Un'altra ragazza scomparsa

Brunetta

Utente di lunga data
E sappiamo benissimo che non può essere così.
O si costruisce un modello simile agli USA, con adeguati investimenti, si intende, oppure la cosa sarà difficilmente gestibile.
Per fortuna!
Non saremmo mica i migliori del mondo!
A parte la cucina 😂😂😂
La cucina per noi è la mamma e “tu la mia mamma la lasci stare”. Mica per tutte le culture è uguale.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Può essere, sarò anche stato fortunato, ma ritengo magari a torto che la nostra società al momento, pur con tutti i suoi problemi, non cresca individui che possano agire con violenza fino ad uccidere come fosse una cosa normale. Al momento perchè qualche campo oltre a dove lavoro io ricordo sempre che hanno seppellito poco tempo fa una figlia dopo averla accoppata per motivi "religiosi" e i suoi conterranei che lavorano da me non capiscono come mai da noi sia ritenuto un delitto efferato.
Quindi quelli sono rappresentativi di tutti i pakistani?
Ma lo credi davvero?
E gli italiani sono Angelo Izzo?
 

Brunetta

Utente di lunga data
evidentemente ha qualche cadenza, qui ci sono stranieri da quasi tutto il mondo, anche persone che stanno qui da 20 anni hanno sempre una cadenza che si sente
Certo che ha una cadenza: milanese!
La prendo in giro che sembra “il milanese imbruttito“.
 

Marjanna

Utente di lunga data
e allora cosa c'entra? tra l'altro era una serie degli anni 70/80, all'epoca non c'erano proprio tutti i problemi legati alla religione che ci sono adesso
e per certi versi, il mondo era molto più moderno
Il punto non è la religione de I Robinson, tu eri una bambina, ma quel telefilm passava per tv e ha riscosso grande successo anche in Italia.
Sono una famiglia inserita nel contesto americano, di ceto non basso. Non sono emigrati di prima generazione, per quanto in alcune puntate non manchino riferimenti alla storia degli afro-americani (schiavismo). Molte puntate hanno contenuti educativi riguardanti le tematiche familiari, la gestione dei figli, le loro problematiche, la scuola, ect.

Questo fa parte di un quadro molto più ampio in cui la mia generazione è cresciuta sotto l’influenza americana, e anche la tua, non è che sei nata millenni dopo.

Per tv in quegli anni venivano mostrate immagini di una terribile condizione in cui versavano popoli africani. Ma culturalmente vi era distanza. Anche se non mancavano immigrati nel territorio, erano nettamente inferiori a quelli che vi sono ora. Noi ragazzi si andava a scuola, i genitori avevano le loro mille questioni da seguire, i problemi coniugali, non diversamente da chi è genitore oggi.
Fuori da centri in cui vi è stata maggiore concentrazione, come una città come Milano, gli extracomunitari erano veramente pochi.

Come siamo oggi, vi è una tasso di extracomunitari altissimo, che non sono inseriti nella cultura italiana.
Si pensa che inserimento sia solo che queste persone trovino un regolare contratto di lavoro, magari in una fabbrica, piuttosto che venire sfruttati in nero, ma non si tratta solo di questo. @Andromeda4 ha fatto una osservazione rispetto alla visione che si dovrebbe avere verso "lo straniero", però mi pare a volte si chieda di mettersi una benda negli occhi e far finta di vedere modelli tipo I Robinson, dove quanto viene mostrato è che la differenza principale è un mero colore di pelle.

Il riferimento alla religione musulmana è parte dell’integrazione, perchè ad esempio una persona come te, come potrebbe rapportarsi in modo paritario con uomo che ti vede inferiore. Poi possiamo far finta che non sia cosi, facciamo che sono I Robinson. Hai capito ora?
 

Brunetta

Utente di lunga data
Ti ripeto non solo a casa mia.
In alcune zone d'Italia? In periferia? In quartieri popolari?
Quello che intendevo appunto dire è la normalità di oggi non è la normalità di ieri.
Vedi quanto per te è intollerante il pensare che la maestra mi schiaffeggiasse?
Questo per dire che le battaglie che vengono fatte ora, che a noi sembrano normali, in alcune parti, zone d'Italia, periferia e quartieri popolari è tollerata perché nella norma.
Quando uscirà dalla norma, quando diventerà l'eccezione, a quel punto ci sarà il cambiamento.
È fuori dalla norma da più di quarant’anni.
 

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
Quindi quelli sono rappresentativi di tutti i pakistani?
Ma lo credi davvero?
E gli italiani sono Angelo Izzo?
No, ma sono espressione di una certa cultura, quella si patriarcale che non scherza per niente, o no?
 

danny

Utente di lunga data
Allora...
Cominciamo dallo sgombrare le cazzate con cui giustifichiamo il dramma di chi deve staccarsi dalla terra e dalla famiglia e venire qui a fare molto spesso lavori di merda.
A NOI NON CE NE FREGA un cazzo di loro, in generale siamo interessati ad abbassare solo il costo della manodopera.
L'industriale come la ditta di autotrasporti come il figlio che vuole la badante ucraina in nero perché altro non può permettersi.
In generale, a tutti stanno sul cazzo perché sono diversi. Esattamente come ci sta sul cazzo qualsiasi italiano che non ci assomigli.
Per non avere rotture di coglioni vogliamo che diventino come noi, ovvero che non scassino troppo le palle, un po' come con i pisani, mi si dice.
Sono musulmani e vogliono una moschea? Che se ne tornino al loro paese, salvo Il fatto che poi per costruire una casa ci vogliono i muratori che costino poco, perché le materie prime costano troppo. E allora lì va bene, anche se crepano perché non vengono rispettate le norme di sicurezza o perché investiti su una bici senza luci su una statale piena di buche col buio.
Ma non possiamo dirlo, per cui ci riempiamo la bocca di paroline come integrazione, che è esattamente quella roba lì, ovvero NON rompete il cazzo. Nè più né meno quello che si faceva con gli schiavi negri e ripeto negri negli USA: perché negro era il termine usato, mica il colore di adesso.
Solo che adesso non devi neppure dar loro un letto e mantenerli, basta uno stipendio di merda.
Negli USA dopi aver fatto per secoli così si sono accorti che la situazione era leggermente sfuggita di mano e che costava meno un operaio che uno schiavo, così si sono inventati sto crogiolo culturale, che altro non restava da fare, mica li potevi deportare o mettere nelle camere a gas come abbiamo provato noi, per fare pulizia di chi non era simile.
Createvi i vostri spazi, le vostre comunità chiuse, se non vi sta bene sfondatevi di Fentanyl, ma non rompete il cazzo.
Se lo rompete un po' di più faremo qualche serie TV in cui metteremo un nero al posto di un bianco e butteremo già qualche statua e accontentatevi di questo e di qualche manifestazione unita alla dichiarazione di qualche popstar.
 

Marjanna

Utente di lunga data
E comunque il popolo americano erano i nativi americani, non altri. E che fine hanno fatto lo sappiamo tutti.
 

Andromeda4

Utente di lunga data
Sì.
Concordo che ognuno di noi ha i suoi personali razzismi e tuonare contro chi li esprime serve solo a non fare i conti con i propri.
La nostra mente funziona a pregiudizi e funziona benissimo, ci induce a cercare di non provocare l’ormone con gli occhi truci con una mazza in mano, poi se capiamo che è un operaio che sta abbattendo un muro ci rilassiamo. Ma tendiamo a fidarci della dolce vecchi a che magari ci offre il caffè con il veleno per topi.
Dobbiamo trovare ogni giorno un equilibrio tra pregiudizi, diffidenza e fiducia.
I peggiori razzismi li troviamo tra le persone ignoranti o che hanno vissuto in ambienti omogenei che li rendono diffidenti rispetto a ogni diversità.
Ecco. Questo volevo dire, senza giudizi di merito, né volevo pontificare. È né più né meno la realtà che vedo. Fatte sempre le dovute eccezioni.
 

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
Il punto non è la religione de I Robinson, tu eri una bambina, ma quel telefilm passava per tv e ha riscosso grande successo anche in Italia.
Sono una famiglia inserita nel contesto americano, di ceto non basso. Non sono emigrati di prima generazione, per quanto in alcune puntate non manchino riferimenti alla storia degli afro-americani (schiavismo). Molte puntate hanno contenuti educativi riguardanti le tematiche familiari, la gestione dei figli, le loro problematiche, la scuola, ect.

Questo fa parte di un quadro molto più ampio in cui la mia generazione è cresciuta sotto l’influenza americana, e anche la tua, non è che sei nata millenni dopo.

Per tv in quegli anni venivano mostrate immagini di una terribile condizione in cui versavano popoli africani. Ma culturalmente vi era distanza. Anche se non mancavano immigrati nel territorio, erano nettamente inferiori a quelli che vi sono ora. Noi ragazzi si andava a scuola, i genitori avevano le loro mille questioni da seguire, i problemi coniugali, non diversamente da chi è genitore oggi.
Fuori da centri in cui vi è stata maggiore concentrazione, come una città come Milano, gli extracomunitari erano veramente pochi.

Come siamo oggi, vi è una tasso di extracomunitari altissimo, che non sono inseriti nella cultura italiana.
Si pensa che inserimento sia solo che queste persone trovino un regolare contratto di lavoro, magari in una fabbrica, piuttosto che venire sfruttati in nero, ma non si tratta solo di questo. @Andromeda4 ha fatto una osservazione rispetto alla visione che si dovrebbe avere verso "lo straniero", però mi pare a volte si chieda di mettersi una benda negli occhi e far finta di vedere modelli tipo I Robinson, dove quanto viene mostrato è che la differenza principale è un mero colore di pelle.

Il riferimento alla religione musulmana è parte dell’integrazione, perchè ad esempio una persona come te, come potrebbe rapportarsi in modo paritario con uomo che ti vede inferiore. Poi possiamo far finta che non sia cosi, facciamo che sono I Robinson. Hai capito ora?
A me piacevano di più i Jefferson, ma più di tutti Sanford and Son, Arnold invece mi è sempre stato sulle balle
 

Andromeda4

Utente di lunga data
Il punto non è la religione de I Robinson, tu eri una bambina, ma quel telefilm passava per tv e ha riscosso grande successo anche in Italia.
Sono una famiglia inserita nel contesto americano, di ceto non basso. Non sono emigrati di prima generazione, per quanto in alcune puntate non manchino riferimenti alla storia degli afro-americani (schiavismo). Molte puntate hanno contenuti educativi riguardanti le tematiche familiari, la gestione dei figli, le loro problematiche, la scuola, ect.

Questo fa parte di un quadro molto più ampio in cui la mia generazione è cresciuta sotto l’influenza americana, e anche la tua, non è che sei nata millenni dopo.

Per tv in quegli anni venivano mostrate immagini di una terribile condizione in cui versavano popoli africani. Ma culturalmente vi era distanza. Anche se non mancavano immigrati nel territorio, erano nettamente inferiori a quelli che vi sono ora. Noi ragazzi si andava a scuola, i genitori avevano le loro mille questioni da seguire, i problemi coniugali, non diversamente da chi è genitore oggi.
Fuori da centri in cui vi è stata maggiore concentrazione, come una città come Milano, gli extracomunitari erano veramente pochi.

Come siamo oggi, vi è una tasso di extracomunitari altissimo, che non sono inseriti nella cultura italiana.
Si pensa che inserimento sia solo che queste persone trovino un regolare contratto di lavoro, magari in una fabbrica, piuttosto che venire sfruttati in nero, ma non si tratta solo di questo. @Andromeda4 ha fatto una osservazione rispetto alla visione che si dovrebbe avere verso "lo straniero", però mi pare a volte si chieda di mettersi una benda negli occhi e far finta di vedere modelli tipo I Robinson, dove quanto viene mostrato è che la differenza principale è un mero colore di pelle.

Il riferimento alla religione musulmana è parte dell’integrazione, perchè ad esempio una persona come te, come potrebbe rapportarsi in modo paritario con uomo che ti vede inferiore. Poi possiamo far finta che non sia cosi, facciamo che sono I Robinson. Hai capito ora?
Non ho ben capito se riferendoti a me concordi o no.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Ci sono due soluzioni, molto diverse, per l'assimilazione di culture differenti.
La prima è il tentativo di sradicare la cultura identitaria di origine creando apolidi già dalla seconda generazione. E' quello che si tenta di fare da noi, o si spera.
A mio parere non può funzionare. Mettere contro i figli alle famiglie d'origine è una scommessa su cui non mi sento di puntare.
I figli nascono e crescono in comunità di persone culturalmente simili, i filippini stanno con i filippini, i peruviani con i peruviani, etc.
La scuola tenta questa operazione alle elementari, ma i risultati negli anni successivi mostrano le difficoltà a operare con questi criteri.
Chiariamo: è una questione individuale. Figli nati in famiglie già poco legate al territorio d'origine fanno poca fatica, altri nati e cresciuti in una comunità ne fanno tanta. Con il tempo questa soluzione mostra davvero tutti i suoi limiti perché le comunità crescono. Nel grande magazzino che ho di fronte a casa i dipendenti sono solo cinesi, non assumono italiani. La comunità è chiusa, ma non pensate che filippini o peruviani siano più aperti. Più le comunità crescono numericamente, più ovviamente le possibilità di mescolanza diminuiscono.
Io lo vedo con l'immigrazione italiana: i pugliesi, i napoletani etc mantengono ancora caratteristiche identitarie d'origine, anche in quelli che ora sono i figli e i nipoti. Da noi è accaduto perché i numeri lo consentivano, e del resto Milano è diventate la città delle mafie in Italia non per niente. Se pensate, la mafia è una comunità con una fortissima identità, che si è mantenuta. Anche nel modo di pensare.
Questo sistema pertanto per me è ormai superato.
Il secondo modo è quello USA. Quartieri con comunità ben definite culturalmente, differenze evidenti e palesi a livello culturale, ma teoricamente una legislazione che renda tutti pari.
Da noi il problema lo rappresenta la comunità musulmana, principalmente: è ovvio che una crescita della stessa dovrà accompagnarsi a una trasformazione dell'Italia che conceda sempre più spazi a loro.
Non credo che gli italiani siano preparati o disponibili a questo.
Alla fine il problema sarà la contrapposizione che si creerà.
D'altronde, ai neri negli USA non sono bastati secoli per avere parità di diritti e non è stato indolore.
Sono cose che si dimentica di dire, ogni volta.
Sono un filo ripetitiva, ma la soluzione è politica. La scuola, a fronte dell‘aumento di problemi, gli stranieri sono solo uno dei tanti, ha visto ridursi le risorse, nel contempo, soprattutto alle medie e superiori sono aumentati i compiti che si è pensato di risolvere con i progetti per i quali gli insegnanti non sono pronti, non sanno sceglierli, non riescono a integrarli e chi attua i progetti sono spesso persone che dovrebbero fare parte dell’organico, ma restano con un lavoro precario a vita e oscillano tra presunzione (per non perdere autostima) e frustrazione. Il servizio risulta frammentato, senza una visione complessiva, senza una politica propria (che non è partitismo) ma in balìa di proposte non organiche.
Ma tutto questo consente di avere insegnanti demotivati, che cercano di lavorare il meno possibile, progetti raffazzonati, alunni etichettati e scuola senza identità.
È stato voluto o è stato casuale. Per me è stato voluto.
Ma se ne esce con investimenti. Chi di noi li vuole?
Ma è uguale negli ospedali e nella sanità. Odiamo il medico di base irreperibile, le attese per le visite, ma poi chiediamo investimenti?
 

Andromeda4

Utente di lunga data
A me piacevano di più i Jefferson, ma più di tutti Sanford and Son, Arnold invece mi è sempre stato sulle balle
Non avevo letto subito la tua modifica. Arnold era un bambino a cui gli sceneggiatori mettevano in bocca posizioni politiche, ho capito rivedendo la serie a distanza di anni. Però mi piacevano le situazioni proposte. Philip Drummond era un padre utopico, ma proprio per questo mi piaceva pensare che ne esistessero, di genitori così.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Perché da noi la nostra identità si è trasformata nel tempo, loro per contrapporsi agli altri l'hanno cristallizzata.
Come tutte le altre etnie.
Quindi dobbiamo creare un modello diverso.
 

Brunetta

Utente di lunga data
La mia bolla non era il mondo, ma nemmeno vivevo nei monti sperduti, lontano dalla civiltà.
Parliamo di Roma, parliamo di periferia, parliamo d'Italia.
Quello che intendo dire che una cosa che sembra normale se non 40 anni fa - perché mia mamma era strana e la mia maestra pure - diciamo quindi 50 anni fa, è una cosa intollerante oggi.
Periferia romana prima di te
 

Brunetta

Utente di lunga data
Non sto seguendo il discorso, intervengo solo su questo. La mia maestra dava scappellotti e lo ricordo bene. Io ero brava e non ne ho mai presi, ma se li avessi presi mia mamma avrebbe dato ragione alla maestra.
Le ho prese, non tante volte, da mia madre. Le ricordo tutte. Nessun trauma e mi fa sorridere chi parla di traumi per cose come queste.
Idem per i miei figli.
Non è questione di trauma. È che era da ben prima che non erano riconosciuti i mezzi di correzione.
Poi che in qualche classe volassero sberle non ho dubbi.
Ma non era la norma.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Qui fioccano epiteti come milanesi, toscani, romani, pisani...
E nel frattempo idealizziamo un mondo in cui un marocchino e un romeno mangeranno con noi tutti uniti la pizza surgelata della Buitoni con i nuddle, pienamente convinti della bontà della proposta.
Abbiamo l'innata tendenza a difendere con i denti la nostra origine, un po' tutti.
Però pensiamo che gli altri debbano abbandonarla perché noi siamo migliori.
Che visione apocalittica! 🥶🤮
 
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