Mi sono imbattuto in questo vecchio post sull'argomento (in un altro forum):
"Il martirio più grande per una donna: stare insieme ad un uomo separato. Nessuno lo ammette ma il vero motivo per cui non si accetta questa situazione è l'odio verso i suoi figli. Io ho sempre odiato il figlio del mio compagno ora quindicenne, nonostante nessuno lo sospetti. Odio il suo viso così amato dal mio compagno, odio l'amore incondizionato che il mio compagno prova per lui. Perchè ci dividerà sempre, è qualcosa di incondivisibile che mi fa sentire esclusa. Per lui sarà sempre suo figlio, per me il prezzo da pagare. Nella mia vita questo figlio è stato un ostacolo per tutto: i miei non mi hanno appoggiata, problemi economici per il mantenimento, difficoltà nel cercare casa più grande per i suoi spazi ecc. All'inizio non era così, cercavo di comprendere e ho fatto i salti mortali. Ma poi la convivenza forzata mi ha logorato, ogni volta che veniva un incubo imposto, mangia e mi viene il nervoso, parla e mi sforzo di ascoltarlo, odio quando strimpella due cazzate alla chitarra e viene considerato un genio perchè il padre è musicista, questo atteggiarsi da artista specialmente ora in adolescenza, odio la sua faccia che mi ricorda la madre, odio che respira, odio quando siamo soli e chi ci incontra ci chiede di salutarci il figlio...eppure ai sentimenti non si comanda e ho continuato. Nessuno se non lo vive può capire, quanto può logorare una simile situazione. Toglie vita, spensieratezza, entusiasmo. Vivi una pagina scritta dove puoi scrivere solo ai margini. In infanzia era un caos per un verso ora in adolescenza per altro. Che bello sarebbe stato se non fosse mai esistito questo sangue del suo sangue. E' così asfissiante dovergli dare corda, spazi quando non me ne può fregare di meno di lui! Se sparisse una liberazione! Per me se non c'è è la pace, quando deve venire una sofferenza, le vacanze una tortura. Perchè devo viverlo per forza. E' la mia croce. Penso di aver perso anche l'amore per il mio compagno ormai, questo pacchetto completo è stata la mia rovina. Spero di rifarmi una vita visto che in tutto questo non ho potuto nemmeno avere figli perchè campiamo a malapena io lui e il figlio (affidato quasi esclusivamente al padre, madre nei week end). Ma chi è causa del suo male pianga se stesso."
Come sempre non ne vorrei fare una questione di genere, per cui presumo che la stessa cosa la si potrebbe trovare scritta a ruoli invertiti: nuovo compagno vs. figlio di lei. La cosa che mi ha colpito però, forse sono ancora parecchio ingenuo sull'argomento, è che nelle numerose risposte prevaleva chi era favorevole a questo atteggiamento, come fosse assolutamente naturale. Io capisco che questa in esame sia una situazione molto delicata perchè si parla di un figlio affidato quasi esclusivamente al padre e quindi una convivenza più o meno forzata, ma leggendo le risposte e approfondendo l'argomento in altri forum e post pare che lo stesso risentimento sia presente anche in casi più frequenti, ovvero collocazione prevalente presso la madre col padre che vede il figlio a week end alterni e si e no un giorno durante la settimana..