Il punto non è la religione de
I Robinson, tu eri una bambina, ma quel telefilm passava per tv e ha riscosso grande successo anche in Italia.
Sono una famiglia inserita nel contesto americano, di ceto non basso. Non sono emigrati di prima generazione, per quanto in alcune puntate non manchino riferimenti alla storia degli afro-americani (schiavismo). Molte puntate hanno contenuti educativi riguardanti le tematiche familiari, la gestione dei figli, le loro problematiche, la scuola, ect.
Questo fa parte di un quadro molto più ampio in cui la mia generazione è cresciuta sotto l’influenza americana, e anche la tua, non è che sei nata millenni dopo.
Per tv in quegli anni venivano mostrate immagini di una terribile condizione in cui versavano popoli africani. Ma culturalmente vi era distanza. Anche se non mancavano immigrati nel territorio, erano nettamente inferiori a quelli che vi sono ora. Noi ragazzi si andava a scuola, i genitori avevano le loro mille questioni da seguire, i problemi coniugali, non diversamente da chi è genitore oggi.
Fuori da centri in cui vi è stata maggiore concentrazione, come una città come Milano, gli extracomunitari erano veramente pochi.
Come siamo oggi, vi è una tasso di extracomunitari altissimo, che non sono inseriti nella cultura italiana.
Si pensa che inserimento sia solo che queste persone trovino un regolare contratto di lavoro, magari in una fabbrica, piuttosto che venire sfruttati in nero, ma non si tratta solo di questo.
@Andromeda4 ha fatto una osservazione rispetto alla visione che si dovrebbe avere verso "lo straniero", però mi pare a volte si chieda di mettersi una benda negli occhi e far finta di vedere modelli tipo
I Robinson, dove quanto viene mostrato è che la differenza principale è un mero colore di pelle.
Il riferimento alla religione musulmana è parte dell’integrazione, perchè ad esempio una persona come te, come potrebbe rapportarsi in modo paritario con uomo che ti vede inferiore. Poi possiamo far finta che non sia cosi, facciamo che sono
I Robinson. Hai capito ora?