Se i principi sono condivisibili, ha senso prendersela proprio con gli ultimi.
Non sono Albanese in Come un gatto in tangenziale.
Guarda Brunetta, avevo postato il video iniziale con tutt’altro intento.
Ribadisco che il tutto è partito da un commento in cui si parlava dei figli (non sto a ripetermi ulteriormente, dal momento che già l’ho ribadito).
Commento che tu hai subito incalzato con la battuta sui barbari, battuta tua, non mia. Pensiero tuo, non mio.
Dal momento che non è la prima volta che appena solo si osa addentrarsi in certi argomenti, intervieni a sillaba che non ti garba, sono entrata in argomento, e pesantemente. Già in passato, era accaduto più volte, e ho lasciato perdere.
In questo forum non si può solo fare accenno in negativo a persone straniere perchè tu subito intervieni, e dove va a finire l’argomento... sul razzismo!
Bisogna solo dire cose calibrate, commenti come si suol dire "politically correct".
Benissimo, ma sappi, ed è quello che ho tentato di farti notare, che solo da distante, quello che tu auspichi accade. Dietro il silenzio i pensieri sono ben altri.
E ho tentato di spiegarti che non si tratta di una forma di razzismo di chi si sente appartenente ad una razza superiore, ma di chi si trova ingrippato e isolato perchè paga un prezzo rispetto le pur comprensibili carenze delle popolazioni povere. E questo sono proprio le persone che ci entrano in contatto quotidiano, non chi ha qualcosa fra se e altra persona, che sia una cattedra o altro. Non sto parlando di fastidi per un odore di cibo.
Ora il fatto che tu non colga, o non voglia cogliere, quello di cui parlo, è negare qualcosa che delle persone vivono. E che sono lasciate lì, ad arrangiarsi come possono. Ma le persone parlano, e si confrontano. Ti ho anche scritto che ho sentito porsi persino delle domande, chiedendosi se quello che sentivano le stava trasformando in razziste, perchè nel rapportarsi con chi non può, ma vive e fa comunque parte della società, ha pagato un prezzo, ha vissuto un’esperienza negativa, di quelle che non ti dimentichi.
Mi dici "io ho conosciuto persone di ogni nazione", e già ti poni dall’alto, in cattedra, perchè tu affermi di sapere, di aver esperienza, senza minimamente valutare che altrettanto possano avere altre persone, senza dare valore alle esperienze altrui, ma solo considerando la tua.
Sei straordinaria nelle tue esposizioni e te lo dico non per prenderti in giro ma con ammirazione, però non puoi accogliere quello che tento di dirti perchè hai eretto un muro. E quanto dici, ciò che esponi nel tracciato storico, anche nei tuoi ricordi, è perfetto, anche bello da leggere, ma non tiene conto di una parte del popolo.
Non ci sono solo avvocati e calciatori in ville, gli italiani non sono quei quattro mentecatti degli articoli della Soncini, sono persone che ancora svolgono lavori umili, che vanno nelle fabbriche, che vedono tutto aumentare da anni mentre il loro stipendio rimane invariato, che fanno pochi figli perchè pensano a farli studiare, a crescerli potendogli dare una spazio in cui crescere, avere una scrivania, conservare i loro libri, che si trovano ad avere al piano di sotto una persona straniera, e che non hanno mediatori culturali che possono fare intervenire, non hanno un indirizzo a cui rivolgersi per potersi esprimere.
Anni fa non ero a conoscenza di questa realtà, trovavo estreme certe espressioni, ignoranti, razziste, stupide. Non capivo perchè alcune persone partivano con epiteti ben più pesanti di quelli che sono stati qui espressi, robe da nazismo mi dicevo. Come era possibile, erano stupidi. Come potevano fermarsi per un uso, il costume di un popolo, una usanza. Quanto ignoranti erano a chiudersi anzichè aprirsi, arricchirsi. Quanto stolto era quell’attaccamento alla propria terra, quando erano dei poracci pure loro. Come potevano esultare alle affermazioni di certi politici, che ai miei occhi era evidente che non avevo certo interesse per loro, che non li guardavano certo con amore fraterno. Come potevano dare per scontato che qualcuno guardasse loro con tale intento, mentre anzichè parole usavano quasi grugniti, e i loro volti erano contratti esasperando una bruttezza generale. Ma si vedevano? Ma chi mai si credevano di essere. E pensavo alla sorella di mia nonna, emigrata in Canada che spediva le lettere via nave, e bla bla bla....
Poi ho capito che ci sono persone che come base culturale non sono razziste, non pensano che tutti puzzano perchè di X terra, che hanno nei loro trascorsi parenti che sono emigrati, o comunque di certo sociale basso, ma hanno espressioni fortissime, e mi sono resa conto che queste persone che a parole sono estreme, hanno avuto contatti con persone di altre nazionalità, non è che credono di avere la pelle d’oro, non hanno idee preconcette, ma non trovano spazio ne aiuto per gestire problematiche che si trovano a vivere, e non lo trovano perchè non possono porsi in modo paritario, con chi condivide uno spazio paritario.