una sfuriata nella quale non ho voluto ascoltare alcuna spiegazione. Mia moglie si è sentita immediatamente sputtanata davanti alla sua famiglia ed alla mia e, molto probabilmente, quello è stato il suo vero timore immediato: la perdita di faccia. Un problema che ho lasciato a lei di gestire e risolvere: non ero io a dover dare spiegazioni.

Poi, la mia storia l'ho già raccontata nel post Gli occhi del tradimento (dal #158 in poi).
Nel giro di pochi giorni ho preteso ed ottenuto la firma sul ricorso per separazione (consensuale), che è stato presentato subito ed il Tribunale si è pronunciato in 4 mesi.
La prima cosa importante per me è stata di stabilire pubblicamente che il matrimonio era finito e fissare le regole per gestire i figli.

(...) ma la piece straordinaria ha preso scena quando ha scoperto che avevo lasciato uno spiraglio aperto ad un uomo estremamente affascinante . È solo avendo provato qualcosa di analogo al tradimento che si è cominciato a dare del deficiente e ad essere estremamente grato al fato per non averlo buttato nell’umido.
non dimentichero’ mai come l’empatia ha improvvisamente preso forma quando ha dovuto attivare i neuroni specchio.
Se nel periodo a cavallo della separazione, mia moglie ha continuato a vedere l'amante, allo stesso tempo cercava di ricucire con me. Ha dapprima cercato di vendermi la storia dell'essere divisa nell'amore tra due uomini, ma non l'ho voluta nemmeno ascoltare su quel punto.
Ha cercato di fare sesso con me, ma non ho accettato situazioni di condominio sessuale.
Ho evitato anche di incontrarla, per quanto possibile. E questo è durato per i primi mesi, fin quando non è cessata la relazione con l'amante. Nel frattempo, avendone avuto l'opportunità, ho iniziato una relazione con un'altra donna e gliel'ho comunicato. Una notizia che l'ha scossa ed ha accelerato il suo percorso di ricerca del perdono e l'invito a tornare a casa, mettendo in mezzo anche la questione dei figli ed ogni arte seduttiva.

Chi tradisce deve dimostrare di volere ricominciare, davvero.
Pienamente d'accordo.
Quando sono giunto a perdonare mia moglie, le ho detto che non garantivo il ripristino della nostra relazione e se nel tempo non mi fossi convinto della sua sincerità me ne sarei andato, come è poi successo.
Non ho voluto vendicarmi, ma ho voluto che si assumesse la responsabilità della fine del matrimonio e sapesse che io non c'ero più per lei a proteggerla, come avevo sempre fatto in passato. Il rapporto ripristinato era su nuove basi e soffriva di una obiettiva incertezza che andava superata da ciascuno di noi, senza un esito garantito.
 

Marjanna

Utente di lunga data
@Alphonse02 il perdono con condizioni non è perdono.
Il perdono è lasciare andare, lasciare scorrere.
Tu hai fatto passare del tempo, ti sei staccato da lei, hai intrapeso un percorso.
Il rapporto che hai con lei ora, se ti sei separato e hai una nuova compagna, riguarda i figli credo.

Comunque per arrivare al perdono non è che tutti debbano seguire lo stesso tracciato, tipo il tradito deve fare questa lista di cose.
Sicuramente, come spesso chiedono molti utenti traditi, non è qualcosa che avviene premendo un bottone. Tipo: sono stato tradito ieri, vorrei perdonare ma non ce la faccio.
Non riescono a lasciare andare. Ed è comprensibile. Ancora devono elaborare l’accaduto. Qualcuno ha bisogno di parlarne, forse vorrebbe essere rassicurato, e in tal senso il comportamento del traditore va in primo piano.
Se uno viene qui e dice "sono stato tradito" e il coniuge risulta assente in qualche modo, la persona si sente spaesata.
Poi i traditori sono bravi quando fan chicchirichì senza essere sgamati, ma magari poi se ne stanno zitti, o fan finta di niente, perchè non sanno neppure loro cosa fare.
Rimangono sempre le persone, dietro traditi e traditori.
 

Vera

Supermod disturbante
Staff Forum
Pienamente d'accordo.
Quando sono giunto a perdonare mia moglie, le ho detto che non garantivo il ripristino della nostra relazione e se nel tempo non mi fossi convinto della sua sincerità me ne sarei andato, come è poi successo.
Non ho voluto vendicarmi, ma ho voluto che si assumesse la responsabilità della fine del matrimonio e sapesse che io non c'ero più per lei a proteggerla, come avevo sempre fatto in passato. Il rapporto ripristinato era su nuove basi e soffriva di una obiettiva incertezza che andava superata da ciascuno di noi, senza un esito garantito.
Abbiamo proprio un'idea diversa del perdono. La tua è stata una punizione. Te ne sei andato, l'hai sputtanata (per usare un tuo termine), hai iniziato una nuova relazione, hai chiesto la separazione.
Offri il perdono dopo tutto questo, torni a casa per renderti conto che alla fine era stato tutto inutile.
Se decido di chiudere la porta lo faccio perché convinta. Non la riapro più.
 

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
Eh.. il tema del perdono nel tradimento e’ un concetto che non ha senso. In ambito religioso si perdona chi si pente., ma di cosa? quasi mai il traditore si pente di aver tradito.. piuttosto si pente della sofferenza provocata..di essere stato scoperto.. di aver causato la fine della relazione…
Esiste comunque una sorta di “rito auspicabile” per non mandare il matrimonio in vacca.. ed e’ quello dove il traditore si spertica in frasi del tipo “non avrei dovuto.. perdonami…sei la donna della mia vita...che grande sbaglio…”
Il tradito si rassicura e lenisce il proprio ego ferito… e finge di crederci…poi c’e’ chi invece non vuole ammettere di essere responsabile e non intraprende neppure il rito formale della rassicurazione…”è colpa tua che mi trascuravi…”
Mio marito non era pentito del tradimento (sei scemo.. ti penti di aver fatto una cosa che ti piaceva e di averlo fatto per un discreto periodo di tempo”? ).. si e’ dispiaciuto all’inizio.. poco della sofferenza inflitta e piu’ per la vergogna.. ma la piece straordinaria ha preso scena quando ha scoperto che avevo lasciato uno spiraglio aperto ad un uomo estremamente affascinante . È solo avendo provato qualcosa di analogo al tradimento che si è cominciato a dare del deficiente e ad essere estremamente grato al fato per non averlo buttato nell’umido.
non dimentichero’ mai come l’empatia ha improvvisamente preso forma quando ha dovuto attivare i neuroni specchio.
Per sintetizzare.. non perdoni qualcosa che è il risultato di una scelta ponderata e protratta nel tempo…dove il pentimento non e’ per l’atto in se ma per le conseguenze su di se’.. (un po’ come pentirsi di ver rubato perché’ si e’ finiti in galera..non per aver sottratto beni cari a terzi) puoi giustificare..puoi comprendere..puoi passare oltre.
stavolta forse ho capito al primo colpo.. e condivido... si torna anche un po' al discorso relativo alla percentuale dei traditi che non hanno tradito, ma non per "onestà", ovvero: non ti perdono perchè sono "buono" e/o "comprensivo", ma perchè per qualche distorta ragione mi conviene così (magari perchè ho autostima sotto i piedi e penso che meglio male accompagnati che soli..).. così la storia va avanti, ma alla prima occasione che mi capita, anche se non ne vale del tutto la pena, magari la mia coscienza va in pausa caffè...
 

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
Poi c'è la questione della convivenza dopo la scoperta del tradimento (che non so come sia andata per voi).
Per me, detto nella maniera più sintetica possibile, UNA MERDA.. quando nel 2004 ho "perdonato" appena prima di andare a convivere, con successiva convivenza di 6 anni che era meglio evitare, e infatti poi non ho "perdonato" la mia ex moglie, probabilmente memore dell'inutilità della prosecuzione del precedente rapporto, facendo un po' quello che hai fatto tu... anche se non sono mai tornato, e la nuova relazione me la tengo stretta visto che ne vale la pena...
 

omicron

Pigra, irritante e non praticante
Ho capito adesso perché alzano il riscaldamento prima dell’arrivo del l’idraulico !
Oppure arriva già così ?
Da noi li mandano in divisa, niente da fare 🙅‍♀️
mai visto un idraulico come quello
 

Lara3

Utente di lunga data
Ognuno è libero di pensarla come crede e si regola come meglio ritiene, se si trova ad affrontare una infedeltà di coppia.


Bene, ho interpretato il passo riportato verbatim: "... non esiste perdono nel tradimento, secondo me. Hai tradito? Hai fatto una scelta, cosa c'è da perdonare? Posso solo accettare o non accettare di continuare il cammino con te. "
Hai escluso la necessità del perdono (che è correlato ad un pentimento, di norma) stabilendo che si deve decidere solo se continuare o non proseguire insieme.
Adesso hai precisato che non intendevi "che si continua come se nulla fosse, che non ci sono ferite emotive e psicologiche e che ognuno fa i porci comodi".

Bene ne prendo atto.
Ma è comunque una precisazione ambigua, nella sua formulazione, perché la tua tesi rimane incentrata sulla irrilevanza (e non necessità) del perdono.
La mia antitesi è, invece, che il perdono è necessario perché ha la funzione di comporre (almeno formalmente) proprio le "ferite emotive e psicologiche" nel tradito ed evitare implicite autorizzazioni "che ognuno fa i porci comodi" per il futuro senza responsabilità per il passato.

E non mi sembra che la questione si possa limitare ad una scelta (non qualificata da presupposti) di continuare un cammino di comunanza di obiettivi, basato originariamente su certe condizioni (che, per inciso, non contemplano dall'inizio la libertà di essere infedeli), ovvero di non proseguire quel progetto.

Rimane una mia opinione, ovvio.
E sei libera di configurare come credi il concetto di "coppia", anche molto diversamente da quella che è la nozione più condivisa. Perfino senza offrire spiegazioni.
Ma non puoi evitare di essere criticata.
Detto da uno psicologo durante un corso e che ho trovato illuminante, il perdono serve a se stessi. Non inteso nel senso religioso.
Anzi, la memoria di quanto successo deve evitarci di ricascarci. Ma il perdono inteso come pagina da voltare o raggiungimento dell’indifferenza verso chi ci ha fatto male è salutare ed è questo a cui mi riferisco.
Poi al tradito la scelta di continuare o no.
Il perdono inteso come cancello dalla memoria quanto successo o almeno provo e ripartiamo da dove siamo rimasti è un utopia e su questo siamo tutti d’accordo.
 
Top