Gino Cecchetin

Andromeda4

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e via con la bolgia mediatica italiana…
Siamo nel delirio giornalistico/qualunquistico. Ieri pomeriggio, tra l'altro, stavo guardando Ore 14 di Milo Infante. C'era un inviato, giovane, che sembrava la parodia di sé stesso. Hai presenti quelli che imitano i giornalisti esauriti ed esaltati che camminano avanti e indietro, si spostano in continuazione, fanno finta di aggiustare l'auricolare, fanno faccette... ecco, quelli. Sembrava uno di quelli. E non diceva niente di importante, proprio come quelli.
 

Andromeda4

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Andromeda4

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A me arriva molta aridità affettiva.
Questa ragazza mi dà la sensazione di essere stata circondata da anaffettivi.
Una specie di film di Muccino con risvolti tragici.
Ma se non ci si limita a cercare materiale da polemica e si ascolta bene questo padre, l'ho stesso si mette in discussione, più di una volta ha detto "ho sbagliato anch'io, sicuramente".
Il padre di lui invece si rifiuta completamente di decostruire questo figlio così "perfetto". Io qua vedo l'anaffettività, e tanta anche. Abbiamo fatto tutto, gli abbiamo dato tutto. Parlavano in termini materiali, e di facciata. Buona educazione e tutto quello che è connesso. Ma guardarlo davvero, lo avevano fatto? Ci ha dovuto pensare Giulia a trovargli un terapeuta. Se questo è normale...
 

danny

Utente di lunga data
Sinceramente, ma voi in un caso simile, andreste in televisione a parlare?
Accettereste le telecamere e di diventare un personaggio saccheggiato da tv, giornali, social, per sempre?
Apprezzereste che il nome di vostra figlia o di vostro figlio diventasse di dominio comune?
 

danny

Utente di lunga data
Ma se non ci si limita a cercare materiale da polemica e si ascolta bene questo padre, l'ho stesso si mette in discussione, più di una volta ha detto "ho sbagliato anch'io, sicuramente".
Il padre di lui invece si rifiuta completamente di decostruire questo figlio così "perfetto". Io qua vedo l'anaffettività, e tanta anche. Abbiamo fatto tutto, gli abbiamo dato tutto. Parlavano in termini materiali, e di facciata. Buona educazione e tutto quello che è connesso. Ma guardarlo davvero, lo avevano fatto? Ci ha dovuto pensare Giulia a trovargli un terapeuta. Se questo è normale...
Sì, è normale, perché abbiamo vissuto la stessa situazione.
Normale perché sono situazioni che capitano a tanti, tutti i giorni.
E' l'epilogo che ha reso questa storia diversa da tutte le altre, perché tutto ciò che c'è prima entra a fare parte della banalità del vissuto di tante persone.
 

Andromeda4

Utente di lunga data
Sinceramente, ma voi in un caso simile, andreste in televisione a parlare?
Accettereste le telecamere e di diventare un personaggio saccheggiato da tv, giornali, social, per sempre?
Apprezzereste che il nome di vostra figlia o di vostro figlio diventasse di dominio comune?
Io no. Ma sono io, una sola persona con un punto di vista. Non posso parlare per altri. Ognuno elabora come può e per come è il proprio sentii.
Per esempio, non ho nessun problema a parlare della mia salute. Se ho qualcosa che non va, certo non appendo un cartello con la diagnosi e tutto il resto. Ma se il discorso viene fuori, o qualcun altro mi chiede come sto, non dico "tutto ok" quando non è vero. Altri si chiudono e fanno i brillanti. A me non riesce. Ma sono io, appunto.
 

danny

Utente di lunga data
Io no. Ma sono io, una sola persona con un punto di vista. Non posso parlare per altri. Ognuno elabora come può e per come è il proprio sentire.
E viene giudicato anche per questo.
Mia moglie non ha voluto parlare a nessuno del suo tumore, se non dopo l'intervento, e si è sempre tirata fuori dalle attenzioni.
Noi lo abbiamo vissuto con estrema discrezione, e se ne ho parlato qui è stato per l'anonimato che consente di dire più di quanto concesso.
Nella vita esporsi cambia totalmente la dimensione del vissuto.
Una tragedia personale è diventata l'argomento di conversazione di tutta una nazione.
A me è bastata la tragedia di una persona a me vicina che ha perso il figlio in una situazione terribile.
Mi è bastato leggere i commenti sui Social.
E ho provato lo schifo più assoluto.
Ognuno di noi sa benissimo a cosa si va incontro diventando una rappresentazione per altri.
 

Andromeda4

Utente di lunga data
Sì, è normale, perché abbiamo vissuto la stessa situazione.
Normale perché sono situazioni che capitano a tanti, tutti i giorni.
E' l'epilogo che ha reso questa storia diversa da tutte le altre, perché tutto ciò che c'è prima entra a fare parte della banalità del vissuto di tante persone.
"Abbiamo" non so a chi sia riferito. Io ho avuto la storia con la bestia, ne sono venuta fuori da sola, in famiglia ovviamente non sapevano niente, essendo una storia extra e comunque coperta dall'alibi del volontariato. Erano solo incazzati perché non mi vedevano mai, ma quel "mai" era voluto e obbligato da lui. Comunque la colpa era mia, per loro, e lo sarebbe stato anche nel caso in cui la mia situazione fosse stata ufficiale. Sicuramente neanche i miei avrebbero spinto per chiedere aiuto. Mai riconoscere di avere un problema.
 

CIRCE74

Utente di lunga data
Ma se non ci si limita a cercare materiale da polemica e si ascolta bene questo padre, l'ho stesso si mette in discussione, più di una volta ha detto "ho sbagliato anch'io, sicuramente".
Il padre di lui invece si rifiuta completamente di decostruire questo figlio così "perfetto". Io qua vedo l'anaffettività, e tanta anche. Abbiamo fatto tutto, gli abbiamo dato tutto. Parlavano in termini materiali, e di facciata. Buona educazione e tutto quello che è connesso. Ma guardarlo davvero, lo avevano fatto? Ci ha dovuto pensare Giulia a trovargli un terapeuta. Se questo è normale...
ho notato che per molti genitori è difficile accettare l'idea che il figlio non sia perfetto...o comunque non arrivano mai a pensare che questo possa avere problemi così gravi...non ci dimentichiamo che sia lui che Giulia hanno un'età che viene definita "adulta"...avevano le loro vite...da genitori lasci vivere i figli...non stai loro sempre appresso come quando erano piccoli quindi magari diventa anche più difficile capire il disagio...mi è capitata una mia amica che ha dovuto affrontare la anoressia della figlia in età adulta...anche lei giustamente mi spiegava che mentre su un figlio piccolo hai più controllo su uno grande c'è meno modo di notare certe dinamiche...ed anche essendo una famiglia molto unita è finita che si sono trovati con questo problema in casa senza sapere da dove era arrivato...io non riesco a giudicare i genitori di questi ragazzi...non mi reputo perfetta come madre...spesso se mi fermo a guardarmi mi rendo conto che non sempre ho la percezione di cosa stanno vivendo le mie figlie...siamo tutti sempre di corsa e anche solo il rallentare un attimo per cercare di capire realmente se qualcuno della famiglia ha bisogno di aiuto diventa un problema...e questo accade in tutti i nuclei familiari che conosco.
 

danny

Utente di lunga data
"Abbiamo" non so a chi sia riferito. Io ho avuto la storia con la bestia, ne sono venuta fuori da sola, in famiglia ovviamente non sapevano niente, essendo una storia extra e comunque coperta dall'alibi del volontariato. Erano solo incazzati perché non mi vedevano mai, ma quel "mai" era voluto e obbligato da lui. Comunque la colpa era mia, per loro, e lo sarebbe stato anche nel caso in cui la mia situazione fosse stata ufficiale. Sicuramente neanche i miei avrebbero spinto per chiedere aiuto. Mai riconoscere di avere un problema.
Lo abbiamo avuto con nostra figlia e il suo ex.
Stesso schema.
 

Marjanna

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Lo spero Marjanna, spero sempre che ci sia sufficiente maturità per progredire socialmente, anche se l'unica cosa che percepisco è il cambiamento e lo sviluppo che non è un sinonimo di progresso come io lo intendo. (Per parafrasare cio che disse Pierpaolo Pasolini).

Giusto per capirsi:
Un cambiamento avverrà comunque, è in corso giorno dopo giorno, e non riguarderà noi "vecchi" (se non forse nei termini in cui sarà "trattata" la nostra vecchiaia), riguarderà chi ci nascerà.
In quanto a maturità, ho forti dubbi sia applicabile. Hai usato il termine scimmie, e sai che concordo con questa espressione, che per me non è negativa -a volte qualcuno potrebbe leggerla come tale, come una sorta di declassamento alle nostre facoltà- e che trovo utile per provare a guardarci "da fuori", come fossimo una delle tante specie animali che popolano il pianeta. Tutto quello che noi creiamo, che chiamiamo realtà, normalità, è frutto di una sorta di enorme proiezione collettiva.
Niente è scontato. Io ringrazio ogni volta che mi vengono a svuotare i bidoni con i vari scarti che produco, che qualcuno venga direttamente a casa, a prendersi quelle cose, e che se le gestisca. Anche se pago, mi sembra una buona spesa. Dentro di me, non penso sia scontato, che sia in qualche modo dovuto, che sia qualcosa a cui guardare come la terra, o il fango.
Riguardo la vicenda specifica di Giulia, e altre affini (ad esempio vedo un link postato qui da @Angie17), mi chiedo perchè non venga trattato in qualche modo l’uso che si fa ora del telefono. Mi pare sia ricorrente che vi siano forme di controllo che passano dal telefono. Sono ricorrenti messaggi continui, invio di foto, un qualche valore riconosciuto nell’invio di un messaggio, nelle risposte. Noi sappiamo bene che abbiamo vissuto decenni, senza poter sapere cosa facevano amici o fidanzati/e fuori da quelle ore che passavamo insieme, e non so ad esempio come vedano questo i nativi odierni, cosa pensino, ovvero quale sia la loro posizione, il punto da cui guardano la realtà proiettata del tempo.

Il sito dagospia non mi pare un sito serio, mi pare tratti di gossip, e la signora Hilton non so cosa abbia dentro la sua testa, e neppure mi interessa molto. Mi sa che è una già parecchio vecchia, per i giovani di oggi.
 

danny

Utente di lunga data
ho notato che per molti genitori è difficile accettare l'idea che il figlio non sia perfetto...o comunque non arrivano mai a pensare che questo possa avere problemi così gravi...non ci dimentichiamo che sia lui che Giulia hanno un'età che viene definita "adulta"...avevano le loro vite...da genitori lasci vivere i figli...non stai loro sempre appresso come quando erano piccoli quindi magari diventa anche più difficile capire il disagio...mi è capitata una mia amica che ha dovuto affrontare la anoressia della figlia in età adulta...anche lei giustamente mi spiegava che mentre su un figlio piccolo hai più controllo su uno grande c'è meno modo di notare certe dinamiche...ed anche essendo una famiglia molto unita è finita che si sono trovati con questo problema in casa senza sapere da dove era arrivato...io non riesco a giudicare i genitori di questi ragazzi...non mi reputo perfetta come madre...spesso se mi fermo a guardarmi mi rendo conto che non sempre ho la percezione di cosa stanno vivendo le mie figlie...siamo tutti sempre di corsa e anche solo il rallentare un attimo per cercare di capire realmente se qualcuno della famiglia ha bisogno di aiuto diventa un problema...e questo accade in tutti i nuclei familiari che conosco.
SU un figlio grande le noti, ma quando è troppo tardi.
Per avere vissuto lo stesso problema, la diagnosi è difficile finché non ti si presentano in maniera palese i sintomi.
Dopo, capisci l'entità enorme del problema.
Il difficile è farlo capire al resto del mondo che valuta il tutto spesso come "capricci" o colpa.
Il padre del ragazzo ha il limite di tanti, quelli di non saper interpretare la sofferenza altrui.
 
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Andromeda4

Utente di lunga data
ho notato che per molti genitori è difficile accettare l'idea che il figlio non sia perfetto...o comunque non arrivano mai a pensare che questo possa avere problemi così gravi...non ci dimentichiamo che sia lui che Giulia hanno un'età che viene definita "adulta"...avevano le loro vite...da genitori lasci vivere i figli...non stai loro sempre appresso come quando erano piccoli quindi magari diventa anche più difficile capire il disagio...mi è capitata una mia amica che ha dovuto affrontare la anoressia della figlia in età adulta...anche lei giustamente mi spiegava che mentre su un figlio piccolo hai più controllo su uno grande c'è meno modo di notare certe dinamiche...ed anche essendo una famiglia molto unita è finita che si sono trovati con questo problema in casa senza sapere da dove era arrivato...io non riesco a giudicare i genitori di questi ragazzi...non mi reputo perfetta come madre...spesso se mi fermo a guardarmi mi rendo conto che non sempre ho la percezione di cosa stanno vivendo le mie figlie...siamo tutti sempre di corsa e anche solo il rallentare un attimo per cercare di capire realmente se qualcuno della famiglia ha bisogno di aiuto diventa un problema...e questo accade in tutti i nuclei familiari che conosco.
A casa mia per esempio è impensabile che un figlio possa avere un problema. Una volta mio padre disse "stiamo diventando come quelli NORMALI". E si parlava semplicemente di uscire il sabato sera.
 

CIRCE74

Utente di lunga data
A casa mia per esempio è impensabile che un figlio possa avere un problema. Una volta mio padre disse "stiamo diventando come quelli NORMALI". E si parlava semplicemente di uscire il sabato sera.
e poi avendoceli sempre sotto gli occhi diamo per scontato il conoscerli a fondo quando invece probabilmente siamo quelli che li conoscono meno di tutti...
 

danny

Utente di lunga data
Diagnosticare un problema di ordine psichiatrico richiede esperienza e competenze.
Ci riesce difficile scoprire un coniuge che tradisce, è altrettanto complicato osservare in profondità un animo umano.
Per molte persone risulta anche complesso attribuire un significato patologico a un disturbo psichiatrico, ovvero individuarlo come indipendente dalla volontà.
 

Andromeda4

Utente di lunga data
Diagnosticare un problema di ordine psichiatrico richiede esperienza e competenze.
Ci riesce difficile scoprire un coniuge che tradisce, è altrettanto complicato osservare in profondità un animo umano.
Per molte persone risulta anche complesso attribuire un significato patologico a un disturbo psichiatrico, ovvero individuarlo come indipendente dalla volontà.
Ma non è neanche detto che sia un disagio psichiatrico. Il voler riportare tutto per forza a malattia mentale non lo condivido molto. Può essere anche di competenza psicoterapeutica. Troppo semplice soffocare il disagio con una pasticca.
 

Alphonse02

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SU un figlio grande le noti, ma quando è troppo tardi.
Per avere vissuto lo stesso problema, la diagnosi è difficile finché non ti si presentano in maniera palese i sintomi.
Dopo, capisci l'entità enorme del problema.
Il difficile è farlo capire al resto del mondo che valuta il tutto spesso come "capricci" o colpa.
Il padre del ragazzo ha il limite di tanti, quelli di non saper interpretare la sofferenza altrui.
Sono pienamente d'accordo con te e con @CIRCE74.

I problemi di un figlio uscito dall'adolescenza e, ancor più, diventato adulto, persino trentenne o quarantenne, quando escono fuori costituiscono delle sorprese assolute, quasi sempre, mi sento di dire.
Con il senno dei poi è facile fare certi discorsi e trarre conclusioni impietose.
I genitori di figli adulti non hanno la sfera di cristallo.

Quei genitori, quando un figlio "esce" dall'adolescenza, allentano ogni forma di controllo, pensano di aver completato il ruolo genitoriale e di avere a che fare con una persona autonoma, che sappia badare a se stesso/a.

Ed è umano, umanissimo.
Anche perché ritieni doveroso rispettare la sfera emozionale e sentimentale del figlio/a.
E' così che si fa, proprio perché viviamo in una società evoluta che ha lasciato l'approccio patriarcale alle spalle da tempo. E' stato un processo lunghissimo, esattamente come sostiene il filosofo Cacciari (che non piace a @Brunetta), andando controcorrente.

Non credo che un genitore si azzardi ad informarsi su cosa faccia un/a figlio/a che ha più di 20 anni quando esce con gli amici o rimane fuori a "dormire" a casa di amici.
Sa di essere tagliato fuori dall'ambiente che frequenta il/la figlio/a e sa pure, questo è fondamentale, che se si azzarda a criticare la/il fidanzata/o di lui/lei, perché non lo ritiene "giusto", rischia di aumentare l'attrazione, cioé sortisce l'effetto contrario a quello sperato.

E non ti azzardi a dare consigli, e se lo fai lo fai a mezza bocca.
Aspettando richieste dal figlio/a di pareri o consigli prima di aprire ulteriormente la bocca.
E se non c'è apertura al dialogo, lasci perdere.
 
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