E certo che è così.
Hai nominato la Bruzzone, ecco è una super-presente nei
talk-shows, insieme a parecchi/ie "esperti/e presenzialisti/e" che non mancano di dire la loro sulla tristissima vicenda dell'omicidio, senza minimamente rendersi conto che stanno saturando il video, ed esasperare il pubblico anche correndo il rischio di provocare reazioni antipatiche. Loro seguono la legge del mercato attuale, che richiede di essere presenti ad ogni costo e compiacere l'
audience.
E' stata travolta e dimenticata la tradizionale regola aurea della comunicazione su fatti gravissimi di cronaca, che impone di misurare le opinioni ed i giudizi fino a quando i fatti non siano sufficientemente accertati. Soprattutto, evitare generalizzazioni che servono a suscitare l'attenzione del pubblico, aizzando i peggiori istinti di vendetta e le più tipiche reazioni istintive. E' stata ed è una gara tra tutte le trasmissioni alla ricerca di notizie sensazionali da dare per attrarre l'attenzione del pubblico (e degli inserzionisti di pubblicità).
Ieri sera, a "Chi lo ha visto" su RAI 3, è stata ascoltata la testimonianza di un "amico" di Filippo Turetta che avrebbe spiegato come da circa un anno costui avesse reazioni violente, tutto il contrario della prospettazione del ragazzo "tranquillo e pacato" che è stata diffusa dopo la scomparsa della ragazza ed il ritrovamento del suo cadavere. Dal sito
Filippo Turetta, il retroscena raccontato da un amico (notizie.it)
“
Venivano fuori sempre storie, se all’improvviso avesse voluto sfogarsi con lei o con lui, ogni volta avrebbe spaccato il materiale”, ha spiegato il ragazzo. “Per esempio, quel palo là l’ha spaccato lui l’altra volta, è un anno che va avanti così. Lui sfogava la sua rabbia con gli oggetti, per carità noi abbiamo sempre fatto denuncia contro terzi, basta, finiva là”, ha raccontato.
Ed uno così sarebbe un normale maschio italiano o europeo ?
Ma siamo seri ...
Ed è anche normale la preoccupazione espressa dalla povera Giulia nell'audio andato in onda, che tanto ha impressionato ?
Audio indirizzato alle amiche, una delle quali quasi certamente lo ha fornito ai media (magari dietro corrispettivo, sapeste quello che succede in casi come questi).
No, credo che questa tristissima vicenda di omicidio stia diventando un fatto abnorme, una specie di gigantesco scarico collettivo di coscienza di genere.
Rischia di cadere tutto il castello di carta incentrato su una colpevolizzazione indiscriminata e generale del genere maschile per tornare, tra settimane o mesi, nell'alveo di una sciagurata tragedia della mente malata di un individuo, non percepita adeguatamente nella sua gravità dalla vittima e dai familiari ed amici dei protagonisti.
Il malessere mentale è fra di noi, bisogna rendersene conto.
E bisogna capire pure che la maggior parte delle persone che assiste ad episodi sintomatici di questo malessere preferisce voltare la testa e farsi i fatti propri.
Salvo entrare a fare parte della schiera dei forcaioli da due lire, quando scatta l'attenzione mediatica.
"Bisogna mettere Turetta in carcere e buttare la chiave".
E questi sarebbero discorsi da esseri umani pensanti ?
E poi ci si domanda come sia possibile che i terroristi di Hamas si siano comporti con tanta crudeltà e spietatezza il 7 ottobre scorso ?
Ma guardiamo bene allo specchio ... e cerchiamo di non inorridire per quello che vediamo. Tutti e tutte.
Grazie Alphonse, mi ha fatto piacere leggere i pensieri che hai condiviso.
Per dirti, io non ho visto la trasmissione "Chi l’ha visto" ieri sera, ma aprendo Google (da cellulare già mi propongono delle notizie) ho visto un piccolo video, un estratto di quanto mi hai scritto e che viene riportato nell’articolo che hai linkato. Una sciocchezza, ma io ho pensato si trattasse di un vicino, di una persona che viveva nel condominio dei Turetta, non di un amico.
OT però mi farebbe piacere sapere se era amico o un vicino, per dover di cronaca anche se non è cronaca, se non quella di un pettegolezzo. Noto sempre più inesattezze negli articoli riportati. Errori, magari piccoli, ma tra vicino di casa e amico (tipo coetaneo del ragazzo) già son due cose diverse.
Vedi Alphonse, forse obietterai al mio uso del pettegolezzo, ma di situazioni che valicano i confini delle "brave persone" se ne sentono, a volte finiscono anche in calderoni dove non viene scissa la gravità di una cosa rispetto ad un’altra.
E di uomini che colpiscono muri, tirano pugni, rompono oggetti (anche ferendosi), io ne ho sentite di cose simili, tante sai, da che sono nata. Non l’ho mai sentito verso beni pubblici, ma io arrivo dalla campagna. Son nata in tempi di ancora ampi spazi e grandi case.
Quindi non ho una reazione di stupore nel sentire di un uomo che ha tirato un calcio. Neppure da parte di una donna, a dirti il vero. Non è che penso "ah che brave persone" sia chiaro, ma neppure penso "ah che persona cattivona e malvagia", penso che quella persona, in qualche modo sta vivendo un turbamento.
Anche l’uso della bestemmia (non come intercalare, per abitudine), lo leggo come una forma di peso. E’ una parola per sostituire tutta una serie di altre parole. E non sempre viene usata perchè la persona non sia in grado di provare ad usare altre parole, ma perchè non crede che parlare possa produrre qualcosa, cambiare qualcosa, ricevere una qualche forma di aiuto.
Oggi tanti vivono in enormi centri abitati, pieni zeppi di persone, città e dove non sono città il termine paesi a livello di abitanti è diventato quello di una città degli anni 50 o 60. Io ho imparato dai vecchi il concetto di comunità, che nasce dal piccolo borgo, non dal grande. Ci si sforza tanto di capire le persone straniere, di altre culture, non ci sforziamo più di capirci tra noi.
A me il termine "bravo ragazzo" dice niente, mi pare una mera stronzata. Bravo ragazzo chi è, quello che passa, che ti saluta, che si ferma a salutare la signora Pina con un gran sorriso, che le chiede come sta, ma non sta scritto da nessuna parte che poi in altra sede non definisca la cara signora Pina come "la vecchia" o non possa pestare a sangue la sua ragazza.
Io mi domando come si possa ancora andare dietro a concetti di buono o cattivo, in qualsiasi persona sono presenti entrambi.
Personalmente non credo che quello di cui parla il papà di Filippo, sia una mera azione difensiva, penso che quando usa parole come "gli è scoppiata una valvola nel cervello" (trascrizione che potrebbe essere inesatta, ma non vado a verificare il parlato preciso, non sono un giornalista) parli di qualcosa che non è in altro modo in grado di descrivere. Ovvero io penso in qualche modo, quell’uomo (il papà) sia sincero. Preso come è stato preso, quando gli hanno tirato fuori questa frase.
Poi se salterà fuori altro, a livello di informazioni, si potranno fare valutazioni. Però non credo che al giorno d’oggi, vi sia una mera ricerca del macabro, o almeno penso non accada a una buona parte di persone.
Qualcuno nei social lo ha espresso, altri probabilmente no, ma penso che in tanti abbiano pianto per Giulia, non la disperazione di una madre o un padre, ma qualcosa che in qualche modo è arrivato a toccare quelle corde che ti fanno uscire le lacrime.
PS: io certe cose che Giulia dice in quell’audio me le sono sentite dire quasi con le stesse parole