Ho sufficienti esperienze alle spalle per sospendere il giudizio su questo personaggio.
(...)
Non si può pretendere di capire da alcune notizie di stampa e qualche intervista (montata per esigenze di tempi televisivi) come sia realmente questo padre che ha reagito ad una delle disgrazie più strazianti (la morte di un figlio) in un modo così "inusuale", al punto di apparire abbastanza a suo agio una volta entrato nel girone infernale dei media moderni.
Certamente, c'è un approccio reattivo verso la vita (e, dunque, anche verso la morte) che è particolare in quella famiglia.
E' facile notare un collegamento tra gli atteggiamenti della nonna paterna, del padre e della sorella della povera Giulia Cecchetin. Che forse fanno comprendere meglio lo stesso atteggiamento della Giulia, per certi versi "strano" nei confronti di un ex fidanzato con forti problemi psichici.
Intravedo un humus educativo e comportamentale diverso da quelli che normalmente ci si aspetta.
Attendo di vedere un altro po' come si comporterà prima di farmi un giudizio su di lui.
Ho una strana impressione, quella di un uomo sull'orlo di una comprensibile immensa disperazione (morte della moglie e di una figlia in un breve arco di tempo) che finora è riuscito a contenerla, anche per la presenza di due altri figli ai quali badare. E che, nell'esprimere delle considerazioni molto altruistiche, con un afflato sociale da encomio, al punto di accollarsi quasi la problematicità del complesso fenomeno "femminicidio" mettendosi al centro del palcoscenico mediatico, sta cercando di non venire risucchiato dall'abisso del dolore, della rabbia, della paura di vivere che gli si è spalancato sotto i piedi.
Di certo non lo invidio, sento un grande umano rispetto per la sua parabola esistenziale e, da padre di una figlia femmina, un'istintiva comprensione e giustificazione anche per qualche sbavatura comportamentale.
Ha appena seppellito la figlia accanto a sua moglie.
Il trascorrere del tempo farà capire meglio la sua personalità.
Feltri è una persona che consideri autorevole?
Cioè cambia l’opinione in base a chi appoggia le iniziative di un padre o di chi lo insulta?
Avevo notato già dopo il ritrovamento del cadavere della povera Giulia Cecchettin che
si era messa in moto una poderosa macchina mediatica. Un'onda di sdegno, apparentemente civile, che montava sempre più.
Mi era sembrato scandaloso già uno dei primi interventi della Segretaria del PD Schlein ad "Otto e Mezzo" sulla vicenda, quando era andata a sollevare tutt'altre questioni come il salario minimo e la transizione green, come a voler fare un
comizio invece di commentare il terribile fatto di cronaca. Poi il governatore leghista del Veneto Zaia (un gran furbone della politica) tira fuori il
lutto regionale, il Ministro Valditara con le sue
iniziative sulla educazione ai sentimenti nelle scuole (che a me sembra una mezza scemenza) .... e così via.
I politici italiani hanno "fiutato" l'affarone mediatico costituito dalla tragica morte di QUELLA ragazza ed hanno cercato di approfittarne per evidenti fini di propaganda elettorale quando non anche per promozione personale.
Ed ho l'impressione che la famiglia Cecchettin, nel suo dolore straziante ma "stranamente" lucido, è stata vista come il mezzo mediatico ideale da impiegare.
Si è svolta una specie di
miserevole gara per "arruolare" i componenti della famiglia di Giulia Cecchettin nelle proprie fila politiche, da più parti, opposte tra loro.
Credo che
@perplesso abbia usato il termine giusto (arruolare).
L'obiettivo principale di questa sciagurata campagna di arruolamento è stato
il padre Gino Cecchettin, quello "giusto" per bucare lo schermo, piuttosto che la sorella Elena e la nonna Carla, figure più incerte come presa sul pubblico(
pure qui, qualche invasato/a che vuole ci può vedere un approccio maschilista).
E si arriva all'intervista al Gino Cecchettin da Fazio, che sembra proprio il sugello dell'arruolamento.
Feltri che parla apertamente a "Fuori dal Coro" di innalzamento dei Cecchettin a nuovi guru mediatici, creando scalpore.
L'avvocatessa Antonella Cuccureddu, legale del pool difensivo di Ciro Grillo ed i suoi tre amici, nel processo per stupro che si sta svolgendo, a porte chiuse, al Tribunale di Tempio Pausania, divenuta vittima di una spregevole campagna d'odio mediatico, perché svolge il suo ruolo nell'interrogare la presunta vittima in corso di dibattimento. Pensa te, se fosse stato un legale maschio a fare le domande ...
Insomma, non si finisce più ...
Ed il
pubblico femminile e pro-femminista, progressista e non che, salito d'impeto sul treno mediatico sull'onda dello sdegno per il vile e consapevole omicidio da parte di uno spietato killer (il 22enne Filippo Turetta), alla spicciolata sta scendendo ad ogni fermata
invocando non più le più esemplari punizioni di un reo confesso (arrestato con effetti personali ancora imbrattati di sangue ad una settimana dal femminicidio in un apparente stato di confusione mentale) ma più fondi per la pubblica assistenza psichica ai malati che commettono violenze nei confronti di familiari e fidanzate, come è avvenuto per l'omicidio recentissimo di un'anziana madre milanese ereditiera di un notevole patrimonio immobiliare ad opera del figlio.
C'è un'aria di giustizialismo ad intermittenza in giro che non mi piace, sinceramente.
Spero che passi, come ogni moda, e si torni a ragionare più pacatamente, sia sul piano dei costumi che della politica.
Troppe chiacchiere...