Dalle numerose contraddizioni che l'opener esprime nel descrivere l'andamento della vita di coppia, potrebbe anche essere avvalorato un quadro invertito rispetto a quello che sembra accreditato (lei sofferente e tradita, lui paraculo e violento).
Potrebbe essere che sia stata lei a costruire e modellare la coppia secondo il suo (di lei) progetto. Lei ad assumere il ruolo trainante dentro la coppia, lei a decidere di avere una famiglia da Mulino Bianco con le due gravidanze assistite, e lui relegato ad un ruolo passivo, di esecutore (il cane che sta all'angolo e viene scodinzolando quando viene chiamato).
Una situazione del genere sarebbe coerente con i suoi (di lui) problemi di disistima al lavoro, a casa, ecc. con un suo stato di continua tensione per compiacere (galleggiare), tali da motivare (non giustificare) il tradimento con la sua esasperazione.
Pure lei sarebbe una personalità diversa da quella finora immaginata. Forte di carattere, assertiva nel rapporto di coppia, donna di successo al lavoro, economicamente autonoma, ostinata nell'avere figli per completare il quadro progettuale della famiglia, che ha bisogni apparentemente contraddittori (tipici della donna in carriera). Cioè, apparire realizzata all'esterno, che governa il marito ma lo vuole anche violento nel chiuso della casa (anche nella sessualità) , per soddisfare la parte debole della sua personalità.
Quello che meno sopporta del tradimento di lui è l'eventuale perdita di faccia all'esterno, evento che lei non ha governato.
Per il resto, lui soddisfa i bisogni di lei.
Se no, non si spiegano le sue affermazioni contraddittorie di lui "gigante", del quale non ha timore (perché sa di controllarlo, come ha sempre fatto) e dell'incertezza interiore tra espellerlo da casa o perdonarlo.
Il suo dubbio interiore angosciante è riassumibile nell'interrogativo: dove trovo un altro come lui, che sono riuscita a formare come volevo???
La vedo diversamente.
Ci sono un sacco di inviti fatti a lei di lasciarlo. Non ne vuole parlare (non le interessa, lo può fare da sola). Lei vuole capire il tradimento di lui. Non fa parte del suo progetto di vita.
È un po' la situazione dell'uomo artificiale Frankenstein che sfugge al controllo del suo creatore.
Almeno per me, questa è una spiegazione plausible....
buongiorno a tutti
In alcuni punti potresti avere ragione, in altri decisamente no.
La violenza non fa parte del nostro quotidiano, in uno quadro di scoperta del tradimento, le emozioni sono molto forti e l’aggressività di cui parli è veramente relegata a quei momenti di rabbia iniziale, per entrambi.
Per la violenza nel sesso, beh mi piace essere dominata, quello sì, ma senza farmi male mica.
Per la fecondazione assistita in termini di ostinazione, eh no Brunetta, ti sbagli, non è ostinazione ed è anche brutto pensare queste cose, la fecondazione assistita è una cura per una malattia inguaribile, non una forzatura per avere la farina del Mulino Bianco e la forza e l’amore che serve per portarla avanti non puoi nemmeno immaginarla dall’esterno se non la vivi.
Per il resto posso darti ragione su tanti aspetti che hai estrapolato dal mio racconto.
Per rispondere ad altre domande, ribadisco che il fattore economico, l’aggressività, ci fanno uscire fuori tema. Non c’entrano niente con noi!
È vero che ad un certo punto, non sono stata incisiva nel volerlo fuori casa e questo ha giocato a mio sfavore, ma ho due bambini piccoli, e ad un certo punto ho pensato a loro.
Oggi come oggi, io ripeto non so cosa voglio ancora, se tenerlo e a questo punto “sfruttarlo e punirlo” o lasciarlo andare… e sarò nel mezzo, fino a capirlo. Ad un certo punto, a fare la brava moglie, uno si scoccia anche e se vuole fare il mio cane bastonato, ne trarrò il meglio.
Una fine miserabile, penserà la maggiore, ma un tradimento non può che portare a QUESTO.
E no, non è “colpa” mia.
Il tempo mi darà tante risposte e altre soluzioni, forse.
Io mi fermo qui e apprezzo le tue considerazioni, non tutte ripeto, che mi fanno e faranno riflettere, grazie