Ma io son convinta che lo pensa anche, è questa la tragedia.
Un fallimento culturale e sociale spaventoso.
Ho già detto che ho conosciuto un omicida, anzi un femminicida.
Ne ho parlato per giorni con tutti coloro che lo avevano conosciuto, in un modo o in un altro.
La cosa che si fa fatica a credere che siano persone con cui puoi parlare di cose normali e …salutava sempre .
La battuta da intervista ai vicini è una banalità che ribadisce la non conoscenza e la superficialità della maggior parte dei rapporti.
Infatti tutti noi che conoscevamo l’assassino, ci siamo resi conto che al più avremmo potuto dire che era un cafone, che salutava a fatica, come se chiunque ce l’avesse con lui.
Come sono quei ragazzi? Come sono le loro famiglie? Come è il clima sociale in cui vivono?
Non lo sappiamo.
Sappiamo quello che hanno fatto e che a loro non è sembrato mostruoso.
Che capacità di comprensione della realtà bisogna avere per non capire, non solo che uno stupro è mostruoso, ma che dire che lei se l’è cercata è controproducente?
Non sono come noi. Anche se incrociandoli a un autogrill avrebbero potuto tenere la porta, ma non credo.