In un'estate torrida come quella che viviamo mi sembra - stando alle discussioni seguite - che sia in corso un'epidemia notevole di pentimenti e rimorsi da parte dei traditi (ovviamente quelli sgamati, in grande prevalenza e qualcuno che confessa spontaneamente). Quelli non sgamati, tirano avanti finché non vanno a sbattere contro un muro o smettono a causa dello stress.
Come quando scegli la frutta al mercato, il problema è, vista l'ineccepibile apparenza superficiale (con lacrime, dimagrimenti, riconoscimenti di stupidità, amarcord vari, ecc.) se all'interno sia tutto in regola o vi sia del marcio. Che in termini umani significa convenienza, nostalgia della comfort zone familiare, paura di restare soli (visto che pure il grado di affidabilità degli amanti si è notevolmente degradato, non ci sono più gli amanti di una volta, affidabili per la vita).
E sul punto non è facile fare chiarezza.
Non soccorre neanche la tanto invocata "terapia di coppia", perché lo psicologo che l'amministra non legge le menti, non dispone di poligrafi (le c.d. macchine della verità), né di cimici o telecamere nascoste. Si limita ad analizzare i comportamenti e le ricostruzioni. Qualche volta ci piglia, altre volte sbaglia (come capita per chi elabora oroscopi).
Sta al singolo partner tradito di formarsi un proprio convincimento, circa la genuinità e veridicità del pentimento.
Manco soccorre tanto la conoscenza pregressa del partner traditore, perché di frequente si scopre che è cambiato da quello che si era conosciuto. Ci vuole un po' di intuito e parecchia osservazione per capire le reazioni di quello che ti è stato vicino, ti ha fregato ed ha fatto marcia indietro.
Ma ci vuole, soprattutto, di prendersi il tempo di calmarsi, di elaborare l'impatto devastante del disvelamento del tradimento e di auto-analizzarsi su quali siano gli obiettivi da perseguire nel futuro immediato ed oltre.
Dunque, direi calma, e niente perdoni d'impeto: bisogna tenere conto di se stessi, di quanto ora si è (il tempo corre per tutti) e se si deve raggiungere un compromesso che sia il meno fasullo possibile e che la permanenza nella comfort zone sia meglio regolamentata che in passato.
Se, invece, si vuole dare un taglio netto, lo si faccia con coraggio ed assunzione di responsabilità.