Sono cresciuta avendo la fortuna di veder giocare John Mc Enroe, Ivan Lendl , Stefan Edberg.. e con lo spettacolo indimenticabile della finale del Roland Garros tra McEnroe e Lendl sono circa 40 anni che seguo il tennis, ero una bambina.
Ogni campione ha i suoi pregi e difetti che spesso vengono utilizzati in una partita in un sottile gioco psicologico.. alcuni lo fanno altri no, dipende sempre da cosa si adatta di più al loro carattere.
Questo non fa un campione migliore o peggiore, ogni partita è una battaglia in cui tutte le armi lecite vengono utilizzate oltre al proprio gioco e strategia.
Ho amato McEnroe follemente per il suo talento puro la sua genialità nei colpi, ma lui era anche quello che scandalizzava Wimbledon con le sue scenate, (superbrat

) , aveva veri e propri attacchi di rabbia che aveva imparato a gestire per destabilizzare l'avversario e distrarlo nei suoi momenti di difficoltà, Lendl si affidò a dei mental coach per imparare a "gestire" la rabbia di McEnroe e riuscire a vincere, il campione è campione nella sua totalità ed è anche quello che ha imparato a vincere anche sfruttando la debolezze degli altri.
Non credere che dall'altra parte Sinner, per cui tifavo, sia un povero sprovveduto, ieri ha dato l'esempio di essere pronto e addestrato anche dal punto di vista psicologico perché fa parte della preparazione di chi vuole essere un campione.
Il tennis non solo esecuzione di gioco, colpì geniali e mirabili intuizioni in campo, è anche strategia, carattere, resistenza fisica e psicologica.. sono partite in cui ci sono in campo prestigio e milioni di dollari, e l'importante è vincere e mostrare di essere il più forte.