Denatalità: ma gli uomini?

Brunetta

Utente di lunga data
Il processo è irreversibile.
Con un tasso di natalità vicino all'1, ogni coppia dimezza la popolazione ad ogni generazione.
Non esistono modi indolori per invertire la tendenza
https://www.aibi.it/ita/cernobbio-ultimo-bambino-nato-italia/
“Quest’anno, il messaggio di apertura di Valerio De Molli, managing partner e amministratore delegato di The European House – Ambrosetti, ha insistito su un tema attualissimo e più volte sottolineato anche su AibiNews: la denatalità.
Lo scenario evocato, per quanto distopico, è una possibilità non così remota, se il trend ormai in atto da diversi anni non riuscirà a essere invertito: nel 2225 nasce l’ultimo bambino in Italia. Dopo 82 anni, alla morte di questo bambino, il popolo italiano non esiste più!”
😳🤔
A me sembra come quando i bambini che, studiano che i Romani conquistano l’Europa, immaginano che scompaiano tutti quelli che vivevano lì. Non immaginano che le popolazioni si mescolano.
Qui la ricerca completa:
 

feather

Utente tardo
Ho appena finito di leggere un libro sull'argomento.
Legano la bassa natalità con l'urbanizzazione.
Semplificando e riassumendo molto, se in campagna un figlio già a 10 anni è una risorsa, braccia in più che lavorano. In città è un costo (grosso) fino ai 25 e dopo non rende un piffero comunque.
Per cui in città diventa un costoso "capriccio".

Da qui l'ovvio risultato sotto gli occhi di tutti
 

Brunetta

Utente di lunga data
Ho appena finito di leggere un libro sull'argomento.
Legano la bassa natalità con l'urbanizzazione.
Semplificando e riassumendo molto, se in campagna un figlio già a 10 anni è una risorsa, braccia in più che lavorano. In città è un costo (grosso) fino ai 25 e dopo non rende un piffero comunque.
Per cui in città diventa un costoso "capriccio".

Da qui l'ovvio risultato sotto gli occhi di tutti
Mi pare una distinzione più legata al tempo e allo sviluppo economico. Non credo che oggi chi vive in campagna metta i figli a lavorare in età scolare.
 

danny

Utente di lunga data
https://www.aibi.it/ita/cernobbio-ultimo-bambino-nato-italia/
“Quest’anno, il messaggio di apertura di Valerio De Molli, managing partner e amministratore delegato di The European House – Ambrosetti, ha insistito su un tema attualissimo e più volte sottolineato anche su AibiNews: la denatalità.
Lo scenario evocato, per quanto distopico, è una possibilità non così remota, se il trend ormai in atto da diversi anni non riuscirà a essere invertito: nel 2225 nasce l’ultimo bambino in Italia. Dopo 82 anni, alla morte di questo bambino, il popolo italiano non esiste più!”
😳🤔
A me sembra come quando i bambini che, studiano che i Romani conquistano l’Europa, immaginano che scompaiano tutti quelli che vivevano lì. Non immaginano che le popolazioni si mescolano.
Qui la ricerca completa:
In realtà la questione è stata già sollevata tanti anni fa da Piero Angela in un suo libro dedicato al tema.
È un problema noto, ma irreversibile.
Le popolazioni si estinguono anche naturalmente e a mio parere tra 50 anni circa pure i bianchi saranno scomparsi a livello mondiale. Siamo al 9% sul totale, ormai.
Non è un caso l'interesse commerciale rivolto verso quelle che da noi vengono chiamate ancora minoranze: in realtà sono un panel di consumatori in crescita, mentre noi siamo in decadenza.
Sì sono estinti i milanesi, capiterà anche agli italiani.
Non sarà un problema mio.
La questione della mescolanza delle popolazioni è una lettura, un po' ambigua ed ideologica, ma sbagliata.
Se guardiamo agli stati uniti d'America, ovvero lo Stato nato dall'apporto di più popolazioni, notiamo come ancora oggi dopo secoli le popolazioni siano perfettamente distinte anche culturalmente oltre che somaticamente.
Gli italiani per esempio, ovvero la comunità giunta tanto tempo fa, conserva ancora le caratteristiche identitarie degli italiani. Gli ebrei pure. I neri... È tutta cultura africana, molti forte, potente. Poi ci sono i tedeschi, gli inglesi. I sudamericani, i cinesi.
Non si è mescolato nulla.
Ma questo nemmeno in Corsica, dove le diverse popolaziono sono facilmente riconoscibili. O a Marsiglia, dove il processo di integrazione praticamente non esiste.
Ora, probabilmente per una mescolanza culturale occorrono secoli, o forse millenni. O molto più probabilmente l'estinzione di una popolazione, vuoi per genocidi, o per cause naturali, come da noi.
 

danny

Utente di lunga data
Ho appena finito di leggere un libro sull'argomento.
Legano la bassa natalità con l'urbanizzazione.
Semplificando e riassumendo molto, se in campagna un figlio già a 10 anni è una risorsa, braccia in più che lavorano. In città è un costo (grosso) fino ai 25 e dopo non rende un piffero comunque.
Per cui in città diventa un costoso "capriccio".

Da qui l'ovvio risultato sotto gli occhi di tutti
Il processo ha contribuito, ma le ragioni sono multifattoriali.
Diciamo che il passaggio dall'età contadina a quello del figlio unico laureato è sicuramente responsabile.
Ma più che le cause bisognerebbe comprendere se vi sono soluzioni.
Senza forti compressioni della libertà, no.
La questione è simile a quella della diffusione delle auto nelle città: ci si dimentica che da circa un secolo la diffusione delle auto ha prodotto un modello urbanistico che le rende indispensabili. Non è più possibile in maniera indolore fare a meno delle auto oggi.
Se si decide di limitarne il numero ci saranno pesanti ripercussioni economiche, poiché la gente tenderà a riversarsi nelle grandi città, con sensibile aumento dei costi, l'abbandono dei centri urbani più piccoli, la ridefinizione dei settori urbanistici ora divisi tra produttivi, ricreativi, residenziali, commerciali... Insomma, un cambiamento così lo decidi de imperio perché estremamente forzoso e impattante.
Vuoi contrastare la denatalità? Sfavorisci l'istruzione e l'occupazione femminile, obbliga le coppie ad avere almeno tre figli prima dei 35 anni pena aumento importante delle tasse o divieto ad acquistare case o perdita diritti, oppure favorisci la diffusione di culture religiose in cui il ruolo della donna sia subalterno all'uomo, come l'Islam. Non puoi mantenere le libertà attuali senza conseguenze. Ti puoi illudere che sia possibile, ma la realtà è lì, nei numeri.
Il concetto alla fine è sempre quello: possiamo continuare ancora a lungo a mantenere le libertà individuali oppure andare verso forme di compressione pesanti su basi ideologiche? Questione mica da poco...
 

feather

Utente tardo
Mi pare una distinzione più legata al tempo e allo sviluppo economico. Non credo che oggi chi vive in campagna metta i figli a lavorare in età scolare.
È un discorso complesso che io ho riportato in modo estremamente semplificato. Ma per rispondere alla tua obiezione. Chi oggi vive in campagna ed è in età riproduttiva pensa a muoversi in città, o manderà a scuola i figli perché possano farlo.
L'urbanizzazione e la scolarizzazione hanno cambiato profondamente la visione della propria vita, del proprio futuro e ambizioni
 

feather

Utente tardo
Il processo ha contribuito, ma le ragioni sono multifattoriali.
Diciamo che il passaggio dall'età contadina a quello del figlio unico laureato è sicuramente responsabile.
Ma più che le cause bisognerebbe comprendere se vi sono soluzioni
Certo che le motivazioni sono molte, ho citato solo quella che sembra essere la più importante. Ma non è certo l'unica.
E per trovare le soluzioni, serve capire da dove nasce il problema, e sembra, soluzioni non ce ne sono comunque.

A meno di quelle che suggerivi tu...
 

danny

Utente di lunga data
È un discorso complesso che io ho riportato in modo estremamente semplificato. Ma per rispondere alla tua obiezione. Chi oggi vive in campagna ed è in età riproduttiva pensa a muoversi in città, o manderà a scuola i figli perché possano farlo.
L'urbanizzazione e la scolarizzazione hanno cambiato profondamente la visione della propria vita, del proprio futuro e ambizioni
Esattamente.
Ciò ha delle conseguenze, esattamente come la diffusione delle auto non può non averne. L'ingenuità di pensare che sia possibile avere città senza auto a basso costo, con le stesse libertà e diritti di ora, è la stessa di pensare che ci possa essere un ingresso nel lavoro a 30 anni senza alcun impatto sulla natalità.
 

danny

Utente di lunga data
Il problema, lo ripeto, è che trovate le cause, le soluzioni passano sempre per una limitazione delle libertà individuali.
 

Brunetta

Utente di lunga data
In realtà la questione è stata già sollevata tanti anni fa da Piero Angela in un suo libro dedicato al tema.
È un problema noto, ma irreversibile.
Le popolazioni si estinguono anche naturalmente e a mio parere tra 50 anni circa pure i bianchi saranno scomparsi a livello mondiale. Siamo al 9% sul totale, ormai.
Non è un caso l'interesse commerciale rivolto verso quelle che da noi vengono chiamate ancora minoranze: in realtà sono un panel di consumatori in crescita, mentre noi siamo in decadenza.
Sì sono estinti i milanesi, capiterà anche agli italiani.
Non sarà un problema mio.
La questione della mescolanza delle popolazioni è una lettura, un po' ambigua ed ideologica, ma sbagliata.
Se guardiamo agli stati uniti d'America, ovvero lo Stato nato dall'apporto di più popolazioni, notiamo come ancora oggi dopo secoli le popolazioni siano perfettamente distinte anche culturalmente oltre che somaticamente.
Gli italiani per esempio, ovvero la comunità giunta tanto tempo fa, conserva ancora le caratteristiche identitarie degli italiani. Gli ebrei pure. I neri... È tutta cultura africana, molti forte, potente. Poi ci sono i tedeschi, gli inglesi. I sudamericani, i cinesi.
Non si è mescolato nulla.
Ma questo nemmeno in Corsica, dove le diverse popolaziono sono facilmente riconoscibili. O a Marsiglia, dove il processo di integrazione praticamente non esiste.
Ora, probabilmente per una mescolanza culturale occorrono secoli, o forse millenni. O molto più probabilmente l'estinzione di una popolazione, vuoi per genocidi, o per cause naturali, come da noi.
Noi “italiani“ siamo già frutto di molti mescolamenti. Talmente riusciti che ci vediamo come italiano da Mazara del Vallo a Bolzano e …da Trieste in giù.
Ho letto, rapidamente, tutto il rapporto Ambrosetti.
La grafica che ho riportato era solo una ipotesi provocatoria. Il rapporto è costituito di 183 pagine.
Tra queste vi sono molte proposte per invertire la tendenza complete di previsioni di spesa e incidenza sul PIL.
Naturalmente i giornalisti (in buona o cattiva fede, non ho idea) scelgono solo ciò che può fare più scalpore

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omicron

Pigra, irritante e non praticante
È un discorso complesso che io ho riportato in modo estremamente semplificato. Ma per rispondere alla tua obiezione. Chi oggi vive in campagna ed è in età riproduttiva pensa a muoversi in città, o manderà a scuola i figli perché possano farlo.
L'urbanizzazione e la scolarizzazione hanno cambiato profondamente la visione della propria vita, del proprio futuro e ambizioni
Scusa
Io vivo in campagna
Ma non sto nel terzo mondo 😳
Il problema, lo ripeto, è che trovate le cause, le soluzioni passano sempre per una limitazione delle libertà individuali.
Ma va… basterebbe lasciar campare bene la gente invece di lasciarla sopravvivere a mala pena
 

feather

Utente tardo
Noi “italiani“ siamo già frutto di molti mescolamenti. Talmente riusciti che ci vediamo come italiano da Mazara del Vallo a Bolzano e …da Trieste in giù.
Ho letto, rapidamente, tutto il rapporto Ambrosetti.
La grafica che ho riportato era solo una ipotesi provocatoria. Il rapporto è costituito di 183 pagine.
Tra queste vi sono molte proposte per invertire la tendenza complete di previsioni di spesa e incidenza sul PIL.
Naturalmente i giornalisti (in buona o cattiva fede, non ho idea) scelgono solo ciò che può fare più scalpore

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Alla voce "cosa fare" vedo solo iniziative ridicole assolutamente insufficienti.
La Svezia che si è svenata in welfare per la natalità è arrivata, vado a memoria, a 1,8. Meglio della media europea ma sempre sotto al replacement rate di 2,1 necessario
 

Brunetta

Utente di lunga data
Il rapporto tratta anche dell’aspetto psicologico per fare percepire la famiglia come una prospettiva di vita ricca e piacevole.
Oggetto di questa campagna dovrebbero essere i nuovi nati che dovrebbero invertire la tendenza.
Solo che penso che la famiglia come luogo di conforto auspicabile derivi in gran parte dalla esperienza personale. Con le famiglie “smandrappate” attuali forse è difficile che si assorba positività. Forse è per questo che il rapporto propone interventi immediati.
 

patroclo

Utente di lunga data
Gli uomini non hanno l'istinto di maternità 🤷‍♂️ ...ca va sans dire

Che non vuol dire non amare profondamente i propri figli, ma semplicemente non hanno l'istintivo bisogno di procreare per realizzare una parte di sè.
...almeno io ho capito funzioni così (intendo l'istinto di maternità).

Gli uomini che ho incontrato che avevano un fortissimo desiderio di paternità lì sentivo più condizionati da altri fattori : orgoglio, tradizione, desiderio della partner.

I miei figli sono stati concepiti con il preciso desiderio di formare una famiglia, istintivo anche da parte mia? ...forse. All'epoca la vedevo come la più naturale evoluzione della coppia.

I soldi, le distrazioni, la vita "da giovane", sicuramente non aiutano ad avere fretta.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Limitazioni molto pesanti tra l'altro dato che passano per una parte molto personale e densa di paure e desideri della persona
È su questo che volevo riflettere.
Ma ho percepito molta paura di giudizio che, ovviamente, non può essere determinata da me 😂.
Chi vuoi che abbia paura del mio giudizio?!
 

Brunetta

Utente di lunga data
Alla voce "cosa fare" vedo solo iniziative ridicole assolutamente insufficienti.
La Svezia che si è svenata in welfare per la natalità è arrivata, vado a memoria, a 1,8. Meglio della media europea ma sempre sotto al replacement rate di 2,1 necessario
Hai una lettura più veloce della mia!
 

Brunetta

Utente di lunga data
Gli uomini non hanno l'istinto di maternità 🤷‍♂️ ...ca va sans dire

Che non vuol dire non amare profondamente i propri figli, ma semplicemente non hanno l'istintivo bisogno di procreare per realizzare una parte di sè.
...almeno io ho capito funzioni così (intendo l'istinto di maternità).

Gli uomini che ho incontrato che avevano un fortissimo desiderio di paternità lì sentivo più condizionati da altri fattori : orgoglio, tradizione, desiderio della partner.

I miei figli sono stati concepiti con il preciso desiderio di formare una famiglia, istintivo anche da parte mia? ...forse. All'epoca la vedevo come la più naturale evoluzione della coppia.

I soldi, le distrazioni, la vita "da giovane", sicuramente non aiutano ad avere fretta.
Sei forse l’unico che ha risposto.
Io ho sempre visto i mariti accontentare la moglie o simulare di accontentare.
Sai un po’ come chi dice “ti prendo il cane, ma poi lo porti giù tu”… 🙄
 
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