Un'altra ragazza scomparsa

omicron

Pigra, irritante e non praticante

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
Come disse la Murgia il femminicidio è solo l'apice di una sistematica violenza, che spesso non sfocia in atti criminali, come questo ma ognuna di noi può riferire di una amica, sorella e/o anche conoscente che ha subito una violenza psicologica di questo tipo. Io posso, e più di qualcuna purtroppo.

Anche ora il riscontro con la superficialità delle forze dell'ordine sta avendo un grande scalpore, perché come tutto il sistema o per il sistema sono improntati ad agire con superficialità.
Per fortuna nell'esempio che ho io non è stato così ed è stata la differenza dal "sono stata fortunata".

Il dibattito era pronto per scoppiare, troppe ragazze e donne morte per femminicidio.
So che molte non amano questa parola ma ha un significato molto preciso, sono morte per l'esplosione di questi atti di violenza, che non dovrebbero mai e poi mai essere sottovalutati. E sono figli non solo di un maschilismo ma di una visione della donna che deve per forza cambiare. Non vi piace patriarcato, chiamatelo come volete.
Quel ragazzo, ovviamente con problemi relazionali e ci può essere anche un dibattito sulla natura psichica, ma il dibattito affrontato è su quella violenza psicologica che in questo caso è finito in modo tragico ma in molti altri casi rovina vita e famiglie.
Ma se sono figli di una certa cultura allora i delitti specifici hanno delle attenuanti? (Per alcuni giudici pare di si per altro, visto che hanno anche assolto se non ricordo male dei buzzurri che maltrattavano la moglie con la motivazione che era cosa lecita nella "cultura" di provenienza)
 

iosolo

Utente di lunga data
Ma se sono figli di una certa cultura allora i delitti specifici hanno delle attenuanti? (Per alcuni giudici pare di si per altro, visto che hanno anche assolto se non ricordo male dei buzzurri che maltrattavano la moglie con la motivazione che era cosa lecita nella "cultura" di provenienza)
E' sulla certezza della pena che vogliamo parlare o sulla prevenzione per evitare altre storie simili?

Su una cosa ritengo che si abbia ragione e che questa storia ha permesso a molte donne e ragazze di raccontare la loro storia e sono tante. Veramente moltissime, come se fosse, in alcuni casi la "norma".
E' questa la discussione che è importante fare.
Se una cosa diventa sistematica, perché la senti e la riconosci in certi meccanismi, non è più un evento eccezionale ma qualcosa che deve essere discusso. L'evento eccezionale è stata la tragica fine, non sempre è così per fortuna, ma conosco persone che hanno dovuto lasciare casa e hanno vissuto nella paura per anni, subendo gli effetti di quella violenza.
 

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
E' sulla certezza della pena che vogliamo parlare o sulla prevenzione per evitare altre storie simili?

Su una cosa ritengo che si abbia ragione e che questa storia ha permesso a molte donne e ragazze di raccontare la loro storia e sono tante. Veramente moltissime, come se fosse, in alcuni casi la "norma".
E' questa la discussione che è importante fare.
Se una cosa diventa sistematica, perché la senti e la riconosci in certi meccanismi, non è più un evento eccezionale ma qualcosa che deve essere discusso. L'evento eccezionale è stata la tragica fine, non sempre è così per fortuna, ma conosco persone che hanno dovuto lasciare casa e hanno vissuto nella paura per anni, subendo gli effetti di quella violenza.
Beh, da profano penso comunque che sarebbe molto più efficace la certezza della pena rispetto ad esempio alla proliferazione delle fattispecie di reato.

Ma non hai risposto alla mia domanda: se c'è una responsabilità generale di una certa cultura, allora il singolo che commette un reato da essa derivabile è più o meno responsabile, dal momento che da essa è stato volente o nolente influenzato?
 

iosolo

Utente di lunga data
Beh, da profano penso comunque che sarebbe molto più efficace la certezza della pena rispetto ad esempio alla proliferazione delle fattispecie di reato.

Ma non hai risposto alla mia domanda: se c'è una responsabilità generale di una certa cultura, allora il singolo che commette un reato da essa derivabile è più o meno responsabile, dal momento che da essa è stato volente o nolente influenzato?
La cultura è fatta di leggi e da un sistema che non riesce a proteggere i propri cittadini, di troppe persone che pensano sia la normalità certe vicende e certi atteggiamenti:

https://www.today.it/opinioni/cosa-...1.2052964759.1700817747-1096686898.1700817747 questo un articolo di oggi ad esempio:
Perché Maria aveva cercato di difendersi dai comportamenti persecutori dell’ex, con cui aveva avuto una storia finita nel 2022, denunciandolo alle forze dell’ordine ma non ha ottenuto nulla. Dopo la fine della relazione, infatti, l’uomo ha continuato a perseguitarla in vari modi, danneggiando anche la sua auto, provocandole dei lividi, fino ad arrivare, nell’agosto scorso, a minacciarla con un cric fuori dalla caserma dei carabinieri di Erba dove la ragazza si era recata proprio per denunciarlo. Davanti ai militari dell’Arma. Bene, così l’avranno arrestato, commenteranno in molti. Nì. O meglio, i carabinieri l’hanno sì arrestato, ma l’uomo in sede di convalida si è detto pentito ed ha chiesto scusa. Così è stato scarcerato dal giudice, che ha disposto l’obbligo di dimora a Broni e il divieto di avvicinamento all’ex fidanzata.
Divieto di avvicinamento che, come molti altri casi di cronaca ci raccontano, non è servito a nulla e che non ha impedito all’ex di tornare a Erba per provare ad aggredirla, questa volta con l’acido. Qualcuno dovrà pur prima o poi sollevare un dibattito sul convitato di pietra di cui nessuno vuole parlare, elemento assente anche nel dibattito che ha scaturito il femminicidio di Giulia Cecchettin. Le misure di contrasto a questi fenomeni in molti casi sono acqua fresca.


No, non credo all'attenuante. Non credo che ci possano essere. Non era questo il punto.
Ed è per questo che il dibattito non è da fermare al caso specifico ma capire dove ha le sue radici, perché converrai con me che non è un caso "eccezionale" nella sua tragicità.
Parli di certezza della pena per il femminicidio, ma io parlo di tutte le misure prima, tutte quelle che possono e devono proteggere la donna prima di arrivare al tragico finale.
Che sia o meno un bravo ragazzo, che sia o meno uno psicotico, che sia stato o meno prevedibile quello che poteva succedere, quello che va fatto è arrivare, secondo me a un cambiamento di "cultura", che è atteggiamento, sistema, leggi, comportamenti, per far si che appunto certe eventi siano solo un eccezione.
 

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
La cultura è fatta di leggi e da un sistema che non riesce a proteggere i propri cittadini, di troppe persone che pensano sia la normalità certe vicende e certi atteggiamenti:

https://www.today.it/opinioni/cosa-...1.2052964759.1700817747-1096686898.1700817747 questo un articolo di oggi ad esempio:
Perché Maria aveva cercato di difendersi dai comportamenti persecutori dell’ex, con cui aveva avuto una storia finita nel 2022, denunciandolo alle forze dell’ordine ma non ha ottenuto nulla. Dopo la fine della relazione, infatti, l’uomo ha continuato a perseguitarla in vari modi, danneggiando anche la sua auto, provocandole dei lividi, fino ad arrivare, nell’agosto scorso, a minacciarla con un cric fuori dalla caserma dei carabinieri di Erba dove la ragazza si era recata proprio per denunciarlo. Davanti ai militari dell’Arma. Bene, così l’avranno arrestato, commenteranno in molti. Nì. O meglio, i carabinieri l’hanno sì arrestato, ma l’uomo in sede di convalida si è detto pentito ed ha chiesto scusa. Così è stato scarcerato dal giudice, che ha disposto l’obbligo di dimora a Broni e il divieto di avvicinamento all’ex fidanzata.
Divieto di avvicinamento che, come molti altri casi di cronaca ci raccontano, non è servito a nulla e che non ha impedito all’ex di tornare a Erba per provare ad aggredirla, questa volta con l’acido. Qualcuno dovrà pur prima o poi sollevare un dibattito sul convitato di pietra di cui nessuno vuole parlare, elemento assente anche nel dibattito che ha scaturito il femminicidio di Giulia Cecchettin. Le misure di contrasto a questi fenomeni in molti casi sono acqua fresca.


No, non credo all'attenuante. Non credo che ci possano essere. Non era questo il punto.
Ed è per questo che il dibattito non è da fermare al caso specifico ma capire dove ha le sue radici, perché converrai con me che non è un caso "eccezionale" nella sua tragicità.
Parli di certezza della pena per il femminicidio, ma io parlo di tutte le misure prima, tutte quelle che possono e devono proteggere la donna prima di arrivare al tragico finale.
Che sia o meno un bravo ragazzo, che sia o meno uno psicotico, che sia stato o meno prevedibile quello che poteva succedere, quello che va fatto è arrivare, secondo me a un cambiamento di "cultura", che è atteggiamento, sistema, leggi, comportamenti, per far si che appunto certe eventi siano solo un eccezione.
Eh no, perchè se come dici tu un cambio di cultura previene questi crimini, allora allo stesso modo devi riconoscere l'attenuante perchè se non ci fosse stato il "patriarcato" il delitto magari non si sarebbe verificato, ma visto che c'è...
 

iosolo

Utente di lunga data
Eh no, perchè se come dici tu un cambio di cultura previene questi crimini, allora allo stesso modo devi riconoscere l'attenuante perchè se non ci fosse stata il delitto magari non si sarebbe verificato, ma visto che c'è...
Quindi tu che neghi l'attenuante, neghi l'esistenza di tale cultura?
 

danny

Utente di lunga data
Quindi tu che neghi l'attenuante, neghi l'esistenza di tale cultura?
Siamo una società multiculturale, ormai.
L'identità comune è stata cancellata da tempo nelle grandi città, e a livello globale stiamo tendendo verso l'omologazione, attraverso la condivisione di modelli comuni.
E' difficile definire l'esistenza di una cultura che accomuni tutti, oggi.
Vi sono individui inseriti in contesti.
Generalmente si dovrebbe tendere ad attribuire la responsabilità all'individuo, ormai.
Non lo si fa, lo so.
 

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
Quindi tu che neghi l'attenuante, neghi l'esistenza di tale cultura?
Io nego l'attenuante e ritengo pericoloso attribuire responsabilità a una certa cultura. E' colpa di questo, di quello... no per me è colpa sua! Sua che non ha saputo affrontare la frustrazione di una storia finita come ne finiscono ogni giorno, e ha scelto deliberatamente e probabilmente con premeditazione di uccidere un altro essere umano
 

danny

Utente di lunga data
Io nego l'attenuante e ritengo pericoloso attribuire responsabilità a una certa cultura. E' colpa di questo, di quello... no per me è colpa sua! Sua che non ha saputo affrontare la frustrazione di una storia finita come ne finiscono ogni giorno, e ha scelto deliberatamente e probabilmente con premeditazione di uccidere un altro essere umano
La responsabilità è sempre individuale.
Dovrebbe.
Poi se un gruppo terroristico fa una strage, ce la prendiamo con tutti i connazionali dei terroristi.
Purtroppo vi è questa tendenza nella popolazione, che si attua a scopo difensivo.
Ovviamente, il terrorismo gioca su questa cosa, ne è perfettamente consapevole.
 

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
La responsabilità è sempre individuale.
Dovrebbe.
Poi se un gruppo terroristico fa una strage, ce la prendiamo con tutti i connazionali dei terroristi.
Purtroppo vi è questa tendenza nella popolazione, che si attua a scopo difensivo.
Ovviamente, il terrorismo gioca su questa cosa, ne è perfettamente consapevole.
Con tutti i connazionali a prescindere no, con chi non prende le distanze un po' si.. ma ad esempio per un palestinese prendere le distanze da Hamas non vuol mica dire vergognarsi di essere palestinese
 

iosolo

Utente di lunga data
Io nego l'attenuante e ritengo pericoloso attribuire responsabilità a una certa cultura. E' colpa di questo, di quello... no per me è colpa sua! Sua che non ha saputo affrontare la frustrazione di una storia finita come ne finiscono ogni giorno, e ha scelto deliberatamente e probabilmente con premeditazione di uccidere un altro essere umano
Si, è vero ma è simile a altre, mille dinamiche uguali, è questo il senso.
Se non è un fatto eccezionale non deve essere dibattuto come un caso eccezionale. E' questo che cerco di dire.
E l'individuo si muove nella collettività e nella società, le colpe sono sue ovvio e la scelta è la sua ma non possiamo far finta di non vedere i tantissimi casi identici a questo.
Archiviarli tutti come la colpa del singolo si finisce per non vedere il problema.
 

iosolo

Utente di lunga data
Siamo una società multiculturale, ormai.
L'identità comune è stata cancellata da tempo nelle grandi città, e a livello globale stiamo tendendo verso l'omologazione, attraverso la condivisione di modelli comuni.
E' difficile definire l'esistenza di una cultura che accomuni tutti, oggi.
Vi sono individui inseriti in contesti.
Generalmente si dovrebbe tendere ad attribuire la responsabilità all'individuo, ormai.
Non lo si fa, lo so.
Anche questo non mi trova d'accordo.
Nascere come dici tu in un contesto o in un altro fa la differenza.
Un individuo cresciuto in un determinato ambiente, quartiere o addirittura città, è condizionato da tale ambiente.
Questo per la droga, per la malavita e per l'abbandono scolastico.
 

Marjanna

Utente di lunga data
E magari fare investimenti nella sanità e nella scuola non sarebbe male.
Non è che i soldi non ci siano.
Per altri progetti o per altri ministeri si trovano
Non è che “piove, governo ladro”. Il governo spende male.
E ci facciamo distrarre dal nucleo che è questo.
E se vogliamo estendere l'età il fenomeno diventa ancora più angosciante.
Vi siete preocccupati per la scomparsa di Giulia, che è l'unica a cui in questi giorni hanno dato risalto i giornali, ma i numeri dicono altro
Però che quando si arriva al punto proposta, che vuole dire investimento di denaro, si tirino fuori altri problemi verso cui porre lo sguardo, a me lascia un poco perplessa.
Ieri non ho più risposto a Brunetta, perchè era già tardissimo. Avevo comunque pensato che il mio parere, anche solo come risposta nel forum, come si suol dire lasciava il tempo che trovava, dal momento che io non ho figli. E mi pareva importante, il parere di chi è genitore, poichè pensarla anche in via del tutto ipotetica, visti i pareri letti da genitori in passato, mi pareva fondamentale.
Aziende socio sanitarie che offrono servizio psicologico ce ne sono, se proprio vogliamo chiuderla.
Il tuo commento suona tanto come il blasonato "ma lo sai che muoiono i bambini in Africa?"

Mi permetto di fare una distinzione, in questo fatto di sangue scoperto a rate, tra ricerca di motivazione nell'atteggiamento sociologico (discriminante nei confronti delle donne) che è fenomeno di massa e sofferenza psichica, che è tipica dell'individuo.
Una donna che subisce violenza non ti verrà a parlare di patriarcato, maschilismo, e probabilmente neppure userà il termine disagio psicologico, anche se tra le tre quello più vicino a ciò che ti potrebbe dire, è il terzo.
Almeno per quanto riguarda la cultura occidentale, per donne musulmane non ho idea.
 

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
Si, è vero ma è simile a altre, mille dinamiche uguali, è questo il senso.
Se non è un fatto eccezionale non deve essere dibattuto come un caso eccezionale. E' questo che cerco di dire.
E l'individuo si muove nella collettività e nella società, le colpe sono sue ovvio e la scelta è la sua ma non possiamo far finta di non vedere i tantissimi casi identici a questo.
Archiviarli tutti come la colpa del singolo si finisce per non vedere il problema.
Con tutto il rispetto io penso di essere cresciuto in una famiglia, ma anche in una società che mi ha fornito tutti gli strumenti per avere la limpida consapevolezza che non si usa violenza e men che meno si ammazzano le persone, a prescindere da eventuali presunti torti subiti, per cui dovessi usare io violenza su qualcuno sarebbe sempre colpa mia.
 

danny

Utente di lunga data
Anche questo non mi trova d'accordo.
Nascere come dici tu in un contesto o in un altro fa la differenza.
Un individuo cresciuto in un determinato ambiente, quartiere o addirittura città, è condizionato da tale ambiente.
Questo per la droga, per la malavita e per l'abbandono scolastico.
Io sono nato nelle case popolari, i miei vicini erano spacciatori, camorristi, persone violente, tossicodipendenti, anche assassini.
 

Andromeda4

Utente di lunga data
Siamo una società multiculturale, ormai.
L'identità comune è stata cancellata da tempo nelle grandi città, e a livello globale stiamo tendendo verso l'omologazione, attraverso la condivisione di modelli comuni.
E' difficile definire l'esistenza di una cultura che accomuni tutti, oggi.
Vi sono individui inseriti in contesti.
Generalmente si dovrebbe tendere ad attribuire la responsabilità all'individuo, ormai.
Non lo si fa, lo so.
Una cosa è una società multietnica, altra cosa è essere multiculturale. Questo dovrebbe significare una vera integrazione, conoscenza, di quelle nuove culture e coesistenza (che non necessariamente convivenza). Mi dispiace, ma a questo non ci siamo arrivati. E non so se ci arriveremo. Lascia stare il sistema americano, è da una vita che è un calderone di etnie. Ed è normalissimo vedere, in un ufficio pubblico, un impiegato, uomo o donna non importa (ulteriore passo avanti che noi non abbiamo fatto neanche tra italiani, quindi figurati il resto) di origine orientale o africana, che parla perfettamente l'inglese americano, magari con cognome altrettanto americano. È un dato di fatto. Noi siamo fermi ad addetti alla sicurezza senegalesi, muratori rumeni, colf ucraine. Ma se questi senegalesi, rumeni e ucraini fossero dietro lo sportello di una asl, o di un centro per l'impiego, o alle poste, sarebbe un dato di fatto?
Io non credo, per la maggior parte delle persone. Direbbero ancora "eccoli questi, che sono venuti a rubarci il lavoro".
 
Ultima modifica:
Top