Mia moglie ha voluto ribaltare la sua (e mia!) vita!!!

Alberto

Utente di lunga data
Il tempo guarisce è vero, ma si comincia a cronometrare dal momento in cui si interrompe l'esposizione all'agente patogeno.. Se non ricordo male tu stai ancora con tua moglie
Sì ParlaLetale, sto ancora con mi moglie. Non l’ ho perdonata e mai lo farò. Ma come detto spesso, sono nel limbo, e ancora oggi mi sento bipolare, ma solo per quanto riguarda il da farsi. Delle volte penso che con lei sto bene, mi fa stare bene, dal suo errore è migliorata in tutto, si è attaccata molto di più, sempre presente, affettuosa, gentile e quanto di più positivo possa esserci. Delle altre volte penso che la devo lasciare e ripartire, penso che non posso portarmi questo peso addosso tutta la vita L, anche perché non passa giorno in cui penso al suo tradimento e la cosa preoccupante che questi pensieri cambiano nell’ arco della giornata, delle volte anche a distanza di qualche ora.
 

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
Sì ParlaLetale, sto ancora con mi moglie. Non l’ ho perdonata e mai lo farò. Ma come detto spesso, sono nel limbo, e ancora oggi mi sento bipolare, ma solo per quanto riguarda il da farsi. Delle volte penso che con lei sto bene, mi fa stare bene, dal suo errore è migliorata in tutto, si è attaccata molto di più, sempre presente, affettuosa, gentile e quanto di più positivo possa esserci. Delle altre volte penso che la devo lasciare e ripartire, penso che non posso portarmi questo peso addosso tutta la vita L, anche perché non passa giorno in cui penso al suo tradimento e la cosa preoccupante che questi pensieri cambiano nell’ arco della giornata, delle volte anche a distanza di qualche ora.
Beh, stare in una relazione con una persona che non hai perdonato e mai perdonerai non mi pare una strategia vincente per nessuno e anzi permessa di brutte cose
 

gvl

Utente di lunga data
Sì ParlaLetale, sto ancora con mi moglie. Non l’ ho perdonata e mai lo farò. Ma come detto spesso, sono nel limbo, e ancora oggi mi sento bipolare, ma solo per quanto riguarda il da farsi. Delle volte penso che con lei sto bene, mi fa stare bene, dal suo errore è migliorata in tutto, si è attaccata molto di più, sempre presente, affettuosa, gentile e quanto di più positivo possa esserci. Delle altre volte penso che la devo lasciare e ripartire, penso che non posso portarmi questo peso addosso tutta la vita L, anche perché non passa giorno in cui penso al suo tradimento e la cosa preoccupante che questi pensieri cambiano nell’ arco della giornata, delle volte anche a distanza di qualche ora.
Ciao. Sono d'accordo con Parmaletale. O perdoni o lasci. È un logorio continuo altrimenti. Riguardo al pentimento di tua moglie posso crederci e credo che starà molto attenta per il futuro. Mi lascia perplesso il motivo del pentimento e della immediata confessione. La mia opinione è che non è solo mia è che lei stava per trovarsi in una situazione per la quale la confessione immediata era il male minore. In sostanza ha messo le mani avanti per non cadere e rendere più credibile la sua versione rispetto a quello che avresti potuto sapere. È una sensazione ma qualsiasi sia la verità la lezione la ha avuta e quindi o superi questa situazione oppure prendi altri provvedimenti più drastici per il vostro benessere.
 

Alphonse02

Utente di lunga data
... Sono d'accordo con Parmaletale. O perdoni o lasci. È un logorio continuo altrimenti. Riguardo al pentimento di tua moglie posso crederci e credo che starà molto attenta per il futuro. Mi lascia perplesso il motivo del pentimento e della immediata confessione. La mia opinione è che non è solo mia è che lei stava per trovarsi in una situazione per la quale la confessione immediata era il male minore. In sostanza ha messo le mani avanti per non cadere e rendere più credibile la sua versione rispetto a quello che avresti potuto sapere. È una sensazione ma qualsiasi sia la verità la lezione la ha avuta e quindi o superi questa situazione oppure prendi altri provvedimenti più drastici per il vostro benessere.
Pur riconoscendo che, sulla carta, sia difficile, credo fermamente che ci possano essere eccezioni.
Ogni storia è diversa, anche all'interno di uno schema comportamentale che è tipizzato.
Ad esempio, la durata della relazione extra può essere molto importante. Più probabilità di ri-prendere il rapporto (nuovo, quello vecchio è andato) se la relazione è stata breve. Se non c'è stato innamoramento. Se ci sono forti motivazioni (es. figli) per rimanere insieme. Se il traditore riesce a non sgarrare e camminare sul filo del rasoio.
E così via.

Acquisire una nuova consapevolezza dei limiti di un'esperienza di coppia pure aiuta a trovare un nuovo equilibrio, instabile quanto si vuole, ma che può durare nel tempo. Occorre avere l'onestà intellettuale, in entrambi i partner, che non sarà mai come prima e che può finire, quando uno dei due non ce la dovesse fare più ...
 
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Brunetta

Utente di lunga data
Sì ParlaLetale, sto ancora con mi moglie. Non l’ ho perdonata e mai lo farò. Ma come detto spesso, sono nel limbo, e ancora oggi mi sento bipolare, ma solo per quanto riguarda il da farsi. Delle volte penso che con lei sto bene, mi fa stare bene, dal suo errore è migliorata in tutto, si è attaccata molto di più, sempre presente, affettuosa, gentile e quanto di più positivo possa esserci. Delle altre volte penso che la devo lasciare e ripartire, penso che non posso portarmi questo peso addosso tutta la vita L, anche perché non passa giorno in cui penso al suo tradimento e la cosa preoccupante che questi pensieri cambiano nell’ arco della giornata, delle volte anche a distanza di qualche ora.
Il tuo racconto fa pensare a rimuginio e non porta a nulla di buono.
 

gvl

Utente di lunga data
Pur riconoscendo che, sulla carta, sia difficile, credo fermamente che ci possano essere eccezioni.
Ogni storia è diversa, anche all'interno di uno schema comportamentale che è tipizzato.
Ad esempio, la durata della relazione extra può essere molto importante. Più probabilità di ri-prendere il rapporto (nuovo, quello vecchio è andato) se la relazione è stata breve. Se non c'è stato innamoramento. Se ci sono forti motivazioni (es. figli) per rimanere insieme. Se il traditore riesce a non sgarrare e camminare sul filo del rasoio.
E così via.

Acquisire una nuova consapevolezza dei limiti di un'esperienza di coppia pure aiuta a trovare un nuovo equilibrio, instabile quanto si vuole, ma che può durare nel tempo. Occorre avere l'onestà intellettuale, in entrambi i partner, che non sarà mai come prima e che può finire, quando uno dei due non ce la dovesse fare più ...
Appunto. Dipende dagli attori. Alcuni sono riusciti a venirne fuori ed anche bene, altri hanno tentato ma dopo qualche tempo hanno troncato ed altri hanno tagliato immediatamente e senza possibilità di alcuna ripresa. Se continua così Alberto è candidato al secondo esempio.
 

Gerry

Utente di lunga data
Sì ParlaLetale, sto ancora con mi moglie. Non l’ ho perdonata e mai lo farò. Ma come detto spesso, sono nel limbo, e ancora oggi mi sento bipolare, ma solo per quanto riguarda il da farsi. Delle volte penso che con lei sto bene, mi fa stare bene, dal suo errore è migliorata in tutto, si è attaccata molto di più, sempre presente, affettuosa, gentile e quanto di più positivo possa esserci. Delle altre volte penso che la devo lasciare e ripartire, penso che non posso portarmi questo peso addosso tutta la vita L, anche perché non passa giorno in cui penso al suo tradimento e la cosa preoccupante che questi pensieri cambiano nell’ arco della giornata, delle volte anche a distanza di qualche ora.
Ostinarsi in una convivenza, a volte per mancanza di "coraggio del lasciare" da luogo ad uno stravolgimento psicologico altalenante, amore/odio, a volte con risvolti e risultati poco edificanti anche preoccupanti. Mi rendo conto che vivere certe situazioni non è cosa facile, ma devi decidere..
 

Alphonse02

Utente di lunga data
Ostinarsi in una convivenza, a volte per mancanza di "coraggio del lasciare" da luogo ad uno stravolgimento psicologico altalenante, amore/odio, a volte con risvolti e risultati poco edificanti anche preoccupanti. Mi rendo conto che vivere certe situazioni non è cosa facile, ma devi decidere..
Credo che Alberto e la moglie si stiano impegnando molto.
E' normale che certi pensieri tornino. A me sono tornati ieri sera dopo uno scambio via WA con mia moglie riguardo le foto del matrimonio (album che tiene lei) e che vorrei scannerizzare. Ci siamo lasciati 25 anni fa, stiamo per divorziare e quando penso al suo tradimento ancora mi sale una certa rabbia.
Ci vuole coraggio per lasciarsi e pure per riprendersi: sempre decisioni difficili sono.
Auguriamo a loro di farcela ed ogni bene per la loro famiglia.
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Posso consigliare un team specializzato di pronto intervento per ripulire la testa dai brutti pensieriView attachment 13228.

Coscienziose ed oneste, ma ripuliscono ...
Non ho capito cosa ripuliscono esattamente :)

Per alcool si intende anche birra??? PErchè aperitivi, vino, superalcolici ok, li evito tranquillamente e già lo sto facendo...... ma una birretta ogni tanto in compagnia con gli amici???
Ma che domanda è? :unsure:

Io spero vivamente per lui che glielo abbia detto colui che glielo ha prescritto. Non come il mio ex medico di base che lo prescriveva come un toccasana più o meno per tutto. Diceva: piuttosto che stare male meglio prendere una pillolina no?
Fra teoria e pratica c'è sempre una grande distanza.
Spesso, è non è una giustificazione ma una presa d'atto, si segue il male minore.

La medicina occidentale, nonostante le teorie più diffuse ormai assumano serenamente il fatto che il nostro organismo è un sistema complesso (e in organismo è incluso anche il cervello) e connesso (pensa agli studi sugli effetti dei paesaggi naturali) si muovono sulla cura dei sintomi anzichè sulla ricerca e cura delle cause.

Quando mio padre aveva il linfoma, il primo sintomo era vomitare.
Continuamente. Mangiava e vomitava.
Sai quale è stata la prima terapia suggerita?
Pantoprazolo. :)

Dopo mesi di inutili tentativi e linfoma che giocava a nascondino con gli esami oltre che qualche imbecille e una bellissima diagnosi sbagliata che gli dava 3 mesi di vita mi sono rotta il cazzo di rispettare la capacità di valutazione dei miei genitori (che evidentemente non era sufficiente per la situazione) e dei medici, mi sono incazzata e ho fatto due telefonate. Due di numero.

Diagnosi fatta in due giorni, con tanto di cazziatone e rimozione del medico che oltre che emettere diagnosi sbagliata stava pure facendo il principe di 'sto cazzo con i risultati.
E non era il medico di base.
Ma il medico di base era risultato utile se non come erogatore di impegnative.
In una settimana era nel protocollo chemioterapico.

Era un linfoma, patologia studiatissima e conosciuta.

Pensa a cosa succede quando le questioni riguardano il cervello.

In una società ignorante che ancora crede che analizzarlo sia una forma della magia, che se nomini neuroscienze e funzionamento si rifugia nei "credo e non credo" e che ancora dorme il sonno dei giusti per cui disturbo di funzionamento neurologico viene sovrascritto con matto.
Società che ancora non sa riconoscere la sottile linea di demarcazione fra cervello e mente e ancora si appoggia alla distinzione antica fra mente e corpo. Potrei andare avanti ma mi fermo. :)

Per mio padre si è risolta bene solo perchè abbiamo avuto gli strumenti per muoverci. Il sistema lo stava rimbalzando a destra e a manca.

Detto questo, mia madre, con una storia mista di depressione e varie ed eventuali, si prende serenamente il suo zoloft.
Non è in grado di seguire una terapia psicologica di sostegno al farmaco. E non è l'unica a non avere gli strumenti per farlo.

Quindi, siccome non tutti hanno le abilità per trarre giovamento da una terapia che richiede un percorso doloroso di indagine e presa di consapevolezza di sè, va bene anche la riduzione del danno. E ben venga il medico di base che prescrive la pastiglietta che da almeno sollievo.

Che è la stessa cosa che si fa con le cure palliative.
Non ti posso curare, almeno provo a migliorare farmacologicamente la tua qualità della vita in attesa della tua morte.

La cura non sempre è possibile.
E allora si curino almeno i sintomi.

Anche il pensare che si possa guarire da tutto è frutto di una società distopica che si affida alla scienza come fosse fede e poi si incazza quando sperimenta che la scienza è scienza.
 

Gerry

Utente di lunga data
Credo che Alberto e la moglie si stiano impegnando molto.
E' normale che certi pensieri tornino. A me sono tornati ieri sera dopo uno scambio via WA con mia moglie riguardo le foto del matrimonio (album che tiene lei) e che vorrei scannerizzare. Ci siamo lasciati 25 anni fa, stiamo per divorziare e quando penso al suo tradimento ancora mi sale una certa rabbia.
Ci vuole coraggio per lasciarsi e pure per riprendersi: sempre decisioni difficili sono.
Auguriamo a loro di farcela ed ogni bene per la loro famiglia.
Il vissuto non si cancella, diventa parte di noi, un torto subito e inaspettato al solo pensiero rievoca sentimenti non proprio idilliaci.
Mi aggiungo al tuo pensiero, che possano farcela e superare il tutto nel miglior modo possibile.
 

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
Fra teoria e pratica c'è sempre una grande distanza.
Spesso, è non è una giustificazione ma una presa d'atto, si segue il male minore.

La medicina occidentale, nonostante le teorie più diffuse ormai assumano serenamente il fatto che il nostro organismo è un sistema complesso (e in organismo è incluso anche il cervello) e connesso (pensa agli studi sugli effetti dei paesaggi naturali) si muovono sulla cura dei sintomi anzichè sulla ricerca e cura delle cause.

Quando mio padre aveva il linfoma, il primo sintomo era vomitare.
Continuamente. Mangiava e vomitava.
Sai quale è stata la prima terapia suggerita?
Pantoprazolo. :)

Dopo mesi di inutili tentativi e linfoma che giocava a nascondino con gli esami oltre che qualche imbecille e una bellissima diagnosi sbagliata che gli dava 3 mesi di vita mi sono rotta il cazzo di rispettare la capacità di valutazione dei miei genitori (che evidentemente non era sufficiente per la situazione) e dei medici, mi sono incazzata e ho fatto due telefonate. Due di numero.

Diagnosi fatta in due giorni, con tanto di cazziatone e rimozione del medico che oltre che emettere diagnosi sbagliata stava pure facendo il principe di 'sto cazzo con i risultati.
E non era il medico di base.
Ma il medico di base era risultato utile se non come erogatore di impegnative.
In una settimana era nel protocollo chemioterapico.

Era un linfoma, patologia studiatissima e conosciuta.

Pensa a cosa succede quando le questioni riguardano il cervello.

In una società ignorante che ancora crede che analizzarlo sia una forma della magia, che se nomini neuroscienze e funzionamento si rifugia nei "credo e non credo" e che ancora dorme il sonno dei giusti per cui disturbo di funzionamento neurologico viene sovrascritto con matto.
Società che ancora non sa riconoscere la sottile linea di demarcazione fra cervello e mente e ancora si appoggia alla distinzione antica fra mente e corpo. Potrei andare avanti ma mi fermo. :)

Per mio padre si è risolta bene solo perchè abbiamo avuto gli strumenti per muoverci. Il sistema lo stava rimbalzando a destra e a manca.

Detto questo, mia madre, con una storia mista di depressione e varie ed eventuali, si prende serenamente il suo zoloft.
Non è in grado di seguire una terapia psicologica di sostegno al farmaco. E non è l'unica a non avere gli strumenti per farlo.

Quindi, siccome non tutti hanno le abilità per trarre giovamento da una terapia che richiede un percorso doloroso di indagine e presa di consapevolezza di sè, va bene anche la riduzione del danno. E ben venga il medico di base che prescrive la pastiglietta che da almeno sollievo.

Che è la stessa cosa che si fa con le cure palliative.
Non ti posso curare, almeno provo a migliorare farmacologicamente la tua qualità della vita in attesa della tua morte.

La cura non sempre è possibile.
E allora si curino almeno i sintomi.

Anche il pensare che si possa guarire da tutto è frutto di una società distopica che si affida alla scienza come fosse fede e poi si incazza quando sperimenta che la scienza è scienza.
1) mi stupisce che tu ti stupisca perché anche se parli di diete sembra di parlare di fedi religiose e l'unica scienza esatta pare sia il senno di poi, per cui figurati te

2) d'accordo sul curare almeno i sintomi, ma che sia fatto con tutti i crismi e le precauzioni perché gli psicofarmaci non sono né tachipirina né noccioline e il rischio è quello di peggiorare le cose anziché attenuarle
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
1) mi stupisce che tu ti stupisca perché anche se parli di diete sembra di parlare di fedi religiose e l'unica scienza esatta pare sia il senno di poi, per cui figurati te

2) d'accordo sul curare almeno i sintomi, ma che sia fatto con tutti i crismi e le precauzioni perché gli psicofarmaci non sono né tachipirina né noccioline e il rischio è quello di peggiorare le cose anziché attenuarle
1) non mi stupisco. La superstizione ha una sua funzione. La sottolineo però, quando è superstizione. :)

2) neanche il pantoprazolo vien prescritto con tutti i crismi. E, sperimentato in prima persona, può fare danni piuttosto seri all'apparato digestivo.

La chimica del nostro organismo è delicatissima. Neppure con tutti i crismi è controllabile.
Soprattutto perchè non è controllabile la modalità di assunzione del farmaco stesso.

Con mia madre, giusto per stare nel personale, ho visto un ben ampio ventaglio delle possibili puttanate che può fare un individuo durante l'assunzione.

Ma lo stesso con gli antibiotici e quel che ne sta conseguendo in termini di superbatteri, per dirne un'altra.
Presente no la regolina: arriva a fine terapia? Ecco.

Si usa la riduzione del danno, per lo stomaco come per il cervello come per tutto il corpo.

La variabile meno controllabile è il paziente.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Il vissuto non si cancella, diventa parte di noi, un torto subito e inaspettato al solo pensiero rievoca sentimenti non proprio idilliaci.
Mi aggiungo al tuo pensiero, che possano farcela e superare il tutto nel miglior modo possibile.
Se il “torto” rimane tale e non viene visto come una scelta libera che rientra nelle facoltà dell’altra persona, non se ne esce.
Il torto vero e unico è l’inganno, non il sesso con altri.
Ma quante bugie abbiamo detto nella vita, soprattutto per evitarsi rogne o per risparmiare dolore agli altri?
Ci siamo perdonati.
Fissarsi sul tradimento nei termini di impurità o di oltraggio al nostro controllo su un altro corpo (che è persona, non oggetto) è solo rimuginare che fa male.
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
1) non mi stupisco. La superstizione ha una sua funzione. La sottolineo però, quando è superstizione. :)

2) neanche il pantoprazolo vien prescritto con tutti i crismi. E, sperimentato in prima persona, può fare danni piuttosto seri all'apparato digestivo.

La chimica del nostro organismo è delicatissima. Neppure con tutti i crismi è controllabile.
Soprattutto perchè non è controllabile la modalità di assunzione del farmaco stesso.

Con mia madre, giusto per stare nel personale, ho visto un ben ampio ventaglio delle possibili puttanate che può fare un individuo durante l'assunzione.

Ma lo stesso con gli antibiotici e quel che ne sta conseguendo in termini di superbatteri, per dirne un'altra.
Presente no la regolina: arriva a fine terapia? Ecco.

Si usa la riduzione del danno, per lo stomaco come per il cervello come per tutto il corpo.

La variabile meno controllabile è il paziente.
Aggiungo una questione che considero scontata ma in effetti non lo è.

Io parto nelle mie considerazioni da una situazione reale.

Ossia che la neuropsichiatria pubblica sia perlopiù inaccessibile in tempi utili. (e la situazione è destinata a peggiorare)
Che quella a pagamento sia a pagamento e che il pagamento della neuropsichiatria costituisca un deterrente all'accesso, in una società in cui la neuropsichiatria è ancora considerata poco più che magia.
Lo stesso vale per la psicologia. Che ancor di più è considerata magia e superstizione.

Il medico di base a mio parere potrebbe avere la funzione di raccordo fra le diverse specialità.
Se le diverse specialità fossero accessibili.

Ma non lo sono.
Quindi la funzione di raccordo si trasforma in funzione di toppa. E di riduzione del danno.
 

Gerry

Utente di lunga data
Se il “torto” rimane tale e non viene visto come una scelta libera che rientra nelle facoltà dell’altra persona, non se ne esce.
Il torto vero e unico è l’inganno, non il sesso con altri.
Ma quante bugie abbiamo detto nella vita, soprattutto per evitarsi rogne o per risparmiare dolore agli altri?
Ci siamo perdonati.
Fissarsi sul tradimento nei termini di impurità o di oltraggio al nostro controllo su un altro corpo (che è persona, non oggetto) è solo rimuginare che fa male.
Infatti, il tradimento di per se, in quanto atto sessuale potrebbe essere "perdonabile", quello difficilmente "perdonabile" è tutto ciò che lo accompagna, bugie ed altro, col poi sopraggiungere della perdita di fiducia difficilmente recuperabile.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Infatti, il tradimento di per se, in quanto atto sessuale potrebbe essere "perdonabile", quello difficilmente "perdonabile" è tutto ciò che lo accompagna, bugie ed altro, col poi sopraggiungere della perdita di fiducia difficilmente recuperabile.
Se non è superabile, si chiude. È insensato per sé rimuginare.
 

Alphonse02

Utente di lunga data
Non ho capito cosa ripuliscono esattamente :
Con la grazia dell'aspetto e la leggiadria dei movimenti ripuliscono la mente dai cattivi pensieri.
😇

Detto questo, mia madre, con una storia mista di depressione e varie ed eventuali, si prende serenamente il suo zoloft.
Non è in grado di seguire una terapia psicologica di sostegno al farmaco. E non è l'unica a non avere gli strumenti per farlo.

Quindi, siccome non tutti hanno le abilità per trarre giovamento da una terapia che richiede un percorso doloroso di indagine e presa di consapevolezza di sè, va bene anche la riduzione del danno. E ben venga il medico di base che prescrive la pastiglietta che da almeno sollievo.

Che è la stessa cosa che si fa con le cure palliative.
Non ti posso curare, almeno provo a migliorare farmacologicamente la tua qualità della vita in attesa della tua morte.

La cura non sempre è possibile.
E allora si curino almeno i sintomi.

Anche il pensare che si possa guarire da tutto è frutto di una società distopica che si affida alla scienza come fosse fede e poi si incazza quando sperimenta che la scienza è scienza.
E' quello che potrebbe accadere a @diversissimo, infatti, con l'appuntamento fissato a mesi di distanza, per di più con le festività natalizie, che è un periodo molto "difficile", appena separato e senza un/a compagno/a.
 
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